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Autore: TiffSally    10/09/2013    1 recensioni
[Thadastian]
Sebastian è strano, nasconde qualcosa e Thad è stanco.
"Doveva imparare a fidarsi degli altri, ma anche di sé stesso. Thad meritava di meglio, qualcuno che sapesse amarlo, lui non poteva. Non come voleva. Del resto come fai ad amare gli altri se prima non ami te stesso?"
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché per quanto tu possa essere arrabbiato con l'amore, 
questo ti farà sempre essere una persona migliore.


 

I guess I should’ve let you in

 

“Fanculo Sebastian. È finita, questa volta davvero. Sono stanco di te, di noi e di me stesso, di come sono diventato per colpa tua.”

Non era il tono alto, tanto che si poteva sentire per tutti i corridoi della Dalton. Non erano le parole che Thad gli stava rivolgendo a fare male. Era la sua convinzione, le fiamme nei suoi occhi. Poteva vederlo l'odio nei suoi confronti e faceva male più di qualsiasi altra cosa.

Per questo si girò e si chiuse la porta alle spalle per poi camminare ad ampie falcate, non sapeva per andare dove, solo via da lì. Fece però in tempo a sentire le ultime parole di Thad.

“Bravo, scappa! Scappa come hai sempre fatto!”

 

*

 

Poco prima..

 

“Si può sapere dove sei stato stanotte? Perché di certo non eri in camera nostra e di certo non con me.”

Thad era infuriato, Sebastian era uscito il pomeriggio prima e non era più tornato e non si era nemmeno degnato di dargli una spiegazione, non un messaggio, non una chiamata. Era spaventato, aveva paura che gli fosse successo qualcosa, così era rimasto alzato tutta la notte ad aspettarlo nel buio seduto sul suo letto, mentre stringeva il cuscino di Sebastian.

“Non sono affari tuoi. Cristo non dobbiamo mica stare insieme 24 ore su 24.”

Erano mesi, da quando si erano messi insieme, che Sebastian non usava più quel tono, almeno non con lui. Quello lo riservava per gli altri, quando lo infastidivano, quando non gliene importava nulla di quelli che gli erano accanto. E faceva male che ora lo stesse usando con lui, ma ancora di più lo faceva imbestialire.

“Non sono affari miei? Scusami tanto se ero preoccupato e tu – che in teoria dovresti essere il mio ragazzo – hai avuto la brillante idea di spegnere il telefono senza dirmi neanche una parola.”

Thad urlava, non poteva farne a meno, era infuriato ed era stanco.

“Senti sono vivo e vegeto come puoi notare, è inutile che ti scaldi tanto. Smettila di essere così opprimente.”

Si tolse la giacca, le scarpe e fece per dirigersi in bagno ma poi Thad lo afferrò per il polso per non permetterglielo e guardandolo, questa volte con lo sguardo ansioso, gli chiese “Bas, cosa c'è che non va? È successo qualcosa? Ho fatto qualcosa? Sono un paio di giorni che sei distante..” Sebastian si divincolò con un gesto secco del braccio, strinse i pugni e tenne le braccia rigide e distese lungo il busto. Poi parlò.

“Voglio solo stare da solo, ok? Devi lasciarmi in pace.”

Non era il fatto che volesse il suo spazio, Thad glielo aveva sempre lasciato, aveva imparato a capire quando era meglio lasciargli tempo per metabolizzare le cose, ma non era mai comunque stato così freddo e distaccato. Bastava che alzasse lo sguardo, che i loro occhi si incatenassero e lui capiva. Capiva quando era il momento di sedersi di fianco a lui e aspettare, senza nessuna pretesa. Ma ora? Ora erano più di due giorni che lo trattava male e che lo evitava e questo Thad non poteva sopportarlo, non dal ragazzo che amava. Se voleva lasciarlo preferiva glielo dicesse chiaro e tondo, stava diventando il fidanzato che non avrebbe mai voluto essere: geloso, possessivo, rompipalle. Ma probabilmente Sebastian non aveva abbastanza coraggio per lasciarlo, stava cercando di farsi lasciare e così Thad lo accontentò.

 

*

 

Thad correva. Correva per lasciarsi tutto alle spalle, per dimenticare. Correva così veloce che l'unica cosa su cui poteva concentrarsi era il suo respiro, altrimenti si sarebbe accasciato sul prato ansante. Sentiva i polpacci doloranti e gli addominali stringersi, ma non importava, continuava a correre. Il vento era freddo e pungente e lo colpiva dritto in faccia, ma non era per quello che aveva gli occhi lacrimanti.

