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Autore: Just a Shapeshifter    07/09/2013    10 recensioni
Ne era rimasto affascinato, aveva provato vari videogiochi, é vero...
Ma lui aveva qualcosa in più, quello strano videogioco tratto da una leggenda metropolitana...
Genere: Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duncan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Deglutì il ragazzo, cercando di ricordarsi come si facesse a correre:
“Sta calmo cazzo, magari é la tua immaginazione, nulla di che e...”
Sgranò gli occhi, nuovamente: “Cazzo.” Sibilò tutto d'un fiato, la vista si stava annebbiando, il telefono che aveva in tasca iniziò ad emettere interferenze, quegli strani versi meccanici e fastidiosi.

Allora era tutto vero...

Non ci pensò due volte, girandosi ed iniziando a correre nella notte, il più veloce che poteva. Aveva due opzioni il punk:
Primo; scappare, lasciare stare le pagine e sperare di non esser catturato.
Secondo; cercare ogni singola pagina, ovvero tutte ed otto, e sperare di esser lasciato in pace alla cattura dell'ottava.

Tutto a posto, se non per due piccolissimi fattori.
Se scappava, lo Slender Man l'avrebbe catturato. Era successo un paio di volte, lasciava il proprio personaggio vagare per la zona, snobbando volontariamente le pagine e dopo una decina di minuti sentiva quel sottofondo di tamburi, poi la telecamera del gioco iniziava ad emettere varie interferenze, ed infine Lui appariva, uccidendoti.
E non aveva preso nessuna fottuta pagina... ergo la prima opzione era da scartare, rimaneva solo la seconda: correre come un demente, prendendosi rami in faccia e sulle gambe, sperare di non cadere e riuscire a prendere tutte ed otto le pagine prima che quello strano demone lo prenda.
I battiti del cuore accelerarono, il telefono stava cercando di suicidarsi? Vibrava, emetteva interferenze, eppure non aveva nessuna chiamata in corso, ne messaggio.

Era notte fonda, era solo e stava correndo come un completo idiota in un bosco che non conosceva minimamente, in cerca di una via di salvezza.
“Ragiona, l-li sai i trucchi no?” Ripeteva ad alta voce, mentre correva, schivando alla bell'e meglio gli ostacoli come radici sporgenti o massi:
Mai. Mai guardarsi intorno, procedere sempre per la propria strada, e girarsi a destra e sinistra solo per controllare se ci siano pagine, mai girarsi indietro.
Distrarsi. Parlare ad alta voce, canticchiare.
Giocare con luci acc-

“MA CHE CAZZO STO FACENDO?” Luci? Cantare canzoncine? Se, non lo faceva quando giocava davanti a quel fottuto schermo, figurarsi farlo ora, che stava giocando in modalità “live”.
Saltò un successivo masso, ma il moro sbagliò i calcoli ed i piedi finirono sopra del fango. Il cervello realizzò in pochi secondi la situazione, ma intanto Duncan stava precipitando giù lungo una piccola discesa, per poi battere la schiena su dell'erba umida.
Si massaggiò testa e schiena, guardando il boschetto che lo osservava con aria cupa a pochi metri di distanza... almeno Lui non c'era, non più.
Regolò il respiro, magari aveva sognato tutto, ora che si guardava intorno il posto sembrava riconoscerlo, davanti a se c'era il bungalow del campeggio, quello dove c'erano i guardiani, o qualcosa di simile... si pulì velocemente i pantaloni dal fogliame e dal fango, correndo verso la casetta di legno: stare fuori lo inquietava, ora.
Bussò.
Nessun risposta.
Bussò di nuovo.
E, nuovamente nessuna risposta.
Imprecò sottovoce, girandosi nuovamente e cercando di orientarsi.
“Hai avuto solo una visione, probabilmente hai giocato troppo a quello stupido gioco e... beh... il bosco e tutto il resto hanno aiutato a farti vedere cose che non ci sono... si, dev'essere così.”
La sua mente era la prima che cercava di calmarlo, ma era anche la prima a pensare al peggio: e se non fosse stata una visione? Sapeva che la leggenda “dell'uomo smilzo” era solo una bufala ma... se non fosse così? Il moro rabbrividì, eppure era estate, faceva caldo e i grilli cantavano, sereni.
G-grilli?! Nonono, anche quelli gli riportavano in mente quello stupido manichino in smoking. Sbuffò. Che cazzo gli stava prendendo? Lui era Duncan. Lui era stato in riformatorio. Lui non aveva paura di simili stronzate.
La mente tornò lucida, anche se per poco, ed il piercing individuò il cartellone con la mappa della zona. ”Bingo: mi oriento, torno da Jeoff e gli altri, e mi dimentico di tutto questo... probabilmente ho bevuto troppa birra...” Sbadigliò, più tranquillo mentre si avviava verso l'insegna.
E allora cos'era quella sensazione di... essere visto? E... e quell'improvviso freddo? Lui non aveva mai freddo, nemmeno di inverno, lo... lo soffriva molto poco, rispetto agli altri. Era estate cazzo! Perché. Aveva. Freddo!
La pelle rabbrividì, così come il ragazzo: non era solo, lo sapeva, e non solo perché il telefono aveva ripreso a vibrare senza motivo.

