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Autore: itsRori    07/09/2013    2 recensioni
-Guardami negli occhi.-mi chiese,quasi fosse un ordine.
Ricambiai lo sguardo,perdendomi nei suoi occhi azzurri come il cielo.
I nostri sguardi erano l'uno incatenato all'altro.
Un azzurro delicato unito ad un azzurro freddo,privo di emozioni.
-Continua a guardarmi.-le parole non mi uscivano dalla bocca.
Il suo viso si avvicinava al mio e viceversa.
Eravamo a poca distanza l'uno dall'altro e,prendendo un po' di coraggio,le sue labbra aderirono alle mie con rapidità per poi ri allontanarsi subito.
Sorridevo come mai prima,ed anche lui sorrideva.
-Vuoi essere la mia fidanzata?-chiese facendo colorare le sue guance di un rosa pallido.
Ri ascoltai le sue parole. Certo che lo volevo.
-Si.-sorrisi e mi abbracciò,dandomi un bacio sulla guancia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jay McGuiness
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14 settembre 2005
15:45 PM
Caro diario,
questa è la prima di un'interminabile serie di pagine che scriverò su di te.
Io mi chiamo Charlotte Everdeen,ho dieci anni,sono di Nottingham ed ho i capelli lunghi di un colore fra il biondo cenere ed il castano,neanche la mamma sa dirmi la tonalità precisa,ho gli occhi azzurro ghiaccio ed il mio migliore amico si chiama Jay McGuiness.
E' un bambino molto simpatico con morbidi ricci dorati,due occhi di un azzurro limpido come il cielo nelle mattine di primavera,un sorriso radioso che ti infonde felicità nei momenti più tristi.
Io e lui ci siamo conosciuti all'asilo e da lì siamo diventati inseparabili.
Adesso,siamo anche vicini di casa,ed io sono molto felice.
Spesso andiamo sull'altalena insieme nel giardino di casa mia oppure giochiamo con le sue macchinine sulla pista che la sua mamma ed il suo papà gli hanno comprato per il compleanno.
Jay per me è speciale,è diverso dagli altri bambini della mia classe.
Con lui sono sempre felice,ridiamo,scherziamo e l'estate facciamo il bagno insieme nella piscina pubblica oppure in quella nel suo giardino.
In quelle rare volte in cui mi metto in costume di fronte a lui,mi imbarazzo terribilmente ma una volta dopo essere entrata in acqua l'imbarazzo ed il rossore dalle mie guance spariscono tramutando tutto in divertimento assoluto.



Mamma mi ha chiamato,mi ha detto che è arrivato Jay,adesso andiamo fuori a giocare oppure mangiamo il gelato che ha comprato papà.
Appena avrò delle notizie te le dirò,ciao diario x”

