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Autore: Notteinfinita    06/09/2013    6 recensioni
«Buongiorno Diana!» urlò Martin, saltando sulla panchina su cui la ragazza era comodamente seduta a ricontrollare gli esercizi prima della lezione.
«Lo era.» berciò lei, guardandolo in cagnesco.
«Non noti nulla di diverso?» chiese, chinandosi su di lei.
«No, sei chiassoso come al solito.» rispose Diana alzando gli occhi dal quaderno e arrossendo leggermente nel trovarsi a pochi centimetri dal viso dell'amico.
«Guarda qui che splendido regalo che ho ricevuto!» ribatté, facendogli dondolare davanti gli occhi un ciondolo rappresentante una M e una J sovrapposte e racchiuse in una stella.
*****
Chi ha inviato il ciondolo a Martin e perché Diana s'imbarazza nello stare vicino al suo amico?
Per scoprirlo non dovete fare altro che leggere questa ff.
Genere: Commedia, Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Diana Lombard, Martin Mystère, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un regalo un po' troppo “speciale”

 

«Buongiorno Diana!» urlò Martin, saltando sulla panchina su cui la ragazza era comodamente seduta a ricontrollare gli esercizi prima della lezione.

«Lo era.» berciò lei, guardandolo in cagnesco.

«Non noti nulla di diverso?» chiese, chinandosi su di lei.

«No, sei chiassoso come al solito.» rispose Diana alzando gli occhi dal quaderno e arrossendo leggermente nel trovarsi a pochi centimetri dal viso dell'amico.

«Guarda qui che splendido regalo che ho ricevuto!» ribatté, facendogli dondolare davanti gli occhi un ciondolo rappresentante una M e una J sovrapposte e racchiuse in una stella. «ed il bigliettino che lo accompagnava...stupendo!» continuò, sospirando e assumendo un'aria sognante.

«Scommetto che stai per leggermelo.» disse Diana, scocciata.

«So che sei triste perché nessuno ti viene dietro ma cerca di essere felice per me!» esclamò Martin, sedendosi di fianco alla ragazza e circondandole le spalle con un braccio prima di tirare fuori un bigliettino a forma di cuore.

«Sei il sole che illumina le mie giornate. Ti aspetto alle quattro alla scogliera. J.» lesse Martin, con un sorriso ebete. «Ti rendi conto? J. È sicuramente Jenni, finalmente sono riuscito a conquistarla!» esclamò saltando giù dalla panchina.

«Come fai ad essere sicuro che si tratti di lei? Potrebbe essere chiunque.» lo punzecchiò Diana, cercando di nascondere la tristezza.

«Semplicemente me lo sento.» affermò il ragazzo rimettendo il biglietto nel taschino della camicia con estrema cura. «Vola tempo e portami la mia bella!» declamò, poi, con fare teatrale.

«Io vado a lezione.» annunciò subito dopo Diana, andando via. Voleva evitare che Martin vedesse i suoi occhi, lucidi di lacrime trattenute.

 

Le ore trascorsero veloci.

Nel corso della giornata Diana fece in modo di non incontrare Martin, vederlo l'avrebbe fatta stare troppo male. Proprio per questo a pranzo aveva mangiato un panino in camera e, appena finite le lezioni, vi si era rifugiata nuovamente anziché andare a studiare in biblioteca, come faceva di solito.

Nonostante cercasse di concentrarsi sui compiti non poteva fare a meno di preoccuparsi per Martin, sentiva che c'era qualcosa di strano in quella faccenda.

Alzati gli occhi sull'orologio, si accorse che mancavano venti minuti all'appuntamento del ragazzo con la misteriosa ammiratrice.

Mordicchiandosi il labbro, Diana si chiese cosa dovesse fare: se lasciarlo perdere o dare retta al suo istinto che le diceva di seguirlo. Dopo alcuni minuti di snervanti riflessioni, Diana afferrò giacca e borsa ed uscì dal dormitorio femminile. Giunta nei pressi di quello maschile, vide Martin che, con un sorriso a trentadue denti, si avviava verso il cancello della scuola.

Senza farsi vedere, Diana lo seguì fino al luogo dell'appuntamento e lì si nascose dietro un cespuglio.

Trascorsero alcuni minuti senza che nessuno si facesse vivo e la ragazza non poté evitare di ghignare leggermente all'idea che per una volta Martin fosse la vittima di uno scherzo anziché l'ideatore.

Era ancora intenta a pensare a quale sarebbe stato il metodo migliore per prenderlo in giro quando un brivido la gelò fin nelle ossa. Nello stesso momento vide Martin irrigidirsi e iniziare a camminare in direzione di una grotta poco distante.

Insospettita, Diana uscì dal suo nascondiglio e lo seguì.

Addentratasi nella grotta, camminò per alcuni minuti lungo una galleria per poi sbucare in una stanza circolare scavata nella roccia. Al centro vi era una specie di piedistallo alla cui base giaceva un'anfora rotta.

Martin era in piedi di fronte al piedistallo, immobile.

