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Autore: Dominil    08/09/2013    5 recensioni
Da una tasca estrasse un foglio ripiegato in quattro che poi aprì e mostrò all'altro. Una scritta, Thicker than water, troneggiava in alto e sotto c'erano tre figure lievemente sfumate di viola simili a tre putti mentre di lato, come per collegare i due elementi, erano posizionate due stelle e due rondini. [...]
Di nuovo un mozzicone di sigaretta sull'asfalto, di nuovo fumo e tanta stanchezza in quella giornata che finiva esattamente come le altre e che lasciava il posto ad un altro giorno passato in quel negozio dove si stava sì facendo le ossa, ma dove iniziava a sentirsi stretto.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Synyster Gates, The Rev
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricordi agrodolci di giornate sbiadite e amori mai finiti'
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Il sapore agrodolce dell'inchiostro
Capitolo 4










Il mattino seguente, intorno alle undici, le serrande del Syn Gates Tattoo erano ancora chiuse e nessuno dei due proprietari sembrava essere in zona. La strada, pur essendo secondaria, era abbastanza frequentata ed un gruppetto di ragazzi era appoggiato al muro di un edificio all'angolo. Un paio avevano degli skateboard sotto il braccio, altri delle cuffiette che pendevano dal collo. Il loro tono di voce era concitato e le parole pronunciate velocemente, ridacchiavano prendendo in giro qualcuno della loro classe e poi si allontanarono verso lo skate park.
Matt sorrise quando li vide allontanarsi, una voragine gli si aprì dalla bocca dello stomaco in giù; nonostante non lo avesse mai ritenuto possibile gli mancavano i tempi della scuola, quasi tutte le mattine incontrava i suoi amici in cortile e poi sgattaiolavano via verso il parco o la spiaggia. Aveva trascorso davvero pochi giorni sui banchi di scuola, tra fughe e punizioni. Quest'ultime sì che erano state tante, passava quasi più tempo col Preside che con i compagni di classe.
Solo nel momento in cui i ragazzi sparirono in una traversa, si concesse un respiro profondo: quello era uno dei tanti momenti vuoti in cui fumare una sigaretta sembrava essere l'unica soluzione possibile, ci pensava ancora nonostante avesse smesso da diversi anni. Non che gli mancasse più di tanto, ma c'erano degli istanti in cui ci sarebbe stata dannatamente bene.
Aspettò ancora un quarto d'ora prima di sedersi sul marciapiede, ridacchiò all'idea che avesse quasi preso la forma del culo di Brian e poi controllò di nuovo il foglietto dell'appuntamento che gli aveva dato Jimmy, magari aveva sbagliato a leggere.
Pronunciò data e ora a bassa voce, per poi infilare di nuovo il pezzo di carta in tasca dopo averlo ripiegato.
Quella che a Matt la sera prima era sembrata una leggera sbronza, a quanto pareva aveva avuto effetti più devastanti sugli altri due, dato che non si erano ancora presumibilmente alzati dal letto.
Si voltò prima a destra e poi a sinistra nella speranza di riconoscere un viso o una corporatura familiare e, quando non fu così, estrasse il cellulare per scrivere un sms a Johnny. D'altronde doveva pur impiegare il tempo in qualche modo. Insieme a questo, tirò fuori involontariamente anche un plettro viola su cui era incisa una M; lo aveva ricevuto in regalo dai suoi genitori dopo l'acquisto della prima chitarra classica. Era molto legato a quel piccolo pezzo di plastica nonostante si fosse dedicato poi quasi esclusivamente al canto. Lo aveva usato non più di un paio di volte, i bordi non erano molto rovinati e ci si poteva ancora suonare. Ormai era diventato il suo porafortuna preferito ed era riuscito a tenerlo fuori dai guai nel corso del tempo, il che era già molto.
