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Autore: Damon_Soul93    09/09/2013    1 recensioni
Questo è il primo capitolo della mia prima fanfiction, spero che vi piaccia che commenterete. Mi farebbe piacere se mi deste dei consigli così da poter migliorare.
Sono mesi che penso a questa storia e finalmente ho deciso di pubblicarla. Beh che dire cito una canzone "allora sia buon viaggio" Buon Big Bang a tutti :3
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Stanca e affranta entrai nell'auto che mi aspettava sotto casa, John era lì che mi aspettava tenendomi aperta la portiera.

Non avevo molta voglia di parlare, ero arrabbiata, ma soprattutto ero molto, molto preoccupata.

Per tutto il tragitto non feci altro che guardare fuori dal finestrino, persa nei miei pensieri, mi riscossi solo quando sentii l'auto fermarsi.

"Bene siamo arrivati."

Mi voltai e ciò che vidi mi lasciò piacevolmente sorpresa. Il posto in cui eravamo arrivati era un casolare in pietra rossa con il comignolo che sputava fumo grigio. Non si può descrivere a parole la bellezza di quel luogo, sembrava quasi...

"Sembra quasi di essere in un libro di fiabe vero? " John aveva stampato sul viso il suo solito sorrisino compiaciuto, ma nei suoi occhi si leggeva una meraviglia pari a quella di un bambino.

"Non potrei essere più d'accordo. "

L'interno era ancora più meraviglioso. Tovaglie a scacchi ricoprivano i tavoli quadrati, cestini di paglia intrecciati era disposti sui tavoli, colmi di pane, fiori di campo freschi profumavo l'aria insieme all'odore delle pietanze.

Ero così presa da quella vista che non mi accorsi che John stava aspettando pazientemente con il caposala che io mi decidessi ad accomodarmi al tavolo prenotato.

"Mi scusi è che qui è tutto bellissimo. Mi sono un po' distratta."

"Non si preoccupi, non per vantarmi, ma capita spesso. " Scherzò lui facendomi l'occhiolino.

Ci accompagnò ad un tavolo un po' più appartato degli altri, vicino a una finestra che dava sul campo di fiori.

In quel luogo sembrava aleggiare una sorta d'incantesimo, come se chiunque entrasse al suo interno, non potesse far a meno di sorridere.

"Sono contento che ti piaccia, effettivamente ho sempre pensato che tu fossi quel tipo di persona. "

"Quale tipo di persona? " Chiesi.

"Romantica e sognatrice. " Mi sorrise in modo così dolce che probabilmente, se non fossi stata seduta, le gambe non mi avrebbero retto.

"Ovviamente il mio era un complimento. " Sorrise malizioso.

"Grazie. " Abbassai lo sguardo e non lo rialzai finché non arrivò il cameriere.

 

 

John

 

La cena stava proseguendo nella direzione giusta, pensai tra me e me. Victoria sembrava felice e parlava tranquillamente senza forzature. Proprio in quel momento mi stava raccontando di uno scherzo che aveva fatto con i suoi amici al discapito di una povera professoressa ingenua.

Non conoscevo ancora questo lato di lei, questo suo lato furbo e a tratti malizioso, non avevo mai visto i suoi occhi splendere per la meraviglia. Un appuntamento perfetto, se non fosse stato per il piccolo dettaglio che lei non era mia.

Non avevo mai desiderato qualcuno così tanto in vita mia, desideravo poterla baciare, potermi addormentare al suo fianco e risvegliarmi tra le sue braccia, volevo poterle dire in ogni momento quanto l'amassi e la desiderassi, volevo poter fare tutte queste cose, ma non potevo. Non ancora.

Mi feci coraggio e dissi quelle parole che mi tenevo dentro da quasi un anno e per la prima volta aprii il mio cuore a una donna.

 

La serata era quasi giunta al termine, era quello il momento giusto, così le chiesi se volesse fare una passeggiata e per mia fortuna accettò, ed ora eravamo lì, fianco a fianco, in un sentiero deserto.

 

"John senti..per quello che hai visto, insomma io posso spiegarti.." Lei continuava a parlare e parlare, dandomi spiegazioni e giustificazioni, ma io ormai non l'ascoltavo più, perché lui? Perché lui e non me? Cosa aveva quel tappetto che io non avevo?