Sentiva il cuore esplodergli nel petto, ma non era per i 5 km che aveva percorso senza fermarsi, qualcosa si era spezzato.

E poi d'un tratto si fermò. Si lasciò cadere sulle ginocchia e urlò. Urlò con tutto il fiato che aveva. Urlò via il suo dolore e la frustrazione causata da quell'amore che lo aveva intrappolato ma che era, allo stesso tempo, la gabbia d'oro da cui non sarebbe mai voluto fuggire.

Prese a pugni il terreno. Una, due, tre, quattro volte, finché non sentì le braccia stanche. Finché la rabbia verso se stesso e verso Sebastian non scemò, almeno un po'.

Si rannicchiò su se stesso, il viso appoggiato sulle ginocchia e le mani che stringevano i ciuffi d'erba. In quella posizione pianse tutte le sue lacrime. Perché non avrebbe dovuto promettere a Sebastian che non lo avrebbe mai lasciato, non avrebbe dovuto permettergli di rubargli il cuore. Era sempre stato un cinico sociopatico e ora si era innamorato così profondamente che si odiava per come era diventato. Avrebbe preferito rimanere da solo, avrebbe fatto meno male, forse.

Non seppe per quanto tempo rimase lì, fermo immobile con gli occhi chiusi e bagnati, anche dalla pioggia che ormai aveva iniziato a scendere. Qualcuno lo tirò su in piedi e senza dire niente lo abbracciò. Quel qualcuno però non era Sebastian, non aveva il suo odore, non lo stringeva come lui. Quell'abbraccio era sbagliato e per questo si lasciò andare di nuovo completamente, solo che questa volta Jeff non lo lasciò cadere in terra.

 

 

*

 

Stupido, stupido, stupido.

Alla fine Sebastian era andato sul tetto, sigaretta in una mano e fiaschetta dall'altra.

Era seduto mentre fissava con insistenza il cornicione scrostato.

 

Stupido, stupido, stupido.

Era tipico suo mandare tutto a puttane. Prima la scuola, poi i Warblers e ora Thad. L'unica cosa che fosse veramente giusta e che significasse qualcosa nella sua vita. Ma lui era un distruttore dalla nascita e non poteva cambiare la sua natura. Ci aveva provato con tutto se stesso, ma come al solito aveva fallito. Un fallimento ecco cos'era. Del resto suo padre glielo ripeteva di continuo e il fatto che glielo dicesse in francese non rendeva quella parola meno dura e dolorosa. Fallito.

 

Stupido, stupido, stupido.

Una boccata di sigaretta e un goccio di Scotch. Un tiro e un sorso.

Perché non era in grado di parlare chiaramente? Perché doveva sempre fuggire dai suoi problemi sperando che questi improvvisamente spariscano, non funziona mai. Perché allora continua a farlo?

Perché era un codardo, che ha paura di esprimere i suoi sentimenti, perché temeva di essere rifiutato, per questo il primo ad allontanare è sempre lui, almeno evitava la sofferenza. Ma non questa volta.

 

Stupido, stupido, stupido.

Doveva imparare a fidarsi degli altri, ma anche di sé stesso. Thad meritava di meglio, qualcuno che sapesse amarlo, lui non poteva. Non come voleva. Del resto come fai ad amare gli altri se prima non ami te stesso?

 

Stupido, stupido, stupido.

“Smythe ma quanto sei stupido? Davvero molto stupido.”

Ci mancava solo Nick a girare il coltello nella piaga.

“Lo so, sono due ore che lo ripeto a me stesso, non ho bisogno di te per rimarcare il concetto.” Sebastian chiuse gli occhi perché era stanco, delle parole, di pensare, di provare. In quel momento voleva solo spegnere il cervello per qualche ora.

“Invece ora tu mi stai a sentire brutto idiota,” era quello il bello fra di loro, Nick sapeva come prenderlo e di certo non era con le parole gentili che facevi rinsavire Sebastian Smythe.

“Si può sapere cosa diavolo c'è di sbagliato in te? Thad ti ama, farebbe di tutto per te ed è l'unico, dio solo sa perché, che ti capisce e tu che fai? Mandi tutto a puttane? Ma sei stupido?”

“Sì sono stupido! Lo so cazzo! Non c'è bisogno che tu me lo dica. Io sono tutto sbagliato è questo il problema! Thad starà meglio senza di me..”

Finita la frase non poté fare a meno di tirare un pugno contro la porta di acciaio che fece un tonfo sordo. Nick fece un passo indietro; non aveva paura di lui, ma era preoccupato per lui perché non lo aveva mai visto così.