Mentre i suoi pensieri erano immersi nel passato, dei passi lenti raggiunsero le sue spalle e, quando Matt si voltò, incrociò il viso e il sorriso luminoso di Jimmy. Anche se con le occhiaie e gli occhi lucidi, sembrava di buon umore.
Scusa amico.” iniziò non appena si guardarono. “Non puoi immaginare quanto alcol abbia ancora in circolo. Dopo avervi portato tutti a casa, io e Johnny siamo andati a fare ancora un altro po' di baldoria. Che serata.”
Il ricordo della notte precedente lo ipnotizzava, glielo si leggeva in faccia.
Brian sta per arrivare.” aggiunse poi. “Facciamo in tempo a fare colazione, se ne hai voglia.”
Matt alzò un sopracciglio quando l'altro pronunciò il nome del suo socio, iniziava a chiedersi cosa ci fosse esattamente tra i due dato che sembravano quasi vivere anche nella stessa casa; decise che, anche se fosse, non erano affari suoi e che doveva quindi smettere di pensarci.
Sì certo, andiamo.” rispose alzandosi in piedi, per poi affiancare l'amico. Il bar non era molto distante, dovevano solo attraversare la strada e fare qualche passo verso destra; quando entrarono all'interno del locale uno squisito odore di paste calde catturò i loro sensi così che i loro occhi puntarono subito sulla vetrina.
Mangiarono seduti ad un tavolino, prima di addentare il suo dolce alla crema però, Matt dovette litigare con Jimmy per pagare almeno la propria ordinazione ma non ebbe speranze, alla fine si arrese sorseggiando un po' del suo frappuccino.
Ti devo una colazione.” sentenziò dopo essersi pulito la bocca con un tovagliolo.
Jimmy gli fece capire che non ce n'era bisogno con un cenno della mano, poi si concentrò sul suo dolcetto e lo trangugiò senza quasi neanche respirare. Durante il caffè però si concesse tempo, quello andava bevuto e gustato con calma.
Piaciuto il concerto?” chiese Matt, che subito si sentiva a disagio appena calava un po' di silenzio.
Ve la cavate piuttosto bene, devo ammetterlo. E poi quel piccoletto, quanta potenza nelle dita.”
L'altro ridacchiò e scosse la testa, d'altronde non poteva dargli tutti i torti.
E pensare che ha imparato tutto da autodidatta.” commentò prima di volgere un'occhiata all'esterno della vetrata. “Hai mai sentito Brian suonare?” azzardò e subito si morse il labbro inferiore, non sapeva se avesse fatto la mossa giusta.
Jimmy sembrò spiazzato per un primo momento, ma ricompose subito la sua solita espressione e non gli dispiacque rispondere.
Sinceramente? Solo un paio di volte, solo che lui non se n'è mai accorto.”
La sua voce però tradì un po' tristezza, come se gli fosse stato negato di assistere ad una delle Sette Meraviglie del mondo.
Era bravo?”
Scherzi?! È velocissimo e suona alla perfezione qualsiasi cosa, mi chiedo chi sarebbe potuto diventare se avesse insistito un po' di più.”
Mi dispiace.” disse subito Matt. Non sapeva esattamente il motivo, ma solo sentire le parole di Jimmy lo avevano fatto star male. Dopo aver ascoltato le parole di Brian la sera precedente, poteva capire benissimo la malinconia del ragazzo che aveva di fronte; chissà quante volte aveva dovuto consolare l'amico o spendere per lui una parola di conforto, magari avrebbe voluto sprofondare un milione di volte ma non aveva mai potuto farlo perché Brian aveva costantemente bisogno di lui.
