Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: stonefield    07/09/2013    3 recensioni
Alaska non ci voleva neanche andare a quel "stupidissimo", come l'aveva definito lei, corso di teatro; d'altronde non aveva mai recitato in vita sua, e di certo non aveva la minima idea di cominciare proprio allora.
Ma per l'ennesima volta non era riuscita ad a non assecondare sua madre, che insisteva sul fatto che ormai aveva quasi diciott’anni e che era ora di farsi nuovi amici.
Ad Alaska però bastava la sua inseparabile amica Faye, e non aveva affatto bisogno d'instaurare nuovi legami.
Solo che poi, inaspettatamente, tutto cambiò quando venne scelta per il ruolo da protagonista, e dovette provare le scene della recita di fine anno con il suo famigerato e, fin troppo attraente, co-protagonista.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Prendi un respiro.
Capitolo primo

 




Non ero mai stata brava ad aiutare con le faccende di casa, o meglio, non ero mai stata brava ad aiutare in niente in generale, e di certo offrirmi per sistemare la cucina dopo aver cenato, non era stata una grande idea.
Sbuffai, cercando di non far scivolare dalla mano il bicchiere che stavo “accuratamente”, si fa per dire, lavando.
“Tesoro, puoi venire un attimo?”, sentii mia madre chiamarmi dal salotto, così lasciai perdere quel tentativo poco riuscito di rendermi utile a casa, e mi avviai verso la stanza da cui mi aveva chiamata e mi sedetti comodamente sul divano, proprio accanto a lei.
“Oggi pomeriggio, come sai, sono andata alla riunione di classe per parlare dei tuoi progressi a scuola...” sapevo che i miei voti non erano ciò di cui voleva discutere mia madre, dato che me la cavavo abbastanza bene a scuola; non che fossi una “cervellona” o cose del genere, era solo che mi piaceva rendere orgogliosa mia madre. “…e per caso, mentre stavo andando verso l’uscita, mi è caduto l’occhio sulla bacheca vicino alla segreteria e, - frugò un secondo nella sua borsa, per poi afferrare una piccola locandina – ho trovato questa.”
Mi porse il pezzo di carta cosicché potessi leggerlo.
Scossi la testa.
“Mamma io…” Non mi lasciò neanche finire la frase, che attaccò con la predica. “Per l’amor del cielo Alaska!” sospirò esasperata, “Hai quasi diciott’anni, è l’ora di farti nuove amicizie. E questa, - indicò la locandina – è l’occasione giusta! Andiamo, a tutti piace frequentare il corso di teatro, che ti costa iscriverti?” mi disse, guardandomi con aria speranzosa.
“Si però… lo sai che a me basta ed avanza Faye. E poi, non so neanche esporre una ricerca senza arrossire, figurati se dovessi cominciare a recitare!” affermai io, incrociando le braccia al petto.
“Dai, ti prego tesoro… solo per questa volta, poi non ti chiederò nient’altro, te lo prometto!” mi supplicò lei. Non potei far a meno di alzare gli occhi al cielo.
“E va bene!” accettai in fine, quella donna riusciva sempre a farmi cedere.
 
Appena entrai in camera mia, mi buttai letteralmente sul letto per poi estrarre il mio cellulare dalla tasca posteriore dei jeans, dovendo così inarcare un po’ la schiena.
Avevo in mente di mandare un messaggio a Faye, la mia migliore amica, per avvisarla della magnifica idea che era venuta a mia madre.

Mia madre è ufficialmente una pazza sclerotica!!

Mi rispose quasi da subito. Faye era così: sempre pronta ad esserci per me, in qualsiasi momento. Ed era per questo che non desideravo instaurare nuovi legami, lei era tutto ciò che avessi mai potuto desiderare.

Ma dai?!  Sei sua figlia e lo scopri solo ora? Quella, la prima volta che mi ha fatta entrare a casa tua, ha controllato accuratamente che non avessi pidocchi! Non ti ricordi? Roba da matti!

Ed invece me la ricordavo eccome la prima volta che Faye entrò a casa mia, perché fu lo stesso giorno in cui la conobbi.
 
**

Eravamo alle elementari ed il primissimo giorno di scuola era appena finito, così mia madre, per premiarmi di non aver pianto e dato i numeri come tutti i miei compagni, mi portò a giocare ai giardinetti che si trovavano vicino a casa nostra.
Mentre dondolavo tranquilla sull’altalena, notai una bambina dai capelli biondi e le guance al quanto paffute e arrossate, che stava dispettosamente dando fastidio ad un’altra bambina.
Così decisi di avvicinarmi, incuriosita.
Ricordo che non feci caso a quella che veniva presa di mira, ma all’altra.
“Perché fai la cattiva?” le chiesi, non riuscendo proprio a capirne il motivo. “Perché le ho chiesto se voleva giocare con me, e lei ha detto di no solo perché ho le lentiggini!” urlò spazientita, mentre le sue guance si arrossavano sempre di più per via della rabbia che le stava ribollendo dentro. “A me invece piacciono, le tue lentiggini!” esclamai sorridendole.
“Come ti chiami bambina dalle guance paffute e le lentiggini belle?” domandai. Lei inclinò leggermente la testa, corrugando la fronte; non sapevo se fosse stupita per il fatto che le avevo detto che le sue lentiggini mi piacevano, o per il fatto che l’avevo appena soprannominata “la bambina dalle guance paffute”. Comunque sia, dopo un momento di stupore, mi sorrise anche lei. “Mi chiamo Faye, e tu?”, “Che nome strano che hai – osservai – comunque io mi chiamo Alaska!” lei, sentendolo, si mise a ridere. “E sarei io quella con il nome strano?”

**

Certo che me la ricordo, idiota! Comunque, l’è venuta la splendida idea di iscrivermi al corso di teatro!

Le risposi, cercando di trattenermi dal buttare il cellulare contro il muro.

Ma dai Al, pensavo di peggio! Se vuoi m’iscrivo anch’io, tanto so che me l’avresti chiesto ahah

Mi conosceva troppo bene.

Ecco perché sei la mia preferita!

Lasciai cadere il cellulare sul letto.
Sbuffai, sapendo di dover ancora finire i compiti per il giorno dopo, così mi decisi ad alzarmi dal mio amato ed inseparabile letto per poi frugare nello zaino alla ricerca del libro di algebra. Mi sedetti sulla scrivania posizionata vicino alla finestra che dava sulla strada difronte casa, e cominciai ad eseguire quegl'interminabili esercizi, pensando alla terribile giornata che avrei dovuto passare l'indomani. 









Ciao!
So che questo capitolo è al quanto corto, ma vi assicuro che dal prossimo capitolo (ovvero quando comparirà il co-protagonista di Alaska), tutto si farà più lungo. :)
Ah, e sarebbe un vero piacere ricevere delle recensioni!

(Se volete contattarmi su twitter mi chiamo @oxfordzarry e su facebook "Loreine Amon"). 



 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: stonefield