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Autore: PinkyCCh    10/09/2013    8 recensioni
Elisabetta, al quinto anno del liceo scientifico, ha sempre cercato di passare inosservata, per evitare problemi. Il suo unico obbiettivo era: arrivare all’ultimo giorno di liceo, indenne, senza problemi. Ma qualcuno sembra non essere d’accordo. Chi? Nico. Il tipico cliché adolescenziale. Bastardo al punto giusto, stronzo al punto giusto e bello al punto giusto. Una scommessa li unirà. Un professore un po’ pazzo li unirà. Riuscirà Elisabetta a cavarsela? Riuscirà a non cadere tra le grinfie di Nico?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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- Pensieri di uno stronzo innamorato -




Avevo finalmente conseguito la maturità. Mi ero diplomata con un bel 80, certo non era il massimo, ma giudicando quanto la mia mente fosse stata sotto stress per le mie questioni amorose, avevo raggiunto un bel traguardo.
Nico e Vincent ormai erano diventati argomenti off-limits nella mia vita e le mie amiche lo sapevano bene, difatti evitavano di nominarli. Forse il mio era un comportamento infantile, ma dovevo pensare solo a me stessa ed al mio imminente trasferimento oltre oceano.

“Elis, sei sicura della tua scelta?” chiese titubante Kath, guardandomi timorosa.

Sorrisi amaramente ed acconsentii con la testa. Ero sicura, forse, di cambiare vita e dimenticare tutto ciò che avevo di buono e brutto in quella mia vita a Taranto.

“Anche se saremo lontane, i nostri cuori saranno sempre collegati, lo sai, vero, Elis? Ti vogliamo bene stronzetta!” urlò Linda, schioccandomi un bacio sulla guancia.

Sì che lo sapevo e sapevo che senza di loro, quell’ultimo periodo sarebbe stato uno schifosissimo inferno.
New York mi attendeva o almeno questo pensavo.






POV Nico



Da quanto non la vedevo? Da quanto non toccavo e baciavo quelle sue labbra così invitanti? Da quanto? Troppo tempo a giudicare dal mio stato emotivo.
Possibile che ero stato talmente coglione da averle permesso di uscire così dalla mia vita? Cosa c’era di sbagliato in me?
Vederla così delusa da me, dal mio comportamento, dai miei pensieri. Ma chi ero? Possibile che quella ragazzina mi avesse stravolto così tanto mente e cuore? Che diamine mi stava succedendo? La verità era che mi mancava come l’aria e mi sentivo totalmente coglione.
E se sarebbe partita senza avvisarmi? E se non l’avrei mai più rivista? D’altronde come biasimarla? Ero un fottuto egoista del cazzo. Avevo pensato solo al mio benessere e non al suo. Sapevo bene quanto fosse importante per lei cambiare vita. Ricordavo ancora quando scoprii che lavorava in quel lurido night club. Sembrava passato un secolo ed invece erano passati solo pochi mesi da allora. Vedevo ancora il suo fisico leggiadro, ballare sensualmente cercando di far provare piacere visivo a quei luridi vermi che frequentavano quel postaccio. Forse dal momento in cui la vidi su quel palco, qualcosa cambiò in me, iniziando il processo di innamoramento verso Marsh.
Lei era divenuto un pensiero fisso, sembravo un pazzo. Avevo lo sguardo da pazzo. Sorrisi beffardamente di me stesso e di come una ragazza mi aveva ridotto. Neanche la storia di Maria, a suo tempo, mi aveva ridotto in quella maniera.
Fu proprio Maria che incontrai quel giorno, mentre mi dirigevo verso il bar per incontrare gli altri.

“Nico?” mi voltai riconoscendo quella voce così dolce e delicata. Maria era davanti a me e mi guardava come se fossi un fantasma. Il fantasma di me stesso.
“Ehi, ciao.” Wow che immaginazione che avevo, vero?
“Nico, tutto bene?” mi chiese sinceramente preoccupata.

Che avrei dovuto dirle? Che stavo male per via di Elis e del suo imminente trasferimento? Mi avrebbe preso per uno sfigato ed avrei ferito anche lei, poiché sapevo perfettamente i suoi sentimenti nei miei riguardi.

