Film > High School Musical
Ricorda la storia  |      
Autore: Hypnotic Poison    15/03/2008    5 recensioni
Vi è mai mancato il coraggio per fare qualcosa che avete sempre sognato di fare?
Beh, spero per voi che non vi capiti mai, perché è davvero terribile.
Cioè, insomma, la cosa che vuoi da anni è lì, davanti a te, semplice semplice… e tu non riesci a raggiungerla perché ogni volta non hai abbastanza fegato per arrivarci!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chad Danforth, Gabriella Montez, Taylor McKessie, Troy Bolton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prova di coraggio

Prova di coraggio

 

 

 

Vi è mai mancato il coraggio per fare qualcosa che avete sempre sognato di fare?

 

Beh, spero per voi che non vi capiti mai, perché è davvero terribile.

 

Cioè, insomma, la cosa che vuoi da anni è lì, davanti a te, semplice semplice… e tu non riesci a raggiungerla perché ogni volta non hai abbastanza fegato per arrivarci!

 

E dire che basterebbero tre semplici paroline…

 

Sospiro, e mi alzo dalla panchina situata nel campetto da basket dietro casa mia.

 

Mia e della mia ragazza, Taylor McKessie. Stiamo insieme da sette anni, ormai, ma non siamo cambiati affatto.

 

Certo, lei è diventata medico, e io gioco nei Red Hawks insieme al mio migliore amico Troy Bolton, ma siamo sempre noi due.

 

Viviamo qui, ad Albuquerque, in una villetta vicino a quella dei nostri amici, Troy appunto, e Gabriella, sua moglie dall’anno scorso. Loro hanno anche una bimba, Vanessa, di quattro mesi.

 

E poi, il mega-villone di Sharpay Evans ci sovrasta tutti, naturalmente. L’ex reginetta dell’East High vive felicemente nella sua reggia circondata da una specie di bosco, insieme a Zeke Baylor, mio amico fin dai tempi del liceo.

 

Suo fratello Ryan, invece, si è ‘accontentato’ di una modesta casetta come le nostre, che condivide con sua moglie Martha.

 

E, per terminare la vecchia compagnia dei Wildcats, qualche numero più in là del nostro abitano Kelsie e Jason e le loro gemelle Rory e Janet, di tre anni.

 

Insomma, siamo tutti riuniti qui, ed è uno spasso. Siamo i vicini più affiatati che si possano avere, anche se, quando si litiga, lo sanno subito anche gli altri.

 

Può essere divertente, come tutto il contrario; quando mi capita di litigare con Taylor, spesso mi ritrovo le ragazze sulla porta cinque minuti dopo!

 

Ma comunque, si sta bene. Sembra sempre di essere ancora adolescenti, anche se in realtà ormai di anni ne abbiamo ventiquattro, e i problemi che dobbiamo affrontare sono più grandi.

 

Come il mio. Sono un codardo, anche se non l’avrei mai ammesso.

 

Ho avuto il coraggio di lanciarmi giù da un ponte legato solo con un elastico (una scommessa persa con Ryan a chi faceva più home run…), e non di fare questo.

 

Ora voi vi starete chiedendo: cos’è questo?

 

Molto semplice. Dovete sapere che, tra tutto il nostro gruppo, io e Taylor siamo gli unici a non essere sposati. E tutto perché io… ho paura a chiederglielo.

 

Una maledetta, ignobile, paura, che mi assale ogni volta che solo sfioro il cofanetto blu dell’anello che porto in giro ormai da mesi.

 

Non fraintendetemi, sposare Tay sarebbe la cosa più bella dell’universo, ma non riesco a chiederglielo. Non riesco a trovare le parole, il momento giusto. Non sono mai stato bravo in queste cose. Fatemi giocare a basket per cinque ore filate, fatemi correre trenta volte attorno al campo da baseball, fatemi addirittura ballare, ma non chiedetemi di essere spigliato davanti alla ragazza che amo.

 

Con quelle di cui m’importava poco o niente era facile, praticamente erano tutte cheerleader con poco cervello che mi sbavavano dietro dal primo giorno di scuola, ma con Taylor… con lei è stato diverso fin dal primo momento in cui ho iniziato a conoscerla veramente.

