Sono anni che faccio da mentore a dei ragazzini, impauriti e preoccupati, non vogliono morire, ma sanno di non potercela fare. Molti hanno dei fratelli vogliono tornare a casa per loro, anche io ci speravo, mi hanno portato via tutto, la mia fidanzata, la mia famiglia. Vogliono divertirsi, ma il gioco non è bello quando si diverte solo uno su tredici.
La piazza è già allestita per la mietitura, fra poco saprò chi morirà quest’anno; poco a poco la gente comincia ad arrivare, vedo bambine mano nella mano, mamme in lacrime per paura che il proprio figlio venga estratto.
Mi siedo, lo so sono ubriaco marcio, ma cosa ci posso fare? Mi hanno tolto tutto. Vedo Effie Trinket, non capisco come faccia a tenersi in testa quella parrucca enorme e come si fa a camminare su quei trampoli?
Come ogni anno ripropongono quello stupido video, non è che capisca molto, faccio fatica a tenere gli occhi aperti; subito dopo vedo Effie avviarsi verso la boccia delle ragazze – Prima le signore- come ogni anno.
- Primrose Everdeen, vieni sul palco piccola.-
-Si- E’ quasi un sussurro, forse non si rende conto che ha appena firmato la sua condanna a morte.
Effie chiama l’altro nome, Peeta Mellark, è biondo, occhi azzurri, ovviamente non è del giacimento, mi pare che sia il figlio del fornaio.
Non sono molto cosciente, ma ricordo solo che sono caduto dal palco scompigliando Effie.
Mi sveglio in un letto, sono sul treno per Capital City. Vado a fare colazione, Peeta è già sveglio e sta mangiando pane con marmellata, cosa che farò anch’io. Entra Katniss, me ne rendo conto sono ubriaco, forse troppo Gin nel caffè.
Peeta comincia a farmi domande sull’arena e quando capisce che non lo aiuterò si alza con fare quasi minaccioso, gli punto il piede al petto dico qualcosa e ritorno in camera.
Mi ricordo, quando sono partito per gli Hunger Games le sedie occupate erano cinque i tributi, e il nostro accompagnatore, nessun mentore, nessuno ad aiutarci a vincere uno stupido gioco. In questo momento penso solo a una persona. Maysilee, potevo salvarti, non dovevo lasciarti andare; stupida arena, stupida Capital City, stupidi Hunger Games.
Anche oggi mi alzo presto emi ritrovo Peeta di nuovo li ad aspettare, sono lucido e gli dico come trovare un rifugio. Arriva Katniss.- Buongiorno dolcezza, vieni unisciti a noi.- Si siede.
-Haymitch mi sta spiegando come trovare un rifugio.- E’ vero, voglio impegnarmi.
-Come faccio a trovare un rifugio.- Non rispondo, o meglio si, ma non nel modo che si aspettava.
-Passami la marmellata.- Mi ripete la domanda.- Dolcezza permettimi almeno di svegliarmi.- Cerco di prendermela da solo quando afferra il coltello e lo infilza nello spazio tra le mia dita.
-Quello è mogano!- La voce di Effie risuona tra il silenzio caduto. Io ribatto.- Hai appena ucciso una tovaglietta.- Devo ammettere che ha una buona mira.
Spiego loro ogni cosa che so, bisogna cercare di fare colpo. Io alla mia epoca l’avevo fatto, risoluto, ero sempre un po’ sulle mie; penso solo una cosa, quest’anno forse il distretto 12 potrebbe avere un vincitore.
Angolo autrice:
Ehm, voilà, questa è la mia prima fanfiction su Hunger Games, per me non è bellissima, ma se avete dei consigli o delle critiche vi chiedo di recensire,
Sofis Morgestern