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Autore: hikachu    07/09/2013    2 recensioni
Il problema in tutto questo, Rei decide, è che Nagisa Hazuki non è nemmeno bello.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il problema in tutto questo, Rei decide, è che Nagisa Hazuki non è nemmeno bello.

I suoi occhi sono troppi grandi, le sue guance troppo rotonde e morbide, il suo naso piccolo e infantilmente delicato. È un nuotatore, lo è stato per anni, eppure anche con tutto l'esercizio e i muscoli snelli sotto la pelle, le sue spalle sono ancora un po' strette per un ragazzo della sua età.

E nonostante vadano bene assieme, quella sua faccia da scoiattolino e quelle spalle minute, è una strana sorta di armonia che riesce ad essere impacciata, priva di grazia. È lontana anni luce da proporzioni ideali e matematicamente precise. È il tipo di struttura corporea che può riuscire piacevole solo su studenti delle elementari, personaggi di manga e peluche. E Nagisa.

Nagisa, che non è 'bello', e probabilmente diventerà 'carino' – non affascinante – tra qualche anno, perché adesso è 'adorabile'—anche adesso, a quindici-quasi-sedici anni.

'Adorabile' non rientra tra gli interessi di Rei, non vi è mai rientrato in tutta la sua vita, ma oggi lui si ritrova a fissare la schiena di Nagisa, le piccole sporgenze delle sue vertebre che affiorano in superficie e riaffondano sotto la sua pelle mentre si muove.

L'acqua è tiepida e pesante attorno alle cosce di Rei. Rende muoversi senza sembrare un troglodita impossibile.

Rei stringe i denti e ricorda a se stesso perché ha deciso di imparare a nuotare: la splendida figura di Haruka Nanase, la libertà, e—

“Qualcosa non va, Rei-chan?”

Nagisa lo tira per il polso e la punta delle sue dita – troppo corte, con le unghia smussate – sfiora il palmo di Rei. Lo solletica. È una sensazione scomoda, e senza dubbio assolutamente indesiderata. Senza dubbio.

“Sbrigati, sbrigati! Cammina più in fretta. Dobbiamo farti esercitare il più possibile. Vuoi ancora sorprendere gli altri all'incontro della settimana prossima, vero?”

Forse Rei dovrebbe urlare che non ha alcuna intenzione di rendersi ulteriormente ridicolo correndo da un lato all'altro di una piscina, che avrà anche acconsentito ad unirsi al club, ma forzarlo a fare questo davanti ad altre persone è troppo. Forse Rei dovrebbe fare tutte queste cose, preservare la sua dignità o ciò che ne resta, invece annuisce con aria sciocca e si lascia guidare da Nagisa dove l'acqua è più profonda.

Mi prenderò le mie responsabilità, è ciò che ha scritto a Rei nell'e-mail (condita con ogni genere di adorabile emoticon). Vediamoci domani. Porta il borsone per il nuoto!

“Mi spiace che abbiamo solo due ore. Se solo la piscina pubblica fosse aperta in questo periodo dell'anno...”

“Non preoccuparti, Nagisa-kun.”

Sarebbe educato aggiungere: grazie per aver sprecato la tua preziosa domenica pomeriggio per insegnarmi, grazie per avermi pagato l'ingresso, Nagisa-kun. Prenditi le tue responsabilità—è lui che l'ha chiesto, dopotutto. Ma mettere insieme le parole è difficile, oggi.

“Okay,” Nagisa annuisce. “Proviamo a galleggiare un po': devi imparare a fidarti dell'acqua prima di poter nuotare! Ah! Ho appena detto qualcosa che Haru-chan avrebbe detto, eh?”

“Immagino di sì,” Rei sospira, solo che non è molto sicuro che Nanase-senpai sarebbe mai in grado o disposto a mettere così tante parole in fila. Sa, almeno, che battibeccare per una cosa simile sarebbe inutile, soprattutto con la persona che gli sta di fronte.

Rei può soltanto lasciarsi trascinare in avanti, e guardare quando Nagisa si immerge e gli nuota attorno in cerchio.

C'è acqua che scorre giù per il viso di Nagisa, per il suo petto, quando lui riemerge. Rei non distoglie lo sguardo, e non è per quello. L'acqua su un nuotatore è semplicemente naturale: anche adesso, non c'è nulla di bello in Nagisa.