 

Così intelligente, così sicura di sé, così bella… mi si bloccava il cuore in gola ogni volta che incrociavo il suo sguardo scuro.

 

Mi ci è voluto l’aiuto di Troy per uscire la prima volta con lei, e anche per la seconda e la terza. Poi da lì era fatta, la tensione si era sciolta, ma che fatica, ragazzi!

 

Sono un caso disperato. E credo proprio che avrò bisogno di Troy anche per questa occasione!

 

Lascio il pallone in cortile ed entro in casa dalla porta sul retro, che dà direttamente in cucina.

 

La mia ragazza è lì, impegnata ai fornelli, con l’aria concentrata; mi avvicino e l’abbraccio da dietro: “Cosa cucini di buono?”

 

“E’ una ricetta d mia nonna,” mi risponde, alzando il coperchio di una padella “Pollo al curry con pomodorini gratinati al forno.”

 

“Mmm, buono. Ma non è un po’ presto per cucinare? Sono solo le dieci!”

 

Taylor spegne il fornello e si toglie il grembiule: “Devo andare da Sharpay insieme alle altre. Dice che deve darci una notiziona!”

 

Ho un brivido. Le ‘notizione’ di Sharpay sono sempre relative: una volta, per esempio, ci ha radunati tutti per annunciare che aveva installato la seconda piscina in giardino.

 

“Ci vediamo per pranzo…” mi dà un bacio leggero ed esce.

 

Sbuffo. Perché la mia vita deve essere tanto complicata?!?

 

-Basta, Chad, sii uomo!- mi ripeto mentalmente.

 

Okay, ho deciso. Oggi pomeriggio andrò da Troy… e mi farò aiutare. Di nuovo.

 

 

###

 

 

“Allora, cosa doveva dirvi Sharpay?”

 

Siamo seduti al tavolo e stiamo mangiando tranquillamente. Anche se Taylor sembra un po’ strana…

 

Sorride: “Non ci crederai mai! Aspetta un bambino!”

 

Io spalanco gli occhi sorpreso, e scoppio a ridere: “E bravo Zeke!!”

 

“Già…” Tay giocherella con la fetta di torta che ha davanti “Chad… tu non lo vuoi un figlio?”

 

Il pezzo di dolce che ho ingoiato mi va di traverso, e inizio a tossire: “U-un fi-figlio? Ma-ma non ti se-sembra un po’ presto?”

 

Lei alza un sopracciglio: “Beh, io e le ragazze abbiamo la stessa età. Gabriella ha una bimba, Kelsie due, e Sharpay quasi! Non mi sembra così strano.”

 

“Ma… siamo ancora giovani, Tay! Non c’è bisogno di questa fretta! Perché, intanto, non prendiamo, per esempio, un cane?”

 

Taylor abbassa lentamente la forchetta: “Un cane.” il suo tono di voce fa paura “Io ti parlo di un figlio, Chad, e tu mi proponi un cane. Sei… sei veramente incredibile!”

 

Si alza e scappa via, al piano di sopra.

 

Stupido, stupido, stupido! Son un cretino! Come diavolo mi è venuto in mente?!?

 

Corro su per le scale e faccio per entrare in camera nostra, ma la porta è chiusa a chiave.

 

“Tay… apri, per favore…” mormoro bussando. Non ottengo risposta, così riprovo: “Tesoro, dai… non volevo farti arrabbiare…”

 

Sento i suoi passi che si avvicinano, e poi lei esce infuriata: “Vado a lavorare!” grida.

 

Non faccio in tempo a fermarla che è già fuori, in macchina.

 

Batto un pugno sulla porta: -Stupido, emerito imbecille, idiota!-

 

Non ne combino una giusta!

 

Meglio che vada da Troy… forse lui saprà darmi un consiglio, come al solito. È diventato davvero saggio, il mio migliore amico. Merito anche di Gabriella, probabilmente.

 

Mi avvio verso casa sua con le mani in tasca e la testa china, calciando un sasso lungo tutto il marciapiede.

 

Le nostre due abitazioni distano solo pochi metri, separate giusto dalla villetta della signora Finnigan, un’arzilla vecchietta con la passione per i gatti e le peonie, che tutte le volte che ci vede ci invita a prendere un the.

 

Salgo i quattro gradini e suono il campanello.

