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Autore: fiocca_en    07/09/2013    2 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Si tratta di una storia d'amore amibientata nella Firenze cinquecentesca. Lei: Fiammetta Manfredi, ricca, bella e vivace. Odia il suo mondo poiché la costringe ad indossare una maschera per apparire ciò che non è. Lui: Federico Tesi incredibilmente bello ma povero, ha perso da poco i genitori. E poi c'è quella forza che smove tutto: l'amore. Riusciranno Fiammetta e Federico ad andare al di là dei canoni imposti a quel tempo e scoprire la forza dell'amore?
Ps ci tengo a precisare che non è la solita tragedia Shakespeariana alla Romeo e Giulietta ma solo un amore di altri tempi quindi in base agli eventi che succederanno considerate che siamo all'inizio del 1500
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Con le ali dell'amore ho volato oltre le mura, perché non si possono mettere limiti all'amore… e ciò che amor vuole amor osa!

 

Capitolo primo

Era una fredda mattinata d’Aprile del 1530 e il conte Manfredi accompagnato dalla consorte si recava alla messa domenicale. La famiglia Manfredi era una delle più ricche di Firenze. La loro splendida villa si ergeva vicino al ponte vecchio ed era circondata da un vasto giardino. Fiammetta, la loro unica figlia, che quella mattina era rimasta a casa per un terribile raffreddore ( probabilmente provocato dalla caduta nell’Arno dell’altro ieri mentre giocava a rincorrersi con il cugino Edoardo, un delizioso fanciullo di otto anni) adorava addentrarsi nel labirinto che si trovava dietro la dimora per annusare le rose che crescevano nell’aiuola all’interno di esso.

 Lei era una giovane donna, aveva appena compiuto sedici anni, ed era corteggiata da molti giovani facoltosi appartenenti alla nobiltà fiorentina, non solo per la sua ricchezza ma anche per la sua incredibile bellezza: i suoi vispi occhi verdi che scrutavano qualsiasi cosa, le sue guance che diventavano pesca velocemente solo per il freddo o il caldo ma mai per imbarazzo, lei non ne provava mai, anzi era piuttosto spigliata nei suoi modi, e i suoi capelli color miele la facevano sembrare davvero graziosa. La sua corporatura era alta e snella, probabilmente dovuta al fatto che non stava mai ferma. Aveva sempre preferito di gran lunga le cavalcate alle bambole, e per quanto riguarda il carattere come ho già accennato è davvero un fuocherello  ma diventava incredibilmente calma quando le mettevano in mano un libro che narrava di una struggente storia d’amore o quando passeggiava lungo i viali del giardino. Quella mattina era rimasta insieme alla cara amica Anastasia, una coetanea anche lei appartenente ad una nobile famiglia toscana, e alla balia Cecilia, che considerava come una mamma visto che la sua non era mai stata molto presente nella sua breve vita.

Intanto i suoi genitori dopo la messa furono chiamati in disparte dal curato.

“Conte Manfredi, mi trovo costretto a fare appello alla sua buona fede poiché avrei un favore da chiederle.” Iniziò a parlare il goffo parroco. Era un bravo parroco e, a differenza di molti componenti del clero di quel periodo, era molto caritatevole e attento ai bisogni della parrocchia.

“Non si preoccupi Don Bernardo mi dica pure, come sa, sono ben disposto a compiere della carità.” lo incoraggiò  il conte.

“Sono preoccupato per il futuro parrocchiano, è rimasto orfano pochi mesi fa e da allora vive con l’aiuto dell’amico Rodolfo, mi chiedevo se potesse offrirgli un lavoro nella sua dimora, è un bravo giovane e un ottimo giardiniere, conosce i fiori più delle sue tasche.”

“Mi rincresce molto per ciò che è successo al povero ragazzo, lo aiuterò molto volentieri, mi serve proprio un giardiniere in gamba. Mi può condurre da lui?”

E accompagnato da Don Bernardo il conte  si fece condurre in una piccola casetta non molto lontana dalla chiesa.

 È lì che abita Federico Tesi, un ragazzo di diciott’anni, alto e ben piazzato, ha folti capelli biondo scuro che porta tirati all’indietro in modo da lasciare l’ampia fronte scoperta e profondi occhi azzurri. Le lunghe giornate passate a tagliare la legna o a zappare la terra insieme al padre hanno fatto sì che sviluppasse una massa muscolare evidente, consistente in braccia robuste e torace piatto e sodo. Aveva un carattere un po’ rude, e non c’era da stupirsi vista la famiglia in cui era cresciuto, ma era anche molto intelligente e buono. La sua cultura era data dai libri che ogni tanto gli prestava il suo fidato amico Rodolfo, appartenente ad una famiglia di mercanti di tessuti, che quindi si poteva permettere certe spese e lussi.

Il conte Manfredi si presentò a Federico facendo la sua proposta lavorativa e includendo anche vitto e alloggio, e il giovane più entusiasta che mai accettò, ringraziando il suo benefattore e dandosi appuntamento a metà mattina del giorno seguente.