“Sì Maria. Tutto alla grande!” conclusi, cercando di dipingermi sul viso un sorriso quanto meno realistico.
“Non dirmi stronzate. Ti conosco bene. Avanti, siediti…” mi fece segno di accomodarmi accanto a lei su una panchina di pietra.

Seguii il suo consiglio e mi sedetti su quella scomoda e fredda panchina. Non volevo farle altro male, non ora che avevo capito quanto male facesse soffrire per amore. Non volevo illuderla oltre. Non se lo meritava.

“Nico, non mentirmi. So che stai male per lei. Che succede?” domandò Maria ancorando i suoi occhi nei miei.

Erano così trasparenti i miei pensieri? Oppure era lei brava a leggermi e scrutarmi l’anima?
Inarcai un sopracciglio e la guardai scetticamente. Dovevo confidarle i miei dubbi da bravo bambino o continuare a reggere la maschera del bello e dannato?

“So cosa stai pensando. Con me puoi essere te stesso.” Ruppe il filo dei miei pensieri Maria.

Decisi che avrei potuto fidarmi di lei. I suoi occhi non mentivano.

“Partirà…per New York.” Semplice e conciso. Ero stato bravo, no?
“Ed il problema dov’è? È una bella cosa!” sbuffò Maria, accigliandomi con lo sguardo.
“Dov’è il problema? DOV’È IL PROBLEMA? Il problema sta nel fatto che ora ci eravamo avvicinati come coppia e lei ha pensato bene di decidere di partire per quel fottuto posto oltre oceano. Te ne rendi conto? È solo una stronza egoista che pensa al suo benessere! Come crede di poter andare oltre oceano e pretendere che io l’aspetti?” non avevo più fiato in corpo per l’aver parlato senza sosta.
“Stupido. Non capisci che per lei è un’opportunità più unica che rara? Ma chi ti credi di essere? Non conosci il detto: se ami lasciala andare? Sei tu l’unico egoista qui! Ti ha mai chiesto di aspettarla? Ti ha mai chiesto una qualunque cosa? Andiamo Nico, l’hai fatta solo soffrire. L’amore è irrazionale Blasi, il vostro lo è! Ti è stata accanto, ti ha amato, è stata usata, ha pianto e dora vuoi negarle la possibilità di realizzare il suo sogno? Che razza di uomo sei Blasi?” urlò tirandomi un pugno sul petto, facendomi rimanere senza parole.

Vista in quel modo, ero io l’egoista stronzo che le aveva spezzato ancora una volta il cuore. Ma l’amavo e l’idea di perderla mi faceva andare fuori di testa. Saperla a New York, lontano da me, dalla mia protezione e dove chiunque potesse anche solo guardarla. Ero pronto a lasciarla andare così, dopo tutto il nostro trascorso? Ma infondo chi ero io per privarla di tale libertà? Ero solo un ragazzo che l’aveva umiliata e ferita.
Come potevo ora chiederle di rinunciare a tutto? Ero del tutto matto e lei del tutto perfetta.
Ma l’amore non è forse perfetta follia? Quindi, teoricamente, noi eravamo anime gemelle.
Teoricamente, però.

“Nico, se l’ami, lasciala libera di scegliere quello che ritiene più opportuno. Limitati ad amarla e darle il tuo sostegno.” Da quando era così comprensiva?
“Perché mi stai dicendo queste cose, nonostante tu…”
“Perché so quanto male faccia l’amore.” Concluse sorniona lei, alzandosi e regalandomi un sorriso sincero e carico di mille silenziose parole.
“Maria, mi dispiace. Ero un ragazzino e non sapevo..” mi posò un dito sulla bocca, zittendomi.
“Nico il passato si chiama passato appunto perché ormai è sepolto nei meandri dei nostri ricordi. Non rivanghiamolo. Pensa solo a fare la scelta migliore per te ed Elis. Per voi. Amala come merita.” Perché non potevo amare Maria? Sarebbe stato così semplice. Lei era lì, bella e dolce. Elis era sfuggente e distante.

La vita era un continuo casino.



