AVEVO
QUESTO PROGETTO IN MENTE … VORREI SAPERE SE
MI CONVIENE CONTINUARLO O TRONCARLO QUI … DITEMI VOI
…
Era
notte , una notte buia , il cielo coperto da
nuvole grigie come il piombo .
Pioveva , pioveva forte , le gocce di pioggia picchiettavano
rumorosamente e
ritmicamente contro i vetri della case .
Piccole vie buie , illuminate da pochi e sporadici lampioni alimentati
a olio ,
piove sempre più forte , e lo scrosciare
dell’acqua si fa più ritmico e
insistente .
La città era silenziosa , troppo silenziosa , anche per le
nove di sera , le
case rustiche , mangiate dal tempo e dalla trascuratezza , costruita su
una
pianura che lentamente diventava una collina di modesta altezza , e
tutta la
città era costruita su questa vasta distesa di terra .
Il tutto circondato da alte mura di pietra grezza , torri di guardia
ogni
quattro metri , una luce ogni torre , eppure nonostante tutta questa
luce la
gente non si sentiva al sicuro , loro erano ovunque , arrivavano ad
ogni ora
dopo il tramonto . Solo la gente che viveva ai piani alti si riteneva
sicura
dato che per ogni abitante vi erano almeno due mercenari ,di sicuro
questi
dormivano sonni tranquilli .
La gente comune , invece , veniva costantemente decimata , ogni notte
qualche
bambino spariva dal suo letto ; veniva ritrovato la notte dopo , lo
sguardo
perso nel vuoto , uno squarcio nel petto all’altezza del
cuore , in un mare di
sangue .
Ma non erano solo i bambini ad essere presi di mira , donne , uomini ,
vecchi ,
nessuno escluso , ognuno costituiva un lauto pasto per loro . Ma i
bambini
ancora possedevano un cuore puro , ancora incontaminato dalla
malvagità di
questo mondo .
Piove ancora , sempre più forte minuto dopo minuto , una
stradina , piccola e
stretta , secondaria , poco illuminata ; un lieve rumore di passi
è sovrastato
dallo scrosciare continuo e ritmico , continua a camminare . Sembra un
fantasma
, chiuso nella lunga veste nera , una zip nel mezzo , grigia , due
pendenti ai
lati del collo , appuntiti .
Cammina , gli stivali affondano nelle pozzanghere , avanza ancora ,
è
impregnato dell’acqua piovana , passa sotto un lampione , la
flebile luce
risplende per un istante sul cappuccio nero .
Nelle vie si respira un odore ormai lontano di paura lavato
dall’acqua , un
giornale , vecchio , un quotidiano affonda in una pozzanghera al lato
della
stradina , ai piedi di un muro vecchio e sbiadito , poche parole ormai
sciolte
.
Non una luce , non un rumore proviene dalle case , sembra una
città fantasma ,
solo una tapparella che sbatte violentemente mossa dal vento furioso .
Attraversa i vicoli di piccole piastrelle nere , avanzando ritto in
tutta la
sua statura , sotto il cappuccio osserva tutto ciò che gli
sta intorno .
Poi la vede , una chiesa , grande , le molteplici guglie sembrano ormai
ergersi
fino al cielo e sfiorarlo , figure di santi scolpite nella nera pietre
d’onice
, la facciata principale , vuota , solo una enorme croce in rilievo , e
un
portone gigantesco in legno .
S’avvicina , sale le scale , venti scalini che sollevano la
chiesa , in
lontananza un tuono , poi una luce forte ed improvvisa e il fulmine
cade sulla
collina vicina .
Non è stupito , continua ad avanzare senza voltarsi , giunge
davanti all’enorme
portone , allunga la mano destra , prima lo sfiora con le dita , poi
poggia
tutto il palmo , infine spinge , senza sforzo alcuno una porta
più piccola si
apre scricchiolando in modo sinistro . Entra .
Un altro fulmine , più vicino , in un vicolo due piccoli
occhi gialli compaio
dalle tenebre .
Un altro fulmine , e questi scompaiono nel nulla .
La chiesa è enorme , ma dentro ci sono solo cinquanta
persone , circa , è un
calcolo rapido .
Avanza ancor lentamente verso l’altare in pietra bianca che
si erge maestoso a
un metro da terra .
Cammina piano , i passi corti , nella struttura , come fuori , il
silenzio
regna sovrano , solo le gocce timide e lente che cadono senza un ritmo
ben
definito .
I presenti si voltano , chi incuriosito , chi impaurito , da quella
figura
vestita completamente di nero , veste lunga fino alle ginocchia e oltre
, il
cappuccio messo in modo tale da nascondere gran parte del volto ; solo
la bocca
restava lievemente scoperta mostrando una pelle bianca , pallida e un
sorriso
vampiresco .
Una volta avvicinatosi abbastanza all’altare si inginocchia
sul freddo
pavimento , giunge le mani in preghiera .