Non devi dispiacerti.” La voce del suo interlocutore era ormai grave. “Se avessi mai avuto la possibilità di ascoltarlo come ho fatto io, adesso passeresti ogni istante della tua vita a mangiarti i gomiti. Volevo fondare i Pinkly Smooth, una volta, ma purtroppo mi sono lasciato abbindolare da Brian e alla fine ho lasciato perdere. Non toccava una chitarra da anni, aveva paura, se fossi stato in grado di convincerlo adesso saremmo chissà dove. E invece lui era troppo preso a fare la gavetta in uno studio qui ad Huntington Beach, non sono riuscito a fare niente.” Prese un respiro profondo. “È l'unico rimpianto che mi porterò nella tomba.”
All'improvviso Matt, ascoltando quelle parole, si rese conto di non c'entrare niente con quella situazione, aveva infilato il naso nella vita di persone che conosceva a malapena e non aveva il diritto di frugare nelle loro storie in quel modo; Brian si era confidato e anche Jimmy lo aveva fatto, tutta quell'inaspettata fiducia nei suoi confronti lo destabilizzava e gli faceva venir voglia di scappare.
Andiamo?” riuscì solo a dire, sperando che il tatuatore fosse riuscito a raggiungerli.
Con un sospiro di sollievo notò che le serrande dello studio erano alzate, il cartellino Open era al suo posto e il culo di Brian ben impiantato sul marciapiede. Doveva essere arrivato da poco, a giudicare dal viso ancora gonfio e dalla carnagione piuttosto pallida.
Ah eccovi.” commentò quando li vide arrivare. “Scusa Matt, dovrò farmi perdonare in qualche modo sto trasformando queste sedute in un incubo.” Abbassò gli occhi e scosse la testa come se si stesse dando dell'idiota da solo, ma l'altro sorrise debolmente e questo lo tranquillizzò.
Hai già fatto colazione o vuoi che vada a prenderti qualcosa da mangiare?” chiese Jimmy interrompendo quel gioco di sguardi ad intermittenza.
No grazie amico, solo sentir parlare di cibo mi fa venire da vomitare.” rispose con una smorfia che Matt catalogò tra quelle che più adorava di Brian. Aveva un occhio aperto ed uno socchiuso per colpa del sole, il naso arricciato e le labbra accartocciate in un mix tra un sorriso e una posa schifata.
Più cercava di allontanarsi da quel ragazzo, più vi si trovava inevitabilmente legato.
Dovresti ordinarmi di lavorare, sei un cliente troppo buono.” sentenziò quello seduto, alzando lo sguardo per incrociare gli occhi verdi dell'altro.
Se vuoi prendo la frusta.” commentò Matt e nelle iridi di Brian apparve un lampo, chiaro e veloce, ma che lo fece accaldare all'improvviso.

***

Nella stanzetta l'odore tipico di quelle pareti era tornato ad aleggiare nell'aria, la fragranza che Matt portava addosso ovunque andasse non c'era più, segno che mancava da troppo tempo al Syn Gates. E questo fece intristire Brian, quando si rese conto che probabilmente il ragazzo non avrebbe messo più piede lì dentro.
Perché Syn Gates Tattoo?” chiese Matt ad un certo punto ed entrambi constatarono ridacchiando che si erano scambiati i ruoli. Non era più il tatuatore, quello che faceva domande.
Tutti i grandi hanno un nome d'arte, no? E io sono grande, figo, e mi chiamo Synyster Gates.”
Pronunciò quella frase dopo aver spento e posato sul tavolino la macchina, allargando le braccia e facendo ondeggiare le spalle come se stesse camminando su una passerella. Quella scena fece ridere di gusto Matt che, come contrasse i muscoli del petto, provò un leggero dolore.
Guarda, sul figo potrei anche darti ragione!” rispose, mantenendo il tono scherzoso dell'amico. “Mi piace Synyster Gates.”
Sono l'idolo di uomini donne e bambini.” cercò di esibire un sorriso provocante mentre si rimetteva al lavoro, ma fece solo ridere Matt ancora di più.
Scherzi a parte.” riprese quello seduto, tentando di tornare serio. “Mi piace sul serio.”