Quando sia il nobile che il curato se ne furono andati Federico corse da Rodolfo a riferire la novità e anche l’amico si mostrò felice del suo nuovo impiego.

 Il giorno seguente Federico si svegliò di buon mattino, si lavò e indossò il completo più bello che aveva, ci teneva a fare bella figura, poi s’incamminò verso la villa. Arrivato lì, fu accolto dal conte e dalla moglie e gli furono subito date le sue mansioni.

 Nel frattempo Fiammetta si svegliava ristorata dal sonno e chiedendo aiuto alla balia indossò uno dei numerosi completi da passeggio, aveva infatti intenzione di andare nel giardino a controllare se le sue amate rose erano fiorite. Dopo la colazione , chiese espressamente di essere lasciata sola e si apprestò ad andare al secondo piano in modo da scendere la scala a chiocciola che si trovava proprio davanti ad una delle entrate laterali del labirinto. Lo percorse con molta disinvoltura, ormai conosceva tutte le viuzze, e arrivò alla grande aiuola dove stavano spuntando alcune rose blu e rosa. Si avvicinò alla fontana e con le mani prese dell’acqua che verso poi sul terreno arido. Alla fine di tutto ciò imboccò la via che portava alla parte davanti del giardino ma quando stava per uscire il suo ampio vestito s’impigliò in un ramo e un grugnito di disprezzo per tutto questo sfarzo che lei detestava le uscì dalla bocca. Fu allora che Federico la vide per la prima volta e, anche se era spettinata e un po’ sporca di terra se ne innamorò ugualmente. Fece cadere il rastrello ai suoi piedi e corse per aiutare la fanciulla.

“Le posso essere d’aiuto?”

“Si, grazie mille.” Rispose Fiammetta ma solo in quel momento alzò gli occhi e rimase incantata dall’incredibile bellezza del ragazzo che aveva davanti, non riuscendo a smettere di ammirarlo. Dopo poco dovette ritornare alla realtà visto che proprio lui la stava chiamando.

“Si, mi dica.” Si affrettò ad aggiungere per nascondere l’improvviso disagio. Era la prima volta che provava questa sensazione e si stupiva persino di sé stessa.

“Il suo vestito è apposto, sono riuscito a non strapparlo.”

“Grazie mille.” Disse Fiammetta con la benché minima intenzione di muoversi di lì.

“Mi chiamo Federico, sono il nuovo giardiniere.”

 “Piacere Fiammetta, sono la contessina.”

“Finalmente faccio la sua conoscenza, ho sentito molto parlare di lei.”

“Spero siano state belle parole.”

“Assolutamente.” Disse Federico cercando di non far trapelare molto la sua curiosità di voler conoscere la fanciulla.

“Spero anche che sei un bravo giardiniere, le mie rose hanno bisogno di molte cure.” Iniziò a parlare la fanciulla trattandolo come un amico e non come una persona che a detta di sua madre doveva essere trattata con inferiorità. Quanto odiava mettere su quella maschera alla presenza degli altri e quanto odiava il suo mondo.

“Se mi indica quali sono dedicherò loro più cure, contessina.”

“Oh ti prego chiamami per nome, sono solo una semplice ragazza quando non sono costretta da mia madre  a fare riverenze e fingere di essere la figlia modello da dare in sposa, odio tutte queste cose.” Disse cercando di capire come mai avesse raccontato il suo principale motivo d’angoscia ad un perfetto sconosciuto.

“Certo Fiammetta.”

“Prometti che se ti mostro dove sono le mie rose preferite non lo dirai a nessuno?”

Federico si limitò ad annuire e la ragazza ritornò nel labirinto, prontamente seguita dal giovane. Camminarono per un bel po’ finché non giunsero in un grosso spiazzo dove si trovava una fontana e poco lontano una piccola aiuola con delle rose rosa e blu, le più belle che Federico avesse visto e non si stupiva che fossero le preferite della ragazza.

“Nessuno sa come arrivare qui, tranne me per questo ti chiedo di mantenere il segreto: è il mio posto speciale.”

Federico annuì e continuò a rimanere in silenzio, stupito dalla bellezza di quel luogo e dalla spontaneità di Fiammetta. Rimasero ancora un po’ in quel posto segreto e alla fine il giovane si decise a parlare.

“Ma come faccio a non perdermi?”

Fiammetta allora iniziò ad addentrarsi nuovamente nel labirinto e Federico la seguì. Quando furono di nuovo vicini ella riprese a parlare.

“Ricordati di tenere sempre attaccata al labirinto la mano sinistra quando entri e quella destra quando esci.”

Arrivati nuovamente nel giardino anteriore alla casa, i due ragazzi dovettero salutarsi e furono del tutto ignari del fatto che, nella loro mente, rivissero i  momenti di quella giornata coscienti del fatto che appartenessero a due mondi diversi.

Quello che però Fiammetta e Federico non sapevano è che in amore non esistono ricchi o poveri, le distanze, le controversie e né tantomeno la vita e la morte. In amore esistono solo gli amanti e l’amore che si trasmettono e ciò l’avrebbero presto scoperto.

  
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