This is fear. This is love.
Le
sue mani erano terribilmente sudate. Avrebbe voluto asciugarsele sui pantaloni,
ma il gomito di Bulma contro il suo fianco gli fece capire che non era la mossa
giusta da fare. Probabilmente aveva ragione, si disse Goku, Chichi gli aveva
detto di fare attenzione, di comportarsi bene, non sporcare l’abito…
Il
ragazzo sbuffò, annoiato. Non riusciva proprio a capire perché, con quel caldo
terribile, dovesse starsene lì immobile, sotto il sole, rinchiuso dentro quei
vestiti così scomodi rispetto alla sua amata tuta arancione, ad aspettare
l’arrivo di Chichi, con tutti gli occhi di quella gente che non conosceva
puntati addosso, con i loro antipatici bisbigli nelle orecchie. Avrebbe
volentieri fatto un bel bagno nel lago lì vicino, nel frattempo, magari avrebbe
potuto pure pescare qualche grosso pesce da far cuocere a Chichi quella sera.
Chichi
era un’ottima cuoca. Gli aveva già preparato diversi pranzetti, da quando si
erano “fidanzati” (qualunque cosa volesse dire quella parola, Goku non era
completamente sicuro, ma sapeva che aveva a che fare con un’altra parola
complicata, “matrimonio”, che era il motivo per il quale doveva indossare un
vestito così scomodo e stretto) e il ragazzo non aveva davvero di che
lamentarsi, era tutto squisito! Quella giovane aveva un brutto carattere, sembrava
sempre così nervosa, ma le sue mani erano in grado di creare delle pietanze che
lasciavano Goku senza fiato… per non più di mezzo secondo, ovviamente, perché
poi il ragazzo si tuffava sul cibo con una voracità che la ragazzina dai
capelli neri osservava sempre con sguardo di rimprovero. Il giovane guerriero
allora alzava gli occhi verso di lei, con espressione interrogativa, e
farfugliava qualche parola a bocca piena, ottenendo come unico effetto quello
di far arrabbiare Chichi ancora di più.
Gli
dispiaceva farla infuriare. Dopotutto la ragazza cucinava per lui e non
chiedeva niente in cambio, e gli aveva pure promesso che lo avrebbe fatto per
sempre.
E
quella promessa, Goku non riusciva proprio a spiegarsela. Quella ragazzina lo
lasciava senza parole, continuava a dire di voler trascorrere tutta la vita al
suo fianco, e Goku non capiva perché. Non lo conosceva nemmeno! Gli rinfacciava
una promessa stretta tanti anni prima, di cui il giovane guerriero non
conservava nemmeno il ricordo, e faceva leva su quella ogni volta che Goku
mostrava qualche perplessità alle sue parole.
Non fare quella faccia, me l’hai
promesso! Hai promesso che mi avresti sposato ed ora devi mantenere la tua
parola!
Ma
lui non aveva intenzione di ribellarsi! Non pensava potesse essere così male
sposarsi, dopotutto, se significava che ogni giorno avrebbe potuto gustare quei
manicaretti preparati da Chichi. Eppure qualcosa, nell’atmosfera così… seria,
formale, che c’era attorno a lui quel giorno, lo preoccupava, così come le
strane parole che poco prima Crilin gli aveva rivolto, che lo avevano messo in
agitazione.
Ma sei proprio sicuro, Goku? Non la
conosci abbastanza e dovrai dividere la vita con lei.
Goku
non aveva la minima idea di che cosa intendesse dire l’amico con quelle parole,
“dividere la vita”. E ciò, ovviamente, lo impensieriva, e faceva sudare le sue
mani. Possibile che non avesse afferrato fino in fondo il senso di quello che
stava per accadere? E se stesse davvero sbagliando, se un giorno avesse ripensato
a quel momento e si fosse pentito di non essersi comportato diversamente?
Ma
era troppo tardi per tornare indietro. Tutta quella gente che non conosceva,
che venerava Chichi come una principessa, lo guardava con aspettativa e lo
teneva inchiodato sul posto. Bulma, nel suo abito elegante, appariva
preoccupata, così come Crilin, ma i due amici rimanevano immobili al suo
fianco, vicino a lui, come se volessero confortarlo, eppure il giovane non si
sentiva rassicurato.
Era
confuso e agitato.
Ma
non si trattava di quell’adrenalina che si prova prima di raggiungere il campo
di battaglia e fronteggiare il proprio avversario, era una sensazione
completamente diversa, qualcosa che Goku non aveva mai sentito prima di allora.
Possibile
che fosse… paura?
