Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Sophie 88    11/09/2013    2 recensioni
America - 11 Settembre 2001 - crollo delle Torri gemelle
E sul cuore di Alfred si aprì una ferita.
Emozioni e pensieri di quel giorno. Dolore e ricordi di oggi.
Alfred era lì, ma non riusciva a fare nulla. Vedeva il suo popolo morire sotto i suoi occhi e sarebe stato sempre così se non fosse stato per gli eroi di quel giorno: i vigili del fuoco del dipartimento di New York!!
Per ricordare chi ha dato la sua vita per salvarne altre dieci e chi, in quella gabbia di cemento, ha lasciato la propria vita.
Genere: Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: America/Alfred F. Jones
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TO OUR FALLEN HEROES
 
 
Casa di America:
 
Quel giorno Alfred si alzò di buon ora e continuava a guardare fuori dalla finestra. C'era un sole bellissimo e in cielo neanche una nuvola, era tutto azzurro limpido come i suoi occhi, come quegli occhi che, quel giorno, avevano visto l'inferno.
Oggi doveva esserci un meeting mondiale riguardo la recente situazione economica, ma lui non ci sarebbe andato. Per un giorno avrebbe smesso di darsi tante arie da eroe per stare vicino ai suoi cittadini.
Prese un paio di jeans, una classica maglietta bianca senza scritta ne immagini, scarpe da ginnastica e la sua inseparabile giacca marrone.
 
"Din, Don"
"Arrivo!" Urlò lui dalla sua camera da letto al piano superiore.
 
Fece un profondo respiro e scese le scale in modo frenetico, prese un donut dalla cucina, gli diede un morso e si diresse verso la porta.
 
"Anche quest'anno non te ne sei dimenticato, eh?"
 
L'uomo difronte alla porta era vestito di tutto punto. Giacca e pantaloni marroni, camicia bianca e cravatta rossa perfettamente annodata.
 
"Come potrei? È una delle poche volte che il mio fratellino mi chiede aiuto!"
"Ah! Non dire così! É già abbastanza nostalgico...."
 
Arthur non disse nulla, lasciò che l'americano chiudesse casa e poi si diressero insieme verso le trafficate strade newyorkesi.
Mentre camminavano Alfred si girò un attimo a guardare l'altra nazione. Quella era una delle rarissime volte in cui l'inglese non si presentava ad un meeting mondiale e da ormai 12 anni era così....
Si distrasse subito appena arrivò a destinazione:
 
"Ground Zero''
 
Così lo chiamavano gli americani.
Lo spiazzo all'interno del WTC che un tempo ospitava le 'Twin Tower'
 
~ # ~
 
11 Settembre 2001
 
Alfred stava sdraiato comodamente sul suo divano rosso a sgranocchiare patatine.
Il cielo fuori era bellissimo. Dal suo appartamento si poteva vedere chiaramente la famosa ''Statue of Liberty", simbolo dell'America, e in quel giorno la vista sembrava come una cartolina.
Però Alfred sentiva qualcosa....
Cercava di non dar peso a quella sensazione, ma questa si faceva sentire sempre di più.
 
Paura, angoscia, dolore, distruzione....
 
Questo era ciò che l'americano percepiva dal profondo del suo cuore e, ogni volta che lo assecondava, un brivido gelido gli saliva su per la schiena.
 
"Ah, speriamo che questa giornata finisca presto!" Disse, alzandosi per andare a buttare il pacchetto di patatine ormai vuoto, ma in quel momento non poteva sapere che quello sarebbe stato il giorno più lungo della sua vita!

 
~ # ~
 
"Alfred?"
"Eh? Oh, scusa Iggy! Stavo solo pensando!"
 
Inghilterra fece un piccolo sorriso.
Ogni anno si preoccupava sempre di più per la sua ex-colonia. Dopo anni passati insieme, ancora non riusciva a vedere l'americano in quello stato.
Silenzioso, senza il suo sorriso..... solo per quel giorno lasciava da parte tutto e si richiudeva in sé stesso.
E in quei momenti capì che peso sia essere una nazione.
 
~ # ~
 
Buttò via la carta nel cestino in cucina, poi un'improvvisa scossa lo travolse.
Perse per un attimo l'equilibrio e dovette appoggiarsi al tavolo lì accanto.
Poi un boato.
Il suo cuore iniziò a battere forte, quasi fosse impazzito..... e un'ondata di paura prese il sopravvento su di lui.
 
"Cosa diamine era successo?"
 
Accese la tele li vicino sul primo notiziario che trovò.
Le immagini che vide lo bloccarono di colpo.
 
"Un aereo si è appena andato a schiantare contro la torre nord al centro del complesso del WTC....."
E da quella torre spezzata a metà un'enorme nuvola di fumo nero si alzava, iniziando così quell'inferno di fiamme.
 
Alfred non riusciva a crederci.
Poi guardò fuori dalla finestra.....
Dal mezzo dei grattacieli una gigante nube di fumo colorava il cielo, prima azzurro, di un nero come la morte e nel cuore della nazione la scena era la stessa: dalla grandiosa ed eroica America si stava presto consumando una tragedia.
 