Non era un sogno.

Non era una leggenda.

Era tutto vero.
Riprese a correre appena lo intravide tra gli alberi, oramai non gli importava dove accidenti era... doveva trovare quelle fottute pagine e... sperare in meglio.
La luce della luna lo rendeva visibile, faceva risplendere il viso... insomma, viso completamente bianco immerso in un mare di nero... più o meno era come mettere un corvo nel bel mezzo dell'Antartide: tutti l'avrebbero notato.
Era facile alla fine. Corri, afferri quei pezzi di carta, non pensi col cervello ma ti fai d'adrenalina e vai ad istinto: una sola regola, non permettergli di avvicinarsi troppo.
Riprese a correre, le gambe iniziavano a dare i primi segni di affaticamento, ma il punk non demordeva, guardandosi intorno... bosco? No grazie, magari dopo. Aveva notato un paio di pagine la dentro, ma ora Lui si aggirava da quelle parti... le avrebbe prese dopo. Una casa? Beh... almeno doveva essere una casa: sembrava di più un edificio diroccato. Ma c'era una macchina li vicino, magari avrebbe trovato qualcosa di utile.
Raggiunse finalmente l'automobile, scassinandola in pochi secondi ed aprendola. Nessuna chiave, e non c'era tempo per manomettere i fili, il suo fedele coltellino era in tenda. “Merda!” Osservò il cruscotto, che puntava verso la foresta... almeno lo Slender non c'era, per ora. Ghignò lievemente appena vide una torcia sul sedile del passeggero, nel retro delle batterie. “Ora giochiamo alla pari Slendy.” Sussurrò afferrando il tutto ed accendendo la torcia, ora almeno aveva una fonte di luce in più che... beh, la luna.
Urlò dal terrore appena lo vide riapparire, era ad una decina di metri da lui, ma il proprio cuore andava a mille, gli occhi sgranati dalla paura: ordinò più volte al suo corpo di muoversi, spegnere la torcia e correre, correre verso l'edificio, aveva visto una pagina attaccata alla parete...
Non calcolò minimamente il telefono che emetteva ripetuti suoni, sempre più acuti, mentre scendeva dall'auto già col fiatone, arrivando infine alla prima pagina:

“Don't look... or it takes you” “Cazzo, grazie Capitan Ovvio, ora sono al sicuro...devo solo chiudere gli occhi...” Sbuffò, ficcandosi la pagina in tasca e ghignando, nella mente gli veniva dipinta la classica frase “1 of 8 pages collected” e riprendendo a correre, appena vide lo Slender dietro di lui...


Angolo di M:

Perdono perdono perdono TTOTT
Mi scuso con tutti/e, ma ero sotto esami, e ora finalmente ho finito il capitolo, -e gli esami u.ú-

Alluoooora, avevo in mente di fare una pagina a capitolo. -chiamatemi masochista-
Okay, mi dileguo ^^"

PS: a breve continueró Cigarette <3
PPS: P. é tornata :D e sta scrivendo pure lei.
PPPS: P. ha disegnato una delle pagine dello Slender Man (Si, ogni capitolo avrá una pagina disegnata da P.) <3

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