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Autore: LaU_U    08/09/2013    1 recensioni
Domenica mattina, sei a letto. "Uno strano *worp worp worp* ti fa spalancare gli occhi e precipitare immediatamente a sollevare le tapparelle. Non hai idea di cosa aspettarti, magari un qualche mezzo di trasporto; un’auto elettrica un po’ acciaccata, ad esempio. Dopo che i tuoi occhi abbagliati dalla luce si decidono a vedere normalmente ti accorgi che non c’è niente fuori dalla finestra che possa sembrare associabile a un suono del genere. Chissà cos’era. Un aereo? Ti chiedi inoltre da quanto tempo abbiano installato quella strana cabina blu all’angolo della strada. Sei sicuro che ieri sera non ci fosse. E non hai di certo bevuto così tanto da dimenticare un dettaglio come questo."
Cosa ci fa il Dottore sotto casa tua? Che abbia a che fare col 50esimo?
Genere: Commedia, Science-fiction, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo è stato ideato come testo introduttivo per invitare degli amici a una maratona casalinga che faremo per il 50esimo che ci sarà a novembre. One-shot.
Buona lettura!







È domenica mattina e stai ancora dormicchiando pigramente nel letto in quella fase del sonno in cui i sogni si fanno più sottili, pronti a farsi da parte per permetterti di svegliarti e cominciare la giornata. Senza neppure chiederti il consenso di andarsene, i maledetti.
D’un tratto senti un rumore provenire dall’esterno. Uno strano *worp worp worp* ti fa spalancare gli occhi e precipitare immediatamente a sollevare le tapparelle. Non hai idea di cosa aspettarti, magari un qualche mezzo di trasporto; un’a...uto elettrica un po’ acciaccata, ad esempio. Dopo che i tuoi occhi abbagliati dalla luce si decidono a vedere normalmente ti accorgi che non c’è niente fuori dalla finestra che possa sembrare associabile a un suono del genere. Chissà cos’era. Un aereo? Ti chiedi inoltre da quanto tempo abbiano installato quella strana cabina blu all’angolo della strada. Sei sicuro che ieri sera non ci fosse. E non hai di certo bevuto così tanto da dimenticare un dettaglio come questo.
“Va beh” ti dici, “non importa”. Ti rituffi nel letto, conscio che ormai non riuscirai a riprendere sonno, e decidi di dare un’occhiata a Facebook sul cellulare, casomai fossero avvenuti fatti sorprendenti nelle ultime poche ore notturne. Ovviamente no. Foto di coppiette tornate dalle vacanze al mare, citazioni di Fabio Volo, Orgoglio nerd che condivide immagini crossover fra Guerre stellari e Il trono di spade, petizioni per mandare a casa Berlusconi, fangirls che impazziscono per quel vampiro tenebroso. Il solito.
Suona il campanello. Rotoli giù dal letto e corri all’ingresso senza neppure infilarti le ciabatte.
“Chi sarà? Merda, sono in pigiama” pensi, prima di guardare dallo spioncino. C’è un tizio smilzo che non hai mai visto. Camicia, bretelle e… è un farfallino quello? Ha un’aria piuttosto insolita e non hai voglia di scocciature a quest’ora del week-end. Decidi di non aprire, contando che se ne vada.
Senonché lui suona di nuovo. Alzi gli occhi al cielo e decidi di farti coraggio.
«Chi è?»
«È la Smith, consegna divani» risponde mostrandoti attraverso lo spioncino un cartellino identificativo.
«La tessera dice “Smith, spurghi e idraulica”» gli fai notare. Pensava davvero di fregarti in quel modo?
«Davvero?» Sembra sorpreso. Controlla. Nel frattempo speri che si decida a levarsi dalle scatole. Ma così non è…
«Ho una consegna per te» dice sollevando una scatoletta blu in modo che tu riesca a vederla.
«Non credo che là dentro ci stia un divano».
Colpito e affondato!
Sembra indeciso, si guarda attorno un attimo.
«Facciamo così, io questa la lascio qui. Prendila più tardi».
“Seh, come no” dici fra te e te. “Va a finire che c’è il virus dell’ebola là dentro”.
«È importante» aggiunge, completamente serio. Fissa attraverso il vetrino per qualche secondo e ti senti incredibilmente in soggezione. Non sei più certo di volere che se ne vada via. Fatto sta che lui si china per lasciare giù la scatola, poi si gira e scende la rampa di scale, sparendo dalla tua vista.
“Tutti a me i pazzi?”