~ # ~
Arthur lo poteva percepire, il respiro di Alfred farsi sempre più pesante e affannoso, quasi fosse nel mezzo di una corsa.
Molta gente intanto passava di lì. Era già mezzogiorno e gli uffici chiudevano per lasciar andare i propri dipendenti ad una pausa pranzo e molta, troppa, gente si fermava lì, in quello spiazzò desolato, insieme a loro.
 
~ # ~
 
Alfred non pensò più a niente. Uscì fuori di casa e si mise a correre verso le Twin Tower.
Il primo tratto fu abbastanza tranquillo, poi iniziò a vedere la gente venire verso di lui. Non correvano, avevano solo un passo veloce. Nessuno parlava. Sui loro volti una finta calma smascherata dall'atmosfera del momento: paura.
Corse ancora più avanti, mentre la gente venire verso di lui aumentava e si incominciavano a sentire in lontananza le sirene della polizia e dei camion dei pompieri.
Si facevano sempre più forti, era un rumore assordante che sembrava non smettere mai.
I camion rossi dei pompieri gli sfrecciavano accanto, l'aria iniziava a farsi più pesante, piena delle polveri sottili dell'edificio.
Corse, fino a quando non arrivò ai piedi del grattacielo.
Alfred sentiva male al torace, aveva la testa che girava come una trottola, il respiro affaticato dalla corsa e dall'aria circostante e il cuore che batteva a mille.
E lì scoprì i sentimenti del suo popolo, la sua drammaticità, e una ferita al cuore si aprì.
 
Lo vide molto chiaramente, troppo.
La gente si buttava giù dalla finestra da un"altezza del 90* / 100* piano perché senza via d'uscita, perché non riuscivano a vedere una speranza in quella situazione a tal punto che preferiva morire per mano sua.
Quello era il suo popolo e chissà quante altre persone avrebbero deciso di lasciarsi andare in questo modo così disperato.
 
Poi ci un boato, come il ruggito di un leone prima della battaglia.
 
Dalla torre sud stava uscendo fumo nero.
Un altro aereo si era schiantato.
E una ferita gli si aprì vicino al cuore.
Altre vite del suo paese sarebbero andate perse,
se non fosse stato per gli eroi di quel giorno.

 
~ # ~
 
Sul viso di Alfred si formò un piccolo sorriso e in quel preciso istante passò di lì un uomo, dalla divisa nera e gialla. Sulla schiena la scritta: FDNY.
La nazione lo prese per la spalla e lo fermò.
Non lo conosceva, lo guardò semplicemente negli occhi.
Erano come i suoi: tristi.
Poi Al abbassò un attimo lo sguardo.
 
"Yes?" Chiese l'uomo.
"Thank you" si limitò a dire la nazione.
L'altro in un primo momento non capì, poi guardò lo stesso punto che stava fissando il biondo.
"Ah, non è me che deve ringraziare, ma loro" e con un dito indicò una stele commemorativa con incisi i nomi di tutti i vigili del fuoco che quel giorno avevano fatto capire ad Alfred cosa vuol dire essere un 'eroe' e morire come tale.
"Ah, theese are our heroes"
 
Arthur guardò il compagno con aria perplessa.
"Non è mica stato sempre lui l'eroe in ogni situazione?"
 
~ # ~
 
Altra gente usciva dalle strutture e si riversava nelle strade mentre i pompieri salivano le scale dei palazzi per aiutare le persone in difficoltà.
 
"Come è possibile?" Alfred era un eroe, perché non riusciva a muovere un solo passo? Perché  aveva paura? Perché se ne stava lì a vedere il suo popolo nel caos senza muovere un dito? Che gli stava succedendo? Perché lasciava che da quella ferita continuasse a sgorgare sangue invece di curarla?
 
E in quel momento se ne rese conto:
 
"Ma che razza di eroe sono?!?"
 
No, lui non era un eroe, non in quella situazione!!
Eppure lui li vedeva. I vigile del fuoco del dipartimento di New York.
 
Provenivano da quasi tutti i quartieri della città ed erano accorsi subito sul luogo con un solo obiettivo: aiutare i cittadini in difficoltà.
 
Li vedeva uscire dai palazzi con gente attorno al collo, in carrozzina, con difficoltà respiratorie. Sul loro volto ricoperto di cenere si poteva vedere la stanchezza di tutte le rampe di scale corse, ma non appena lasciarono i cittadini tratti in salvo, prendevano un lungo respiro per poi ritornare in quella gabbia di cemento a cercare di salvare più persone possibili.
 
E Alfred non riusciva a fare nulla.
 
Nemmeno quando vide l'ennesimo pompiere entrare dentro la struttura e poi sentì come un rumore di cento treni venirgli incontro. Poi una nuvola di fumo e detriti lo travolse.
 
La torre sud era crollata come un gigante castello di carte.
Costruito dalla bravura e dalla grandezza degli americani, bastò un aereo a far notare ad Alfred quanto sia smisurato l'ego umano e la sua fragilità.
 
