Siamo sempre stati diversi.
Io e te.

Fisicamente, caratterialmente … spiritualmente.

A me piace il silenzio.
A te piace il rumore.
Io sono responsabile, preferisco pianificare tutto.
Tu sei ribelle e preferisci buttarti allo sbaraglio.
A me piace parlare.
A te piace fare a botte.
Io preferisco il lavoro di squadra.
Tu preferisci lavorare da solo.

Siamo diversi.
Come il fuoco e l’acqua …
Come il rosso e il blu …
Come il sole e la luna …
Sarcasmo contro serietà.
Pessimismo contro ottimismo.
Rabbia contro calma.

Si, siamo diversi.

Probabilmente è per questo che mi odi … o forse no.
Perché mi odi così tanto?
Perché il sole non riesce a raggiungere la luna?
Sono anni che cerco di capirlo ma non ci riesco.

Non possiamo parlare per cinque minuti che finiamo subito con aggredirci a vicenda.
Tu mi aggredisci.
Non meriti di essere il leader.
Mi dici.
Non vali niente.
Ringhi.
Ti odio.
Urli.

Le ultime parole sono quelle che fanno più male.
Non gli insulti, non i lividi.
Solo quelle parole.

Te ne vai, a volte per una notte a volte per due, ma mai di più.
Io ti guardo attraversare la porta.

Vorrei fermarti, parlati per lo meno … ma ho paura.
Ho paura della tua rabbia, ho paura della tua reazione.
Ho paura delle ultime parole che mi hai detto.
Ho paura che siano vere.

Poi ritorni, al mattino, come il sole quando sorge.
Io ti ho aspettato, e ti aspetto ancora finché non attraversi di nuovo l’uscio di casa.
Mi accerto che tu stia bene.
Poi vado via, come la luna quando la notte lascia il posto al giorno.

Passa poco tempo.
Io cerco di parlarti, ma tu mi eviti.
Mi dici che stai bene.
Io sto male.

Pensi che voglia farti una ramanzina.
E’ per questo che mi odi?
Perché cerco di essere tuo fratello?
Perché?
Pensi che mi creda migliore di te.
Non è così.
Tutto quello che dico, che faccio, che decido, lo faccio solo perché ti voglio bene.
Non posso cambiare me stesso.
La luna non può viaggiare insieme al sole di giorno.
Il sole non può tenere compagnia alla luna di notte.

Continuiamo a litigare.
Tu cominci a parlare troppo velocemente perché io resti al passo.
Per insultarmi usi il soprannome che mi hai affibbiato … fearless.
Io mi blocco.
Ti guardo con tristezza.

Non chiamarmi fearless.
Dico sottovoce.

Vento contro tuono.
Freddo contro caldo.
Affetto contro frustrazione.

Tu ti fermi.
Ora mi ascolti.
Io ti guardo negli occhi.
Non merito questo soprannome
Dico.
Perché ogni volta che te ne vai …
Sussurro.
… Ho paura che potresti non tornare più.

Mi voltò, voglio andarmene.
Tu mi fermi, abbracciandomi da dietro.
Io singhiozzo un pò.
Mi dispiace tanto, dici.
La testa appoggiata sulla mia spalla.
Davvero...
Mormori.
Lo so, sospiro.

Si, siamo diversi.
Come il sole e la luna.

Ma viviamo nello stesso cielo.
E questo ci basta.