Ricordalo sempre.

Hai la mia parola e ricordalo sempre. Io ti amo.
Sei come un temporale estivo: eccitante, impetuoso, trascinante.
Mi doni le sensazioni più belle, esaudisci la mia anima malata di solitudine e la elevi fino a vette d’emozioni impensabili.
Ma poi, perché è sbagliato? Perché ci nascondiamo? Dimmelo!
Il nostro amore è un qualcosa di vivo e vibrante: un raggio di luce in questa vita a volte malinconica; eppure siamo sopraffatti dalla vergogna, intimoriti dall’umiliazione.
“Lascia perdere gli altri e guardami negli occhi! Leggi quello che provo!”
Il tuo viso è pensoso, riprendo a parlare e ogni parola mi esce dal cuore
Non si muore per amore, ma non è proprio così. Non si muore fisicamente, forse, ma ci si può sentire annientati, distrutti da un peso immane che lascia soltanto macerie.
Non è facile ricostruire senza restare intrappolati nelle rovine della propria rinuncia.  
La tua vita diventa vuota, senza vie d’uscita; vai avanti per forza d’inerzia, ma ti allontani sempre più dall’essere felice.
“E’ questo quello che vuoi? E’ lecito soffrire così? Rispondi, Goten!”
Ci siamo dati l’uno all’altro nella grandezza della notte.
Scura, silenziosa, amica, ha ascoltato i nostri sospiri, le nostre promesse siglate da quel bagliore lunare, un tempo nostro alleato.  
“Dimenticare? Lo vuoi davvero? Vuoi murarti dietro l’indifferenza? Indossare per sempre un finto sorriso?”
La mia voce lenta e sofferente è velata dal pianto; una lacrima scende, ma non me ne vergogno, non adesso.
D'altronde non capirebbero. Nessuno capirebbe.
“Oh no, non puoi andartene, voler nascondere questo segreto, questa passione che ci ha travolti.”
Penso disperatamente all’abisso che ci separa; così svaniscono i sogni, nascono i tormenti. Sprofondi sempre più giù e non puoi impedire alla sofferenza e al rancore di riempirti il cuore.
Amore, odio: sono sentimenti deleteri. Ed è la prima volta che, con brutale franchezza, ti rendi conto d’essere un vigliacco, di voler salvare solo le apparenze, ingannando anche te stesso; non vuoi difenderti, ti riproponi mille dubbi e non nascondi il tuo disagio.  
“Ti guardo andare via … posso morire? Quest’esplosione di dolore è incontenibile.”
Rimango solo a guardare un vuoto incolmabile, quasi avessi scoperto di non riuscire più a respirare, mentre tutti parlano una lingua incomprensibile.
I minuti continuano a trascorrere con regolarità. E' una sorta di condanna: lenta, inesorabile, inarrestabile. La mia vita è questa, ormai.

 
Fine.


Questa breve fic è frutto di un' ispirazione improvvisa ...scritta di getto.
Buona domenica a tutti.
Grazie.


LORIGETA ^^