-dal diario di Charlotte

Chiusi il diario con la penna fra le pagine riponendolo dentro le fodera del cuscino in modo che nessuno lo trovasse.
Mi infilai le infradito e scesi in salotto dove vidi Jay,in tutto il suo splendore.
Gli occhi azzurri sembravano più luminosi del solito grazie al lampadario sopra la sua testa ed ricci sempre più scompigliati del solito.
Indossava la sua maglietta preferita.
Anche se era una semplice t-shirt bianca,a lui stava benissimo e lo rendeva stupendo.
Lui rende stupendo tutto ciò che indossa.
-Ciao Lottie.-mi salutò il riccio non appena scesi le scale.
Corse ad abbracciarmi ed potei giurare di aver sentito i battiti del mio cuore moltiplicare il loro frenetico battito facendomi mancare il respiro.
Era strano a dieci anni innamorarsi,me lo diceva sempre la mamma quando le accennavo del fatto che mi stava cominciando a piacere un bambino.
-Ciao Jay.-sorrisi e,tristemente,mi allontanai dal suo abbraccio.
Mamma cominciò a parlare con la sua mentre noi due corremmo in giardino sotto una grande quercia dove il mio papà,ci aveva costruito una casetta sull'albero.
Ci giocavamo solo noi due,ed era questa la cosa che mi piaceva di tutto questo,stare con lui.
Aspettò che arrivassi oltre la scala per poi cominciare la sua arrampicata.
-Questa casetta sembra un castello,il nostro castello.-disse sorridente cercando le carte per giocare a “uno”.
Rianalizzai le sue parole con precisione quasi maniacale.
Il nostro castello,lo aveva detto lui.
Ed era vero,era nostro.
Gli sorrisi sistemando le piccole sedie di legno al posto giusto di fronte al tavolo che troneggiava nell'unica stanza presente in quel rifugio.
-Già,principessa Charlotte e principe Jay.-mi sorride e,distribuendo le carte,cominciammo a giocare.
Ci guardavamo e,quando l'altro perdeva la partita,veniva deriso benevolmente.
Era questo il bello di stare con Jay;la sua simpatia ed il suo sorriso sono contagiosi.
Non c'è un giorno in cui,quando lui sorride non lo faccia anche io,mi fa stare bene la sua presenza.
-Charlie,cambiamo gioco?-chiese improvvisamente appoggiando le carte sul tavolo molto delicatamente.
Lo guardai per un attimo inarcando un sopracciglio.
Che gioco voleva fare?
-Quale gioco?-chiesi un po' intimidita.
Mi rivolse un sorriso,dolce.
Quanto era bello.
-Guardami negli occhi.-mi chiese,quasi fosse un ordine.
Ricambiai lo sguardo,perdendomi nei suoi occhi azzurri come il cielo.
I nostri sguardi erano l'uno incatenato all'altro.
Un azzurro delicato unito ad un azzurro freddo,privo di emozioni.
-Continua a guardarmi.-le parole non mi uscivano dalla bocca.
Il suo viso si avvicinava al mio e viceversa.
Eravamo a poca distanza l'uno dall'altro e,prendendo un po' di coraggio,le sue labbra aderirono alle mie con rapidità per poi ri allontanarsi subito.
Sorridevo come mai prima,ed anche lui sorrideva.
-Vuoi essere la mia fidanzata?-chiese facendo colorare le sue guance di un rosa pallido.
Ri ascoltai le sue parole. Certo che lo volevo.
-Si.-sorrisi e mi abbracciò,dandomi un bacio sulla guancia.
Mi sorrise ancora prima di sentire i richiami della madre che lo invitava a scendere per tornare a casa.
Scendemmo dalla casetta per dirigerci verso la porta di ingresso.
-Lottie,aspetta.-disse Jay poco dietro di me.
Mi voltai. Aveva una margherita fra le mani,il mio fiore preferito.
-Tieni.-disse imbarazzato porgendomi il piccolo fiore.
-Grazie.-gli sorrisi ancora lasciando un tenero bacio sulla sua guancia,divenuta ancora più rossa dopo il contatto delle mie labbra sulla sua morbida pelle.
Entrammo in casa e,dopo esserci abbracciati ancora,ci salutammo organizzando di vederci il giorno successivo.
Sorridendo,tornai in camera dove aprii il diario e,fra la pagina di oggi e quella di domani,misi il fiore chiudendolo subito dopo per scendere a cena.