Inoltre, la sua figura mentre nuota non è minimamente comparabile a quella di Haruka. È troppo impulsivo e troppo concentrato sul raggiungere il traguardo per preoccuparsi dell'estetica.

Infantile, sin troppo energico e carino, pensa Rei, e trova che aggiungere 'irritante' alla lista non cancella il resto. Si domanda allora se ci sia qualcosa che non va in lui, questo pomeriggio.

“Rei-chan? Tutto bene? Ho qualcosa in faccia?”

Oggi non è davvero una buona giornata.

“Ah—No—Stavo solo—”

È Nagisa che lo salva dall'imbarazzo di dover trovare le parole per terminare la frase in modo che abbia senso.

“Bene!” il suo sorriso è brillante. Naturalmente. “Diamoci da fare allora!”

Nagisa gli carezza la testa come ad un bambino e Rei riesce a raggiungerlo nuotando a cagnolino, tenendo la testa fuori dell'acqua (per la maggior parte del tempo almeno) per la straordinaria distanza di cinque metri.

“Oooh, è stato fantastico, Rei-chan!”

“S-Smettila! Non sono un bambino!”

“Scusa, scusa,” Nagisa dice, senza suonare minimamente dispiaciuto. “Ora mi sposterò ancora più indietro,” indica il lato opposto della piscina. “Puoi farcela?”

Rei si acciglia, sospetta che Nagisa lo stia ancora trattando come un bambino.

“Ovviamente.”

“Bene. Fa' del tuo meglio, allora, Rei-chan. Prometto che ti darò una ricompensa se riesci a raggiungermi.”

“N-Nagisa-kun, ti ho chiesto di sm—!”

Se Nagisa lo sente, allora semplicemente non gli importa. Se ne nuota gaiamente via come se nulla fosse, ridendo.

Rei dà un pugno all'acqua in un'esternazione di frustrazione molto poco dignitosa e si tuffa. Nuota con tutte le sue forze, senza curarsi per una volta di come debba sembrare ridicolo alle altre persone in piscina. Non ha nemmeno bisogno di fermare se stesso dal fare calcoli.

Quando la distanza tra loro diventa insignificante, Nagisa batte le mani, deliziato.

“Bravo, Rei-chan, bravo!”

Le braccia di Rei sono indolenzite. I polmoni bruciano leggermente quando respira. Per avere un corpo tanto piccolo, certo che questo qui sa essere davvero rumoroso, pensa con amarezza, avvertendo, ora, gli occhi degli altri clienti scavargli buchi nella nuca.

Non riesce a decidere se dovrebbe sentirsi grato o meno, quando Nagisa perlomeno aspetta qualche secondo e si guarda attorno, prima di avvicinarsi e premere le loro labbra assieme.

Si tratta a prescindere di una violazione del suo spazio personale e delle buone maniere – il tutto in pubblico – dopotutto. È naturale che Rei sia arrabbiato. Molto arrabbiato e assolutamente nemmeno un po' in imbarazzo.

“C-Cos'era quello!” Rei assolutamente non squittisce.

Nagisa sbatte le palpebre. “Un bacio. La tua ricompensa.”

“Ma perché,” Rei assolutamente non urla in una voce stridula.

“Ho preso l'idea da un manga. E poi, te l'avevo detto, no, che trovo Rei-chan bellissimo.”

Di sicuro non è quello che ha appena sentito, né il fatto che in questo momento Nagisa sembri più adorabile che mai (e come fa, poi, mentre sorride come un angelo innocente invece di mostrarsi appropriatamente dispiaciuto per quel che ha appena fatto?), che gli trasforma i muscoli in gelatina.

Stanchezza. Non è altro che stanchezza derivata da una nuova pratica sportiva a cui non è abituato, Rei ribadisce a se stesso.

Si sta lasciando sprofondare nell'acqua perché è stanco. Non ha motivo di voler nascondere il suo viso arrossato, dato che si tratta di una reazione perfettamente normale all'intensa attività fisica.

“R-Rei-chan! Così anneghi di nuovo!” Nagisa urla, allunga una mano. Le sue labbra, i suoi occhi e la sua pelle scintillano sotto la luce artificiale. Le sue guance troppo rotonde sembrano morbide pesche.

Ah, troppo adorabile, pensa Rei, sconfitto, e chiude gli occhi.

   
 
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