13/03/2008
3 recensioniVolendo, potrei mettere l'avvertimento "what if".
What if.. Near fosse una persona normale?
O almeno.. cosa gli sarebbe successo, alla fine della serie, se il suo cervellino geniale funzionasse come quello di tutti?
Se durante il caso Kira avesse sofferto come gli altri?
Se non avesse un fagiolo secco al posto del cuore?
Se fosse un po' più umano, fatto di carne e di voglie?
Forse sarebbe crollato.
O forse il suo subconscio avrebbe trovato una scappatoia.. perchè Near in questo è bravo, le cose lui non le affronta.
Lascia che lo facciano gli altri.. e anche stavolta è così.
Annidato tra sinapsi e neuroni, c'è qualcuno che muore dalla voglia di dar voce ai desideri del nuovo L.
[Fanfic iniziata l'otto novembre 2007 ]
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Sembra sia passato solo un giorno – o forse mi confondo e sono passati già cent’anni – da quando L ha chiuso per sempre i suoi occhi così dannatamente vigili, da quando è stato fatto sdraiare dentro una bara anonima e buttato giù, sotto qualche metro di terra.
Una morte che è stata vendicata, per quel che importa: quell’assassino che si era autonominato dio è ormai solo un cumulo d’ossa giallognole come denti impregnati di nicotina.
Non è rimasto quasi più nessuno.
E’ un pensiero che s’accende nella mente come un cartello al neon, è una verità a cui non si scampa.
Morti, il cuore spaccato dopo soli quaranta secondi d’attesa, morti per malattia o per errore.. ed anche quelli che ancora camminano su questa terra sono come cadaveri ambulanti, ripiombati in una vita monotona e prevedibile, costretti a fissare impotenti gli anni che passano in un mondo liberato dalla tirannia di Kira ma controllato ora da un’ondata di anarchica violenza.
Ma ora basta pensare a chi si è perso durante il tragitto, gettiamo un’occhiata a chi è rimasto..
E sembra di tornare indietro nel tempo, perché quasi niente è cambiato.
Una stanza troppo grande e troppo asettica, irreale nel bagliore di decine di schermi. Schermi dolorosamente bianchi.. bianchi con..
Con una elle al centro, una semplice lettera stampata in un carattere tristemente gotico.
Il nuovo L, che a dirla tutta non è poi così nuovo, noi lo conosciamo già..
Se ne sta lì, seduto per terra, la solita gamba ripiegata contro lo stomaco, l’altra abbandonata mollemente sul pavimento, come se l’arto fosse staccato dal resto del corpo. Un aeroplanino di plastica in una mando, una ciocca di capelli nell’altra.
Near.
Ma ormai quel nome l’ha abbandonato, pure l’età è cambiata.
Venticinque anni e le dita sottili non sono ancora capaci di staccarsi da quei giocattoli troppo colorati ed infantili e..
Sembra sempre lo stesso. La solita faccia quasi da bambino, i soliti vestiti, forse appena di una misura più grande. Solo i capelli tradiscono un vago cambiamento, sembrano più lunghi..
La sua presenza rende l’atmosfera nella stanza ancora più eterea, impalpabile.. una figuretta talmente bianca che pare dotata di luce propria.. immersa nella semi-oscurità di un ambiente senza finest-
“L ”.
La voce si alza all’improvviso dagli altoparlanti, gracchiante ed irreale. Near si limita a premere il tasto a lato del microfono che giace con lui sul pavimento.
“ Dimmi, Watari. “
I suoi occhi non sono mai sembrati così vuoti.