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Autore: cleversimo    08/09/2013    3 recensioni
Cersei va dal dottor Freud su consiglio di Jaime. Dopo un inizio incerto, il colloquio si rivela interessante.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Buongiorno signora Lannister, sono il dottor Freud."
"Credo che sarebbe più opportuno se lei si rivolgesse a me come Vostra Altezza o simili, durante il colloquio."
"Non credo invece sarebbe opportuno. Il fatto che voi siate regina non cambia il rapporto che devo instaurare con lei...regina, prostituta, septa...per me le persone sono persone, e se si rivolgono a me in particolare sono persone da aiutare."
"Un'immagine un po'...come dire...strana! Se davvero fossimo tutti uguali, sarebbe un gran guaio."
"Potrebbe esserlo, ma potrebbero anche non esserlo. Cambiano forse alcune cose, ma di certo non cambia il modo profondo in cui funzioniamo al cambiare del nostro status. Le septe e le prostitute hanno i suoi stessi istinti, passioni, sentimenti."
"Non importa non importa...mi chiami pure come vuole!"
"Bene. Dunque, signora Lannister, per quale motivo è venuta da me questo pomeriggio?"
"Per la verità, non sono venuta di mia spontanea volontà...è stato mio fratello Jaime a chiedirmi di venire da lei."
"E per quale motivo Jaime crede che lei avrebbe bisogno di me?"
"Dice che sono un po'...scontrosa. Acida è il termine che ha usato in realtà."
"E secondo lei questo corrisponde a verità?"
"No, certo che no. Semplicemente non sopporto che la gente parli e io debba anche ascoltarli, quando ho molte altre cose a cui pensare."
"E quali sono queste altre cose?"
"I sette regni? L'incolumità di mio figlio, che a 10 anni è già re? La puttana di sua moglie?"
"Mmm...e che collegamento c'è tra questo e quello che dicono le altre persone?"
"Non la seguo:"
"Ha detto che non ascolta le altre persone perchè ha cose molto importante a cui pensare. Questo tuttavia non significa che quello che dicono gli altri sia necessariamente poco o meno importante."
"Secondo lei esiste davvero qualcosa di più importante di mio figlio e dei sette regni, che poi sono la stessa cosa?"
"Non lo so. Lei cosa ne dice?"
"No, io sono la regina...io sono il reame!"
"Quindi secondo lei dovremmo parlare di politica, perchè lei è politica?"
"Si, credo che dovremmo."
"Ma allora perchè non si rivolge al suo consiglio ristretto?"
"Glielo ho già detto. Se fosse dipeso da me, ora non sarei qui."
"Ma lei poteva dire a suo fratello che non aveva voglia di incontrarmi."
"Me lo ha chiesto come favore, non potevo negarglielo."
"Se le avesse chiesto il favoro di suicidarsi, credo che lei non lo avrebbe fatto."
"Non è affatto la stessa cosa!"
"No, non è affatto la stessa cosa. Semplicemente volevo dire che l'idea che lei sia venuta qui solo per fare un favore a suo fratello Jaime non può essere sostenibile."
"Non importa quello che pensa lei."
"Allora perchè non si alza e se ne va?"
"Perchè ho pagato 100 ori di Castel Granito per questa buffonata. Un Lannister non butta mai via i soldi!"
"D'accordo...allora di cosa vuole parlare?"
"Decida lei, è indifferente."
"Vuole parlarmi di questo suo fratello, jaime?"
"E perchè dovremmo parlare proprio di lui?"
"Lui le ha chiesto di venire qui, e lei lo ha assecondato.  Dev'essere una persona importante per lei."
"La persona più importante direi. Siamo venuti al mondo insieme come fratelli gemelli, è naturale che lo sia."
"Certamente...ma sa, non è raro che tra fratelli si sviluppino delle rivalità o delle ostilità, ad esempio per i diversi trattamenti ricevuti dai genitori. Se tutto questo non cade in estremi, è una cosa fisiologica direi."
"Beh...di certo non si può dire che Lord Tywin abbia trattato me e mio fratello allo stesso modo."
"Cosa vuole dire?"
"Devo essere ovvia? Mio fratello ha un cazzo tra le gambe, io no. A lui è stato insegnato a usare la spada e a governare, a me come compiacere gli uomini."
"E avrebbe voluto imparare l'arte della spada e del governo?"
"Certamente...una spada e il potere ti difendono, un uomo no di certo."
"Invidiava suo fratello?"
"Invidiavo come lo trattavano."
"E glielo ha mai comunicato?"
"A Jaime dice? Lo sa bene."
"Ma ora è lei a governare."
"Ora sono io a governare. Solo perchè quel demente di mio marito è morto e mio figlio è minorenne però."
"Non aveva un buon rapporto con suo marito?"
"Puttane, cibo e birra...non c'ero io tra i suoi interessi. E Lyanna Stark ovviamente. Come dimenticarsi la puttana numero uno?"
"Un'altra competizione?"
"No...più l'amarezza direi."
"Amarezza di non essere amata da suo marito?"
"Amarezza di non essere io a controllarlo...di non essere io quella da cui andava a parlare, consultarsi, in cerca di un abbraccio o di un bacio."
"E non poteva fare nulla per cambiare quel rapporto?"
"Pensa che a un re si possa dire di non andare a puttane?"