"Basta " Tagliai a corto. " Non potete stare insieme, sfida ogni regolamento, se lo venisse a sapere il presidente sarebbe la fine.."

"Ma...se tu non gliene parli lui non lo saprà mai. " Cercava ancora di proteggerlo?

"E' solo un anno capisci? E poi? Loro tra un po' partiranno per una tournée e poi torneranno in Corea e tu? Tu resterai qui...Cosa farai? Dimmi è così forte il vostro amore?

"Tu...Come osi! Come osi pretendere di conoscere così bene i miei sentimenti? E poi hai detto bene, lui partirà e ciò che faremo o non faremo non saranno problemi tuoi." Urlò stizzita.

"Ma non capisci che a perderci sarai solo tu?La tua carriera tutti i sacrifici che hai fatto per arrivare fin qui? " Urlai disperato.

"Insomma non sono affari tuoi! Cosa ne faccio della mia vita sono solo problemi miei!"

L'afferrai per il polso e la presi tra le braccia.

"Non posso essere io? Non puoi amare me? " dissi con un soffio di voce.

 

 

Victoria

Ero immobilizzata nella morsa creata dalle braccia John, non riuscivo a muovermi, i nostri corpi così vicini, sentivo il battito accelerato del suo cuore e il suo respiro tra i miei capelli.

"John..John! Mi stai stritolando."

"Scusami. " Sciolse l'abbraccio, ma non lasciò la mia mano.

"John..Io ti rispetto, come uomo e come superiore, ma quello che provo per te non è amore e non credo che lo sarà mai, mi dispiace se.." Non trovai la forza per terminare quella frase, per la seconda volta in un solo giorno lo sconforto mi assalì. Non volevo, non volevo piangere, ma qualche lacrima mi scappò lo stesso.

John allungò una mano e con le dita raccolse le mie lacrime solitarie.

"Non mi arrenderò Victoria, non rinuncerò mai a te." Lasciò la mia mano che ricadde al mio fianco. Mi sentivo svuotata da ogni forza.

"Andiamo ti accompagno. "

"Voglio tornare a casa da sola. " Riuscii a dire con un filo di voce. Non volevo trovarmi in uno spazio così intimo come l'abitacolo di un auto in queste condizioni.

Sembrò capire perché non insistette più di tanto. " Lascia almeno che ti chiami un taxi." Non mi restò che annuire, la voce mi aveva abbandonato del tutto.

Quando arrivai a casa YoungBae era lì ad aspettarmi, aveva il viso tirato dalla preoccupazione, ma mi salutò con un sorriso, un sorrise quando vide i miei occhi rossi.

"Cosa ti ha fatto quel bastardo? Dimmelo lo ucciderò! " Ero stanca di parlare, ero stanca di tutto, l'unica cosa che volevo in quel momento era solo stare con lui, ma mi risuonavano ancora le parole di John in testa.

E' solo un anno capisci? E poi? Loro tra un po' partiranno per una tournée e poi torneranno in Corea e tu? Tu resterai qui...Cosa farai? Dimmi è così forte il vostro amore?

Già..Cosa farò io quando se ne andrà? Cosa ne sarà del nostro amore?

Guardando YoungBae negli occhi pensai che non m'importava, al momento l'unica cosa che contava era che lui fosse lì con me, il resto era solo fumo.

 

John

Dopo che l'avevo accompagnata al taxi non me la sentivo ancora di rimettermi in auto per guidare fino a casa, in quello stato avrei di sicuro avuto un incidente, quindi tornai sul luogo del delitto e rimuginare un po'.

Le avevo detto che non mi sarei arreso, ed era la verità, noi eravamo fatti per stare insieme, presto lo avrebbe capito anche lei.

Guardai sconsolato gli alberi ancora spogli intorno a me e pensai..Beh come pretendevo che andasse tutto per il verso giusto, se anche i ciliegi non sono in fiore?

Angolo dell'autrice: Perdonatemi se non ho scritto in questi tempi, ma tra vacanze ed esame di ammisione mi è mancato il tempo T___T Spero di farmi perdonare con questo capitolo! Ringrazio molto mia sorella perché mi è stata di grande aiuto nella stesura (che parolone XD) della dichiarazione <3 I love you sis!

 

 

 

   
 
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