Un loro simbolo, la loro tomba.

 
~ # ~
 
 
"Arthur?"
"Dimmi Al "
"Io sono un eroe?" L'inglese rimase sbalordito. 'Ma che razza di domanda era quella? Detta da lui, poi!!'
 
Non riuscì a rispondere che un braccio si avvolse attorno al suo. Lo faceva sempre il piccolo americano quando si faceva male e lui, per consolarlo, gli sorrideva e gli passava una mano tra i capelli.
E per quella volta fece lo stesso, come allora.
 
Poi Arthur girò lo sguardo dalla parte opposta.
Sentiva piangere.
 
E vide lì una giovane donna, sulla ventina, con un mazzo di rose in mano.
Continuava a fissare un nome inciso sulla lapide commemorativa dei caduti di quel giorno.
Arthur aguzzò la vista. Lesse un nome, un ragazzo, poi sotto: 1978 - 2001.
 
"Solo 23 anni?!?"
 
Poi guardò Alfred.....
Dopo anni di guerre, Inghilterra conosceva bene quella sensazione: é difficile da spiegare, ma fa male più della spada.
Lasciò un attimo il compagno e da bravo 'gentleman' andò dalla ragazza.
 
"Miss, it's everything ok?" Disse, porgendole un fazzolettino bianco. Lei lo accettò, si soffiò il naso, si asciugò le lacrime, poi, una volta calmata, iniziò a parlare.
 
"Yes, thank you..."
"Quel giorno ha perso un suo caro?" Cercò di dire l'inglese senza essere troppo invadente.
"Yes, he was my boyfriend. Aveva appena ottenuto un lavoro lì alle Twin Tower...." Fece una piccola pausa mentre gli occhi si facevano lucidi.
"Aspettavamo un bambino....."
 
Arthur ne rimase profondamente colpito.
Guardò Alfred.
 
"Anche quel ragazzo ha perso qualcuno quel giorno?"
"Yes" rispose lui senza distogliere lo sguardo.
"He lost a piece of his heart"
La ragazza lasciò le rose ai piedi della stele e in silenzio se ne andò, mentre una lacrima le solcava il volto.
 
"You see? Can you see how I feel?" Alfred lo aveva raggiunto.
"Yes, Al; Yes" fece una pausa "It's terrible!"
"No, it's only hurt"
 
~ # ~
 
Dalla ferita di Alfred incominciò a colare denso sangue rosso e faceva male, terribilmente male.
Difronte a lui solo macerie.
Rimase lì ancora un po', continuando a vedere i pompieri andare avanti e indietro dalla torre nord il più veloce possibile, fino a quando uno di loro non lo tirò per un braccio.
 
''Run away! Run away from here!"
"Why?"
"Lei é ferito! Si sbrighi o le crollerà tutto addosso!"
"And you?"
"I'm a firefighter! I know that, it's my job!" e se ne andò dandogli il solito sorriso spensierato da americano.
 
Prese a correre.
"Ma come faceva a sorridere?!?"
 
Poi la ferita si aprì del tutto.
La torre nord crollò ed Alfred ne uscì indenne per miracolo, grazie al coraggio di quel pompiere.

 
~ # ~
 
To our heroes, victims and all the soldier
who are fighting for us and
gave their life for save our citizien
with effort and courage.
 
Thank you,
all american fallen heroes
we always remember your exploits
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Alfred si strinse attorno ad Arthur.......
 
e pianse.
 
 
E come ogni volta in quel giorno il britannico non disse nulla, lasciò che il compagno si sfogasse sull'unica roccia salda che aveva mai avuto: il suo fratellone.
 
"Am I a hero??"
 
"Not today"
 
~ # ~
 
 
 
  ANGOLINO AUTRICE:
 
Veeeee~
Dopo tanto tempo ecco il mio capolavoro!!
In realtà avevo intenzione di scrivere un ff sulla guerra di indipendenza americana, ma sono arrivata troppo in là con la scadenza e....puff!! Non ho potuto pubblicare nulla. (Adesso devo aspettare ancora un anno, quindi ce la posso fare!! )
Così ho deciso di scrivere un'altra, seria, sui fatti dell'11 settembre. Mi sono mossa con un paio di mesi di anticipo, mi sono documentata, ho scritto le bozze, ho ricopiato tutto tralasciando gli errori (che comunque due o tre ci saranno lo stesso T_T) e alla fine il lavoro finito!!!!!
Spero vi sia piaciuta! :)
L'ho fatta leggere ad una mia amica in anteprima (nn potendomela recensire qui perché non ha un account) e mi si è messa pure a piangere!!
L'obiettivo non era proprio quello, (che mi ha fatto lo stesso molto piacere) però mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di questa storia e le e emozioni che ha suscitato in voi!!
Io lo considerò un materiale molto utile (se non IL più utile!)  per cercare di migliorare sempre più le mie storie!!!  
Grazie infinite
 
Sophie 88
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Sophie 88