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Autore: Zazar90    07/09/2013    2 recensioni
I wanna take you home..
I won't do you no harm, no..
You've got to be all mine, all mine..
Ooh, Foxy Lady!!
La sua avventura negli Stati Uniti era appena cominciata.. L’avventura di Ruben Allister, un tempo conosciuta come la ragazza dei Rolling Stones, e adesso intenzionata a diventare la più grande giornalista musicale degli anni del Rock and Roll.
Genere: Generale, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non penso di aver capito bene. Secondo voi dovrei venire fino a Baltimora per partecipare al vostro convegno sulle malattie neurologiche, il tutto senza ricevere neppure un minimo rimborso??! Das kommt gar nicht in die Tüte!! Io non mi muovo finché non mi sarà garantito un alloggio extralusso e un compenso di diecimila dollari.”
La sedia del dottor Meyer dondolava mentre questi esponeva le proprie condizioni, con un tono di voce chiaro e risoluto, interrompendosi solo per aspirare rapidi tocchi dal sigaro cubano. Era incredibile come certi medici americani non si fossero ancora resi conto del suo livello di importanza, pretendendolo addirittura come ospite senza alcuna remunerazione, neppure fosse stato l’ultimo dei ricercatori. Era veramente assurdo.. Lui che era stato il medico personale di Roosevelt e Kennedy!! Roba da pazzi..
“Uhm.. Damit bin ich nicht einverstanden. Cinquemila è proprio una miseria considerando la vastità del mio curriculum, ma per dimostrarvi quanto noi tedeschi siamo in realtà generosi, verrò comunque.” accettò infine, dandosi arie di superiorità. “Ja, ich weiß! Sono una vera volpe.”
“Dottore, c’è una signorina in attesa senza appuntamento. La faccio entrare lo stesso?” lo informò l’infermiera ispanica, aprendo un poco la porta. Il medico abbassò la cornetta del telefono, senza smettere di dondolarsi.
“Solo se è carina.”
La sua spavalderia si interruppe bruscamente non appena si accorse di chi fosse, rischiando seriamente di cadere all’indietro.
“Meine Güte!!”
“Dottor Meyer??! Ma lei.. Adesso ricordo, è stato lei a pagarmi la cauzione quella volta..”
Ruby corrucciò lo sguardo nel riconoscere quell’enigmatico dottore, domandandosi come facesse a conoscerla, ma soprattutto, perché Jakob l’avesse indirizzata proprio da lui. Certo che era proprio strano.. Sembrava addirittura che la sua presenza lo mettesse a disagio.
“Fräulein.. Perdoni la mia reazione, ma non mi aspettavo una sua visita.” si affrettò a giustificarsi il medico, mettendo in ordine l’intera scrivania pur di non incrociare il suo sguardo. Era davvero incredibile.. Nessuno in tutta la sua vita era mai riuscito a metterlo in difficoltà fino ad allora. Come era possibile?? Lui che era stato un colonnello, lui che era riuscito a manipolare persino il presidente Roosevelt..
“La mia non è una visita di cortesia, dottore.” puntualizzò la ragazza, avanzando nello studio. “Penso che lei mi debba delle spiegazioni.”
“Gut.” mormorò dunque lui, alzando lentamente gli occhi fino ad incontrare quelli della figlia. Figlia.. Che strano vederla così. A guardarla bene, era innegabile che fosse la sua erede. Somigliava molto a Susan, certo, ma quella fermezza nel volto, lo sguardo soprattutto, erano suoi. “Andiamo a farci una bella passeggiata nel parco, sarà più facile parlare.”