Ma più che pregare sembra attendere , aspetta …
Qualcuno … Qualcosa …
Rimane così , passano i minuti , nulla turba il silenzio
della chiesetta ,
forse Lei si era sbagliata , forse non erano ancora così
disperati da spingersi
fin lì .
Però ancora attende ogni suono , movimento , qualsiasi cosa
, ma nulla . Solo i
respiri regolari dei presenti .
Fa per alzarsi .
Un fruscio , un istante , lo percepisce chiaro e tondo , è
in piedi le
ginocchia leggermente piegate , pronto allo scatto , è una
presenza , no due ,
no … Molte di più .
Rimane in piedi in silenzio come una molla che stà per
scattare , tra gli
sguardi attoniti dei credenti .
Un urlo , non è umano , dall’alto .
Poi cade , una massa informe e nera , una macchia
d’oscurità che impatta con
violenza sul pavimento appiattendosi , sembra una chiazza di petrolio .
Poi prende forma , gli occhi gialli e minacciosi , una bocca enorme e
rossa con
più file di zanne acuminate e bianche .
Le persone urlano , altre tre di quelle creature lo circondano , ma lui
rimane
fermo , immobile e … Sorride .
La gente corre e urla , scalpita per uscire dalla chiesa , scappano per
la loro
vita .
Per il loro cuore .
Ma il portone è sigillato dall’ esterno .
Opera loro .
Rimangono fermi , chi ancora urla , chi tira pugni di disperazione
contro una
porta che non si aprirà mai , tutti gli sguardi verso
l’ altare .
Lo guardano , lo bramano , sentono , desiderano , ruggiscono , urla
inumane ,
zampe nere artigliate e affilate come sciabole .
Ma anche storditi , sentono l’odore della paura a miglia ma
Lui , non ne ha ,
chi è ? Come fa ?
Uno rompe la riga e si getta sullo sconosciuto .
Quello senza scomporsi estrae una pistola , lunga bianca , stende il
braccio
destro verso la creatura che lo stava aggredendo dall’omonima
direzione , senza
nemmeno spostare il resto del corpo , preme il grilletto con decisione
: una
volta , due , tre .
Tre proiettili di luce volano verso l’essere colpendolo
rispettivamente in
quella che sarebbe dovuta essere la testa .
La creatura scompare , tra urla di agonia in una nuvola viola .
Ora finalmente parla , rompe il silenzio , e mentre lo fa si toglie il
cappuccio , il viso bianco , i capelli disordinati e castani molto
chiari , è
poco più di un ragazzo , avrà avuto quindici o
sedici anni , non di più , gli
occhi di un impressionante color blu . “Show-Time”
.
Così dicendo estrae dal nulla una spada , è
bianca e articolata , dalla forma
molto simile a quella di una chiave .
Si lancia sulle creature ridendo sguaiatamente , mentre mena fendenti e
affondi
in una stupenda e armoniosa danza .
Quando anche l’ultima creatura scompare rimane in piedi ,
l’arma scompare
mentre si volta verso i presenti .
Sono terrorizzati , quasi più da lui che da loro . Glielo si
legge negli occhi
, nei loro volti . Un odore terribile di paura si diffonde
nell’aria , l’odore
della paura .
Si avvicina al portone lentamente , la gente si apre come un branco di
pesci ,
spaventati dallo squalo affamato .
Apre la porta con una semplice spinta .
Ora la gente si fionda in strada incurante della pioggia battente ,
badando
bene a non colpire il ragazzo nella fuga .
Solo una donna col figlio infine gli rivolga la parola .
Lei doveva avere meno anni di quelli che in effetti mostrava , il copro
era
giovane ma il viso era quello di una persona che ha ormai perso quasi
tutto ,
il bambino invece , sembrava non conoscere la paura , e gli si
avvicinò guardandolo
con ammirazione .
“Chi sei tu ?” . Chiese con vocina squillante .
“Solo un mercenario” . Rispose sorridendo il
ragazzo .
“Non è vero , tu sei molto bravo , avrai almeno il
grado S”
“Bhè … Non proprio”
“Leroy smettila di importunarlo !” . Disse la donna
al bambino tirandolo verso
di sé , poi prima di andarsene gli disse , con un filo di
voce . “Grazie” . E
se ne andò .
Ormai rimaneva solo lui nella chiesa .
“Maledizione … Ora arrivano anche nelle chiese ,
hanno fame …” . Si disse
mentre estraeva un cellulare dalla tasca interna della veste , compose
rapidamente un numero e portò l’apparecchio
all’orecchio .
Rispose una voce femminile .
“Dimmi tutto”
“Arrivano anche qui , ormai non hanno più
freni” . Fu la secca risposta .
“Merda … Bhè ci penseremo dopo , adesso
torna alla base , Sora” . E chiuse la
chiamata .
Sora Nascose il cellulare e si rimise il cappuccio .
Quando ormai era sulla soglia della chiesa si guardò alle
spalle , e , per un
istante gli sembrò che tutto stesse diventando
più buio . Ma era solo un’
impressione , tutto era normale .
Uscì e si mise a correre , sotto i fulmini e la pioggia .