Decidi di lasciar perdere. La pancia brontola, meglio pensare alla colazione. Apri la credenza in cerca di qualche biscotto. Verrà il momento in cui dovrai effettivamente riordinare il caos sopra quel tavolo. Ma non è questo il giorno. Accendi la tv: tg, tg, Barbara D’Urso, tg, Un detective in corsia, tg, Linea verde, ragazzine incinte, tg. Ti fermi sulla televendita delle macchine per gli addominali, la cosa più emozionante che stiano trasmettendo. Entri in stand-by: la testa è assente, i pensieri vagano nel tutto-e-niente. La vita è così piatta, alle volte.
Poi senti come un richiamo. Non un suono, un rumore, un odore. Semplicemente un’attrazione. Fissi la porta e ripensi al tizio strambo e alla scatoletta blu. Chissà che si aspettava da te quello lì. Sicuramente voleva fregarti.
Ebola.
Anche se… perché mai dovrebbero passare l’ebola A TE? Che hai di così particolare? Non è credibile che dei truffatori a caso adesso abbiano cominciato a inventarsi scuse assurde per introdurre oggetti nella case altrui. Quel tipo è andato via, mica si è appostato, l’avresti notato.
Mah…
Forse…
Magari un’occhiatina la puoi dare.
Vai alla porta e controlli dallo spioncino. Nessuno.
Giri la chiave lentamente per fare meno rumore possibile. Casomai lui stesse ascoltando in attesa del momento per rispuntare fuori dal nulla come Batman.
Socchiudi l’uscio, tenendo gli occhi ben aperti. Lentamente ti chini, allunghi la mano sullo zerbino, afferri quel che c’è sopra e poi richiudi la porta in tutta fretta. Due mandate.
Eccolo lì l’oggetto misterioso. Una scatola di latta blu. È abbastanza leggera. Non ci sono scritte, da nessuna parte. La scuoti e qualcosa sbatacchia. È piena.
«Vediamo un po’ cosa ci nascondi».
La apri con estrema cautela. Nessuno spruzzo di veleno mortale.
Certo che ti sei fatto proprio un bel film.
Contiene una chiave e delle foto, alcune molto vecchie, in bianco e nero, ingiallite. Undici fotografie di alcune persone. Vari uomini, alcuni curiosamente vestiti, e diverse donne, talvolta ricorrenti in più scatti.
Ma nel taschino di quello c’è un gambo di sedano? Una sciarpa così lunga e colorata non ti dispiacerebbe. E… wow, quelli sì che sembrano occhi spiritati! Riconosci anche l’uomo che c’era alla tua porta. L’inconfondibile farfallino.
Nella scatoletta trovi anche due sfere. Sembrano due palline rimbalzine, trasparenti e piene di brillantini colorati. Sono legate l’un l’altra da un filo. Afferri il cordino nel mezzo.
“Che ci dovrei fare di così “importante” con questa roba? E se fossero prove per un delitto?”
Agiti il filo. Lo muovi dall’alto in basso per far si che le palline inizino a colpirsi l’un l’altra. Sarà uno di quei giochi dei nostri nonni. Le fai cozzare una volta. Mmm… sembra divertente. Una, due, tre.
Immediatamente un lampo di luce si origina dalle sfere e riempie la stanza. Cadi a terra dalla sorpresa. I brillantini nelle palline si agitano rapidi al loro interno. Delle immagini vengono proiettate, come ologrammi davanti ai tuoi occhi e dentro la tua testa. Non riesci a crederci.
Vedi pianeti, stelle, galassie, alieni, mostri, astronavi, esplosioni, passato e futuro. Un’infinità di colori e forme ti si parano davanti e scopri più cose di quante pensavi avresti mai potuto vedere.
Il Dottore. Lui è il Dottore e ha bisogni di te. Ha creato quel congegno per farti conoscere alcune delle sue avventure. Non sai cosa sta per succedere, ma sai che devi andare. Corri a vestirti con le prime cose che ti capitano sotto mano. Prendi la chiave che c’era nella scatola blu – il blu più blu di tutti – ed esci di casa. La chiave è della cabina che hai visto dalla finestra all’angolo della strada. Ora sai anche questo. Ci entri, consapevole che dovrai viaggiare avanti e indietro nel tempo per rivivere alcuni dei momenti della vita del Dottore. Quelli più emozionanti, più divertenti, più drammatici. Non hai idea di qualche sarà il tuo ruolo, ma sei sicuro che un momento incredibilmente epico si sta avvicinando. E tu devi esserci.
La porta della cabina si chiude. Il pilota automatico si innesta. Destinazione: Londra, 23 novembre 1963.
«Allons-y!»
   
 
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