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Autore: daylighter    06/09/2013    5 recensioni
« Dici che sarà divertente? » chiese Jamie, guardando degli uomini vestiti di nero dirigersi verso il cortile, sembravano dei becchini con la passione per la moda. « Tutta questa storia intendo, secondo te riesco a vendere una di quelle lettere secolari a qualche idiota? »
Scarlett però non lo stava ascoltando, guardava altrove, dal lato opposto della scuola. Appoggiato ad un muro graffitato, c’era un ragazzo biondo, munito di occhiali da sole all’ultima moda e vestiti di pelle di chissà quale marca famosa. Non gli vedeva gli occhi, ma era sicura che la stavano scrutando da lontano. Il suo sguardo puntava nella sua direzione. Si dileguò qualche secondo dopo, in sella alla sua moto.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Came from the future.
Capitolo 1 - Scarlett Grape.


Il sapone stava lentamente scivolando dall’apposito contenitore, riempendo il lavandino di schiuma bianca e bollicine. Scarlett si era dimenticata di spegnerlo, aveva la testa fra le nuvole continuamente in quel periodo e sua nonna, la signora Grape, non sapeva più cosa fare con lei.
Era uscita di casa in tutta fretta, il tempo di prendere la borsa con le cose per scuola e un croissant dal tavolo della colazione. Quella mattina era particolarmente euforica, a scuola ci sarebbe stata la rimozione della capsula dei ricordi, seppellita ai tempi della sua bisnonna. La sua classe era stata incaricata di occuparsene e Scarlett, con la sua curiosità, non aveva fatto altro che aumentare la tensione tra i compagni.
« Scar, » la richiamò Jamie, suo migliore amico dai tempi delle elementari, quando si sedette accanto a lui sul pullman « Non dirmi che pensi ancora a quella cosa! E’ solo una semplice capsula seppellita ai tempi della pietra, non si sa nemmeno se avevano le penne per scrivere o se usavano il loro sangue! »
Scarlett storse il naso in una sforfia di disgusto, « James! Ma dove vivi sulla luna? » quella era una classica frase alla Scarlett Grape. La usava solo con due persone: Jamie e suo fratello Robert. Entrambi troppo stupidi per rendersi conto che non cambiava mai.
« Che ho detto? » fece lui, sistemandosi il cappello nel riflesso del finestrino. « Era solo un’osservazione! Che speri di trovarci? »
« Non lo so, ma ho un presentimento » rispose lei, guardando Jamie per poi sorridere. « Nah, scherzavo, mi basterà una lettera giallastra e un po’ scarabocchiata per tornare la solita di prima » concluse.
« Vuoi dire la solita Scar estremamente esaltata da qualsiasi cosa, distratta e buffa di sempre? » chiese lui retoricamente. « Perché adesso ne ho una copia perfetta accanto! ».
Rise da solo alla sua battuta. Tremendamente triste, pensò lei.
L’autobus giallo aveva appena parcheggiato, quando una massa di studenti si era già catapultata giù dai sedili per scendere dal mezzo.
« Dici che sarà divertente? » chiese Jamie, guardando degli uomini vestiti di nero dirigersi verso il cortile, sembravano dei becchini con la passione per la moda. « Tutta questa storia intendo, secondo te riesco a vendere una di quelle lettere secolari a qualche idiota? »
Scarlett però non lo stava ascoltando, guardava altrove, dal lato opposto della scuola. Appoggiato ad un muro graffitato, c’era un ragazzo biondo, munito di occhiali da sole all’ultima moda e vestiti di pelle di chissà quale marca famosa. Non gli vedeva gli occhi, ma era sicura che la stavano scrutando da lontano. Il suo sguardo puntava nella sua direzione. Si dileguò qualche secondo dopo, in sella alla sua moto.
« Scarlett mi stai ascoltando? » disse Jamie, sventolandole una mano davanti alla faccia, ma niente, era assorta nei suoi pensieri.
Quando si riprese, notò che non c’era quasi più nessuno nel cortile e che lei e Jamie erano tra gli ultimi rimasti. « Andiamo, o ci perderemo tutto il più bello! » disse lei meccanicamente, trascinando l’amico per un polso.
La scuola era molto grande, nessuno aveva mai notato che nel cortile c’era una cavità nascosta in cui era sotterrata la capsula. Solo un mese prima, uno studente del primo anno, cadendo di faccia per una pallonata troppo potente, aveva scovato un’apertura.
Quella zona era piena di studenti emozionati e curiosi, tanto che Scarlett e Jamie fecero fatica ad attraversare tutti e raggiungere la loro classe. Per molti studenti il fatto che solo loro ricevessero gli oggetti della capsula era ingiusto, ma erano all’ultimo anno e ne avevano il pieno diritto.
« Emozionati ragazzi? » aveva chiesto il preside Sparks, cercando di assumere inutilmente un’aria meno vecchia e più giovanile mentre cercava di aprire la capsula. Un coro di “Apra quella cosa” risuonò per tutto il cortile e con un gran sorriso, il preside, ordinò ai due uomini  in nero di estrarre il contenuto della botola nascosta sotto il terreno del cortile.
 