Ma
no, che cosa andava a pensare, non era possibile! Lui, il guerriero che aveva
sconfitto, quand’era ancora un bambino, il Grande Mago Piccolo, e poi dopo
qualche anno pure il figlio di quest’ultimo, che cosa mai avrebbe avuto da
temere da una ragazzina che, certo, sapeva essere scontrosa e irritabile, ma
non aveva di sicuro le caratteristiche fisiche che avrebbero potuto metterlo in
difficoltà in un combattimento! Conosceva le arti marziali, ma la sua forza non
era nemmeno lontanamente paragonabile alla sua.
Era
piccolina, sottile, dalla pelle candida e gli occhi neri e profondi, così caldi…
Improvvisamente
Goku provò qualcosa di molto strano, di ancora più sconvolgente persino di
quello strano tremore interiore così simile alla paura che aveva avvertito fino
a quel momento. Una sorta di calore, che si diffondeva sul suo volto, sotto la
pelle, fino al collo e alle orecchie. Aveva ancora più caldo di prima.
La
voce di Crilin lo fece voltare nella direzione di quest’ultimo:
“Goku,
ti senti bene? Sei tutto rosso!”
Goku
sorrise impacciato e inclinò la testa da un lato:
“Ho
solo caldo,” disse con una mezza risatina.
Crilin
lo fissò con un’espressione furbetta e al tempo stesso accondiscendente che
fece lievemente accigliare l’amico:
“Sei
emozionato, vero? Tranquillo, amico, è normale avere paura in un momento del
genere!”
Goku
sgranò gli occhi e guardò Crilin con espressione interrogativa, per qualche
secondo, prima di scoppiare in una fragorosa, quanto forzata, risata.
“Paura? Ma che dici, Crilin, mica devo
combattere!” si fermò un attimo e poi riprese, come se solo in quel momento
avesse contemplato la possibilità: “Non devo combattere, vero?”
Crilin
assunse di nuovo quell’aria preoccupata che aveva poco prima:
“Emh…
no, Goku, certo che no… ma sei sicuro di aver capito bene che cosa stiamo
facendo qui, vero?”
Goku
stava per rispondere che temeva proprio di non aver capito un granché, quando
un’altra gomitata alle costole da parte di Bulma gli fece morire le parole in
bocca.
“Fate
silenzio, voi due, sta arrivando la sposa!”
Goku,
che aveva aperto la bocca per parlare, la richiuse immediatamente e si voltò a
guardare nella stessa direzione in cui erano puntati gli occhi di Bulma. La
prima figura che scorse fu quella di Juma, alto, imponente ed evidentemente
commosso, che stringeva in una mano un enorme fazzoletto bianco umido di
lacrime, mentre l’altro suo braccio veniva stretto dalla figlia. Goku posò lo
sguardo sulla ragazza, non perché avesse particolare desiderio di vederla, ma
semplicemente spinto da curiosità, dal momento che Bulma, al suo fianco, aveva
iniziato a balbettare commenti estatici su quanto fosse perfetta Chichi in quel
momento.
Goku
portò gli occhi su di lei e immediatamente fu costretto a sgranarli. Si sentì
mozzare il fiato. Mai, nella sua vita, aveva visto niente di simile.
L’abito
bianco che ondeggiava dietro di lei, i capelli neri raccolti in un’elegante
acconciatura che le incorniciava il viso, la luce del sole che sembrava
irradiarsi tutto attorno alla sua figura e venir rafforzata dalla sua mera
presenza, Chichi appariva come Goku non l’aveva mai vista. Il ragazzo deglutì
faticosamente, sentì aumentare l’intensità di quel calore che già prima lo
avvolgeva e spostò lo sguardo sul volto della ragazza, che era sempre più
vicina. L’espressione della giovane era serena, felice, ma al tempo stesso
determinata, talmente determinata da sembrare quasi dura. Gli occhi scuri e
penetranti, così vivi, scintillavano di una luce che le stelle della notte
avrebbero probabilmente invidiato, e a ragione, e tutto in lei emanava forza.
Forza ed eleganza. Grazia e bellezza.
E
fu allora, in quel preciso istante in cui era evidente quanto quella ragazzina
fosse incredibilmente lontana da ciò
che Goku era, e da ogni altra cosa che avesse mai avuto nella sua vita, che il
ragazzo capì che la sensazione che provava era davvero pura, semplice paura.
Lui
era un guerriero.
Era
un uomo goffo, impacciato, solitario. Aveva molti amici, che amava con tutto il
cuore, ma non era abituato a stare accanto agli altri sempre, in qualunque
momento della giornata, e pareva fosse proprio questo che avrebbe dovuto fare
con Chichi.
