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Autore: Cami_Chan    06/09/2013    0 recensioni
Lei, che deve lavorare per mantenersi una casa. Lui, che ha tutto ma che vorrebbe andarsene. A entrambi però, manca l'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Francesca quel giorno si era svegliata con il mal di testa. La sveglia delle sei non le dava tregua, così come il suo cane, Stella, un alano grigio scuro dal muso dolce, che era saltato sul suo letto con tutta la sua mole e le leccava la faccia senza sosta. Francesca le tirò una sberla. “GIU!” intimò alla cagnolona, mentre spegneva l' I phone. Poi ancora mezza addormentata si fiondò in bagno. Si buttò in faccia l'acqua gelida del rubinetto e si guardò alla specchio: capelli lunghi e biondi, occhi marrone scuro, un naso piccolo e una bocca naturalmente rossa e ben disegnata. Era la parte che aveva ereditato da suo padre e l'unica che apprezzava di se. Fisicamente era magra, piatta e senza curve.. Questo era quello che pensava di sè, nonostante portasse comunque una seconda piena di reggiseno. Si lavò I denti, si mise il burrocacao e si vestì in fretta con la tuta che usava per il lavoro: una saloppette blu , scarponcini e una meglietta bianca sotto. Poteva sembrare un idraulico o un elettricista, in realtà era una giardiniera. Era la ditta sotto cui lavorava che procurava le divise per I dipendenti, e lei le odiava. Portò il cane a fare un giro veloce, poi tornò in casa, fece colazione e alle 7 in punto era sul camioncino della ditta, diretta alla villa dei Parker, I quali avevano chiamato per una pianta malata che necessitava cure. “R icconi, come immaginavo” pensò Francesca, appena arrivò davanti al cancello della loro villa. Una volta che questo le venne aperto, e lei potè entrare con il camioncino, le si presentò davanti un vialetto di ghiaia che conduceva a un'enorme villa bianca con tanto di veranda, dove la famiglia dei Parker era seduta al fresco, probabilmente la aspettavano. Parcheggiò davanti alle scale e scese. La signora parker si precipitò da lei: “ salve, allora lei deve essere la giardiniera, presumo. Com'è giovane! Se le serve una mano non esiti pure a chiamare mio marito.. la pianta è questa... vuole un caffè prima?” disse velocemente, squadrtandola evidentemente sorpresa del fatto che fosse una ragazza. “ non si preoccupi, ho già trattato piante come questa” osservò l'enorme salice piangente “ho già capito qual'è il problema, non ci metterò molto a risolverlo... e comunque si, ho appena compiuto I diciotto ma le assicuro che conosco bene il mestiere” concluse sorridento. Detto questo si congedò dalla signora e si mise all'opera. Prese la scala e si arrampicò sul salice. Si sentiva addosso gli occhi delle tre persone sedute in veranda: il signor parker, sua moglie e un ragazzo che doveva essere il figlio.