Da quella conversazione con Maria erano passati due giorni e ancora non avevo cavato un ragno dal buco. Non avevo coraggio di chiamare Elis e chiederle di vederci, ero sicuro che mi avrebbe sfanculizzato come meritavo. Ero un codardo di prima categoria, un uomo senza palle. L’avrei davvero lasciata partire senza salutarla? Già, alla fine avevo ascoltato i consigli di Maria e deciso che non mi sarei messo in mezzo alle sue scelte. L’amavo e l’avrei lasciata andare, volare verso una nuova e migliore vita. O così mi piaceva pensare. Volevo solo il meglio per lei e se il meglio non ero io, beh avrei cercato di farmelo andare bene. Infondo l’amore era anche sacrificio, vero? L’amore è irrazionale, passionale,stupido, imperfetto e masochismo allo stato puro.
Senza rendermene conto mi ero ritrovata davanti la libreria dove lavorava Elis. Possibile che il mio subconscio si muovesse in direzione di Elis costantemente?

“Blasi che ci fai tu qui?” mi voltai di scatto ritrovandomi una nanetta che mi fissava con aria minacciosa.
“Nulla che ti possa interessare.” Sbottai acido.
“Tu dici? Ed è un caso che il tuo culo sia parcheggiato davanti al posto di lavoro della mia migliore amica Elis, nonché tua innamorata? Mio caro Blasi va a fottere le oche che frequenti tu!” l’avevo sempre detto io che quella Linda era fine come uno scaricatore di porto sessualmente represso.
“Non è affar tuo Linda.”
“Invece lo è. La mia amica per colpa tua sta di merda da quasi un anno! E tu osi dire che non sia affar mio?” urlò livida in volto dalla rabbia. Ma cosa volevano tutti da me?
“Senti Linda non sono venuto qui per discutere con te e sinceramente non so neanche come abbia fatto ad arrivare fin qui. Il mio cervello mi deve aver giocato un brutto, pessimo, scherzo.” Cercai di essere il più sincero possibile.
“Sei semplicemente innamorato. Un innamorato scapestrato,ma lo sei.” Disse risoluta la nanetta.
“Questo mi sembrava fosse ovvio.” Inarcai un sopracciglio, cercando di apparire ironico.
“Partirà. Tra due giorni.” Sussurrò, quasi temesse che la potessi sentire per davvero.

E così aveva deciso. Aveva deciso di andare via da me, da noi. Sospirai ed alzai lo sguardo. La vidi, bella come non mai nella sua divisa verde e bianca. Mentre sorrideva, intenta a leggere un libro d’amore, probabilmente. Dio quanto mi sarebbe mancata. Iniziava già a mancarmi l’aria. Quanto ero stato coglione? Avevo sprecato tutto quel tempo ferendola ed ora che la volevo al mio fianco, l’avrei persa. Che merda.

“Non posso dirti cosa fare, ma posso solo consigliarti di salutarla almeno un’ultima volta. Ci tiene.” Mi sorrise timidamente. Dov’era finita la spavalderia di prima? Forse anche lei per amore di Elis metteva da parte i rancori e le antipatie.
“Neanche io so cosa fare Linda. La amo.” Mi passai una mano nervosamente tra i capelli e scompigliandomeli un po’. Come era accaduto tutto questo?

Quando l’amore mi aveva travolto così?
Era tutto un fottuto casino ed io ero diventato incoerente.

“Blasi, ti ama e la sua è una decisione sofferta. Ma pensaci un attimo. Dovrebbe rinunciare al suo sogno per cosa? La vostra storia non è una certezza, ma un’incognita. Se non dovesse funzionare tra voi, cosa le rimarrebbe? Solo un cuore infranto come i suoi sogni.” Concluse socchiudendo gli occhi ed alzando il viso, lasciandosi accarezzare dalla brezza calda di fine luglio.
“Sono uno stronzo, vero? La sto facendo solo soffrire?” soffiai ormai esasperato.
“Uno stronzo innamorato!” mi sorrise sinceramente. “Ora scusami Nico, ma devo proprio andare. Kath mi attende per il nostro spettegolamento quotidiano!” concluse rivolgendomi un occhiolino e correndo lontano da me e dai miei tormentai pensieri.

Sarei andato all’aeroporto a salutarla, almeno questo glielo dovevo.



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Bene, eccoci giunti al penultimo capitolo di questa sudata e lunga long.
Il prossimo sarà l'epilogo, ove scopriremo la tanto attesa decisione di Elis.
Ecco a voi il il video spoiler dell'epilogo! LINK: Video Spoiler
Detto questo..Alla prossima ragazzi.

   
 
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