Anime & Manga > Fairy Tail
Ricorda la storia  |      
Autore: GodSlayaH    10/09/2013    3 recensioni
In una mattinata di pioggia due cuori lontani ma legati si incontrano grazie al fato.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il cielo era stato sereno per tutta la settimana, ma non lo fu quella mattina. Goccie di pioggia cadevano costantemente contro la finestra della sua casa. Era ancora molto presto ma Gray si alzò comunque. Si stiracchiò e seduto sul suo letto fece un lungo sbadiglio grattandosi il collo.
“Sono stanco”  pensò. Perché lo è? Vi chiederete.

Il giorno prima era depresso, con la tristezza che lo mangiava ogni secondo di più. Dovette fingere un sorriso per non far preoccupare gli altri ma si sentì comunque come un ombra cupa abbagliata dalla luce dei suoi compagni. Decise quindi di tornare a casa. Come al solito nemmeno il tempo di varcare la soglia che i suoi vestiti scomparvero di dosso. Non se ne rese conto. Si stava ancora corrodendo dall’interno. Il suo sguardo era rivolto verso la parete, bianca come una coltre di neve. Abbassò lo sguardo un attimo per poi rialzarlo e tirare un pugno con tutta la forza che aveva in corpo. Non bastava. Ne tirò un altro e un altro ancora. La sua mano sanguinava ma ancora non voleva fermarsi. Una macchia via via più rossa andava formandosi sulla parete e lì e rimasta tutt’ora.  Divorato totalmente dall’angoscia si sdraiò sul letto e si addormentò sperando che il sonno potesse portargli sollievo.
Erano poco più che le quattro ed era fermo davanti alla finestra con lo sguardo fisso all’esterno. Ha notato la pioggia e subito pensa che il cielo lo capisca e che soffra insieme a lui.

“ Mi sono detto più volte di smetterla di compiangermi all’infinito di questo . Se potesse rialzarsi dalla morte sono sicuro che verrebbe da me per colpirmi in testa per poi abbracciarmi con quel suo unico calore. Ma cavolo smetti di compiangerti, idiota”  disse a se stesso.

Prese un asciugamano e si diresse verso il bagno per farsi una doccia. Non funzionò. I suoi sentimenti reagivano con l’esterno. L’acqua caduta dalla doccia congelava all’istante senza nemmeno riuscire a toccarlo. Ma Gray sentiva comunque l’acqua scorrere lungo il suo corpo. Non era della doccia… Erano le sue lacrime. Pensava che rinchiudere il suo cuore in un blocco di ghiaccio potesse fare in modo di non provare ancora quel dolore ma ovviamente era un errore. Ancora depresso decise di uscire di casa.

Nello stesso momento Juvia era seduta nell’angolo della sua stanza stringendo forte un teru teru bozu che aveva ricamato la sera precedente. Era impassibile con lo sguardo fisso sul pavimento.  La sua camera era buia e silenziosa, l’unico suono che si poteva percepire era quello della pioggia proveniente dall’esterno. Il letto era intatto… non aveva dormito quella notte. La bambola a forma di Gray era proprio lì ma Juvia non la degnò di uno sguardo. Era tutt’uno con la pioggia in quel momento.

“ Shin shin to “ mormorò all’unisono con la pioggia che veniva dall’esterno.
Era ancora impegnata a stringere il suo teru bozu.. Non era l’unico che aveva ricamato. Il piccolo Gray era circondato da tutti gli altri.

“Shin shin to” mormorò ancora e una goccia cadde. Ma non fu la pioggia, fu una sua lacrima.

Le altre ragazze del dormitorio immaginavano che lei si sentisse un po’ giù e quindi la lasciarono un po’ sola. Non la lasciarono sola come fecero gli altri in passato , del tipo “vai via ragazza cupa, siamo stanchi di te e della pioggia che porti con te” ma fu qualcosa tipo “sappiamo come ti senti adesso e se hai bisogno di qualcosa puoi chiamarci in ogni istante”.

Si avvicinò anche lei alla finestra osservando la pioggia che cadeva. Per un attimo sorrise alla vista di questa, la sua vecchia amica. Ma lei sapeva che era un peso da portare… un peso che Gray le ha levato di dosso e per il quale gli sarebbe stata grata in eterno.
Ma la tristezza di quel giorno fu troppo forte. Non riusciva a fermare la pioggia e allo stesso tempo neanche le sue lacrime. Decise però di farsi forza, prese il suo ombrello e uscì di casa.