Preoccupata, Diana si portò di fronte al ragazzo e, guardandolo in viso, si accorse che aveva lo sguardo vitreo. Mentre lei pensava a cosa fare, una luce blu si sprigionò dall'anfora e un' evanescente spettro di donna ne fuoriuscì.

«Chi si burla dell'amore verrà punito. Chi si burla dell'amore non merita amore.» sibilò l'apparizione.

Diana la fissò, scioccata.

Nello stesso momento, Martin riprese coscienza ma, immediatamente, sentì la collana col ciondolo stringerglisi alla gola e cercare di soffocarlo.

«Voi insulsi omuncoli considerate i legami seri soffocanti, bé, adesso tu proverai cosa vuol dire sentirsi davvero soffocare.» disse rivolta al ragazzo.

Diana si avvicinò all'amico, che, in ginocchio, si teneva le mani strette intorno alla collana nel tentativo di sfilarla, e cercò anche lei di tirare via il ciondolo.

Mentre loro lottavano lo spettro continuava a ridere, divertito.

«Ragazzina, dovresti essere felice che ti stia liberando di lui, non potrebbe mai darti l'amore che meriti.» ghignò la donna.

«Ma io non voglio liberarmi di lui!» protestò, girandosi per lanciarle uno sguardo rabbioso.

In quell'attimo un pensiero le attraversò la mente e seppe cosa fare, anche se la sola idea la faceva arrossire.

«Martin, dovrai fidarti di me. So come liberarti.» disse Diana, cercando di mantenere un tono di voce calmo.

Prendendo un respiro per calmarsi, la ragazza si avvicinò al viso dell'amico, ormai cianotico, per poi sfiorare le labbra di lui con le sue.

Sulle prime Martin rimase di stucco ma poi si ritrovò a rispondere al bacio; le labbra di Diana erano morbide ed avevano un gusto fruttato. Inizialmente lei si era limitata a dei lievi sfioramenti per poi approfondire il bacio pian piano. Quando sentì le labbra di lei schiudersi e la sua lingua accarezzargli piano il palato per poi danzare in perfetta sincronia con la sua, avvertì una strana agitazione assalirlo e non poté fare a meno di ammettere con se stesso che non aveva mai provato tante emozioni per un solo bacio.

Un urlo lancinante, proveniente dallo spettro, però, li fece staccare.

«Martin, c'è bisogno di un contenitore, subito!» urlò Diana, ancora scombussolata.

Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e, attivato l'U-watch, selezionò un contenitore in cui imprigionò il fantasma.

Stremati, i due ragazzi si lasciarono cadere a terra e un silenzio un po' imbarazzato calò su di loro.

«Chi diavolo era quella?» chiese, dopo un po', Martin per rompere il silenzio.

«Jamilia Melvin» rispose Diana, fissando la colonna per non guardare in viso il ragazzo.

«Qualche spiegazione in più?»

«Una strega vissuta circa quattrocento anni fa. Il suo innamorato la tradì e lei, prima di suicidarsi, giurò di vendicarsi di tutti coloro che non prendono seriamente l'amore quindi, per impedire che facesse del male, gli abitanti del paese sigillarono il suo spirito in quell'anfora.» spiegò «Qui vicino hanno fatto dei lavori di trivellazione, è molto probabile che le vibrazioni abbiano fatto cadere l'anfora.»

«E perché per liberarmi hai dovuto...» chiese ancora Martin, senza avere il coraggio di finire la frase.

A quella domanda Diana arrossì e si morse le labbra imbarazzata.

«Per lei chi non prende seriamente l'amore non ha diritto a nessun tipo d'affetto, nemmeno all'amicizia quindi la dimostrazione di un...amicizia sincera l'ha indebolita.» rispose, non riuscendo ad impedire alla sua voce di tremare impercettibilmente. «Visto che ora è tutto risolto io vado. Ho un incontro del Club di astronomia.» concluse, avviandosi verso l'uscita.

«Diana, aspetta!» la richiamò Martin.

«Quelle cose al Centro puoi consegnarle senza di me.» disse Diana «E poi ti sarei grata se non dicessi come ti ho liberato. Forse è meglio che non dici proprio che io ero qui con te.» aggiunse in un sussurro.

«Già, chissà con che battute se ne uscirebbero!» esclamò Martin, un po' imbarazzato. «Comunque grazie!» le disse, sorridendole.

Diana si limitò a scrollare le spalle e a sorridergli a sua volta prima di andare via per tornare a scuola.

Rimasto solo nella caverna, Martin chiamò il Centro che subito gli aprì un varco dimensionale di collegamento. Appena l'ebbe attraversato, alcuni tecnici presero in consegna il contenitore e il ciondolo mentre Billy gli si faceva incontro.

«Ciao amico! Ero nella stanza con m.o.m. quando hai chiamato, certo che te la sei vista brutta!» disse il piccolo alieno, sorridendogli. «Ma come hai fatto a liberarti?»

«Sono riuscito a sfilarmi il ciondolo prima che mi si serrasse intorno al collo.» mentì Martin, non potendo impedirsi di arrossire lievemente al pensiero di come, invece, fosse stato liberato.

