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Autore: Wilwarind86    10/09/2013    1 recensioni
Il bianco è puro, ma facile da sporcare.
Il rosso è sangue, ma facile da schiarire.
Splende il bianco, Si spegne il rosso.
Yoan la ragazza pura, che è facile da sporcare e che vive per proteggere la sua padrona.
Yelle la ragazza che si sporcò di sangue e che vive per dimenticare le ferite.
Come influiranno le loro vite con le quattro grandi case ducali?
[ Scritta con l'aiuto di Yoan Seiyryu ]
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gilbert Nightray, Oz Vessalius, Un po' tutti, Xerxes Break
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Splende il bianco, Si spegne il rosso.


- Prologo –
 
 
I fiori, ormai del tutto distrutti dalla pioggia, erano posati delicatamente sopra la tomba, la leggera pioggia  ricadeva in modo uniforme sulle piccole guance, ormai arrossate, della piccola bambina dai corti capelli rossi come il sangue.
Guardava una grande ed immensa, almeno per la bambina, tomba con dentro il corpo di una persona a lei cara, o meglio l’unica persona a lei cara.
Per un attimo si girò intorno sperando di incontrare qualcuno, qualsiasi essere vivente che parlasse, o che camminasse, purché ci fosse qualcuno a colmare quella solitudine, che proprio in quel momento la piccola bambina provava.
Riportò, con una lentezza esasperante, l’attenzione sulla tomba, che si trovava esattamente davanti ai suoi occhi, e accennò a dei piccoli  e poco rumorosi singhiozzi, che cercava di nascondere dietro il palmo della mano.
Lei sapeva a cosa andava incontro, sapeva benissimo che un giorno sarebbe arrivato quel triste momento, anche se in fondo lei sperava che non arrivasse mai la sua ora, perché proprio davanti a lei c’era l’unica persona a cui provava affetto, l’unica persona che non avrebbe mai dimenticato nel resto dei suoi giorni.
La pioggia cominciò a scendere più velocemente, soprattutto colpì i fiori posati sulla tomba, o almeno ciò che ne rimanevano, dato che era rimasto poco e niente. La bambina abbassò la testa mentre si asciugava con il dorso della mano i piccoli occhi di un verde quasi innaturale, per quanto erano profondi ed attraenti, sembrava quasi stesse piangendo, ma purtroppo la pioggia riusciva a nascondere le calde lacrime, che ricadevano lente e copiose sulle guance arrossate.
Fece un grande respiro e cominciò a torturarsi le mani, senza un buon motivo valido, dato che ormai quelle piccole mani avevano affrontato molte cose quand’era ancora più piccola.
Sentì un rumore insolito dietro di sé, come se fossero dei passi pesanti provenire da un uomo, cosa impossibile, dato che lei era rimasta sola per sempre, eppure avvampò quando sentì una calda mano posarsi gentilmente sulla sua piccola spalla.
Quel contatto le provocò un brivido, che le percorse l’intero corpo, dopodiché si girò e confusa aspettò che l’uomo, che non aveva mai visto prima, le desse delle spiegazioni, ma costui non proferì parola, anzi si era avvicinato ed accostato alla bambina per guardare insieme la tomba.
La bambina all’inizio non capì il significato del gesto dello sconosciuto, dato che la madre, colei che ora si trovava dentro la tomba, conosceva poca gente, tra cui i vicini di casa, che erano sempre stati gentili con lei.
Nessuno dei due non parlò, solo il rumore della pioggia era concesso in quel piccolo istante, e nient’altro.
La bambina guardò di sottecchi lo sconosciuto, che aveva dei lunghi capelli biondi, legati in una coda, dei grandi occhi smeraldo, un viso dalle forme delicate e con una piccola punta di barba, ovviamente sempre bionda. Continuò a guardarlo meravigliata dai suoi lineamenti, si accorse anche che portava dei semplici occhiali quadrati, ormai del tutto bagnati dalla pioggia – o almeno sembrava che fosse della semplice pioggia - , con lo sguardo salì un po’ più sopra per incontrare due folte sopracciglia bionde, e di lato portava anche due orecchini.
Sembrava un uomo aristocratico, anche se la camicia leggermente sbottonata, le fece pensare tutt’altro.
L’uomo si girò dalla sua parte e fece una cosa molto strana, almeno la bambina la pensava così dato che quell’uomo le stava gentilmente sorridendo, come mai – esclusa la madre – nessuno aveva osato fare.
Lei  era solo una poverella, una bambina senza soldi, senza casa, ed ora privata anche della stessa madre, quindi perché un uomo così bello doveva sorriderle in quel modo facendola imbarazzare?
Neanche lei aveva una risposta certa.

<< I fiori si sono tutti rovinati. >>
La voce dell’uomo era profonda, ma aveva una nota … gentile … dolce … innocente, una persona che non avrebbe fatto male ad una mosca, eppure non la convinceva del tutto, era pur sempre uno sconosciuto.
Vide l’uomo girarsi per nascondere un piccolo sorriso mentre si portava una mano sulle labbra carnose.
<< Che  ne pensi se domani le portiamo altri fiori? >>

Questo era il colmo!
La bambina spostò lo sguardo dall’uomo alla tomba scandalizzata e molto, ma molto, confusa.
Come poteva questo sconosciuto comparire così per magia e preoccuparsi per sua madre, che forse neanche conosceva, dato che in città avevano poche amicizie.
Voleva scoprire la verità, voleva sapere, aveva il diritto di sapere chi era costui, dato che in questi primi dieci anni nessuno era mai venuto a farle visita, né a lei né alla madre.