Scarlett si era ritrovata sul letto di camera sua, con la lettera tra le mani ed un gran voglia di leggerla. La aprì con calma e prese i suoi occhiali dal comodino.
 
Cara ragazza,
mentre scrivo questa lettera guardo fuori dalla finestra, e penso a come sarebbe guardarti negli occhi mentre la leggi. Vedere la tua espressione mutare a seconda di ciò che troverai scritto, sorridere alle parti divertenti e riporla gentilmente nel cassetto di una specchiera quando l’avrai terminata. Ma ahimè, non posso vivere in eterno e tutto ciò che posso fare adesso e immaginare come sarai.
Spesso chiudendo gli occhi riesco ad immaginare una persona, ora ci sto provando e l’unica immagine che riesco a focalizzare è una ragazza con un lunghi capelli mossi e due grandi occhi verdi, distesa su un letto di legno antico. Anche se penso che quando leggerai queste parole avranno inventato letti d’acqua o perfino d’aria.
Lo sai, all’inizio pensavo che questa fosse un’idea alquanto bizzarra, ma poi ho capito che lasciare un pezzo di me in queste parole sarebbe servito a sentirmi meno vuota.
Quando morirò, vorrei che l’unico ricordo della mia esistenza sia nelle mani giuste.
Scriverò solo una cosa, e spero che tu in un futuro sarai altrettanto fortunata: Andrew Goldons mi ha chiesto di sposarlo! E’ un sogno che si realizza, mio fratello ne sarà felice.
Tanti omaggi,
Hadeline Grape.
 
Quandò ripose la lettera sul comodino, Scarlett cambiò completamente espressione. Prese il telefono e chiamò l’unica persona che le veniva in mente in quel momento. Robert.
« Che succede sorellina, perché quella voce preoccupata? »
Odiava quando la chiamava “sorellina” non avevano praticamente nemmeno due ore di differenza, ma si sa, a chi è nato prima va il cervello minore. E’ logica tra fratelli.
Comunque il quel momento non era in vena di discussioni, così disse solo: « Devi venire qui Robbie, ho una cosa da farti vedere ».
Sapeva che quando il fratello usciva non tornava mai a casa prima dell’ora di cena, ma in quel momento Scarlett era stata così convincente che rispose con un « Dammi dieci minuti e solo là, ma vedi di avere una buona motivazione, o mi devi una settimana di lavaggio piatti ».
Non si stupì affatto di quella risposta.
 
« Allora? » chiese lui, guardando la sorella seduta sul letto intenta a leggere un pezzo di carta. « Cos’hai da farmi vedere di tanto importante? »
Scarlett gli porse il foglio e lo incitò a leggere. Quando ebbe finito, si sedette sul letto accanto alla sorella, con aria interrogativa.
« Dove l’hai presa, Scar? » chiese lui, curioso. Gli sembrava troppo strano che quella lettera, proprio di una loro lontana parente, fosse finita nelle mani di Scarlett.
« Me l’hanno data a scuola, era nella botola, Robbie, chi è Hadeline Grape? Lo sai per caso? » chiese, ma Robert scosse la stessa.
« Io no, ma forse la nonna si. Hai già chiesto a lei? »
« No, mi sono scordata! »
« E poi sono io quello stupido » sbuffò Robert, a bassa voce.
« Ti ho sentito, idiota ».
« Parla la furba ».
« Io non metto i Wurstel nel latte, non faccio la doccia con le calze, non dormo con un album dei Green Day sotto il cuscino, continuo? »
Robert sorrise sarcasticamente, « ti odio ».
« Io invece ti ho sempre stimato per il tuo coraggio di essere diverso, anche se spesso ti vesti come un tappeto ».
« Davvero? »
« No » affermò lei.
Mentre continuavano a discutere, furono attirati dal profumo che proveniva dalla cucina e dalla voce della nonna che diceva “La cena è pronta”. 

 
Read me!
 
Questa è la seconda storia su Justin che pubblico, l'altra è finita in modo tragico così ho cambiato. Non so mai cosa scrivere in questo punto perchè spreco tutte le mie energie nello scrivere il capitolo e quindi rimango a corto di idee. 
Per gli aggiornamenti, ho pensato di mettere un capitolo ogni venerdì. Sarò impegnata con la scuola e secondo me è una cosa che può funzionare. 
Gradirei molto sapere se come inizio vi è piaciuto, o se fa talmente pena da non continuare nemmeno. Perdonate eventuali gaffe, è da molto che non scrivo qualcosa e sono un po' fuori allenamento.
Spero che vi piaccia e che vi incuriosisca almeno un po', ci terrei molto c:
Un bacio e alla forse prossima, 
Rebecca.
 
  
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