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Autore: agfdetre    07/09/2013    0 recensioni
Equestria. Il mondo è sull'orlo dell'autodistruzione: dilagano guerre civili, ribellioni e contrabbando, il tutto governato e scatenato da una sanguinaria dittatura. Apple Bloom, vissuta per diciassette anni nella più completa solitudine nella EverFree Forest dopo essere fuggita a causa di un misterioso incendio che ha distrutto Ponyville, dovrà tornare e affrontare il mondo corrotto e distrutto che si cela dietro la fitta coltre di alberi della foresta. Accompagnata da vecchi e nuovi compagni, attraverserà queste terre desolate e scoprirà il segreto che gli Apple celano da più di cento anni.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Apple Bloom, Nuovo personaggio, Spike, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Apple’s Creed
Capitolo 1
Mi svegliai.
Ero fradicia di sudore e tremavo in preda a degli spasmi continui. Mi alzai da terra, notando di avere il fianco sinistro completamente ricoperto di sangue: in quel momento mi ricordai della zebra, il cui corpo giaceva privo di vita accanto a me. La sensazione di tristezza si impossessò nuovamente di me, ma mi sforzai di non pensarci per cercare di ragionare lucidamente. Guardai in alto localizzando la posizione del sole: essendo circa le dieci del mattino, potevo dedurre di aver dormito poco meno di ventiquattr’ore, il che mi fece pensare che avessi passato buana parte del tempo svenuta e solo in seguito addormentata.
Ancora non riuscivo a spiegarmi il perché della perdita di sensi il giorno prima, ma ipotizzai fosse stata dovuta all’eccessivo fumo inalato, anche se era alquanto improbabile, e non ero nemmeno sicura che si potesse svenire per il fumo di un incendio.
Lentamente mi avviai verso la capanna ormai rasa al suolo, in cerca di qualcosa di utile: non trovai nulla. Vi erano solo bottiglie e barattoli vuoti, come se la zebra avesse esaurito tutte le sue scorte prima dell’esplosione. L’unica cosa che attirò la mia attenzione fu uno strano macchinario posto dietro ad una falsa parete crollata per l’esplosione: era costituito da un metallo molto resistente, talmente resistente da resistere a un botto di quelle dimensioni. Era costituito da un parallelepipedo collegato con dei cavi ad uno schermo di vetro di un colore nero su cui erano presenti delle scritte apparentemente quasi senza senso con una punteggiatura assurda. Davanti allo schermo era presente uno strumento costituito da una placca metallica su cui erano montati dei tasti con raffigurata sopra una lettera per ciascuno.
ACCESSO AL TERMINALE N°1234539563 COPYRIGHT N-P INDUSTRIES
 ******************************ACCESSO NEGATO******************************
RICHIESTA IMMISSIONE NOME UTENTE  ___
A quella richiesta rimasi un po’ scioccata, ma dopo qualche minuto di riflessione digitai “Zecora”.
NOME UTENTE CORRETTO
RICHIESTA IMMISSIONE PASSWORD ____
A quel punto rimasi spiazzata: non ero sicura di cosa fosse una password, ma immaginai si trattasse di una chiave di sicurezza.
Dopo qualche tentativo fallito sentii degli zoccoli calpestare le macerie pericolosamente vicino a me. Mi lanciai più veloce di un fulmine nello spazio fra il falso muro ed il muro che scoprii essere un magazzino in cui era riposto un vecchio baule di legno.
 Lo aprii: vuoto anche quello. Quella storia cominciò a farmi innervosire: com’era possibile che una delle case più stracolme di oggetti che avessi mai visto si fosse svuotata? Avevo escluso l’idea di una rapina: Zecora non era tipo da lasciare la propria casa incustodita o da non riuscire a difendersi da qualche ladruncolo.
Mentre rimuginavo su questi pensieri, il suono di una voce a pochi metri di distanza da me mi fece sobbalzare.