«Meno male, se no ci avresti rimesso le penne! Una volta stretto il ciondolo si riapre solo con un bacio d'amore sincero, almeno stando alla leggenda.» ridacchiò l'esserino, ignaro che le sue parole si erano abbattute su Martin come una secchiata di acqua gelata.

«Billy, ora devo proprio andare. Ho un' impegno a scuola.» disse Martin avviandosi, ancora scioccato, verso l'uscita.

Tornando a scuola, non poté fare a meno di riflettere sulle parole del suo amico verde.

“È impossibile, Diana non può essere innamorata di me” si disse.

Eppure non poteva negare che quello che si erano scambiati non era certo un bacio da amici.

Deciso a fare chiarezza sull'accaduto, Martin si appostò fuori dal Club di astronomia. Appena vide Diana uscire le andò incontro anche se sentiva i suoi battiti aumentare e le mani inumidirsi per il sudore.

Per quanto potesse sembragli assurdo, l'idea di parlare con la sua amica lo metteva in agitazione.

«Heilà! Che ne dici di un gelato per ringraziarti di avermi salvato?» propose, cercando di apparire naturale.

Diana sussultò nel trovarselo davanti. Avrebbe voluto rifiutare ma la guardava con un sorriso così accattivante che non le riuscì di dirgli di no.

In un insolito silenzio, i due andarono al carretto dei gelati posto al limitare del parco della scuola.

«Due coni. Uno fragola e pistacchio e l'altro cioccolato e nocciola.» disse Martin, ordinando per entrambi, conosceva bene i gusti della ragazza.

Presi i gelati, i due proseguirono lungo uno dei vialetti del parco, apparentemente ognuno concentrato sul proprio cono.

“Perché Martin mi ha invitato?” si chiese Diana, agitata, temendo che le chiedesse qualche spiegazione.

“Come faccio a tirare fuori il discorso?” pensò Martin, guardando la ragazza di sottecchi. “Hey, sei Martin Mystere, hai affrontato ogni genere di mostri, non puoi avere paura di Diana!” si rimproverò, nel tentativo di farsi coraggio.

«Ho parlato con Billy.» esordì qualche minuto dopo.

«A che proposito?» chiese lei, nervosamente.

«A proposito della maledizione del ciondolo»

A quelle parole, Diana quasi si soffocò col gelato per poi lanciare a Martin uno sguardo allarmato.

Intanto il ragazzo, fraintendendo l'atteggiamento della ragazza e pensando di aver preso un abbaglio, le aveva poggiato un braccio sulle spalle.

«Dai, puoi dirmelo che ti sei innamorata di me!» esclamò, scherzando.

Come si aspettava, Diana cercò di colpirlo con la sua tracolla piena di libri ma lui la scansò agilmente. Ciò che non si aspettava era lo sguardo triste e addolorato che gli rivolse e che gli fece perdere l'equilibrio facendolo cadere malamente a terra.

«Martin, sei solo uno stupido idiota!» esclamò la ragazza, prima di fuggire in lacrime.

Il ragazzo rimase alcuni secondi a terra, sconvolto dalla reazione che lei aveva avuto.

Appena si fu ripreso le corse dietro e, raggiuntala, l'afferrò per un polso cosicché non potesse sfuggirgli.

«Diana ti chiedo scusa.» le sussurrò, sinceramente dispiaciuto «è solo che è stato strano baciarsi.» le confessò.

«Cos'è un modo educato per dirmi che non ti è piaciuto?» s'informò, continuando a tenere lo sguardo basso.

«A dire il vero è un modo contorto per dirti che mi è piaciuto.» ammise, grattandosi la testa per l'imbarazzo.

Appena udito ciò che le aveva detto, Diana alzò lo sguardo su di lui, stupita.

Martin le sorrise, rosso in volto.

Con gli occhi brillanti, il colorito acceso dall'imbarazzo e le labbra leggermente dischiuse per la sorpresa, Diana non gli era mai sembrata tanto bella.

Prima ancora di rendersi conto di cosa stesse facendo, annullò le distanze tra di loro e la baciò con trasporto.

Presa alla sprovvista, Diana non poté fare a meno di sussultare mentre il cuore le faceva una capriola nel petto per poi rispondere al bacio con uguale intensità.

Sentire sulle labbra il suo sapore, sentire le sue braccia che la stringevano forte a sé, dopo averlo tanto a lungo desiderato, era qualcosa di paradisiaco.

La ragazza affondò le mani tra i capelli di lui mentre il bacio si faceva sempre più appassionato e quando, infine, si staccarono non poté fare a meno di sorridere sulle sue labbra.

«Evviva!» urlò Martin, mentre la prendeva per la vita e la sollevava in aria.

Nessuno dei due s'illudeva che adesso sarebbero state tutte rose e fiori, avrebbero sicuramente continuato a litigare...ma, almeno, adesso fare pace sarebbe stato molto più piacevole...

 

 

 

 

NDA:Quei due sono troppo carini e, visto che nel cartone ci lasciano a bocca asciutta, ho deciso di scrivere questa ff per immaginare come si sono messi insieme.

Spero vi sia piaciuta! ^__^

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