Ma
come poteva? Che cosa avrebbe dovuto fare, lui, con una creatura tanto bella e
delicata? E soprattutto, perché mai un essere del genere desiderava stargli
accanto?
Dividere la vita.
No,
non poteva funzionare. Qualunque cosa fosse questo “matrimonio”, non doveva
essere una buona idea.
Ma
che cosa poteva fare adesso? Perché qualcosa gli diceva che andarsene via in
quel momento, o anche semplicemente parlare ed esprimere i propri dubbi, non
era la cosa esatta da fare. E a dirla tutta, Goku non aveva nemmeno voglia di
parlare. Si passò una mano sulla fronte, sempre senza distogliere lo sguardo
dalla donna che ormai era quasi arrivata dinanzi a lui, pensando che se avesse
parlato avrebbe rovinato qualcosa, qualcosa di prezioso, che poi se ne sarebbe
pentito. Se avesse parlato forse Chichi si sarebbe fermata, avrebbe smesso di
camminare nella sua direzione, e lui non voleva che ciò accadesse.
Non
sapeva bene che cosa desiderasse, in quel momento, era estremamente confuso, ma
almeno di questo era assolutamente sicuro. Voleva che Chichi gli venisse
vicino. Il più possibile. Voleva poter guardare quegli occhi da una minima
distanza, poterne cogliere tutte le sfumature, forse addirittura accarezzare la
sua guancia. E la paura aumentava.
Non
avvertiva più la presenza degli amici al suo fianco, non sapeva se si fossero
allontanati o se fossero ancora lì e fosse lui che non riuscisse più a
percepirli. Non vedeva più Juma accanto a Chichi, non vedeva più gli occhi
degli invitati che lo scrutavano, non sentiva i loro bisbigli eccitati. Nei
suoi occhi c’era solo lei. Era arrivata, gli era di fronte, lo illuminava con
quegli occhi. Mai il nero era stato un colore così splendente.
Mai
Goku aveva tremato così nella sua vita.
Stava
per sorridere, impacciato ed insicuro come sempre, ma non ci riuscì, deglutì
nuovamente e sentì un peso, ingombrante e soffocante, farsi strada nel suo
petto. Il peso di una consapevolezza che nemmeno la pura ingenuità di quel
guerriero bambino poteva far tacere, per quanto era forte, per quanto urlava,
implorandolo di ascoltare e capire.
Aveva
i contorni sfumati e sfuggenti del presentimento, ma la drammatica consistenza
della verità.
Io sono un guerriero. Sono un uomo
segnato. Io ti farò soffrire. Ti farò piangere. Disperare.
Avrebbe
voluto dire qualcosa. Avrebbe voluto confessare ad alta voce quei pensieri e
sentiva di doverlo fare, di dover essere sincero con quella donna. Ma non ne
ebbe il tempo.
Chichi
sorrise, radiosa e raggiante, così piena di gioia da costringere Goku a
richiudere la bocca che aveva aperto per dar voce a quella paura. E una forza irresistibile spinse Goku, quasi
inconsapevolmente, a sorridere a sua volta, a far da specchio a quelle
meravigliose emozioni che vedeva brillare negli occhi di Chichi.
Anche
lei sembrava provare paura, adesso che poteva guardarla da vicino. Era determinata,
certo, ma pareva anche un po’ intimorita. La mano che stringeva il braccio del
padre tremava, così come le labbra della ragazza, seppur leggermente. Ma non
pareva preoccuparsene. Anzi, sembrava non avere una sola preoccupazione al
mondo. Fu lei a fare il primo gesto, ad allungare la mano e ad afferrare quella
di Goku, che sentì dissipare la nebbia attorno a sé, sentì far ritorno la propria
forza, la propria sicurezza, che era la sicurezza di entrambi, in quel momento,
la certezza che tutto fosse esatto, che quell’attimo fosse esattamente come
avrebbe dovuto essere, e che fosse importante.
Goku
non aveva bisogno di confessarle niente, perché lei sapeva già tutto, era tutto
scritto nei suoi occhi, che lo guardavano senza vacillare.
…
Guerriero, mi farai soffrire, io lo
so. Io, che a mia volta provengo da una famiglia di guerrieri, so a cosa vado
incontro. So quale vita mi attende. Piangerò, mi dispererò. Mi lascerai sola,
ma mai completamente. Mai per sempre.
E ogni volta che te ne andrai, sarà
per poi ritornare.
FINE
Nota del'autrice: Il romantico non è proprio il mio genere, eppure oggi ero in vena. Spero davvero che la storia vi sia piaciuta, avevo una gran voglia di scrivere una Goku/Chichi e mi sono proprio sfogata nel farlo! Fatemi sapere che ve ne pare, un bacio! Sonsimo