 

Pochi secondi dopo viene ad aprirmi proprio Troy, che mi accoglie con un sorriso: “Ehi, Chad! A cosa devo questa visita?”

 

“Ho bisogno di parlarti…” borbotto, senza guardarlo negli occhi.

 

Lui si fa da parte, io entro e vado direttamente in salotto, da dove sento Gabriella canticchiare a voce bassa.

 

È seduta sul divano, con i capelli raccolti in due trecce, e sta allattando la piccola Vanessa.

 

“Ciao, Chad!” mi saluta dolcemente quando mi vede.

 

Io ricambio con un sorriso triste e mi siedo sulla poltrona di fronte a lei.

 

M’incanto a guardare come tiene in braccio sua figlia, e come la osserva. Il legame che c’è tra loro è magnetico, quasi magico.

 

Il mio amico ci raggiunge e le si siede vicino, circondandole le spalle con un braccio: “Allora, fratello, dimmi tutto.”

 

Io sospiro, e mi guardo le mani, ma prima che possa rispondergli, Gabriella chiede: “Amore, puoi andare a prendere il suo ciuccio? Tra due minuti si addormenta!”

 

“Certo!” non posso fare a meno di notare lo sguardo che Troy lancia alle sue donne. Non penso di averlo mai visto negli occhi di nessun altro. È davvero speciale.

 

“Chad… ho mandato Troy di là per poter parlare da sola con te. Ma proprio un cane dovevi dire?”

 

Alzo di scatto la testa a quella domanda della mia amica: “Co-come fai a saperlo?”

 

Lei ride: “Mi ha chiamata, e mi ha raccontato tutto. Però non stava neanche piangendo, era semplicemente furente. Posso chiederti perché hai risposto così?”

 

“Non lo so, Gab! Ho semplicemente avuto… paura! Io-io non credo di essere pronto ad avere un figlio! È una responsabilità troppo grande, io non so neanche da che parte cominciare!”

 

Gabriella si alza in piedi e mi fa cenno di alzarmi; si avvicina e mi porge Vanessa: “Prendila in braccio. Coraggio!”

 

Sono un po’ titubante, ma prendo la piccola, e le mie braccia sembrano formare naturalmente una specie di culla. Lei sbadiglia e si appoggia totalmente a me.

 

“Allora? Come ti sembra?”

 

Io sorrido emozionato: “E’… è strano!”

 

“Non è mai facile diventare genitori, Chad. Ci vuole sempre un po’ di coraggio. Ma ne vale la pena, davvero.” mi spiega con un sorriso materno.

 

“Vai dalla mamma, Baby V!” Gabriella sorride al nomignolo che ho dato alla figlia e la riprende in braccio “Com’è papà Troy?” le chiedo scherzosamente.

 

“Che fai, cerchi di sfottere?” Troy è ritornato, mi ammicca con un sorriso “Prima o poi capiterà anche a te, amico, quindi fai poco lo sbruffone!”

 

La moglie mi fa l’occhiolino, poi sale le scale salutandoci a bassa voce.

 

“Di cosa hai bisogno?” mi domanda il mio migliore amico.

 

Io, ormai, mi vergogno un po’ a chiederglielo, ma lo devo fare. Per Taylor.

 

Così, mentre sento caldo al viso, borbotto: “Troy… io voglio chiedere a Tay di… sposarmi.”

 

Troy mi batte una mano sulla schiena: “Oh, finalmente ti sei deciso! Bravo Chad! E quindi?”

 

Prendo un grande respiro: “Il problema è che non so come chiederglielo. O meglio, ho paura a chiederglielo.”

 

“In che senso?”

 

“Nel senso che ogni volta che ci provo mi manca il coraggio! Non riesco a parlarle, il cervello mi va in fumo! Esattamente come quando dovevo chiederle di uscire la prima volta! Tu… tu come hai fatto con Gabriella?”

 

Lui sorride, e guarda fisso davanti a sé, ricordando: “Beh, non è stato così difficile. Ci stavo pensando già da un po’, e avevo anche trovato l’anello adatto. Poi abbiamo scoperto che sarebbe arrivata Vanessa da lì a sette mesi, e mi sono finalmente deciso. L’ho portata fuori a mangiare con una scusa qualsiasi, e alla fine della serata gliel’ho chiesto!”