<< Mi dispiace ma non devo parlare agli sconosciuti. >>
Scosse lievemente la testa confusa, non riusciva a capire il motivo di quell’affermazione, ma ormai il danno era fatto, non si poteva di certo tornare indietro, e poi era la madre stessa che ogni santo giorno le ripeteva che non doveva parlare con gli sconosciuti, ed ora era finalmente arrivata l’ora di eseguire un suo ordine.


L’uomo sorrise dalla sua parte, cosa che non sfuggì di certo alla bambina << Eppure lo stai già facendo. >> disse con tutta la calma possibile, ed in effetti ora che se ne accorgeva lui aveva perfettamente ragione.
La bambina dischiuse le labbra sperando di trovare in tempo qualcosa di decente – ed intelligente – da dire, ma tutto quello che uscì dalle labbra fu in semplice, piccolo, ed impercettibile sospiro.
<< Come ti chiami? >> chiese di nuovo curioso l’uomo dai capelli biondi, mentre poggiava delicatamente la mano sui corti capelli della bambina per scompigliarle leggermente quelle ciocche scarlatte.

La bambina divenne completamente rossa sulle gote, al pari dei suoi capelli, ma nonostante ciò provava, anche se minima, un po’ di simpatia per quell’uomo.
<< Yoan. >> abbassò lo sguardo rattristato << Ora solamente Yoan >> aggiunse infine in un impercettibile sussurro.

<< Sai Yoan, hai davvero dei bellissimi capelli. >>

La bambina dai capelli scarlatti si girò sconvolta mentre spalancava piano sia gli occhi verdi, così simili all’uomo, sia la piccola bocca.
Solo una persona amava i suoi capelli.
Solo una persona aveva mai fatto dei complimenti sui suoi capelli.
Ed era stata proprio la madre, che ora non c’era più.


Guardò negli occhi l’uomo e gli occhi le si inumidirono leggermente, cos’era quella sensazione, che non riusciva a capire neanche lei, e che le faceva sentire le farfalle nello stomaco?
Una sensazione sgradevole ... e nello stesso tempo … piacevole.
<< Ed invece tu chi sei? >> sussurrò Yoan ancora confusa ed imbarazzata.


< < Io? > > chiese l’uomo << Io sono colui che ti porterà in salvo, colui che ti darà un posto in cui stare, colui che ti darà una nuova famiglia con cui vivere. >> prese fiato per poi continuare con un piccolo sorriso increspato sulle labbra << Ma puoi semplicemente chiamarmi Oscar. >>


Si portò una mano tremante sulle labbra, questo era un sogno.
Qualcuno le stava porgendo gentilmente la mano, qualcuno la stava salvando dal suo mondo di tenebre, qualcuno la stava semplicemente aiutando?
Non avrebbe mai dimenticato questo nome, perché Oscar era il suo nuovo salvatore.


<< Andiamo … Yoan … >>
Le porse gentilmente la mano, ma la bambina scosse la testa e indietreggiò spaventata << Dove mi volete portare? >> abbassò lo sguardo, mentre gli occhi le cominciarono ad offuscare per le lacrime, che non riusciva più a trattenere.

<< A casa. >> aveva risposto infine l’uomo sorridendo a trentadue denti.
Si, a casa, ciò che adesso non aveva, e che forse poteva finalmente avere.
Yoan fece, per sbaglio, scivolare un’ultima sola lacrima dal suo occhio destro, unica e sola proprio come era lei qualche minuto prima, dopodiché prese la mano di Oscar ed insieme si diressero verso la loro nuova casa.
 
Ora basta piangere, la vita davanti a sé l’avrebbe dovuta far sorridere, insieme al suo nuovo amico Oscar.
 
 
 
 
 
 
 
Doppio angolo autrici:
 
Ciao a tutti!
A scrivere siamo Wilwarind86 – soprattutto lei – e Yoan Seiyryu – per la plot – e vogliamo proporvi questa fan fiction con personaggi nuovi e già conosciuti.
[ Legenda: YM: Yelle Minya ( Wilwarind ) YS ( Yoan ) ]

YM: Ah ah sei rimasta sola! * fa la linguaccia *
YS: * Le tira una scarpa in testa * Mi hanno adottata!
YM: Non hai capito niente! * Facepalm *
YS: * Scoppia a piangere in un angolino * Perché sei sempre così cattiva con me?
YM: Sono solo … Yelle  * sguardo che conquista *
Break (?): Qualcuno vuole del thè?
YM e YS lo guardano male.
Break: Ma ci sono anche i dolci!
YM e YS: Arriviamo subito! * Spariscono in una nuvoletta di fumo *
 


Angolino di Yelle:

Scusate ragazzi ma purtroppo mi dovete sorbire ancora per un pochino u.u
Come avrete capito Yoan è un personaggio inventato, proprio come il mio, che comparirà prossimamente.
In questa storia compariranno anche tutti gli altri personaggi, tra cui Break, Gil, Alice, Oz - e più ne ha più ne metta! - ecc.
Spero che la storia, o almeno il prologo, risulti interessante * incrocia le dita *
E spero di riuscire ad aggiornare presto – se quella stupida di Yoan si sbrigasse a scrivere tutta la trama principale -.-“ – quindi per ora alla prossima ragazzi!
* Saluta con la manina *

 

Yelle e Yoan.
 

 
 
   
 
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