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Autore: HisLovelyVoice    10/09/2013    2 recensioni
Molti bambini li guardavano scioccati, e spaventati chiedevano ai genitori perché si stessero rincorrendo. Sono innamorati, tesoro. Rispondevano con aria sognante le mamme, volendo anche loro una relazione del genere.
Sono innamorati. Quella era la pura e semplice verità.
Alcuni signori anziani li guardavano malinconici, ricordando la loro gioventù ormai passata, ma senza rimpianti.
Alcuni uomini li osservavano invidiosi dell’amore che li univa.
Un amore che andava oltre le apparenze.
Un amore che aveva scavato nel profondo, fino a toccare il centro del cuore.
Un amore che nessuno avrebbe mai potuto definire passeggero.
Perché si amavano da otto anni, ogni istante di più. Ogni giorno si sorprendevano avvicenda con una premura, una frase, un semplice gesto.
Erano definiti da tutti due anime gemelle.
Erano destinati a stare insieme.
Se fossero stati divisi, si sarebbero ritrovati, a qualsiasi costo.
Perché si amavano. Il loro amore era puro, come quello dei bambini.
Perché si erano accettati con tutti i pregi, ma anche con tutti i difetti e tutti i problemi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I need happiness'
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- Siete sicuri di quello che dite? - chiese per la centesima volta Andrea.
Sia io che Federico annuimmo. - È lei, non ci sono dubbi. - ripetei.
Andrea si massaggiò il mento, pensando. - Intanto potremmo andare a controllare il cognome sul citofono, nel caso abbia usato il suo. Però c’è qualcosa che comunque non torna: perché farsi vedere in giro da voi due? - domandò.
In effetti aveva ragione. Era una mossa stupida.
- Magari voleva controllare se il suo piano procedeva come previsto. Oppure per non destare sospetti. - azzardò Federico. - A me, comunque, non sarebbe mai venuta in mente lei.
- Come faceva ad avere il tuo numero?
Mi strinsi nelle spalle. - Forse lo ha preso dal telefono di Matteo. - ipotizzai.
- Matteo aveva il tuo numero? - chiese infastidito Federico.
- Si, glielo avevo dato la prima volta che siamo usciti. Se non l’ha cancellato non è colpa mia. - dissi.
Federico e Andrea annuirono. Poi quest’ultimo si alzò in piedi e telefonò a qualcuno.
- Come ti senti? - mi chiese preoccupato Federico.
Gli sorrisi. - Bene, tranquillo, sono solo un po’ stanca.
- Mi hai fatto spaventare tantissimo. - ammise prima di baciarmi. - Se vuoi vai a dormire, rimango io a parlare con Andrea.
Scossi la testa. - No, voglio esserci anch’io.
Pochi minuti dopo tornò in salone Andrea. - Allora, un mio collega passerà a controllare, in incognito, il citofono della tua vicina. - disse guardando Federico. Annuimmo entrambi. - Voi due per il momento dovete andare via. - aggiunse subito dopo.
Corrugai la fronte. - Perché? - chiesi.
- Stando qui rischiate molto. Dovete partire e andare da qualche parte dove starete al sicuro. Qui rimarrò io a controllare. Camilla, - disse poi guardandomi. - tu dovresti darmi il tuo cellulare, così se arriveranno altri messaggi potrò leggerli direttamente. Io te ne darò un altro che potrai usare tranquillamente, ma avrai, ovviamente un numero diverso. Va bene per te? - chiese.
Annuii. - Si, non ci sono problemi. Dovrei però avvertire tutti i miei amici di non chiamarmi. - dissi iniziando a tirare fuori dalla tasca il telefono.
- Va bene.
Inviai un messaggio a Giulia, Fabio, Simone e Francesca, che non sapevano di questa situazione, dicendogli di non chiamarmi perché sarei partita per le vacanze con Federico.
- Fatto. - dissi non appena furono inviati. Porsi il mio telefono ad Andrea che lo prese immediatamente, mettendolo in tasca.
- Come dico tutte le volte che prendo un telefono che non è il mio: non guarderò nulla, solo i messaggi che arriveranno. - disse.
Gli sorrisi. - Tranquillo, non c'è nulla che non puoi guardare.
- È sempre meglio dirlo comunque. Io ora devo andare. Presto manderò qui un mio collega a portarti il nuovo telefono. Per adesso voi rimanete lontani dalle finestre come ieri e non informate nessuno della vostra situazione. - ci raccomandò. Io e Federico annuimmo di nuovo.
Ci alzammo in piedi e accompagnammo alla porta Andrea.
- Grazie mille per il tuo aiuto. - disse Federico.
- Di nulla, è il mio dovere. - rispose semplicemente Andrea.
Sorrisi stringendogli la mano. - Davvero, grazie.
Mi sorrise anche lui, poi uscì.
Appena fu fuori io e Federico andammo in camera mia.
- Alla fine scappiamo veramente. - notò lui.
Sorrisi. - Dobbiamo prepararci la valigia, giusto? - chiesi.
Federico annuì. - Forse è meglio usare una borsa, da meno nell'occhio. Andiamo nel paesino di montagna dove siamo andati l'anno scorso, ti va bene?
Annuii. - Amo quel posto. - dissi sorridendo.
- Io adesso torno a casa mia e preparo la mia borsa. - disse.
Il mio sorriso si spense immediatamente. - Sicuro di andare da solo? - domandai preoccupata. - E se... se Camilla ti vede? Hai letto anche tu il messaggio di ieri. Se... se...
Federico posò il suo dito sulle mie labbra.
- Non mi succederà nulla. - disse per poi baciarmi. Mi misi in punta dei piedi prendendogli il volto tra le mani mentre lui mi stringeva per la vita.
- Ti amo così tanto, non voglio ti succeda qualcosa. - mormorai.
- Ti amo anch'io, e ti prometto che starò attento.
Annuii, anche se continuavo ad avere molta paura.
- A dopo. - disse per poi staccarsi da me. Gli presi la mano per non farlo andare, ero davvero terrorizzata, ma lui mi sorrise per rassicurarmi, poi si liberò della stretta e uscì velocemente dalla stanza prima che potessi prenderlo di nuovo.
Fissai per qualche istante la porta, poi mi riscossi e iniziai a cercare una borsa che non desse troppo nell'occhio e i vestiti indispensabili per il viaggio.
Non gli sarebbe successo nulla, sarebbe stato bene. Camilla non lo avrebbe visto e lui sarebbe arrivato sano e salvo a casa. Allo stesso modo sarebbe tornato qui da me e poi saremmo partiti. Nulla sarebbe potuto andare più storto di quanto già era.

