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Autore: maple    09/09/2013    2 recensioni
Una piccola raccolta di flash-fic sui personaggi più svariati di Hunger Games, morti o vivi che siano, ciascuna ispirata al significato di un fiore.
#Maysilee: Tulipano Giallo
#Johanna: Lattuga
#Enobaria: Rosa Nera
#Glimmer: Rosa Borgogna
#Cashmere: Ananas
#Haymitch: Crisantemo
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Maysille: Tulipano Giallo

 

Se Maysille fosse stata un fiore, sarebbe stata un Tulipano Giallo. Perché il Tulipano Giallo significa amore disperato: ed è quello che lei provava verso Haymitch, prima ragazzo del giacimento, poi rivale e infine alleato.
Era sempre stata innamorata di lui, senza nemmeno conoscerne il motivo. Era rude, insensibile, maleducato e, soprattutto, povero.
<< Non essere stupida, non c'è speranza per voi. >> Le aveva detto Hellen, la sua migliore amica, quando lei le confessò di avere una cotta per lui. Non poteva sapere quanto avesse ragione, almeno non prima della mietitura della seconda edizione della memoria.
Se s'era sentita svenire quando l'avevano chiamata , era come se fosse già morta, quando Haymitch era salito sul palco insieme a lei e altri due giovani del giacimento.
Non poteva ucciderlo. E nemmeno lasciarlo morire, per questo quando vide il favorito puntargli un coltello alla gola, non esitò a salvargli la vita.
Era colpa di quell'amore disperato, perché nell'arena non ce ne possono essere altri, a dargli il coraggio di tirare quel dardo nel collo di Quattro.
S'aspettava che quel ragazzo che la guardava sempre in manera rude e scontrosa l'avrebbe uccisa seduta stante, invece le sorrise - cosa che non aveva mai fatto - e le chiese di allearsi con lui.
Lei acconsentì immediatamente, senza pensare che se il campo si fosse ristretto a loro due, si sarebbero dovuti massacrare a vicenda e fu per questo che Maysille, una volta rimasti solo in cinque, decise che era giunto il momento di sciogliere l'alleanza. Non poteva però sapere che così aveva firmato la sua condanna a morte.
Camminava da un paio di chilometri, quando successe. Gli uccelli che lei aveva giudicato innocui le erano piombati addosso, dilaniando ogni centimetro del suo corpo con quei becchi lunghi e sottili. Poi Haymitch arrivò, forse attirato dalle urla di dolore, spaventando gli ibridi che scapparono all' istante.
Lee, come tutta Panem, non si sarebbe mai aspettata che corresse in suo soccorso, dopotutto erano nemici mortali, e, soprattutto non credeva che l'avrebbe tenuta per mano e l'avrebbe rassicurata con lo sguardo, mentre lentamente la vita scivolava via dal suo corpo, insieme al suo sangue che scorgava dallo squarcio sul collo.
Quei momenti sembrarono infiniti, nei quali lui non sapeva cosa dire e lei, agonizzante, cercava di non piangere o urlare ulteriormente. Avrebbe attirato l'attenzione degli altri tributi e, quell'amore disperato, se avesse gridato, non avrebbe spento solo una vita.
 


Non so con quale coraggio sto pubblicando questa schifezza di storia
in una sezione in cui non ho mai pubblicato nulla, ma nella qual bazzico da tempo.
Oggi, mi ero chiesta perché la Collins avesse chiamato alcuni personaggi
con il nome di alcuni fiori e sono andata a cercarne il significato su internet.
Inutile dre che non ho trovato nè la Primula, nè il Chiodo di Garofano, ma mi è venuta in
mente questa iea e ho deciso di scriverne una raccolta.
Spero che questa storia non vi dispiaccia e che, nonostante il primo capitolo sia a mala pena decente
continuerete a leggere e, magari, lasciate qualche recensione, giusto per dirmi se vi piace.
O se vi fa schifo. Credo di aver finito, quindi al prossimo capitolo, ammesso che qualcuno lo legga

 
  
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