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Autore: _Rainy_    07/09/2013    3 recensioni
Un regno diviso in quattro terre. Un governo sbagliato. Non un tiranno assetato di potere contro cui combattere, ma una malattia pericolosa. L'11a cacciatrice di taglie della Terra del Fuoco che torna al mestiere per cui è nata con un'ultima, pericolosa missione, che le cambierà la vita.
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Un regno diviso in quattro terre. Un governo sbagliato, con a capo la propria madre. Una fragile principessa dovrà scontrarsi con una realtà che le è sempre stata nascosta fin da bambina : il suo regno sta morendo. E solo lei realizza che il nemico contro cui combattere è molto più vicino di quanto sembra.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Duncan, Gwen, Scott | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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2. Gwen

 

Destro, sinistro.
Destro, sinistro.
Destro, sinistro.

Il sacco era ormai allo stremo delle forze, tanto era consumato.

Ad un tratto, distintamente, il suono del Grafogallo. Era ora di andare.

Velocemente Gwen si rinfrescò, indossò la tenuta da viaggio e si ripromise di passare in armeria. Si guardò allo specchio : era di nuovo lei ora. Alta e magra, capelli corti e dritti, pelle lattea e occhi che promettevano guai.
La prima impressione che le persone avevano di lei era di una ragazza che ne aveva passate tante, ma la pietà non faceva per lei, nonostante fosse vero.
Scese dalle corte rampe di scale e arrivò nell’armeria. Entrò silenziosamente, ma come sapeva, a Geoff non la si faceva. Sentì un sibilo dietro di lei; si voltò e con un fluido movimento del polso deviò il pugnale lanciato con precisione da Geoff stesso. Gwen ghignò:

- Devi migliorare i lanci!

Geoff si mise a ridere:

- Non ho più nulla da insegnarti! Cosa ti serve?

Gwen tornò seria e scrutò le pareti e i tavoli colmi di pugnali, spade e armi di ogni genere.

- Direi un paio di pugnali, due spade e...

- La spada sacrale di tuo padre.

Gwen si rabbuiò e annuì. Geoff sorrise e le portò quanto richiesto.

- Buona fortuna, ho saputo chi andrai a uccidere stavolta. Auguri.

Lei sorrise debolmente e uscì nella fresca aria del mattino. Alle scuderie trovò Xia, il suo fedele drago della notte già pronto per la partenza, quindi non attese oltre e si levò in volo.
Erano anni che non si sentiva così libera, e per Xia era lo stesso, lo sapeva. Udì in modo chiaro nella sua mente:

- Dove andiamo padrona?

Gwen chiuse gli occhi e lasciò che la brezza mattutina le accarezzasse il viso, e pensò:

- Direi a sentire cosa i nobili rapiti hanno da dire...

- Certo padrona.

Xia battè le ali con più foga, dirigendosi nei quartieri residenziali della Terra del Fuoco, e atterrò elegantemente nella piazza della rivoluzione, proprio di fronte al palazzo del governatore, e Gwen vide che c’erano dei disordini.

- Allontaniamoci un po’...

Potè sentire i muscoli del drago tendersi per lo sforzo e alzarsi nuovamente in un rapido e basso volo che li fece atterrare in una via secondaria.
Gwen scese agilmente a terra e si diresse verso casa del governatore. Prima di arrivarvi venne raggiunta da una donna urlante:

- E’ tornato, è tornato! Il ladro è qui!

Senza esitare un istante Gwen si mise a correre, arrivando in piazza e notanto che una finestra del primo piano della casa governativa era rotta, e la folla sia accalcava al di sotto di essa. Si avvicinò e vide che al centro della folla, composta da donne e bambini inermi, due figure di dibattevano, avvinghiati in una lotta mortale con spade e pugnali nascosti. Senza pensarci troppo la ragazza si gettò nella mischia, separando i due mentre veniva aiutata da dei ragazzini a tenerli fermi.
L’uomo che Gwen stringeva aveva il volto coperto, mentre l’altro sbraitava.

- Io sono il governatore: anziché tenere me dovete imprigionare lui! E’ il ladro di cui tutti parlano! Arrestatelo, traditori!

