Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: Maty66    09/09/2013    4 recensioni
Una banda di brutali trafficanti di esseri umani, un procuratore distrettuale dal passato misterioso e dalle ancor più misteriose intenzioni, un uomo, brillante uomo d’affari ma padre assente. Gli ingredienti per una nuova storia per Semir e Ben e per una domanda… quanto contano in realtà i vincoli di sangue?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie d'amore e di amicizia'
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Canzoni, foglie di cavolo ed inseguimenti

Ben tirò l‘ultimo accordo sulla chitarra
"Perfetto” si disse mentre riguardava il testo e la musica della nuova canzone. Aveva passato tutta la notte in bianco, ma ne era valsa la pena. La canzone era il regalo di bentornato per Laura, la sua ragazza. Non la vedeva da quasi sei mesi e fra due giorni sarebbe tornata da lui. “Ora però dovrei ripulire un po’” pensò ancora mentre guardava il campo di battaglia  che era il suo appartamento. Ma  non c’era tempo doveva prendere servizio.
 “Forse è meglio che domani chiami una ditta di pulizie” pensò mentre andava verso il bagno, aggirando i cumuli di vestiti, cartoni della pizza, fogli di musica e vario altro materiale che c’erano in giro. E dire che l’appartamento era stato completamente ristrutturato e pulito dopo l’incendio. Era tutto nuovo, mobili, tende, divani, tutto scelto con cura con l’aiuto di Andrea e di Julia. “L’appartamento giusto per  due sposini” aveva commentato malizioso Semir, che come al solito non mancava mai di lanciare i suoi appelli a favore dell’istituto matrimoniale. Il matrimonio… mentre faceva la doccia Ben non potè fare a meno di chiedersi se Laura si aspettasse  subito una proposta. Dopotutto aveva rinunciato al suo lavoro da ricercatrice per stare vicino a lui, quella era stata la sua ultima missione all’estero. Dal mese prossimo Laura avrebbe iniziato a lavorare presso l’Ospedale Universitario di Dusseldorf e Ben sapeva che questo era stato un grande sacrificio per lei; Laura era una ricercatrice, una infettivologa fra le migliori in Germania  nonostante la sua giovane età e si era piegata per amor suo ad un lavoro monotono e ripetitivo. E Ben l’amava moltissimo, ne avevano passate già tante insieme. Ma non sapeva se era pronto a questo passo. Tutte le ragazze con cui aveva immaginato di costruirsi una vita insieme non c’erano più… e lui aveva paura, semplicemente paura
“Non ci pensare Ben, goditi il momento per ora” si disse mentre usciva e saliva sulla sua Mercedes.
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Semir stava facendo colazione con tutta la famiglia. Gli piaceva particolarmente questo momento della giornata, la maggior parte dei giorni era l’unico momento in cui aveva tutta la famiglia riunita. A pranzo era quasi sempre fuori per lavoro e la sera spesso rientrava che moglie e figlie già stavano dormendo, invece la mattina erano  una vera famiglia, avevano  tutti l’abitudine di alzarsi un po’ prima per onorare questo rituale e fare colazione in pace. “Aida oggi la mamma viene a prenderti un po’ prima a scuola così andiamo da zia Sarah a conoscere il nuovo cuginetto” annunciò Andrea alla figlia di sette anni. Sarah era la cugina di Andrea ed aveva appena avuto un bambino.
 “Mamma zia Sarah ha fatto sesso per avere il bambino?” chiese a bruciapelo a bambina.
 A Semir andò di traverso il caffè che stava bevendo e lo sputò fuori platealmente facendo ridere sia Aida che Lily “Ma che…” borbottò Semir tossendo.  Andrea si nascose il viso sotto il tovagliolo per non farsi vedere ridere. “Ma  tesoro chi ti ha detto questa cosa… i bambini li porta la cicogna” tentò di mentire Semir, beccandosi un’occhiataccia di rimprovero dalla moglie. “Andrea che buona questa crostata” tentò poi di cambiare discorso sempre più rosso in volto.
Ma Aida continuò imperterrita. “Ma la maestra ha detto che i bambini nascono da due genitori quando si vogliono bene e fanno sesso” La bambina aveva  ereditato la testardaggine del padre, se fiutava una pista non la mollava facilmente “Ah… ha detto così la maestra” fece Semir stupefatto “Sì alla lezione di biologia” continuò Aida “La maestra ha ragione Aida, i bambini nascono da due genitori che si vogliono tanto bene” intervenne Andrea cercando di porre rimedio al disastro “Ora però è tardi, bisogna prepararsi per la scuola” continuò cercando di bloccare il discorso. Ma Aida era ben lungi dal mollare l’osso “Quindi se voglio un fratellino anche tu e papà dovete fare sesso” “Beh sì, ma queste cose le capirai meglio quando sarai più grande” laconicamente rispose Andrea prendendo Aida per mano e trascinandola sopra  a vestirsi.
Semir rimase bloccato al tavolo completamente esterrefatto. Com’è che il mondo era cambiato senza che lui se ne accorgesse? Lui aveva creduto che i bambini nascessero sotto una foglia di cavolo, come raccontava la nonna, sino a circa dodici anni, quando un amico l’aveva informato sui misteri della vita lasciandolo stupefatto. Ora invece  le insegnavano alla scuola elementare pubblica queste cose.  Guardò la figlia minore seduta nel seggiolone. “Tu  non andrai a scuola, studierai a casa” le disse, senza che ovviamente la piccolina capisse niente anche se Lily iniziò a piangere e lamentarsi “No..no scherzavo scherzavo” fece il padre prendendola in braccio   
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“Ma ti rendi conto? Da quand’è che insegnano ai bambini di sette anni queste cose?” Ben ascoltava divertito, mentre guidava lungo l‘autostrada, l’amico che rosso in volto si sfogava “Io ho creduto che i bambini nascessero sotto una foglia di cavolo fino  a dodici, dico dodici, anni” continuò “Foglia di cavolo??, al limite la cicogna, ma la foglia  di cavolo, come ci sarebbe finito un bambino sotto la foglia di cavolo?” chiese sempre più divertito Ben “Beh cicogna, foglia di cavolo,  l’importante è che sono troppo piccoli per queste cose. Ai miei tempi…” rispose l’amico “Appunto ai tuoi tempi… non vorrei fartelo notare socio, ma sei un po’… antiquato” “Antiquato? Io non sono antiquato e poi non è questione di essere antiquato, è che Aida è troppo piccola per sapere queste cose. I bambini devono essere protetti nella loro innocenza…  Un padre farebbe di tutto per proteggere il proprio figlio, capirai quando sarai padre anche tu”   rispose offeso Semir “Secondo me Aida ha capito benissimo e non è rimasta per niente turbata, sei tu che hai paura che stia crescendo troppo in fretta. Fra poco non sarà più la tua piccolina… si truccherà, andrà ai concerti, avrà un ragazzo” “Ragazzo??? Deve aspettare almeno fino a vent’anni per avere un ragazzo” fece  Semir “Seee come noooo, ma dove credi di vivere nel secolo scorso?”  rise Ben.

