Gli occhiali rotondi

I suoi occhiali rotondi. Doveva averli comprati appena qualche ora prima di quella che doveva essere una gita a New York. Noi tre potevamo, potevamo chiamare “gita" anche un viaggio su Marte.

Noi tre potevamo andare dovunque. Doveva averli comprati in quel piccolo centro commerciale dove Amy aveva comprato i panini, per la nostra gita.

I suoi occhiali rotondi, su quel volto che conoscevo così bene.

Quando incontrai la piccola Amelia Pond, quando per uno stupido errore la feci aspettare anni, non avevo pensato che un minuto per il mio tardis fossero dieci anni per lei, non immaginavo che le avrei rubato una vita, una vita intera con il suo Rory.

Mentre la guardavo che leggeva, con quegli occhiali, con quell'energia che sempre si nascondeva nei suoi occhi, mi accorgevo di ciò che le avevo tolto:

Quegli occhiali che mi hanno fatto notare le rughe sulla sua fronte, lei ci scherzava su, ma il fatto era che io la stavo facendo invecchiare lontano da casa.

Quella sera siamo partiti di nuovo all'avventura, la sera del matrimonio. Dissi loro che in qualunque momento li avrei potuti riportare li, e che per gli altri sarebbero stati via solamente cinque minuti.

Ma mentivo. Sapevo che non sarebbero più stati capaci di separarsi da me. E io gli ho rubato una vita normale. E ora chi riporterò a casa? Cosa penserà papà Pond quando non troverà più la sua bambina nel letto ad aspettare la colazione da lui preparata? Quando smetterò di rubare il tempo degli altri solamente per non restare solo?

Io non mi ero reso conto che loro hanno solo una vita, a differenza di me.