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Autore: monnezzakun    06/09/2013    2 recensioni
È difficile lasciar fluire le parole con la consapevolezza che esse non ti daranno alcuna emozione. La carta è vuota, inumana – lo sono anche io, così come lo sei tu, ma i nostri corpi sono caldi, confortevoli. Non ho mai amato il contatto, anzi l'ho sempre ripudiato, invece ora che sono solo ne sento la mancanza.
[(un)Happy Zemyx Day!]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Demyx, Zexyon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH Chain of Memories
- Questa storia fa parte della serie 'Sleeping Beauty'
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Sleeping Beauty ~
il trattato della lotta vana


 

#He is indeed most wondrous fair,
gold of sunshine in his hair,
lips that shame the red, red rose.



 

Questa lettera, Demyx, sarà lunghissima.
Non mi piace troppo scrivere. Ho letto sovente che le parole tradiscono il pensiero, ma mi sembra che le parole scritte lo tradiscano ancora di più. Tu sai ciò che resta di un testo dopo due successive traduzioni. E poi, io non sono abile. Scrivere è una scelta perpetua tra mille espressioni, nessuna delle quali, avulsa dalle altre, mi soddisfa completamente. Eppure dovrei sapere che solo la musica permette il concatenarsi degli accordi.
Le giornate scorrono lente. Non c'è che oscurità, qui, e nell'oscurità sembrano muoversi ombre di cose invisibili ed incomprensibili. So che mi vengono celati numerosi segreti: io stesso nascondo con ogni mezzo possibile quegli assi nella manica – assi, che ironia – che potrebbero pagare il prezzo per la mia sopravvivenza. Se solo tu sapessi cosa accade, qua, dove la materia oscura della quale siamo fatti brulica nei condotti, striscia sotto le porte, s'intrufola nel nostro sonno la notte e lo tinge d'una tinta che solo il peggiore degli incubi dovrebbe avere, ne saresti inorridito. Vorrei poter essere felice di saperti al sicuro. A volte rimpiango la linearità delle missioni che mi venivano affidate quando ancora ero con te; altre mi sembra di possedere un cuore per il calore che mi scalda nel muovere i miei burattini. Devo essere molto più viscido di quanto tu pensi.
Perdonami, Demyx. Non ricordo di aver mai scritto una lettera; persino il mio Qualcuno non ne scriveva: non aveva nessuno a cui mandarne. È difficile lasciar fluire le parole con la consapevolezza che esse non ti daranno alcuna emozione. La carta è vuota, inumana – lo sono anche io, così come lo sei tu, ma i nostri corpi sono caldi, confortevoli. Non ho mai amato il contatto, anzi l'ho sempre ripudiato, invece ora che sono solo ne sento la mancanza.
Mi rendo conto sempre più di quanto la carne sia importante: il contatto con altri Nessuno ci spinge a sentire meno il senso di vuoto. Ci riempiamo della scarna consolazione di sapere che altri sono come noi, che altri combattono la nostra lotta vana. Se non fossimo creature oscure, corrotte dalla stessa materia che compone l'involucro della nostra anima, non sarei così dubbioso riguardo la possibilità effettiva di riottenere un cuore; penso non lo saresti neanche tu. Suppongo sia l'ingordigia il nostro peccato più grande: siamo stati privati di tutto e aneliamo a riconquistarlo il prima possibile. Di nuovo, scrivo come se fosse un mio registro privato.
Penso dovrai scusarmi ancora molte volte: sento di stare lentamente, di lettera in lettera, di parola in parola, lasciando sgorgare ciò che a voce non sarei in grado di comunicarti – mi sono definito inetto, righe e righe più su, e ora che rileggo quanto già scritto forse capisco che è l'unico modo che ho per dirti tante cose. Sono un uomo di scienza – errato: sono un Nessuno più propenso alla teoria che alla pratica; la voce che scandisce i pensieri all'interno della mente è ben più limpida e sicura di quella che fuoriesce dalla mia bocca.
Doveva essere una persona sciocca, il mio Qualcuno, perché di lui non ho ricordi di conversazioni o attimi di vita. Mi chiedi spesso di parlare di ciò che ricordo di lui e io rifiuto sempre di accontentarti; non è perché non voglia, Demyx, è perché di lui ricordo solo ogni libro avesse letto. Sono stampati nella mia mente a fuoco – ho una ipotesi anche per questo ed ogni volta che ci penso vorrei che la mia risata amara fosse autentica: i libri erano l'unica cosa che lo facessero sentire vivo. Stupido, stupido, stupido.
Si può dire che io
 lui – abbia gettato l'unica vita che mi è stato dato di vivere: ciò che ci accomuna più di ogni altra cosa, Demyx, è la speranza di trovare un cuore e la sfiducia nella possibilità che Kingdom Hearts possa davvero aiutarci. Tu, però, sembri non aver davvero bisogno di ritrovare la tua umanità. È un lato di te che mi affascina e perplime, poiché ti rende differente da qualsiasi altro Nessuno. Sei quanto di più diverso da qualsiasi cosa io abbia memoria d'aver mai incontrato: non hai la pazzia degli abitanti del Paese delle Meraviglie, né la serietà cupa di chi vive alla Fortezza Oscura: sei più come Traverse Town stessa, poliedrico, sfaccettato, influenzato dagli eventi come fossero una sabbia fine quanto quella di Agrabah, che ti erode e modella con il passare del tempo. Non penso d'essere stupido, Demyx: il mio stesso potere mi rende facile riconoscere che non sei stupido quanto vorresti far credere di essere, non sei nemmeno tanto debole quanto i tuoi risultati nelle missioni fanno presupporre.