15 settembre 2011
09:00 AM
Era da poco cominciato il secondo anno del liceo.
Non ero per niente felice di vedere quelle snob e quei fancazzisti della mia classe.
Negli ultimi anni Jay era strano,stava sempre con i ragazzi della nostra classe.
Si,eravamo ancora in classe insieme e se devo dire che ero felice,avrei mentito,ma i miei sentimenti per lui non sono cambiati,anzi,si sono amplificati.
Adesso non viene più a fare i compiti a casa mia,passa più tempo con dei ragazzi più grandi come lui,bocciati,che sono finiti in classe con noi,Tom,Siva,Nathan e Max,mi pare che i loro nomi siano questi.
Hanno due anni più di noi,tranne Nathan,che ha pochi mesi più di me,ma dalle brutte abitudini che hanno,dimostrano quattro o cinque anni in più ed io non voglio che Jay si riduca come loro.
Volevo indietro il mio migliore amico dall'abbraccio facile,che sorrideva sempre e che non se la prendeva se a qualcuno stava antipatico.
Adesso sta diventando un bullo,ha cominciato a fumare,ed ha sempre odiato chi lo faceva.
Sta cambiando,troppo velocemente.
Mentre mi dirigevo verso il mio armadietto per prendere i libri per chimica,urtai contro la spalla di un ragazzo,dal viso familiare.
-Oh,scusami..-disse con tono dispiaciuto aiutandomi a raccogliere i libri che erano finiti a terra dopo l'urto.
-Grazie.-dissi mentre alzavo lo sguardo incrociando i suoi occhi marrone cioccolato.
Mi porse i libri rivolgendomi un sorriso.
-Io sono Tom.-disse con gentilezza.
So chi sei,dissi fra me e me rivolgendogli uno dei sorrisi più naturali che potessi fare.
-Io sono Charlotte.-strinsi la mano che mi porse e mi girai verso il mio armadietto per prendere i libri.
-Ti va di uscire oggi pomeriggio?-chiese appoggiandosi all'armadietto di fianco al mio.
Uscire con te? Perché dovrei? E se tu mi facessi del male?,queste domande mi facevano dubitare sulla sua offerta. Non volevo uscire con lui.
-Scusa ma devo studiare.-lo liquidai semplicemente.
Ci rimase male. Cosa avevo fatto? Avevo rifiutato di farmi picchiare? Evidentemente si.
-Un appuntamento di studio?-chiese,ancora.
Non si arrendeva e questa cosa mi stava infastidendo molto.
-Cosa vorresti studiare che la scuola è iniziata solo oggi?-chiesi sbuffando per poi girarmi verso di lui.
Mi rivolse un sorriso malizioso sussurrando vicino alle mie labbra -anatomia.
Deglutii silenziosamente guardandolo negli occhi.
Pensai ancora. -Ehm...no.-chiusi l'armadietto ed entrai in classe,lasciandolo con il volto deluso in mezzo al corridoio.
Tornai a casa dopo questa straziante giornata di scuola.
I professori già parlavano dell'esame finale mettendoci più ansia di quella che già avevamo addosso,o almeno,io ero tranquilla,sapevo che avrei studiato tanto e mi sarei impegnata per superare questa prova,una delle tante che la scuola impone.
-Ciao tesoro.- mi salutò mamma uscendo dalla cucina con uno straccio fra le mani.
Le sorrisi stancamente e ricambiai il saluto seguendola in cucina.
-Stasera papà ha invitato a cena un suo collega,ha un figlio che viene a scuola con te,magari lo conosci.-sorrise girandosi verso i fornelli.
Spero sia Milton detto 'Secchia' del corso di scienze oppure Daniel soprannominato da me e Milton 'Skip',del corso di geografia.
I nostri padri lavorano insieme in un'azienda farmaceutica vicino a scuola.
Loro erano i miei “migliori amici”.
Abbiamo legato fin dal primo anno,abbiamo lo stesso carattere e,fra di noi,ci scambiamo opinioni sul cambiamento climatico o delle leggi della scienza.
Siamo i classici secchioni senza vita sociale,a detta di alcuni,ma loro non sanno che noi tre,siamo quelli che si divertono di più.
Il sabato sera usciamo,ogni pomeriggio facciamo i compiti insieme e qualche volta,il fine settimana,andiamo a cena o da Milton o da Daniel,visto che casa mia il sabato è sempre vuota.
E' un pretesto favorevole per organizzare una festa,pensai,ma non volevo organizzarne una. Mi bastava divertirmi con i miei amici.
-Potrei sapere chi è?-chiesi con tono intimidito.
Mia madre si girò,-Parker.-il sangue nelle mie vene smise di scorrere lasciando posto al freddo glaciale.
Proprio un bullo doveva venire a cena a casa mia?
Già odio lui ed il suo comportamento,più ritrovarmelo in casa sarebbe stato un inferno.
-Ah,lui.-dissi sbuffando.
-Tesoro,per stasera fai finta di niente,non devi mica sposarlo.-disse sarcastica.
-Mi mancherebbe solo sposare quel troglodita e poi sarei sistemata per la vita!- esclamai ottenendo come risposta una risata.
Io ero seria mamma,le dissi nella mia mente.
-Vado a studiare.-uscii dalla cucina per poi andare in camera mia pronta per studiare.
L'ora di cena era arrivata e mi stavo cambiando per la cena ed incontrare la famiglia di quel essere con i capelli neri e gli occhi marroni.
-Lottie,scendi,sono arrivati.-mi richiamò mia madre dal piano di sotto.
Indossai le mie supra nere completando il mio outfit per la serata,jeans e canottiera dei Blink 182.
Scesi le scale trovandomi la famiglia Parker vestita in modo elegante e quello scarto della società invece vestito come capitava con una canottiera bianca,giacca di pelle nera e jeans a vita bassa color cobalto.
-Tesoro,proprio quella maglia dovevi metterti?-chiese mia madre quasi esasperata.
Cos'aveva di male? -Si,è la prima che ho trovato.
Senza dirmi nient'altro,portò gli ospiti in salotto.
-Se sapevo che sarei venuto a cena da te non ti avrei chiesto di uscire oggi,piccola.-mi rivolse un sorriso compiaciuto,quasi malizioso.
Lo stavo odiando più di quanto lo odiassi normalmente.
-Se sapevo che saresti venuto non mi sarei fatta trovare in casa.-risposi quasi con rabbia prendendo il telefono per mandare un messaggio.
A: Skip e Secchia
“Stasera usciamo,andiamo al Ginger.
Salvatemi da Parker,vi prego.”