****
 
Solo un'ora dopo Federico tornò a casa mia. Intanto era già venuto il poliziotto che mi aveva dato il telefono nuovo.
Appena aprii la porta di casa gli saltai al collo.
- Hai visto? - mormorò al mio orecchio. - Non mi è successo nulla.
- Ho avuto tutto il tempo una paura enorme. - ammisi allontanandomi da lui giusto per farlo entrare. Tornai subito ad abbracciarlo, mentre la paura piano piano scemava.
- Sono qui, stai tranquilla. - mi rassicurò. Poi mi diede un bacio sulla guancia e si allontanò per guardarmi in volto. - Sei pronta? - domandò.
Annuii. - La borsa sta dillà. - dissi indicando il piano di sopra.
Federico mi lasciò e salì di corsa i gradini. Quando fu di nuovo nell'ingresso aveva in spalla la mia borsa.
- Possiamo andare. - annunciò entusiasta prendendomi la mano.
La strinsi forte e, dopo aver messo all'ingresso un foglio per i miei genitori con scritto cosa era successo, uscimmo di casa. Federico mise la borsa nel portabagagli mentre io 
salivo davanti. Poi anche lui salì, mettendo in moto la macchina e partendo alla volta di un bellissimo paesino abruzzese.
Impiegammo circa un paio d’ore per arrivare, ma ne valse la pena. Salimmo il tornante per andare al parcheggio e, quando scesi dall’auto, respirai a fondo l’aria pulita del posto. Mi voltai indietro e guardai il meraviglioso paesaggio che mi lasciava sempre senza fiato. Le alte montagne, la pianura incontaminata dal lavoro dell’uomo, il boschetto percorso da un fiumiciattolo. Amavo quel posto.
Guardai Federico sorridendo. Stava prendendo le borse. ‘Finalmente siamo liberi.’

 


(La foto non è delle migliori, ma per ora ho solamente questa.)
HEI!
Perdonatemi per questo ritardo, sono davvero mortificata. Chiedo soprattutto scusa a te, anonimo di ask, perché ti avevo detto che avrei aggiornato ieri. (no, non ho capito chi sei)
Comunque, adesso Federico e Camilla sono al sicuro. O meglio, dovrebbero essere al sicuro. Sarà così? Io non dico niente, anche perché non so ancora cosa fare LOL
Vi ringrazio di cuore, perché continuate a seguire questa storia anche se spesso mi capita di aggiornare in ritardo. xxx
Be' alla prossima!
Un bacio
Giulia xxx
  
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