L’attenzione di Semir venne tuttavia catturata da altro “Ehi Ben guarda un po’ quel camion… non ti pare troppo basso sull’asse?” gli chiese indicandogli un grosso tir che li precedeva “Troppo carico?” chiese a sua volta Ben “Diamo un po’ un’occhiata” disse Semir mentre azionava il lampeggiante e si sporgeva con la paletta dal finestrino
“Ehi tu.. accosta un po’” fece all’autista, mentre Ben si affiancava con la Mercedes.
Ma l’uomo, sulla quarantina,  con le braccia completamente tatuate, proseguì nella sua marcia, ad anzi accelerò l’andatura. “Oh… ma sei sordo e cieco? Ti ho detto accosta” urlò Semir sporgendosi di più ed agitando la paletta.
Per tutta risposta il tir sterzò bruscamente verso sinistra tagliando la strada alla Mercedes; Ben a stento riuscì a frenare per non essere tamponato,  sentì i clacson degli automobilisti che lo seguivano unito allo stridore di freni “Ma questo è cretino” imprecò Semir, mentre Ben riprendeva l’inseguimento
“Cobra 11 a Comando. Stiamo inseguendo un tir sulla A 30 direzione Dusseldorf  altezza km 45, richiediamo assistenza” disse Semir nel microfono della vettura; neppure il tempo di udire  la risposta positiva di  Susanne che la porta posteriore del camion si aprì e mostrò un uomo  alto e muscoloso che imbracciava una mitraglietta
“Oh no, non di nuovo” mormorò Semir mentre impugnava la pistola  “Attento!!!” gridò  Ben mentre si abbassava e la scarica della mitraglietta colpiva il cofano della Mercedes “Ah no non possiamo perdere un’altra vettura di servizio” Semir si sporse e con mira recisa colpì la ruota posteriore del tir. Il camion sbandò  più volte fino a che non finì la sua corsa contro la cunetta a destra della carreggiata.
Dal camion scesero di corsa quattro uomini armati che sventagliarono proiettili sulla Mercedes.
 Ben e Semir scesero dall’auto riparandosi dietro le portiere, e rispondendo al fuoco, ma i quattro corsero verso la collinetta di fianco all’autostrada. Ben e Semir li inseguirono ma ben presto i quattro si divisero  e correndo verso la autostrada parallela fecero perdere le loro tracce.
Ben e Semir ansimando tornarono al camion.
Iniziarono a cercare all’interno del rimorchio, ma vi trovarono solo  materiale edile ordinatamente riposto. Anche i documenti del camion parevano in regola; il tir,  di proprietà di una ditta di import export proveniva dalla Ucraina ed era diretto a  Dusseldorf. Stavano quasi per arrendersi quando Semir udì un lamento flebile. “Shhh…” fece avvicinando l’orecchio al pavimento del tir. Poi diede alcuni colpi alle tavole “E’ vuoto qui sotto” disse a Ben “Aiutami” gli chiese mentre prendeva una sbarra.  Piano sollevarono la prima tavola dal pavimento. Si sprigionò un odore tremendo.
“Ma che c’è qua sotto?” disse Ben mentre sollevava altre tavole.
 Fino a che i due poliziotti non videro molte paia di occhi che li fissavano terrorizzati  
  
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