Misi il telefono in tasca tirandolo fuori poco dopo. Mi avevano risposto.


Da:Skip
“Perché Parker è a casa tua?
Alle 09:30 PM sono da te Char x”
Da:Secchia
“Non uso spesso questo modo di parlare ma:
per quale fottutissimo motivo Parker è a casa tua?
Alle 09:30 sono da te Char.
Il tuo Secchia verrà a salvarti xx”


Sorrisi leggendo i due messaggi.
Sono veramente due ragazzi difficili da trovare.


A:Skip e Secchia
“La vostra Char vi ringrazia :) x”


La cena era pronta ed erano appena la 07:45 PM.
Non sarei di certo potuta uscire così,quindi mi sarei dovuta cambiare.
-Mamma,stasera Skip e Secchia mi hanno chiesto di uscire. Andiamo al solito posto di sempre.-avvertii mia madre sperando che non facesse una scenata di fronte ai Parker.
Mio padre sorrise,gli piacevano Milton e Daniel e non solo perché lavorava insieme ad i loro genitori,ma anche come comportamento.
Erano due ragazzi dall'educazione indescrivibile.
Mia madre sospirò. Con degli ospiti in casa non è molto educato andarsene,ma se si trattava di Parker avrei potuto farmi uccidere anziché stare con lui.
-Passano da qua?-chiese cominciando a servire due fette di carne a ciascuno di noi.
-Come ogni sabato sera mamma.-sorrisi cominciando a tagliare la carne per poi prendere qualche foglia di insalata.