Non so perché ti sto scrivendo queste cose: il Castello è silenzioso. Le sue pareti bianche sono pregne di ombre che si agitano e vorrei poter dire d'essere un Burattinaio abile, di aver tessuto tele abbastanza invisibili e forti da far cadere in trappola ogni mio nemico. Sento sempre più il peso di questa mia non-vita gravarmi sulle spalle; le stanze immense mi ricordano il vuoto all'altezza del petto, la vista del soffitto spoglio la mattina mi riempie di una nostalgia erosiva che scava ancora più a fondo la ferita della mia non-esistenza. Ho sempre trovato asettico il soffitto della mia stanza al Castello che non esiste, ora ne rimpiango il bianco pieno, reso lucente e carezzevole dalla luce che entra dalle finestre. Sono un Nessuno: questi dettagli non dovrebbero turbarmi.
Tutto si sta scindendo in due metà uguali e diametralmente opposte: il Castello che non esiste ed il Castello dell'Oblio. Se l'uno è stato l'inizio della mia vita incompleta, il secondo corrisponderà alla fine? Le ombre mi turbano, Demyx, in una maniera che fino a poco tempo fa non avrei creduto possibile. È ironico che io sia spaventato dalle ombre quando il mio stesso corpo è fatto di un'oscurità come fuliggine compatta, ancora crepitante di questi insulsi ricordi di una vita che non è e non sarà più.
Mi sento come se da tempo stessi percorrendo uno stesso percorso più volte, imboccando ad ogni passaggio una diversa uscita: sto glissando il vero scopo di questa lettera. Non ho mai sognato da che sono divenuto un Nessuno, eppure ieri sera mi sono disteso sul materasso e ho chiuso gli occhi con naturalezza, senza che la visione delle pareti nude catturasse il mio sguardo. Sono scivolato in un sonno leggero: riuscivo ancora a percepire la trama ruvida del cuscino contro i capelli più corti sulla nuca. Il ciuffo scivolato sul lato del viso mi pizzicava il collo; i piedi intirizziti mi ancoravano saldamente alla realtà. Eppure c'eri tu, Demyx, e stavi dormendo. Penso di averti già detto che ti considero bello – credo anche d'averti offeso, dicendoti che sei bello di una bellezza un po' sciocca, ma quel che intendevo è che il tuo viso sembrerebbe piacevole anche distorto dalla foga del combattimento, anche straziato dal dolore fisico. È una bellezza sciocca, la tua, perché è eterna ed innegabile, invece noi siamo fallaci, contraddittori, destinati ad estinguerci senza morir davvero, perché mai io e te come Zexion e Demyx siamo stati in vita. Mi sono di nuovo perso in divagazioni: c'eri tu, nel mio sogno, ed eri profondamente addormentato, disteso nella tua abituale posizione: eri supino; le gambe aperte di cui una leggermente piegata; il viso inclinato verso sinistra; il braccio destro sull'addome, l'altro tenuto largo a creare la conca in cui ero solito rannicchiarmi nel sonno.
Conosci la mia carne, la piega rigida delle mie forme. Le tue mani hanno potuto plasmare il pallore della mia pelle ed il mio corpo ricorda l'impronta del tuo. Sono meschino, Demyx, perché parlo di te parlando di me: ho sputato di trovarti bello come in un'ammissione, ma non è abbastanza; il biondo dei tuoi capelli è per me come la carezza del sole, le tue labbra straziate dai baci sono rose più roventi delle fiamme. Realizzo questo cose solo ora, nello scrivertele, perché non ti avevo mai davvero osservato. Mentre ti vedevo per la prima volta il pensiero che tu non fossi vero non mi ha sfiorato per un istante, colpendomi soltanto al risveglio, la mattina dopo. Non so cosa mi abbia convinto a scrivere questa lettera, o meglio lo ipotizzo a malincuore: questa melanconia che mi corrode è la voragine che la tua assenza scava nel mio petto, il doloroso raschiare della solitudine che si riprende il suo antro, dal quale ero riuscito a scacciarla. Siamo nati soli, moriremo soli. Vorrei poterti dire altro, vorrei poter provare vergogna per quanto sto confessando in queste righe arruffate, mal ridotte, strappate fuori senza il loro consenso. Sento di doverti dire tutto ciò che tu hai continuato a dimostrarmi e di doverlo fare subito, senza continuare ad indugiare come ho fatto finora. Potrei svanire in un soffio di cenere, venir sconfitto mentre ancora litigo con le parole. Ho sentito, per il lungo istante nel quale ti ho visto dormire nei recessi più intimi della mia anima, la speranza di poter tornare a provare qualcosa. Ho scritto che se non fossimo creature così oscure, infide, egoistiche, forse avrei più speranza in questo nostro folle piano per riconquistare ciò di cui siamo stati privati. Tu, Demyx, fra tutti i Nessuno tu sei il più giusto ed il migliore, colui che davvero per me merita di riottenere il suo cuore. È notte fonda, ormai, ed è ironico pensare che mentre ti confesso che desidero poterti vedere davvero dormire così tranquillo, forse tu lo stai facendo davvero, la mente ben lontana dal pensiero di me.
Continuo a mentirti, in piccole dosi. Ho mentito anche scrivendoti che questa lettera sarebbe stata lunghissima: ho peccato di presunzione, probabilmente, ma la verità è che non sono abbastanza nemmeno per poterti scrivere più a lungo di così. Deve essere intrinseco nella nostra natura cercare di trattenere quelle poche cose che ci appartengono, e la più importante di tutte deve essere la verità.
La mia, Demyx, ho deciso di condividerla con te: sono venuto qui con lo scopo di impedire ai traditori di rovesciare l'Organizzazione. Ora voglio andarmene per poter incontrare di nuovo la persona che mi faceva sentire come se avessi un cuore. E quella persona sei tu, Demyx.

