L’orologio segnava le cinque, quando Leo sollevò pigramente lo sguardo dal suo libro e si alzò, stiracchiandosi.
“Elliot, è ora. Andiamo?”  
Elliot fece spallucce e si schiodò dalla scrivania sulla quale stava studiando ormai da ore.
I due percorsero silenziosamente i corridoi della Latowidge e raggiunsero l’aula dove c’erano i due pianoforti a coda, di cui ormai si erano praticamente appropriati.
Come d’abitudine, Elliot si sedette a quello bianco, mentre Leo a quello nero.
Cominciarono a suonare uno dei loro magnifici duetti, riempiendo di musica tutta l’accademia.
Entrambi adoravano quei momenti, dove tutti i diverbi e le differenze che c’erano tra di loro sparivano, e si veniva a creare un'intesa perfetta.
Se qualche matricola chiedeva ad uno studente più anziano chi stesse suonando, la risposta che riceveva era sempre “Oh, sono solamente Elliot e Leo.” tanto era diventata una cosa naturale sentirli suonare a quell’ora.
Seguendo il ritmo del metronomo, erano finalmente in pace con il loro ruolo.
Ed erano estremamente sincronizzati anche quando si trattava di smettere:gli bastava guardarsi per capire che avevano occupato l’aula per troppo tempo, o che era ora di tornare a studiare, o che semplicemente per quel giorno preferivano fare altro.

“Pff, io davvero non ci credo che sei un autodidatta, Leo. Sei davvero un mostro!” disse Elliot, alzandosi dal suo sgabello.
“Oh,andiamo, l’hai visto anche tu, quando ero alla casa di Fiana…E poi, anche tu hai del talento, sai?”
Gli rispose Leo, abbassando il cilindro con un tonfo.
“Tsk. Andiamo in biblioteca, magari è la volta buona che ti cade una libreria in testa.”
Ribadì il biondo, picchiettando con le dita sulla cassa.
“Oh, insomma, potevi anche dirlo che volevi andare a leggere il nuovo volume di Holy Knight!” 
“Leo, non sono mica un bambino, so aspettare.” 
Elliot cominciò a digrignare i denti, segno inconfondibile che stava perdendo la pazienza. 
“Oh, certo, infatti oggi abbiamo suonato solo due brani.” Lo punzecchiò il servo.
“Cretino, smettila di lanciarmi frecciatine e muoviti.” Ordinò l’altro, visibilmente irritato.
“Va beeene.” 
Leo lo prese a braccetto ridacchiando, e si avviarono di nuovo per i corridoi, mentre la porta dell’aula di musica si chiudeva alle loro spalle.

Angolo dell’autrice.
Ow, è la prima volta che inserisco questo spazio!
Sapete,io adoro il pianoforte, ne ho perfino uno in camera, anche se purtroppo non lo so suonare. ;;
Mi sono divertita a cercare varie informazioni sulle componenti tecniche, anche se ho avuto alcune difficoltà con i nomi, non essendo pratica di strumenti. (sono solo un’ascoltatrice,dehè.)
Insomma, scrivendo questa stupidaggine mi sono anche acculturata un po’. X°
Spero di cuore che vi piaccia e aspetto un vostro parere. Ciao!