Il clima era sempre più piacevole nel Central Park, complice l’avanzare della primavera, ma niente di tutto quel verde riuscì ad affievolire gli animi inquieti dei due individui, i quali passeggiavano lentamente l’uno a fianco dell’altra, nel silenzio di quell’immenso parco.
“Lei conosceva mia madre? Susan Bonne?” si decise a rompere il ghiaccio la figlia ignara, mantenendo comunque un tono distaccato. Il dottore annuì, togliendosi il sigaro dalle labbra.
“Si, conoscevo Frau Susan.”
“Quindi conosceva pure il mio patrigno, William Allister.” dedusse lei, scrutandone il volto scuro. Questi annuì una seconda volta, massaggiandosi il mento ispido.
“Si, conoscevo pure lui.”
L’odiatissimo sergente Allister..
“Basta con i monosillabi!!” sbuffò la giovane scocciata, interrompendo il passo. “Un certo Fischer mi ha mandato da lei, sembrate tutti conoscermi, ma io non so niente!! Era per caso un nazista?? Per questo conosceva mia madre??!”
Ecco che cominciavano le dichiarazioni.. Parole che avrebbe dovuto calibrare molto attentamente. Interruppe anch’esso la propria camminata, guardandola direttamente in viso con la stessa, identica fermezza.
“Si, ero un nazista. Ai tempi della dittatura era inevitabile arruolarsi, in più avevo una famiglia da mantenere.”
Un’espressione di puro disgusto si manifestò subito nel volto della fanciulla.
“C’avrei scommesso.. La sua tendenza all’omertà è quella tipica del nazismo.”
Piccola ragazzina irrispettosa..
“Cosa ne sa lei per giudicare? Pensa che fosse facile la vita sotto al nazismo?? La mia famiglia è rimasta vittima dei bombardamenti, ho già dovuto sopportare la punizione per i miei crimini.”
“Non mi importa niente delle sue giustificazioni, non sono qui per parlare di lei!!”
La tensione si stava facendo bollente, di questo passo avrebbe perso il controllo.
Il dottore fece un lungo sospiro, dopodiché si scusò per la brusca reazione.
“Mi perdoni, Fräulein.. Non volevo essere sgarbato.”
La giovane giornalista si espresse con il medesimo sospiro.
“Mi parli di Fuchsberg, la volpe del Terzo Reich.”
Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto affrontare questo argomento.. Adesso, il problema diventava di tutt’altra natura. Dirglielo o non dirglielo??
“È passato così tanto tempo, che importa ormai.”
Non sarebbe stato meglio per entrambi evitare la questione? Dannato Jakob.. Perché si era messo a indagare sul passato??
“A me importa, dato che era mio padre.” asserì dunque Ruby, cercando la verità nel suo sguardo. “Si metta nei miei panni, almeno lei. Sono cresciuta nella menzogna, nell’illusione della famiglia perfetta che aveva mia madre, quando in realtà non ero neppure figlia di suo marito. Lo sa quando l’ho scoperto?? A diciotto anni, diciotto. E il mio vero padre?? Una svastica, è questa la sola immagine che ho di lui.”
Tentò in ogni modo di non cedere, ma alla fine fu inevitabile. I suoi occhi erano diventati due tozzi ardenti, le lacrime presero a calarle dalle guance rapide come gocce di pioggia lungo il vetro di una finestra. E le sue stesse emozioni si fecero altrettanto trasparenti.. Rabbia, vergogna, dolore.
“Fräulein..” sussurrò egli, porgendole un fazzoletto. Allora lei lo ringraziò con un filo di voce, asciugandosi invano le lacrime che testarde continuavano a scendere.
“Ruby. Mi perdoni per la scenata.. In fondo lei non c’entra niente.”
“Ruby..” la chiamò quindi con voce spezzata, rompendo quel muro d’ipocrisia per abbracciarla, un po’ titubante in principio, ma lasciando comunque che gli piangesse su una spalla, stringendola sempre più forte via via che i secondi passavano, come per impedirle di fuggire da lui, adesso che si erano finalmente trovati.
“Mi scusi, dottore.. Mi scusi.”
Il profumo dei suoi capelli.. Era lo stesso di Susan.
Chissà come sarebbero andate le cose se quel giorno, invece di sparargli, avesse scelto di seguirlo in Germania.
Chissà, magari adesso sarebbero felici.
Magari, adesso.. Non ci sarebbero state tutte quelle lacrime.
“Ruby.. Ti prego, dammi del tu.” le disse in un orecchio, carezzandole i lunghi capelli rossastri. “Ti ricordi, il giorno in cui ci siamo incontrati? Mi dissi di essere un po’ cresciutello per farti la corte.. Che potevo essere tuo padre.”
“Cosa intende.. Cosa intendi dire.” singhiozzò la ragazza, sollevando un poco il volto per realizzarne l’espressione. “Mi stai davvero facendo la corte??”
“Nein.. Nein, meine liebe.”
E le baciò delicatamente la fronte.
Fu allora che comprese.
Era lui..
La volpe del Terzo Reich.
Il dottor Hubert Meyer.
Era lui, suo padre.
“No..”
“Si, piccola mia.”
“No, no.. Non è vero. Tu dovresti essere morto!!”
Chissà.. Magari, sarebbe stato meglio se fosse morto.
Almeno non avrebbe vissuto una così inutile, sterile esistenza.
Potere, fama, successo.
Che valore potevano mai avere, senza nessuno con cui dividerli?
Susan avrebbe dovuto prendere meglio la mira quel giorno.
Solo così, la sua gloria sarebbe rimasta intatta.
Solo così, non avrebbe mai visto la sua unica erede fuggire via da lui.
Lasciandolo più vuoto, più solo di prima.

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Annuncio: Ci stiamo avvicinando alla fine della storia, ormai manca davvero poco!!
   
 
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