E io mi chiedo perché nell’aria
Sento piano i tuoi passi lesti;
e quando di notte la luna antioraria
mi ricorda il bacio che tu mi desti
mi sento rubare l’anima e il soffio vitale,
che è come cadere in una fossa abissale.
E io mi chiedo perché l’aurora
Che tra le sue braccia sempre ci ha protetti
Fugge pallida e malata nella sua dimora
Lasciando spiriti e mostri maledetti
Ad attaccare le nostre membra incorporee
E abbandonarci informi in aree arboree.
E io mi chiedo perché le persone
Ci guardano e fan finta di niente
E in questa nostra alienazione
Non siam che spirito con corpo assente;
E scappare lontano dicendo addio
È l’unica scelta, l’eterno oblio.
E io mi chiedo perché nell’aria
I nostri corpi osservo fluttuare;
e ascoltando una triste nenia mortuaria
capisco che non siam altro che spiriti destinati a vagare.
Argentei fantasmi con cappucci bianchi
In cerca di pace, della morte ormai stanchi.
Ma io so che tra le nuvole eterne
Illumineremo la notte come due lanterne
E seppur vivendo nell’ombra e nell’inquietudine,
Inseguirci ed amarci sarà la nostra abitudine.