 

Annuisco: “Okay. E come gliel’hai chiesto?”

 

Giurerei di vederlo arrossire: “Come vuoi che l’abbia fatto, Chad! Io…”

 

“Lui si è inginocchiato, mi ha preso la mano, mi ha detto che mi amava e che aveva intenzione di passare il resto della vita con me, e che sarebbe stato l’uomo più felice della Terra se avessi accettato di sposarlo!” Gabriella è ritornata in salotto, e lo ha interrotto con un sorriso.

 

Ora sì che Troy è arrossito come un pomodoro maturo: “Sì, più o meno è andata così…”

 

Io scoppio a ridere e gli stringo una spalla: “Sei sempre stato un gran romanticone, amico!”

 

La moglie si siede sulle sue ginocchia: “Già… come avrei potuto resistere ad una richiesta del genere? E allora gli ho risposto di sì, lui mi ha dato l’anello e…”

 

“E a Chad non interessa oltre!” il mio amico alza le mani, imbarazzato, e noi due ridiamo come degli scemi.

 

“Ce l’hai l’anello?” mi domanda Gabriella.

 

Io annuisco e pesco dalla tasca il cofanetto di velluto blu.

 

“Posso?” glielo porgo e lei lo apre, rivelando un semplice anello con un diamante “E’ davvero molto carino. Perfetto per Taylor!”

 

“Ora non ti resta che invitarla a cena e chiederglielo!” mi incoraggia Troy.

 

Sembra facile. Lui non aveva appena litigato con la sua fidanzata quando le ha fatto la proposta!

 

Perciò, lancio un’occhiata speranzosa a  Gabriella: “Gab… non è che potresti chiamarla prima tu, per saggiare il terreno?”

 

Troy ci guarda interrogativo: “Perché? Cos’è successo?”

 

Gabriella fa un gesto vago con la mano: “Niente… questioni di cani!”

 

Prende il cellulare dalla tasca dei jeans e compone il numero di Tay, portandolo poi all’orecchio.

 

Io aspetto trepidante la risposta, anche se so che la mia ragazza è all’ospedale.

 

“Ciao, Tay! Disturbo?” cinguetta all’improvviso Gabriella, e preme il tasto del vivavoce.

 

Mi avvicino per sentire la sua risposta, che mi fa un po’ sorridere: “Cos’è, è venuto lì da te?” la mia piccola genietta…

 

“Insomma, tesoro, non potrai essere arrabbiata con lui per sempre per una cosa del genere!”

 

Lasciami almeno essere arrabbiata per due ore…”

 

Gabriella scuote le trecce, sorridente: “Ahah. Non ne vale la pena, credimi!”

 

“Sai qualcosa che io non so, per caso, sorella?”

 

Mi volto verso la mia amica, ma lei mi rassicura con un occhiolino: “Assolutamente no! Dico solo che non vedo tutto questo motivo di infuriarsi!”

 

Sospiro di sollievo. Sharpay aveva ragione, Gabriella sarebbe diventata un’ottima attrice, se solo avesse voluto!

 

“Gabriella, hai recepito il messaggio oppure stare con Troy ti ha fuso completamente il cervello? Mi ha proposto un cane al posto di un figlio!”

 

Troy si acciglia, poi mi guarda stupito; io non posso far altro che alzare i palmi delle mani verso l’alto e fare spallucce, come a dire scusa, mi è scappato.

 

Ma Gabriella ride: “Solo perché l’hai preso alla sprovvista! Cosa dovrei dire io, allora? Devo raccontarti tutte quelle che ha fatto Troy?”

 

Il mio amico mima un silenzioso Cosa!?!? scioccato per tutto quello che stanno dicendo su di lui.

 

“Dai… fate pace…” continua sua moglie “Vi volete tanto bene! Vedrai che appena gliene riparlerai con più calma, Chad sarà migliore! Pensa, oggi non staccava gli occhi di dosso a Vanessa! Le ha anche dato un soprannome carino…”

 

La voce di Taylor, aldilà dell’apparecchio, si fa più dolce e un pelo curiosa: “Ah sì? E come l’ha chiamata?”

 

“Baby V! Non è dolcissimo?” io alzo gli occhi al cielo. Eccole, che sprofondano nel profondo baratro delle frivolezze femminili.

