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Autore: Alice_BlackBloodyRabbit    08/09/2013    3 recensioni
Dal capitolo:
"Lo fissava solamente, in silenzio, con le gote lievemente arrossate dal trovarlo così vicino. Tuttavia, nonostante il silenzio, le si poteva leggere facilmente negli occhi, la comprensione di un forte dolore che attanagliava ormai numerose anime. "
One shot collocabile tra la retrace 83/84.
è troppo tempo che nessuno scrive su Oz o Alice, in modo serio, quindi, spero sia di vostro gradimento.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Oz Vessalius
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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"Dolore, Tristezza, Pianti, Disperazione!  Voglio tutto! Ti insegnerò dolcemente a provare queste sensazioni!"
L'immagine offuscata di una Alice carica di spirito di vendetta tornava a tormentare Oz. Quella sensazione, la sensazione di quella stretta al collo. Gli mancava l'aria, ma forse, la cosa che più lo ossessionava, era la confusione di quel momento.
Voleva dimenarsi, scappare, ma non ce la faceva. Ma ecco, d'un tratto, si accorse di qualcosa di diverso. Questa volta, al contrario di quando si trovava alla villa della cerimonia, infatti, riuscì a vedere il volto della ragazza.
Tentó di tenere gli occhi aperti nonostante la presa al collo... e li vide. I suoi profondi occhi violacei.. erano carichi  di profonda disperazione. Una disperazione esasperata, di quelle che struggono l'anima, di quelle che ti straziano il cuore. Il ragazzo tese la mano verso di lei, tremante. "Ali__!"
*Sbadaboom*.
Oz sentì un forte scossone alla testa, e l'incubó svanì in un istante.


"Ohi.."
fu l'unica cosa che riuscì a dire il biondo, prima di mettere lentamente a fuoco la situazione, quando una tempesta di parole lo investì.
"Sta zitto idiota! Che stavi facendo? Avevi una faccia ridicola. Sembrava che tu stessi per scoppiare in lacrime da un momento all'altro."
Il viso di Alice  riapparve davanti ai suoi occhi, ma non era più un incubo, non era nemmeno un sogno, era nella realtà. Subito realizzò di essere nelle sua camera da letto, strizzó gli occhi a incontrare il fascio di luce che penetrava dalla finestra, e poi, riportò lo sguardo a lei. Era davvero buffa, con quell'espressione seriosa, Lo sguardo un po' assottigliato, e quelle guance rigonfiate orgogliosamente come volesse nascondere un'enorme preoccupazione.

"Alice?"
La osservò ancora rintontito Oz, gli occhi assonnati e la voce impastata. La Chain era restia a cambiare espressione, seduta a cavalcioni sul malcapitato; e aveva ancora stretta tra le mani l'arma del delitto: l'ampio cuscino di piume con cui l'aveva ripetutamente colpito a tradimento per svegliarlo. Ma.. cosa stava dicendo? Oz restó confuso dalle sue parole. Lui non stava piangendo nel sogno. "Ma se era lei che.."
Stava per azzardare un pensiero, ma si bloccò, pensando che fosse inutile ribattere a quello che lei si metteva in testa, e, tenendo lo sguardo su di lei, le sorrise in modo spensierato, solare. Era uno di quei sorrisi che Oz sfoggiava per nascondere i più grandi turbamenti, quelli che agli occhi degli altri lo rendevano sempre così tranquillo e calmo in una maniera inquietante. Ma non riuscì a tenere per molto quel teatrale sorriso che ecco....

*Sbadaboom*.

Un'altra cuscinata. In pieno viso.
Alice lo fissava con aria sempre più contrariata, tanto che Oz iniziò a sudare freddo mentre si sfogava in una risatina nervosa.
"C-Che ho fatto ora Alice?"
Disse ancora sorridendo, ma lei, imperturbabile, ricambiava il suo sguardo con severità.
"Devi piantarla di sorridere anche quando stai male. Stupido servo."

A quel punto Oz cedette alla ragazza, e levandosi quella maschera, emanó un sonoro sospiro, assumendo un'aria che, all'improvviso, trapelava di malinconia. Alice, davvero era l'unica che riusciva a metterlo a nudo in un modo così brutale. Ma lui la conosceva, sapeva che quella brutalità in realtà, nascondeva una grande capacità di amare.
Si portò con la schiena retta, e osservò Alice che ancora era impiantata ferreamente su di lui, mostrando ogni emozione, o forse questo non è il termine esatto.. sarebbe meglio dire: mostrando tutto il vuoto che lo riempiva.
Si, perché poteva sembrare un'assurdità, ma ciò che lo riempiva era il vuoto, o almeno, questo era quello di cui lui stesso si era convinto dopo gli ultimi avvenimenti.