Quando parlò volse lo sguardo verso la testa china di Brian che era ormai tornato a tatuarlo e gli venne voglia di infilare le dita tra i suoi capelli neri, di stringerli con forza. Arrossì e si vergognò dei suoi stessi pensieri poi, per precauzione, allontanò le braccia; involontariamente il respiro dell'altro gli solleticava la pelle ogni tanto e questo gli fece scivolare la testa all'indietro mentre con gli occhi spalancati cercava di concentrarsi sul soffitto.
Ti senti bene? Ti sto facendo male?” chiese Brian alzando il viso e trovando il suo amico in una posa da Cristo in croce. “Se vuoi ci fermiamo un po'.”
Quanto manca?”
Non più di dieci minuti.”
Allora continua.”
L'altro fece spallucce ed eseguì gli ordini così si concentrò sugli ultimi dettagli e particolari da sistemare. Per Matt fu un'impresa quasi titanica cercare di rimanere impassibile e continuava a chiedersi come avesse fatto a trovarsi in una situazione del genere. Non era la prima volta che Brian fosse così vicino, eppure solo in quel momento le sue pulsazioni sessuali si stavano mostrando.
Il fatto che fosse un uomo non lo metteva a disagio, certo era una situazione completamente nuova, ma si era sempre promesso di seguire i suoi istinti e desideri anche nella vita sessuale; in quel momento avrebbe voluto fare chissà cosa, ma al tempo stesso una molla dentro di lui non era scattata e gli impediva di trovare il coraggio necessario per muoversi.
Brian, d'altro canto, non si era accorto di nulla e anche lui stava combattendo contro quella pelle morbida che tanto lo invitava, ma si era ormai abituato a cedere alle proprie pulsioni nei confronti di Matt.
Esattamente come la volta precedente, pulì le sbavature e gli porse lo specchio, Matt osservò bene il tatuaggio e sorrise soddisfatto; questa volta però aveva i capelli arruffati come se avesse tentato di strapparseli e gli occhi colmi di un desiderio che Brian cercava di interpretare. Era troppo preso da quello che stava provando, per rendersi conto dei messaggi che involontariamente l'amico gli inviava.
Quando il tatuaggio fu avvolto dalla pellicola trasparente tenuta ferma da qualche pezzo di nastro adesivo, Matt si alzò in piedi e si avvicinò per abbracciare Brian. Voleva ringraziarlo per il lavoro meraviglioso che aveva svolto, aveva ardentemente voluto avere qualcosa del Syn Gates Tattoo sul suo petto e si trovava costretto a dar ragione a tutti quelli che gli avevano sempre ripetuto di fare un salto in quello studio.
In quell'abbraccio si sentivano entrambi a disagio, avrebbero voluto qualcosa di diverso che non avevano il coraggio di ottenere, perciò rimasero per diversi secondi stretti in quel modo e Brian si rilassò quando si rese conto di sfiorare la canotta di Matt con la punta del mento. L'altro ragazzo invece gli soffiava delicatamente sui capelli, mentre respirava, e l'odore delicato dello shampoo gli fece venir voglia di abbassarsi un po' e mordere una guancia all'amico.
Che poi, non si può definire amico, qualcuno a cui vorresti strappare le labbra per gustarle a pieno.
Alla fine si divisero con dispiacere di entrambi e, in quel momento, Matt prese a frugare in una delle tasche dei pantaloni alla ricerca del suo plettro viola. Non ci aveva pensato fino ad allora ma, da quando l'idea gli era balenata in testa, si maledisse per non esserci arrivato prima.
Hai perso qualcosa?” chiese Brian, guardandolo interrogativamente.
No no.” L'altro scosse la testa. “Ehm... tieni.” concluse, per poi porgerli il palmo su cui era posato un piccolo pezzo di plastica viola.
La M al centro catturò l'attenzione del tatuatore e rimase lì impalato senza sapere bene cosa fare.
