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Autore: Hey There Delilah     10/09/2013    2 recensioni
"La prima volta che la vede, Cosette è… bionda, abbastanza minuta da risultare deliziosa, con un paio di ballerine al piede, stretta al braccio sottile di Marius. La prima volta che la vede, e che li vede insieme, lei, il visino pulito poggiato sulla spalla di lui, il modo in cui gli occhi di Pontmercy brillano, verdi, felici è un pugno nello stomaco capace di mozzare il fiato. La prima volta che la vede, e che tutti li vedono insieme, è l’alzata di sopracciglio – assolutamente disinteressata – di Enjolras, l’istante in cui la mano di “Taire scatta rapida sulla sua, a stringerla, immediatamente seguita dalla risata entusiasta di Courf e il sorriso caldo di Combeferre. La prima volta che la vede, talmente eterea da meritarsi un complimento sincero di Jehan, Eponine si dà dell’idiota. Idiota, idiota, idiota."
[ Modern!AU Eponine/Combeferre, Eponine/Marius, Marius/Cosette, Enjolras/Grantaire ]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Cosette, Eponine, Grantaire, Marius Pontmercy, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La prima volta che la vede, e che li vede insieme. 

La prima volta che la vede, Cosette è… bionda, abbastanza minuta da risultare deliziosa, con un paio di ballerine al piede, stretta al braccio sottile di Marius. La prima volta che la vede, e che li vede insieme, lei, il visino pulito poggiato sulla spalla di lui, il modo in cui gli occhi di Pontmercy brillano, verdi, felici è un pugno nello stomaco capace di mozzare il fiato. La prima volta che la vede, e che tutti li vedono insieme, è l’alzata di sopracciglio – assolutamente disinteressata – di Enjolras, l’istante in cui la mano di 'Taire scatta rapida sulla sua, a stringerla, immediatamente seguita dalla risata entusiasta di Courf e il sorriso caldo di Combeferre. La prima volta che la vede, talmente eterea da meritarsi un complimento sincero di Jehan, Eponine si dà dell’idiota. Idiota, idiota, idiota.
 
***
 
“Io, davvero, non so come ho potuto....”
“…Farmi piacere un demente che si confonde tra più lingue, perde le chiavi di casa una volta a settimana, rovescia il caffè sul portatile di Apollo, arrossisce balbettando, dimostra la vivace prontezza di riflessi di un lobotomizzato, ancora non è in grado di arrivare al Musain senza sbagliare strada almeno un paio di volte?”
“Sì, no, aspetta… avevo dimenticato di quando fuse il pc di Enjolras.” Gli angoli delle labbra di Eponine tremano, incerti, prima di sollevarsi in un sorriso che si trasforma presto in una risata. Grantaire sta ancora armeggiando dietro i fornelli, con tanto di grembiule e cappellino di carta sui ricci impossibili, e, sebbene l’amico non si giri nemmeno per osservare la sua reazione, 'Ponine può vederne le spalle scosse dallo stesso attacco d’ilarità che ha colpito anche lei.
La ragazza si avvicina piano, abbracciandolo da dietro, sapendo che non c’è da sussurrare nessun “grazie”.  R continua a mescolare il contenuto della pentola, Eponine avvinghiata alla schiena, prima che esclami un serissimo “Le foto del funerale devono essere ancora sul Facebook di Courfeyrac, se Apollo non è riuscito nell’impresa di segnalarle all’amministrazione.”
“Cosa?”
“Le foto del nostro di leader che seppellisce il pc.” Vi è una breve pausa, durante la quale 'Taire osserva insoddisfatto la sua “creazione”, abbassando la fiamma. “Struggente, vero?”
“Assolutamente.” Conviene Eponine, lasciando la presa alla ricerca del cellulare. “Dimmi che Ferre ha tenuto la funzione, e che ci sono stati fiori, e potrei superare definitivamente il mio cuore spezzato.”
“Di già, senza nemmeno il gelato agli Oreo? Beh, posso sempre regalarlo a Bossuet.”
“Uhm.”
“E’ nel frizer, 'Ponine, pensa bene a quello che stai per dire.”
“Ehi, voi due, piantatela di chiacchierare e cucinate!” La testolina arruffata di Gavroche fa capolino dalla porta della cucina, mentre si tiene drammaticamente la pancia con le mani. “Sto morendo di fame, altri dieci minuti e dovrò darmi al cannibalismo.”
“Oh, Padron Gavroche, perdoni l’inettitudine del suo umile servitore…”
“R, fa poco lo spiritoso, tu saresti il primo ad essere mangiato.”
“Sentito? In questa casa conti poco.”
“Andiamo, ma non vale! Ti salva solo perché sei sua sorella.”
“Gavroche?”
“E’ la verità.”
 