"Zio Oscar è morto. Elliot è morto. Gilbert ha perso un braccio. Leo mi odia. Break e Sharon sono prigionieri dei Baskerville. Ho distrutto un'intera città provocando una tragedia. Mio padre, ha sempre avuto ragione di odiarmi."
Oz, fissando Alice nelle pupille, dove ritrovava riflesse le sue, a causa della breve distanza che intercorreva tra loro, iniziava a elencare con un tono estremamente debole, tutte le ansie del presente, le preoccupazioni del futuro, e.. Le ferite del passato.

"Ecco, ora sto piagniucolando addirittura."
Ridacchió appena, giusto per non piangere di fronte a lei.

" Dai Alice, colpiscimi ancora."

Iniziò Oz, lasciandosi andare ad uno sfogo di violenza contro sè stesso.
Ma la ragazza sembrava non rispondere al suo invito.
Lo fissava solamente, in silenzio, con le gote lievemente arrossate dal trovarlo così vicino.  Tuttavia, nonostante il silenzio, le si poteva leggere facilmente negli occhi, la comprensione di un forte dolore che attanagliava ormai numerose anime.

"Alice.. proprio te.. te che ho fatto solamente soffrire da quando esisto, perché sei ancora qui? Alice.. Colpiscimi con quello che vuoi. Uccidimi come desideravi. Avevo ragione a dire a Jack... Che non merito di essere il tuo cavaliere."
Insisteva, peggiorava la situazione, si aggravava di ogni peso.

Stava ricadendo in quel che Elliot avrebbe definito 'crudele autocompiacimento.'
Oz si stava preparando al peggiore degli sfoghi della Chain. Dopotutto, stava facendo ogni cosa per istigar la a colpirlo, era quello che voleva. Sapeva benissimo che quei discorsi davano fastidio ad Alice. Sapeva benissimo che sarebbe andata su tutte le furie.
Il biondo chiuse gli occhi, pronto a ricevere un colpo, ma le cose non andarono come previsto nei suoi 'masochisti e lagnosi' piani, cosí li avrebbe definiti lei.
Non sentì la violenza di un pugno in pieno viso che aveva istigato.
Non sentí un oggetto scagliarsi contro la sua pelle e graffiarlo come l'aveva invitata a fare.
No, non si sentì ribaltare da una forza bruta giù dal letto, e assordarsi le orecchie da urla di rabbia.

Sentí invece, il fruscio di lunghi e morbidi capelli, arrivargli contro, con la leggerezza con cui una brezza primaverile muove le foglie sugli alberi; e un calore immerso spandersi in quel corpo vuoto, sulla sua pelle fredda. Sentí delle esili braccia avvinghiarsi al suo collo.
Ma questa volta  non stava soffocando, no. Stava.. tornando a respirare.  Ogni cosa si disperdeva, i suoni diventavano ovattati, e i suoi occhi si socchiusero, mentre stringeva le braccia attorno a quella fragile vita, e come un bambino, appoggiava il mento  alla spalla di quella ragazza.

"Oz, io ti seguirò."

Alice, in preda ad un rossore che non riusciva a nascondere  le sue emozioni, in quel modo cercava di esprimere tutte le sue intenzioni. Non era molto brava a parole quando si trattava dei suoi sentimenti, ma era sempre stata capace di esprimerli attraverso i gesti.

Sapeva che Oz avrebbe reagito a quelle disperate situazioni, sapeva che da quel momento lui avrebbe fatto di tutto per salvare le vite delle persone a lui care. E ancora meglio, la ragazza sapeva che la sua unica volontà era quella di stare con lui, con Oz, con "la sua proprietà", il suo "Stupido servo" il suo "Essere inutile". Poteva essere quel che voleva, ma era suo. Poche parole, un'intera vita.

Allorché nel sentirle, il biondo sorrise. Ma questa volta non era un sorriso che mascherva un turbamento, non era finto. Questa volta era uno di quei sorrisi che solo le persone speciali sono in grado di far fiorire sulle labbra di qualsiasi individuo. Per Oz, Alice era una di quelle persone. Per Alice, Oz era una di quelle persone.
"Grazie Alice, Grazie di esistere, e di essere così come sei. Esattamente.. Così come sei." Le sussurró Oz, dolcemente, e giuró a sè stesso di non voler più abbandonare quel calore.
  
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