09:10 PM


La cena era finita da cinque minuti buoni ed io dovevo ancora cambiarmi.
Chiesi il “permesso” ai presenti in quella sala di andarmi a cambiare e filai in camera.
Aprii l'armadio estraendone un vestito color pesca lungo fino alle ginocchia con un leggero strascico e completando il tutto con un paio di decoltè bianche leggermente alte.
Presi la pochette inserendovi telefono e portafoglio per gli eventuali giri di bevute che avrei pagato,come di rito.
Mi guardai allo specchio,ero pronta.
L'orologio segnava le 09:30 PM e,con precisione,suonò il campanello.
-Vado io!-urlai scendendo le scale con velocità,cercando di non farmi del male,ed aprii la porta.
Ed eccoli lì davanti a me,Daniel e Milton in tutto il loro splendore.
Daniel indossava una camicia bianca con il colletto rialzato,un paio di skinny jeans neri ed un paio di Supra bianche.
Milton invece indossava una polo azzurra con il colletto rialzato,un esclusiva di Daniel,ed un paio si short di jeans semi strappati con un paio di bleazer che riprendevano il colore della maglia.
-Ciao Char.-mi sorrisero i due dandomi un tenero bacio sulla guancia.
-Ciao splendori.-sorrisi.
Mamma era arrivata alle mie spalle ma non mi sorpresi più di tanto,ero abituata ai suoi agguati.
-Ciao Daniel,ciao Milton.-li salutò mia madre un po' sopresa dalla loro insolita bellezza.
I ragazzi sorrisero salutando sia mamma che papà.
-Girati Char.-mi disse Milton sorridendo.
Obbedii e gli diedi le spalle sentendo qualcosa che mi ricadeva sul collo.
Una collana hawaiana. Amavo questo tipo di feste.
Risi. -Hawaii.
-Voglio farvi una foto,aspettate qua.-disse mia mamma.
Le porsi il mio telefono per evitare che cercasse la fotocamera per ore impedendoci di uscire.
Fece la foto,era venuta molto bene.
-Alle 3 sono a casa.-salutai i miei genitori e gli ospiti,Tom compreso,ed uscii.
-Mio fratello ed un suo amico ci danno un passaggio stasera.-disse Daniel.
Era un incubo. Il fratello di Daniel,Kendall,era un amico di Tom e del suo gruppo,Jay incluso. Speravo che non ci fosse nessuno di quei parassiti in quella macchina.
Le mie preghiere non vennero esaudite dato che trovai Jay in macchina.
La gola mi divenne secca all'istante e le gambe non mi reggevano più.
Implorai con lo sguardo Milton di tenermi una mano altrimenti sarei caduta,ne ero sicura.
Salii in macchina con il cuore che batteva fortissimo,le mani che sudavano e le gambe come scosse da un terremoto.
Strinsi la mano di Daniel con una forza incredibile tanto che gli lasciai il segno delle unghie sul palmo.
Lui sapeva tutto di quello che provavo per Jay.
Era come il gemello che non ho mai avuto,ed era fantastico che avessi trovato lui e Milton.
Arrivammo al locale,salutai Kendall e,insieme agli altri due,entrai.
Ormai tutti ci conoscevano lì. Frequentiamo questo locale da quando ha aperto per questo abbiamo le nostre amicizie all'interno del bar.
16 settembre 2011
02:15 AM
Ero uscita dal locale,mi faceva male la testa.
Daniel e Milton si erano offerti di accompagnarmi a casa,ma ho preferito che rimanessero a divertirsi ancora un po'.
Mentre passeggiavo per le vie di Londra,respirai a pieni polmoni la tipica brezza fresca delle sere di fine estate.
Ripensai a Jay.
Vederlo in quella macchina,vestito di tutto punto per uscire mi aveva fatto scattare dentro qualcosa di già provato,come se fosse un dejavù. Avevo già rivissuto quel sentimento.
Pensai a questi anni in cui siamo stati distaccati e gli altri anni in cui eravamo inseparabili,come uniti da un tubo di colla.
Un insolito rumore mi risvegliò dal mio stato di trance.
Dei lamenti. Guardai in tutte le direzioni finché,davanti al cancello della casa di fronte alla mia,non vidi un corpo a terra.
Mi avvicinai per prestare soccorso e vidi che quel ragazzo,era Jay.
-Jay!-esclamai inginocchiandomi affianco a lui spostandogli alcune ciocche di capelli,insanguinate,verso l'esterno.
-Lottie.-gemette provando a rialzare il busto da terra.
Lo aiutai ad alzarsi e lo portai in casa mia chiedendogli di stare zitto perché i miei stavano dormendo.
Andammo su in camera mia dove,dopo averlo fatto stendere sul letto,cominciai a tamponare le ferite sul viso con disinfettante e cotone.
Dopo averlo ripulito dal sangue gli alzai la maglia,insanguinata,per poi disinfettare altre ferite e togliere altro sangue.
-Perché?-chiese in un sussurro guardandomi negli occhi-perché dopo tutti questi anni in cui ti ho considerato invisibile tu mi stai aiutando a ripulirmi dal sangue?
-Tra amici ci si aiuta.-dissi semplicemente togliendomi le scarpe evitando di fare altro rumore.-Solo che noi non lo siamo più.-ammisi tristemente.
Socchiuse gli occhi respirando profondamente,quasi come se volesse cercare le parole da dirmi in quel momento.
-Per me lo siamo ancora. Io sono rimasto a sei anni fa quando giocavamo nel giardino di casa tua nella nostra casetta sull'albero,sono rimasto a quando venivi in piscina da me e ti imbarazzavi a farti vedere in costume perché sei sempre stata timida,sono rimasto alle volte in cui,quando venivi a dormire da me,ti nascondevi nel mio letto perché avevi paura che qualche mostro volesse rubarti Mr.Puppy,il tuo orsacchiotto preferito,dalle braccia.-davvero si ricordava tutte queste cose?
-Allora perché in questi anni mi hai evitata? Perfino in classe facevi finta di non conoscermi.-sentivo la voce incrinata,segno che avrei pianto.
Non rispose,si stava pentendo,lo conosco.
-Non sono mai riuscito a dimostrarti ciò che provo per te e quando ne avevo la possibilità,l'ho sprecata miseramente.-sentenziò alzandosi dal letto per avvicinarsi a me.
Rimasi ferma a guardarlo. Su viso e corpo si erano formati piccoli aloni violastri,segno che le ferite sarebbero passate pochi giorni dopo.
Cominciai a riflettere sulle sue parole mentre sentivo il battito del mio cuore aumentare.
-Che intendi con quello che hai detto prima?-deglutii silenziosamente.
Mi accarezzò la guancia con un pollice,mi piaceva quando lo faceva.
-Forse posso fartelo capire meglio.-avvicinò il viso al mio posando poco dopo la bocca sulla mia con una dolcezza del quale non lo consideravo capace di dimostrare.
La mia schiena venne percorsa da un fremito.
Ogni mia cellula sentiva il bisogno di lui che in questi anni mi era mancato.
-Hai ancora la margherita che ti ho regalato?-disse guardando una nostra foto di quando eravamo piccoli attaccata al muro.
Mi girai e sorrisi rivedendo la nostra felicità.
-Era uno dei pochi ricordi che mi rimaneva di te...-ammisi a sguardo basso girandomi ancora verso di lui.
-Hey,-mi sollevò il mento con le dita facendomi alzare lo sguardo-non pensare al passato,pensa al futuro,al nostro futuro.-si avvicinò a me ancora lasciandomi un bacio sulle labbra,più dolce del primo.
-Ti amo Charlotte.
-Ti amo anche io Jay.
  
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