Gwen assimilò le parole del governatore con fatale lentezza, lentezza che diede al ladro il tempo di tirarle una forte gomitata in pancia, liberarsi dalla sua stretta e correre via, lasciando tra le mani di una Gwen dolorante, il mantello che indossava.
Senza esitare Gwen si rialzò, leggermente piegata in due dal dolore, corse da Xia ignorando gli sguardi curiosi dei presenti e saltò goffamente in groppa dopo aver fatto annusare al drago il mantello. Xia prese il volo, sorvolando i boschi circostanti, intuendo l’urgenza della sua padrona.

- Ma se non lo troviamo?

- Lo dobbiamo trovare, Xia. A piedi non può essere andato lontano!

Senza preavviso però, un drago di ghiaccio sbucò dalla foresta sottostante sputando potenti fiammate dalle fauci e colpendo Xia al torace e a una zampa. A bordo del drago, Gwen lo vide, c’era il ladro, Sheperd.
Tornò a concentrarsi su Xia, che cominciò a precipitare lentamente, per poi prendere velocità. Solo allora Gwen si rese conto di quanto fossero in alto. Eseguendo un paio di giravolte appena accennate, Xia si posò goffamente sul terreno, distruggendo alberi e cespugli boschivi cresciuti lì intorno. Gwen scese mentre Xia si accasciava a terra, stremata.
La ragazza velocemente prese dalla bisaccia delle garze e un unguento, e fasciò la zampa di Xia. Per il torace, constatò, era una faccenda seria e con le medicine che aveva con se non avrebbe potuto fare nulla. Xia intuì al volo, senza dover ascoltare i pensieri della ragazza.

- Non se ne parla, ha visto di cosa è capace!

- Devo farlo Xia, non posso portarti con me...” Rispose Gwen affidandosi alle parole, anziché ai pensieri.

- No padrona. Non posso permetterlo!

Gwen si alzò, si avvicinò alla testa squamosa dell’amica fidata e la guardò negli occhi.

- Devo farlo : è un incarico di Dawn, lei si fida... E dopo quello che ha fatto, non...

Xia sbuffò un getto d’aria rovente e annuì leggermente per suggellare il loro tacito accordo. Gwen sorrise e pensò:

- Riposati, domani dovrai tornare in città e raggiungere Leshawna, lei saprà curarti!

Xia annuì.

- Ma, padrona, voi dove andrete? Non abbiamo scoperto nulla...

- Oh, ti sbagli...

Xia la scrutò con sguardo interrogativo.

- Xia, quello che cavalcava Sheperd era un drago di ghiaccio di circa 460 anni, vero? – Chiese Gwen e Xia annuì, cominciando a capire dove volesse andare a parare la padrona.
- Draghi del genere sono ormai pochi e quello del nostro amico è stato probabilmente catturato durante la Seconda Guerra di Secessione Draghica, e sappiamo entrambe che i draghi di ghiaccio sono impossibili da catturare, quindi all’epoca facemmo appello alla magia degli stregoni per riuscirci – Continuò Gwen – Ma gli stregono rifiutarono, consapevoli che una guerra avrebbe portato all’estinzione dei draghi di ghiaccio, deboli contro le altre specie controllate dal Cerchio. Quindi che successe?

Xia continuò, insinuandosi nella mente di Gwen.

- Bè, il cerchio diede fuoco alla città degli stregoni e li sterminò quasi tutti. Da quel giorno, il Giorno Bianco, i draghi di ghiaccio e gli stregoni si sono alleati, allontanandosi dal Cerchio e dal governo. Quando il Cerchio prese potere e instaurò il suo reame, si isolarono nei Boschi del Silenzio, e da allora conducono un’accanita resistenza contro il Cerchio. E’ esatto?

- Si, e ci sono stati altri domatori di draghi di ghiaccio da allora?

- No...

- Quindi il nostro amico deve essere un loro discendete, o un esiliato!

- Giusto, non ci avevo pensato!

- Quindi domani tu andrai da Lesh a farti curare, io partirò alla volta dei Boschi del Silenzio, intesi?

- Si, fai attenzione Gwen.

La ragazza sussultò : un drago non era solito dare al proprio padrone del tu, ma con Xia era diverso, e non era la prima volta.
Gwen sorrise :

- Si Xia, dimentichi con chi stai parlando, li conosco bene - fece una pausa - I Boschi del Silenzio.

   
 
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