Arrivata in cima, si sedette su uno dei rami e cominciò: la pianta era stata attaccata da un fungo e quindi con un coltellino da giardiniere doveva rimuovere una ad una le incrostazioni funginee e poi spruzzare un liquido che ne bloccava la ploriferazione. Un lavoro un po' lungo e noioso, ma facile. Dopo mezzora di lavoro, francesca notò con piacere che I signori parker sen'erano andati dalla veranda, era rimasto solo il figlio che però non badava a lei, ma con lo sguardo perso chissà dove fumava una sigaretta dopo l'altra e talvolta appoggiava I piedi sul tavolino di vimini. Dalla posizione in cu si trovava potè osservarlo meglio: magro come un chiodo, guance scavate, capelli biondi quasi gialli, gli occhi tondi e infossati. La bocca sottile. “ha un viso molto particolare” pensò. Non era brutto, ma neanche bello. Solo... particolare. Le mani gli tremavano paurosamente e a volte faceva ciondolare la testa. “cocainomane.” pensò. Nel quartiere in cui viveva di sera ne vedeva di gente così. Che tirava di coca. Purtroppo con I soldi che possedeva aveva potuto permettersi solo una casa in quella zona malfamata... ma non si lamentava.. dopotutto aveva fatto un buon affare e la sua fedele Stella teneva lontano tutti I malintenzionati. Il ragazzo alzò lo sguardo. Occhi azzurrissimi, non sel'aspettava. Si rimise al lavoro di botto. Dopo un'altra oretta di lavoro aveva finito. Con le braccia indolenzite scese dalla scala e mise a posto gli attrezzi usati. Poi salì la scalinata della villa e si fermò davanti al presunto figlio dei pPrker. “ciao, ehm, io avrei finito... potresti chiamare I tuoi genitori per favore? Sei loro figlio giusto? Che se mi pagano posso andare...” la guardò un attimo senza rispondere “mamma mia com'è conciato” pensò francesca.. Gli occhi erano cerchiati di blu e arrossati. Notò che indossava una maglietta larga grigio chiara firmata praga e scarpe hogen “ … ciao.. I soldi sono lì..” indicò il mazzetto di banconote sotto il bicchiere, poggiato sopra il tavolo “...hai fretta di andartene?” francesca trattenne una risata... parlava piano, sembrava far fatica a connettere le cose “ in effetti no, non c'è molto lavoro ultimamente e voi siete I miei unici clienti per oggi... ma dovrei andare acasa a farmi una doccia” il ragazzò fece una smorfia simile a un sorriso venuto male. Ridacchiò “...non puzzerai mica per due ore di lavoro... fermati qui... a parlare un po' con me.. vuoi?” le allungò una wiston blue. Francesca la prese senza pensarci due volte e si sedette sulla poltrona di vimini... “ ma si, perchè no...accendino?” stettero per un po' così, seduti a fumare guardando il giardino che si estendeva ai piedi della villa, più che altro un prato verde con in fondo alcuni alberi, salici, cipressi e aceri. Lui continuava a fissarla e lei cercava di non farci caso, ma era difficile... quel ragazzo aveva quel non so che di attrattivo “ saranno I soldi... o l'aria da fattone doc” pensò cercando di rilassarsi. Poi lui parlò. “ ti invidio molto sai.. hai 18 anni e già ti guadagni la giornata... e scommetto che vivi da sola..” “già, ma la mia casa non è niente rispetto a quella in cui abiti tu” Lui scoppiò a ridere.. amaramente però. “ ci abiterò ancora per poco, purtroppo.. parto domani mattina” “e dove vai? In vacanza?” un'altra risata mal riuscita “ in comunità, a ripulirmi...o disintossicarmi, come si dice.. dicono che ne ho bisogno e che si vede... è vero?” e gli sorrise guardandola negli occhi. Francesca si precipitò a rispondere imbarazzata, abbassando gli occhi e balbettando “ mi dispiace.. non si nota poi molto.. se vivessi nel mio quartiere ti confonderesti benissimo comunque... “ dove abiti, se posso chiedere?” “qui vicino, a milano.. in periferia zona Quarto Oggiaro” Il ragazzo si drizzò sulla sedia “ non conoscerai per caso uhmm.. Alberto Fornaciari, Alex Drenna oppure Giovanni Febbro? “ siii... Drenn... è il mio vicino di casa.. anche lui avrebbe bisogno di una bella ripulita..dall'alcool” il figlio del Parker spalancò gli occhi, stava per dire qualcosa ma in quel momento arrivarono I genitori. ” bene bene, vedo che hai finito il lavoro” disse la signora , sorridendole. “si, stavo giusto per andarmene.” Schiacciò la sigaretta nel posacenere “ grazie mille “ aggiunse, riponendo I soldi nel piccolo portamonete di peluche che teneva in tasca. Si rivolse poi al ragazzo, che non aveva smesso di guardarla un attimo probabilmente in fissa, pensò... la droga.. brutto affare. “allora buona fortuna.. ehm..non so neanche come ti chiami!” “ Christian..” “Fancesca, è stato un piacere” “a presto franci... guida piano” rispose, sempre sorridendo.

Solo una volta passato il cancello francesca ripensò a quelle parole.. a presto? Bha! A mai!

  
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