"No, ma penso che a un re si possa dire che si è stati feriti."
"Io non sono stata ferita."
"Poco fa ha detto il contrario."
"Io non ho mai amato Robert. Non mi ha ferita lui. Mi ha ferito il fatto che io non fossi il centro del suo mondo."
"Questo, signora, è egocentrismo."
"Questo, dottore, è come essere felici."
"Se la felicità dipendesse davvero dagli altri, o meglio dal fatto che siamo al cento del mondo dell'altro, sarebbe molto triste."
"Triste ma reale. Per Robert non ero nulla. Lui non era...non era come gli altri!"
"A chi si riferisce quando dice altri?"
"Agli altri in generale. Per gli altri sono la regina, sono per forza il centro del loro mondo. Per Robert non era così."
"E' sicura che si riferisse proprio a questo?"
"E a cos'altro se no?"
"Sembrava intendere altre persone che la hanno resa il centro del loro mondo per motivi diversi dal fatto che lei è la loro regina."
"Mi riferivo a Jaime allora...lui si che mi fa sentire l'unica."
"Ed è felice con Jaime?"
"Si."
"Vede dunque? Robert non la rendeva infelice perchè lei non era il centro del suo mondo, ma perchè non la faceva sentire l'unica. Già la cosa è diversa."
"Si...Robert non era Jaime."
"Curioso che paragoni suo marito a suo fratello."
"Curioso dice? Perchè?"
"Sembra una confusione di ruoli...il marito e il fratello dico, sono due figure diverse."
"Per me non più di tanto."
"Intende dire che vorrebbe che Jaime fosse suo marito? O che Robert fosse stato suo fratello?"
"Vorrei che Jaime fosse mio marito...credo che allora sarei felice."
"Ancora questo termine: felice."
"Non è questa la meta delle nostre vite?"
"Certamente...volevo solo notare che questo concetto continua a riemergere. E come si sente con Jaime?"
"L'unica. Non esiste il mondo. Non esiste la politica. Non esiste nulla. Esisto solo io."
"Tu...e lui!"
"Si certo, era sottinteso."
"E la vicinanza a suo fratello è anche fisica?"
"MA COME OSA? QUESTO E' TRADIMENTO!"
"Era una domanda per la verità."
"Una domanda che insinua un dubbio, un dubbio che è tradimento."
"Allora risponda alla domanda, e non abbia timore...quello che qui diciamo qui resta!"
"Va bene dunque. Si, anche una vicinanza fisica. Sessuale direi."
"E ha mai pensato che questo sia strano?"
"I Targaryen..."
"SI sposavano tra fratelli e sorelle, lo so. E i figli di quella dinastia erano spesso malati...molti pazzi, che tra le malattie è la peggiore. C'è un rapporto di causa-effetto."
"Si...lo credo anch'io."
"L'incesto, le scienze biologiche ci insegnano, è disadattativo. Se tutti fossimo incestuosi, la specie sarebbe definitivamente inquinata."
"Si...e tuttavia non riesco a smettere."
"Perchè è cominciata?"
"Era un pomeriggio...Jaime ed io eravamo in camera insieme, a leggere una storia d'amore. Jaime mi ha dato un bacio sui capelli, dicendomi che ero più bella della regina di quella storia. Non abbiamo resistito e ci siamo abbandonati al piacere."
"Non le ho chiesto come, ma perchè."
"In che senso?"
"Perchè, secondo lei, ha scelto questo tipo di partner?"
"Non lo so."
"Mi dica allora quello che pensa."
"Potrebbe...potrebbe essere che volevo essere scoperta da mio padre."
"Per essere sgridata?"
"No, per dirgli che esistevo anch'io."
"Come se Jaime fosse un mezzo per arrivare a suo padre?"
"Si...forse...non lo so."
"A me non importa la verità...ma le opinioni, i pensieri."
"Allora a volte penso che i figli di me e Jaime sono superiori a quelli che avrei potuto avere con Robert...perchè discendono direttamente da mio padre sia per via maschile che femminile."
"Pensa che suo padre sia un grande uomo?"
"Lo penso."
"Con tutti?"
"Si."
"E sarebbe contenta se i suoi figli fossero come suo padre?"
"Si...ma vorrei che a loro volta coi loro figli fossero diversi...un figlio dovrebbe essere sempre consapevole del fatto che per i genitori lui significa tutto."
"Sono pienamente d'accordo con lei. Mi sembra che il rapporto con suo padre sia strano...lo ammira come un grande uomo da un lato, e tuttavia come un pessimo padre."
"Diciamo che è una buona sintesi."
"Diciamo, signora Lannister, che negli ultimi minuti il nostro incontro è stato prolifico."
"Perchè?"
"Perchè abbiamo parlato. E' la parola lo strumento che ci fa guarire."
"Lei pensa che io debba guarire da qualcosa?"
"No...ma penso che lei abbia bisogno di ricostruire la sua vita. Immagini che i suoi eventi passati siano i capitoli di un romanzo....bene, lei deve ricostruire quei capitoli, dare loro ordine e armonia. Capire che quello che è stato, tutto quello che è stato, si inserisce in percorso di vita. Vuole che ci rivediamo?"
"Lei pensa che dovrei?"
"Penso che potrebbe."
"Effettivamente, vorrei parlarle di altre cose..."
"Allora fissiamo un altro appuntamento."
  
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