09/09/2013
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Fuori si è scatenata la tempesta, la stessa che dentro di te sta scalfendo la carne e lacerando l'anima.
Hai lo sguardo fisso sulla punta delle tue scarpe, se qualcuno ti vedesse, potrebbe dire che vi hai appena notato qualcosa degno di attenzione, ma in verità è solo un punto come un altro, sul quale posi gli occhi cercando una giustificazione al tuo stare sui gradini seduto, con la pioggia che ti cade violenta addosso. L'acqua ha provveduto a imbrombare i tuoi capelli biondi, te li sei decolorati solo ieri, sono così secchi, e la pioggia non farà altro che renderli ispidi. Ci passi una mano, due mani, per riprendere il contatto con la realtà. Il rumore delle gocce che si schiantano sul terreno non può fronteggiare il battito del tuo cuore. Non fa altro che accelerare, ancora e ancora, tum tum tum, ti rimbomba nelle orecchie, ti perfora i timpani. Le scie bagnate ormai hanno percorso ogni centimetro del tuo corpo, nessuno escluso; i vestiti sono imbrombati d'acqua, il vento soffia, ma se non fosse per gli alberi che vedi danzare, non te ne saresti nemmeno accorto. Hai freddo, ma non te ne rendi conto, ti stai stringendo le braccia al petto, ma è un gesto del tutto involontario. Una ciocca ti cade sul viso, si appiccica alla tua pelle, ma l'unica cosa di cui sei consapevole è che le tue scarpe sono ancora lì, non accenni a muovere un passo.
Glielo hai detto. Non può continuare così, tu non ce la fai più, ogni giorno siete costretti a soffrire, litigate nascondendo le vere motivazioni dietro sciocchezze occasionali, che casualmente si presentano pronte per essere prese e scagliate contro l'altro. Prima tutto sembrava andare bene, ma prima quando? È sempre stato così, è inutile cerchi di mentire a te stesso. Non può continuare, ucciderebbe entrambi, distruggerebbe la vostra vita e vi ferirebbe finché morte non vi separi.
Te ne sei andato, hai fatto attenzione a sbattere la porta, ti ha detto che è finita, ma in fondo te l'aspettavi, non è così? È l'ennesima volta che succede, ma questa volta non tornerai indietro, ne sei sicuro.
Continui a fissare le tue scarpe, mentre un milione di frammenti d'acqua ti colpiscono fuori, mentre un milione di ricordi taglienti ti feriscono dentro.
Perché sei ancora qui? Perché non hai preso la strada di casa? perché i tuoi maledetti piedi sono fermi? Vorresti piangere, ma non hai il controllo su ciò che fai.
La porta si apre alle tue spalle.
«Vieni dentro, ti ammalerai lì sotto la pioggia.»
Non puoi resistere ancora, vederlo sarebbe troppo doloroso, non vuoi girarti; non puoi resistere ancora, opporti alle sue parole va contro ogni tua logica. Sei diviso tra la speranza e la rassegnazione. Perché è finita cazzo, ma siete ancora qui entrambi.
Due braccia circondano la tua vita, due labbra si posano delicate tra i tuoi capelli fradici e tu chiudi gli occhi, facendo finta di essere nella vostra quotidianità.
Le tue lacrime si mischiano alla pioggia.
«Ti prego, torna dentro.»
Sussurra l'uomo alle tue spalle, ma nelle tue orecchie suona come un "Ti prego, non lasciarmi."
Il rumore del tuo cuore ora è accompagnato dai tuoi singhiozzi copiosi, vorresti girarti e buttarti tra le sue braccia, ma non ne hai la forza. Lo fa lui per te. Ti stringe a sè, preme il petto contro il tuo, e, sotto la stoffa della tua maglia, senti il freddo anello toccare la tua pelle. È appeso ad una collana, lo porti lì da quando lui te l'ha dato, perché era troppo grande per le tue dita sottili, ma non gli avevi permesso di cambiarlo, era perfetto così.
Alzi il viso verso il suo, ormai bagnato, una ciocca bionda gli copre la fronte, sposti lo sguardo sui suoi occhi supplichevoli, sono cupi come il cielo plumbeo che vi sovrasta.
«Ti prego Billie Joe, torna da me.»
NdA: Dedico la one shot alla mia ragazza.