“È questo il problema: Thad non starà meglio senza di te. Thad stava meglio con te, perché voi due vi completate inspiegabilmente e siete perfetti insieme. Quindi vuoi dirmi che succede?”

“Torno a Parigi.”

Tre parole e il mondo di Sebastian crollò, perché ammetterlo ad alta voce era peggio di qualunque cosa perché significava che era vero. Cadde a terra e, per la prima volta dopo anni, pianse.

 

 

 

*

 

Quando la porta si aprì Thad si tirò di scatto su dal letto e si mise in piedi e quando vide Sebastian fece un piccolo sorriso. Aveva bisogno di vederlo, di parlargli, di scusarsi e di dirgli quanto aveva bisogno di lui nella sua vita.

“Seb, io..” ma non fece in tempo a finire la frase che l'altro lo interruppe.

“No Thad. Non ho voglia di parlare, sono solo passato a prendere le mie cose.”

Non lo guardava, parlava ma era altrove, non poteva girarsi e guardare in quei pozzi oscuri che erano i suoi occhi, non ce l'avrebbe fatta, sarebbe crollato ed era stanco di spezzarsi.

“Sebastian, ti prego. Io ti amo. Non volevo lasciarti, ho sbagliato, scusami ti prego.”

Aveva la voce tremolante e di certo le lacrime gli scendevano sulle guance, poteva capirlo dai suoi respiri irregolari, non poteva girarsi o non ce l'avrebbe fatta a lasciarlo.

“Io no. È stato un errore. Andrò a dormire da Hunter, fino a che non mi daranno un'altra stanza.”

Ci sono rumori che non si conoscono fino a che non si sentono per la prima volta, come in quel momento quando entrambi sentirono il cuore di Thad spezzarsi alle sue parole. Non era vero, ovviamente, Sebastian lo amava più di ogni altra cosa ma farsi odiare era la cosa migliore, solo così Thad poteva andare avanti.

“NO!”

Sebastian si spaventò per la forza e la rabbia con cui quelle parole uscirono dalla bocca di Thad. “Questa è una stronzata e lo sai anche tu! Certe cose non si possono fingere. Il modo in cui mi guardavi, in cui mi guardi è vero. Ti mi ami, ma c'è qualcosa che non va e hai paura. Cristo Sebastian abbi il coraggio di dirmi cosa c'è che non va! Ti prego.. mi.. mi hai tradito?”

Fu quell'“accusa” che fece scattare Sebastian. Come poteva pensare che lo avesse tradito?

“Thad io non ti ho tradito. È solo che.. lascia stare. È meglio se mi dimentichi, fidati starai meglio.” Ma non era più convinto di quello che diceva, ormai ogni sua parole era tremante.

“Seb.. ti prego..”

Gli occhi di Thad erano da sempre stati il suo punto debole, quelli che lo avevano fatto innamorare e ancora una volta lo spinsero a dire la verità e ad essere sincero.

“Parto,” un respiro profondo di Sebastian e quello trattenuto di Thad, “torno a Parigi. Parto fra due settimane.”

Sebastian si sedette sul letto, come se quella confessione gli fosse costata tutte le sue forze e ora le sue gambe avevano ceduto. Thad si inginocchiò davanti a lui, prese le sue mani nelle sue e guardandolo gli disse “tu non te ne andrai. Troveremo una soluzione, ok?”

Sebastian semplicemente annuì mentre per la seconda volta quel giorno le lacrime iniziarono a scendere. Thad le asciugò con il pollice e tenne la sua mano calda sulla sua guancia fredda.

“Ti amo Sebastian” gli posò un bacio delicato sulle labbra.

“Ti amo anche io” rispose mentre si fiondava fra le braccia del suo ragazzo. Non lo avrebbe lasciato, né oggi, né fra due settimane alla volta di Parigi, né mai nella vita.



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Ok è angst. Parecchio, almeno credo. Mi dispiace davvero ma è venuta così ho ascoltato Wrecking Ball a ripetizione ed è venuto fuori questo.
E' un po' sconclusionato, ma è anche molto personale quindi andateci piano con i sassi e i mattoni ok? 
Non credevo nemmeno di essere capace di scrivere una cosa del genre. Sì, insomma io sono tutta fluff amore e cuoricini xD
Non è betata quindi chiedo scusa come sempre per gli errori. Non è betata semplicemente perché non ho una beta, quindi non so se qualcuno fosse interessato io sono qui. Vabbè non mi dilungo oltre, per chi segue la mia long: sappiate che sto scrivendo il capitolo, sono a metà circa e arriverà promesso :)
Un bacio allarmato TiffSally
 

  
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