***
 
La prima volta che la vede, leggermente a disagio in mezzo a loro, ordinata e semplice nella romantica camicetta bianca, gli occhi cerulei imbarazzati ma decisi quel che basta da reggere lo sguardo di Enjolras, educata e sagace allo stesso tempo, Eponine sa di essere fuori dal gioco senza nemmeno la possibilità di rientrare tra i partecipanti. Ci ha provato, pensa, disperatamente, ci ha provato per mesi, sempre presente per lui, ci ha provato con quel rossetto rosso che nemmeno le piaceva, abbracciandolo forte dopo una protesta, nel tentativo di fargli capire che “dannazione, Marius, io ti amo.” Ed è vero, il sentimento c’è, ed è reale, opprimente in petto, almeno per 'Ponine, sempre e solo per “Ponine, che la prima volta che li vede insieme vorrebbe alzarsi in piedi sul tavolo del Musain e gridare che lo ama, dannazione, lo ama così tanto…
La prima volta che la vede, che vede Cosette, è ingiusto, e inaspettato, ed Eponine non può fare altro che lasciare la mano di Grantaire alzandosi a presentarsi.
 
***
 
“So che non sono la persona ideale a fare questi discorsi, insomma, conosciamo entrambi i miei precedenti, eppure passerà. Adesso, oggi, fa male, ma domani andrà meglio.”
“A meno che lui non sia un leader fomentato, coi ricci biondi e un carattere discutibile.”
“Tranquillizzati, quella è la mia croce, fortunatamente si tratta di una specie in estinzione.” Eponine ridacchia mestamente, e Grantaire le appunta una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mentre dividono il letto della ragazza stando un po’ stretti. Gavroche è andato a dormire mezz’ora prima, intontito dalla maratona del Signore degli Anelli a cui l’hanno costretto, borbottando un “qualcuno di voi due è di nuovo depresso, c’era il gelato.”
“Mi sento una stupida.”
“Pontmercy non era mica l’unico rosso libero, c’è… uhm, vediamo, il principe Harry?”
“Oh, ottimo suggerimento, scommetto vivremo una solida relazione che si coronerà con la mia entrata a palazzo.” Altre risate, poi Eponine abbassa le palpebre, chiedendosi come avrebbe fatto senza 'Taire, la loro amicizia che va avanti quasi da quanto quella del Golden Trio – Enjolras, Combeferre e Courfeyrac devono essersi ritrovati in situazioni diverse, meno infelici, ma il legame che li unisce è lo stesso.
“Sei sveglia?”
“Sì, scusa, stavo pensando a cosa dire alla regina quando io ed Harry le comunicheremo del matrimonio.”
“Cerca di non includere subito Gavroche nel contratto, sai, sarebbe un peccato vederla morire di crepacuore.”
“No, ho intenzione di farlo balzare fuori a sorpresa durante la cerimonia.”
“…Eponine.”
“Uhm?”
“Sarà colpa di Jehan, e di tutti quegli unicorni rosa e arcobaleni che mi oscurano la vista quando passo del tempo con lui e Courf, ma ci tenevo a fingere di averti fatto un discorso patetico su quanto tu sia una persona speciale.”
“Mi commuovi, 'Taire.”
“Lo so, domani potresti trovarmi a spargere margheritine per strada.”
“Una domanda…”
“Sì, nell’ipotetico discorso mentale ti ho anche detto che sei bellissima.”
“E intelligente.”
“Oltremodo brillante, aggiungerei.”
                                                
***
 
La seconda volta che la vede, e sono di nuovo insieme, fa meno male. Eponine e Grantaire si scambiano uno sguardo complice dai lati opposti del tavolo, mentre 'Taire mima con le labbra un “io preferisco Harry” e qualche istante dopo Combeferre si avvicina a lei.
“Posso?” 'Ponine sposta la propria borsa dalla sedia libera, accanto alla sua, alzando il viso a guardarlo: Ferre ha i capelli color sabbia arruffati dal vento, una sciarpa, blu, con una piccola aquila…
“Tu! Hai una sciarpa dei Corvonero.” Lo studente di medicina la indica, stupito, prima di annuire sorridendo. “Sì, l’ho ordinata su internet un paio di anni fa.”
“Enji ed io ce l’abbiamo dei Grifondoro!”, si intromette un esaltato Courf.
“…Piantatela di chiamarmi Enji!”
“Okay, Apollo.”
“Grantaire!”
Eponine alza gli occhi al cielo, liquidando così una scena che ha tutta l’intenzione di  degenerare, tornando a fissare il viso aperto di Combeferre.
“Non sapevo avessi letto Harry Potter!”
“Libro preferito?”
“Oh, sei diabolico, mi stai davvero facendo scegliere?”
La seconda volta che li vede, e sono di nuovo insieme davanti a lei, Eponine è troppo impegnata a discutere di tattiche di Quidditch e del perché Silente meritasse un poderoso calcio in culo. Quando, poi, Combeferre confida pacificamente di non aver mai considerato i Serpeverde una Casata “cattiva”, la ragazza lo abbraccia di slancio facendolo arrossire fino alla punta delle orecchie.
 
Note:
Oddio, sono imbarazzata e felicissima per essere sbarcata nel fandom dei Miserabili ** Non riesco a fare a meno di loro, davvero,e ho perso il conto di quante fan fic inglesi ho letto prima di arrivare a questo punto di non ritorno. Spero vi sia piaciuta, è stata scritta di getto in un momento in cui mi sentivo particolarmente vicina a Eponine e il resto è venuto da sé. Inutile dire che, nella mia testolina malata, 'Ponine è fissata con Harry Potter, Il signore degli Anelli e il Trono di Spade.  e/R è il mio OTP, ma, boh, sono finita per scrivere una Eponine/Ferre senza nemmeno sapere come.
Un Grazie in anticipo a chiunque leggerà <3
  
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