Zexion
N°VI, Cloaked Schemer
Castle Oblivion


 

Angolino dell'autrice;
Sono di corsa come non mai perché la mia odiosa connessione gioca fin troppi brutti scherzi. Questa è la terza delle Sleeping Beauty e quella a cui finora mi sento più legata. Non è stato facile scrivere perché è difficile trattare la parte più intima di un personaggio come quello di Zexion, spero di essere stata adatta. 
Il primo pezzo del brano viene da "Alexis, o il trattato della lotta vana" di Marguerite Yourcenar. La citazione originale sarebbe "Questa lettera, amica mia, sarà lunghissima.
Non mi piace troppo scrivere. Ho letto sovente che le parole tradiscono il pensiero, ma mi sembra che le parole scritte lo tradiscano ancora di più. Tu sai ciò che resta di un testo dopo due successive traduzioni. E poi, io non sono abile. Scrivere è una scelta perpetua tra mille espressioni, nessuna delle quali, avulsa dalle altre, mi soddisfa completamente. Eppure dovrei sapere che solo la musica permette il concatenarsi degli accordi.
" Da esso ho tratto anche il titolo della storia: è un mio personale tributo ad un libro e ad un scrittice che amo.
Non mi sento di dedicare davvero a nessuno una storia così intima e privata, ma un pensiero va di sicuro a Lusty, dato che è il suo compleanno. 
Ne approfitto per farle gli auguri, con tutto il cuore.
Grazie per aver letto e buono Zemyx Day!

(Recensite, se vi va, io non vi mangio <3)

 

   
 
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