 

Incominciano a parlare di queste cose –dal mio punto di vista spesso inutili- e io e Troy ci guardiamo e sospiriamo sconsolati. Certe realtà non possono cambiare…

 

“Allora, perdonato?”

 

Sento Taylor sospirare: “Come si fa a rimanere arrabbiate se intervieni tu? Però deve farsi perdonare… e tu non lo aiutare! Ora devo andare, ho dei pazienti! Ci vediamo, sorella!”

 

Chiusa la telefonata, Gabriella mi guarda trionfante e alza il pollice in segno di vittoria: “Guai a te se mi combini altri casini, Danforth, hai capito?”

 

Annuisco e mi avvicino alla porta: “Grazie davvero di tutto, ragazzi. Vi devo un favore!”

 

Loro mi salutano in coro, io esco e ritorno lentamente a casa mia.

 

Ora non mi resta che aspettare che Taylor ritorni dal lavoro, per farle la mia proposta. Sul serio, questa volta.

 

 

###

 

 

Sento la porta principale aprirsi e chiudersi. Non è un bel segno; di solito entra sempre dalla porta sul retro.

 

“Ciao, tesoro.” la saluto dal salotto.

 

“Ciao.” fredda come una pietra. Fortuna che Gabriella diceva di averla addolcita…

 

Mi alzo e la raggiungo in camera da letto.

 

“Sei venuto a propormi un gatto, stavolta?” mi apostrofa dura e ironica.

 

“Ehm… no…” mi gratto imbarazzato la testa. Coraggio, Chad, ce la puoi fare. Ce la devi fare!

 

“Allora? Se non ti dispiace, vorrei andare a mangiare!”

 

Alzo lo sguardo: “In realtà… ti vorrei chiedere una cosa, Taylor…”

 

Lei incrocia le braccia e mi guarda, così io continuo: “E’ da tanto che te lo volevo chiedere, ma non ho mai trovato il momento adatto. E poi, beh, diciamo che avevo anche un po’ di paura a farlo…”

 

Mi rigiro tra le dita il cofanetto che ho in tasca. Mi trema anche la voce. Calmati, amico, calmati… è solo una proposta di matrimonio!!

 

“Però… ho capito che è arrivato il momento di farlo.” tu forse cominci a capire, infatti mi guardi curiosa e sorpresa “Io ti amo, Tay. Voglio che tu sia per sempre mia. Perciò…”

 

Mentre tu spalanchi la bocca, incredula, io mi inginocchio e ti mostro l’anello: “Perciò vorrei sposarti, Taylor. E vorrei anche un figlio da te. Voglio solo starti accanto per tutta la vita e renderti felice. Che ne dici?”

 

Tu inizi a piangere, stupefatta, e annuisci: “Sì! Sì… mille volte sì!”

 

Mi alzo in piedi e ti abbraccio, sollevandoti da terra e facendoti girare.

 

“Scusa per oggi… ero soltanto un po’, beh, terrorizzato dall’idea di aver un marmocchio piangente per casa!”

 

Taylor ride tra le lacrime e mi dà una leggera pacca sulla schiena: “Quanto sei stupido?!”

 

Anch’io sorrido: “Mi ami per questo, no?”

 

Lei ride più forte, si stacca e mi guarda negli occhi: “Già… anche per questo…”

 

La bacio, asciugandole le lacrime con il pollice.

 

Sono felice come non lo ero mai stato.

 

Finalmente ho superato anche questa mia ‘piccola’ paura.

 

E devo dire che ne è veramente valsa la pena.

 

 

 

Fine

 

 

 

Allora, che mi dite di questa Chaylor? Spero che vi sia piaciuta!!

Vi avverto che continuerò a pubblicare one-shot finchè il mio computer non ritornerà a funzionare (ora uso quello fisso, scomodissimo e lentissimo…), sperando che i dati siano rimasti!

Grazie a chi ha commentato l’altra shot I miei regali di Natale…: ciokina14, romanticgirl, armony_93, Vivy93.

 

Ringrazio anticipatamente tutte quelle (mi sembra che siamo tutte donne, no? ^^’’’) che commenteranno o leggeranno questa!!

 

Una bacione, la vostra

 

Hypnotic Poison

 

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > High School Musical / Vai alla pagina dell'autore: Hypnotic Poison