Gray camminava con la testa rivolta al cielo mantenendo con la sua mano destra dei fiori e Juvia con la testa abbassata fissando la pioggia che toccava terra. Caso volle che si trovassero nella stessa strada ma su due marciapiedi diversi. Nessuno si accorse dell’altro.

Juvia arrivò alla spiaggia. Era sicura di essere sola. Chi mai andrebbe in un posto così con un tempo del genere? Pensò. Chiuse l’ombrello e si tolse la giacca. Si sdraiò delicatamente sulla riva sentendosi di nuovo tutt’uno col mare. Era totalmente in sincronia con l’acqua circostante e in un attimo di rilassatezza voltò lo sguardo alla sua destra ed è lì che lo vide. Gray era non molto distante da lei. Era totalmente fradicio ma non era quello che la turbò. Fu il suo sguardo. Non poteva stare ferma. Non poteva vedere l’amore della sua vita in quello stato. Così si avvicino a lui. Riaprì il suo ombrello e coprì entrambi.

“ E’ stata Juvia a scatenare la pioggia stamattina, mi dispiace Gray-sama” disse con tono triste.

I loro occhi non si incrociarono ma le parole lo raggiunsero comunque. “ Non importa, rispose”.

“Si, invece”  ribadì. “ Gray-sama è già triste di suo e Juvia con la sua pioggia non fa altro che renderlo ancora più triste”.

“Non compiangerti. Così facendo la tristezza comincerà a crescere dentro di te fino a quando non ti divorerà completamente” disse con tono cupo.
Ci fu un momento di silenzio. Juvia smise di compiangersi, il suo amore le aveva detto di non farlo quindi non poteva fare altrimenti.

“Perché sei qui Gray-sama” gli chiese.

“Oggi è l’anniversario della morte di Ur” rispose Gray sempre più cupamente.
Juvia si stupì di questo. Ci qualche altro momento di silenzio.

“Posso raccontarti una cosa?” chiese a Juvia.

“Gray-sama può dire a Juvia tutto quello che vuole”.
Aveva capito che era meglio confidarsi con qualcuno piuttosto che tenersi tutto dentro.

“Il demone Deliora evocato dal mago Zeref ha ucciso i miei genitori. Fu allora che Ur mi trovò. Accolse me e Lyon e ci fece da insegnante finendo per diventare molto di più. Era diventata nostra madre. E poi […]”
Juvia ascoltò tutta la sua storia. Si sentiva triste per lui. Finalmente aveva capito per quale motivo era circondato da quell’aura oscura.  Si sentiva in colpa di aver causato la morte di Ur con la sua irrefrenatezza.

“E’ tutto a posto Gray-sama” …..”Juvia è qui perché questo fu il giorno in cui la portarono in orfanotrofio” cominciando a piangere continuò “perfino i suoi stessi genitori l’avevano abbandonata stanchi della pioggia che causava. Juvia era tanto triste. Ma è grazie a Gray-sama che Juvia ha visto il sole. Grazie a Gray-sama ha ritrovato la felicità. Gray-sama le ha imparato a sorridere. Grazie”.

Senza nemmeno che se ne potesse accorgere Gray la avvolse col suo braccio. Aveva fatto tanto per congelare il suo cuore, ma in quel semplice momento esso cominciò a sciogliersi. Si abbracciarono. I loro cuori battevano all’unisono e i loro sguardi erano l’uno rivolto verso l’altro. Lui le asciugò le lacrime e Juvia chiuse gli occhi per non farsi accecare. Nell’istante in cui li riaprì vide Gray a pochi centimetri di distanza. Si baciarono. La pioggia continuava a cadere ma in quel momento cominciavano ad apparire i primi raggi del sole e le nuova si stavano allontanando.

“Ora è tempo che gli dia queste” e gettò le rose nel mare “ spero che tu adesso sia in un posto migliore Ur”.
I due  fecero ritorno alla gilda. Durante il tragitto rimasero abbracciati tutto il tempo ma in un inesorabile silenzio. Non servivano parole. Si capivano perfettamente. I suoni avrebbero solamente potuto rovinare quel momento.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: GodSlayaH