Voglio regalartelo.” aggiunse Matt. “Puoi farne quello che vuoi ma per favore prendilo, è importante per me.”
Con mano tremante Brian coprì quel palmo col suo e, mantenendo quel contatto, si sporse per raggiungere le labbra del ragazzo. Quel gesto inaspettato e repentino fece rabbrividire entrambi, l'adrenalina scorreva all'impazzata e aveva subito fatto accelerare i battiti dei loro cuori impazziti da tempo. Le dita libere di Matt si aggrapparono ad un fianco del suo amante e strinsero forte il tessuto della maglietta desideroso di raggiungere la pelle, le loro lingue si erano facilmente liberate dell'imbarazzo e in quel momento i loro movimenti si erano fatti più veloci. Le labbra di Brian sapevano di sigaretta, non percepiva quel sapore dall'ultima volta in cui aveva fumato e ritrovarlo in quel momento lo fece sentire a casa. La sua testa era tenuta ferma dalla mano grande dell'altro ragazzo, le due dita affusolate e lunghe che gli sfioravano la pelle lo fecero rabbrividire di piacere.
Quando sentì il contatto spostarsi e dirigersi verso il petto e forse ancora più in basso, Matt si bloccò. Brian se ne accorse subito nel momento in cui il loro bacio si interruppe e si sentì freddo senza il calore di quel corpo che tanto stava desiderando e che pensava di aver finalmente conquistato.
Matt?” lo chiamò, con le guance rosse e le labbra torturate da quella passione che li stava consumando.
Il ragazzo però non rispose subito, si limitò a sbattere ancora un po' le palpebre e a guardare la porta davanti a lui come se volesse scappare.
N-Non ci sto capendo niente.” mormorò. “D-Dio...”
Qualsiasi cosa tu stia pensando, dimmela.” disse Brian in tono quasi supplichevole, improvvisamente spaventato a morte. Tutto si sarebbe aspettato tranne una simile reazione, considerato l'ardore di entrambi nei confronti di quel bacio, ed in quel momento aveva paura di aver sbagliato qualcosa, di avergli messo fretta o di non essergli piaciuto. “Parlami.”
Ho... Abbiamo corso troppo. M-Mi dispiace Brian, non è colpa tua.” La sua voce era ancora paragonabile ad un sussurro, ad un labile lamento di chi si sente perduto. “Sono io che ci sto ricadendo di nuovo.”
Con queste ultime parole abbandonò la stanza di corsa e non chiuse neanche la porta, lasciando Brian lì impalato e desideroso di sotterrarsi proprio in quel punto. Aveva preso a tremare e, nella foga della situazione, il plettro era caduto a terra davanti alle sue scarpe.
Appena lo notò lo raccolse subito e lo osservò per qualche istante con gli occhi lucidi e colmi di rabbia.
Aveva fatto qualcosa di sbagliato, ne era sicuro, e probabilmente quella plastica viola sarebbe stata l'unico oggetto che lo avrebbe legato a Matt, che gli avrebbe ricordato di quel veloce, ma intenso momento.



Penultimo capitolo ladies and gentlemen, penultimo capitolo.
D'altronde l'avevo detto che sarebbero stati al massimo cinque capitoli, no?
Vi anticipo solo che altre cose su questi due sono work in progress, è molto probabile che non abbandonerò questa trama e ambientazione molto presto ^^
Volevo ringraziare BlackBaby e Yssel che hanno recensito lo scorso capitolo (oltre ad aver inserito la storia tra le seguite e/o preferite) e beatenordamned, blackshade_, Ceinwein19, everybodyisdoingtheirtime (gran bel nick *-*), Gatto Magro, Gloria Roach, samuel e Vale Dirnt che hanno inserito la storia tra le seguite. Infine un grazie enorme anche a Cathleene6661 che preferisce.
Al prossimo e ultimo capitolo!

Dominil (sì, sono tornata al mio nick originale)
   
 
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