“Capitano, la detonazione pare andata a buon fine, stiamo accedendo alla struttura in questo istante”
Una voce metallica gracchiò
“Roger, individuate il cadavere del soggetto prima di procedere”
Mi sporsi lentamente: due pony camminavano lentamente scrutando le macerie. Erano sicuramente due militari, con indosso delle bardature nere con il cutie mark della principessa Luna disegnato nella stessa posizione del loro vero cutie mark. Il primo era un unicorno piuttosto massiccio con un manto blu scuro ed una criniera argentata, aveva un’espressione seria e determinata, e sul suo volto si potevano notare svariate cicatrici di tagli. Il secondo un pony di terra dal manto arancione e pressappoco della mia età.
Dopo aver attraversato i resti della capanna raggiunsero il cadavere di Zecora rimanendo a scrutarlo per qualche secondo.
“Abbiamo trovato l’obiettivo, è deceduto come previsto. C’è solo un problema signore”
“Quale?”
“L’obbiettivo presenta delle medicazioni”
Maledizione, le bende! Me n’ero totalmente dimenticata.
 “Non potrebbe essersi semplicemente medicata da sola o magari lo era già da prima dell’esplosione?”
“Probabilmente no: gli ultimi avvistamenti risalgono a tre ore prima della detonazione”
“Lasciate perdere l’obiettivo: l’importante è che sia deceduto. Procedete e se vedete qualcuno…o qualcosa in giro sparate”
Disse nervosamente il capitano attraverso quell’apparecchio metallico a forma di scatolina appeso al collo dell’unicorno blu.
Senza rispondere i due si girarono e tornarono lentamente verso la capanna controllando continuamente l’ambiente circostante. Una volta dentro si diressero verso l’apparato con lo schermo nero a cui avevo tentato di accedere.
“Signore, l’abbiamo trovato. A quanto pare è già stato immesso il nome utente”
“Bene, ciò faciliterà le cose. Inserite la seconda chiavetta”
Il terrestre tirò fuori una piccola scatoletta metallica con un estremità che andò ad incastrarsi perfettamente in una rientranza del cassone della macchina. Non riuscivo a vedere lo schermo, ma dagli sguardi compiaciuti dei due e dal rumore continuo dato dalla comparsa di lettere sullo schermo potevo solo immaginare che stessero scavalcando il sistema di sicurezza.
“E’ andata!”
Sorrise soddisfatto il pony terrestre.
“Bah, è l’unica cosa che sai fare. Non sai nemmeno tenere una pistola in mano, come diavolo hai fatto ad arruolarti devo ancora capirlo”
Il terrestre grugnì e stava per controbattere quando un suono metallico annunciò l’apertura di una botola accanto a me.
“Ehi, è successo qualcosa la dietro”
Riuscii miracolosamente ad entrare nel baule prima che girassero l’angolo per entrare nel ‘magazzino’.
“Ohohohoh, guarda quanto ben di Celestia! N’è valsa proprio la pena”
Riuscii ad aprirmi uno spiraglio microscopico, e vidi tre tubi di metallo lunghi circa un metro ciascuno che l’unicorno stava accuratamente spostando nelle proprie bisacce, per poi premere un pulsante su quella scatolina che serviva da comunicatore.
“Capitano, estrazione del pacco completata.”
“Molto bene, sapevo di poter contare su di voi. Ora portate il culo a Ponyville e prendete l’hellcat di stasera”
“Sissignore, ci spostiamo”
E fatto un cenno con la testa al compagno terrestre i due si avviarono fuori dalla capanna e poi verso la fitta coltre di alberi.
Uscii da qual baule dopo qualche secondo. Mi acquattai appena fuori dalla capanna per vedere il terrestre attivare uno strano strumento che portava sulla zampa anteriore sinistra.
Una volta che furono entrati negli alberi, corsi rapidamente su uno di essi nella laro direzione, per poi salirvici sopra e spiarli dall’alto.
Il ‘capitano’ nel suo ultimo discorso aveva menzionato una cosa che fece riaccendere la gioia dentro di me. Ponyville…dopo così tanti anni avrei potuto rincontrare mia sorella…le mie amiche! Non ero ovviamente sicura di ciò, ma già il fatto che il paese non fosse stato abbandonato dopo quel terribile incendio, mi dava nuova sicurezza.
Decisi di seguirli. 
  
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