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Autore: Fantasia2000    11/09/2013    8 recensioni
–Tu, Jason Grace, figlio di Giove, hai dato a Leo Valdez, il ragazzo più -e io vivo con dei semidei da quando avevo sette anni- iperattivo che io abbia mai incontrato, del CAFFÈ?!? COSA C’È IN QUELLA TUA TESTA DA ROMANO? AZOTO?–
Nessuno spoiler sul figlio di Nettuno
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Jason Grace, Leo Valdez, Piper McLean
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La reazione di un individuo fortemente iperattivo ad una bevanda ad alto contenuto energetico

Era una soleggiata mattina di inizio primavera al campo mezzosangue, i ragazzi si stavano svegliando e, nel noto campeggio per semidei, regnava la calma.

–Jason, sei un idiota–

Lo stesso non si poteva dire di una enorme grotta nel bosco lì vicino, anche conosciuta come Bunker Nove, costruita dai figli di Efesto.

–Lo so, me l’hai già detto Piper–

Il Bunker Nove era stato abbandonato per lungo tempo, ma qualche mese prima era stato “riscoperto” da un tale Leo Valdez.

–Mi chiedo come tu abbia fatto a convincermi a stare con te, non posso aver scelto un tale idiota di mia spontanea volontà…filtri d’amore?–

Da allora l’immenso Bunker era stato utilizzato per la fabbricazione del progetto più ambizioso che la Cabina di Efesto avesse mai realizzato: la Argo II, una nave da guerra volante che avrebbe dovuto attraversare l’Atlantico e il Mediterraneo mentre i suoi passeggeri erano impegnati a combattere mostri mitologici.

–Immagino di sì, Pip–

La progettazione, la costruzione del motore e la responsabilità di coordinare la realizzazione del resto dell’Argo II erano state messe nelle mani di Leo Valdez, che nel frattempo era diventato il capo-cabina di Efesto, egli teneva molto a quel progetto e ci si dedicava tutti i giorni, arrivando, spesso e volentieri, a fare le ore piccole.

–Quando credi che arriverà?–
Attualmente l’atrio Bunker era occupato da due semidei: Jason Grace e Piper McLean, amici di Leo Valdez, essi sedevano su una vecchia panca di legno sporca d’olio per motori, Piper guardava male il fidanzato (i due si erano messi insieme da qualche mese) con le braccia incrociate e le gambe accavallate, sbuffando ogni tanto.

–Non lo so Jason, ma spero che ti faccia molto male–

Il ragazzo sospirò, sfoggiava un’espressione tremendamente colpevole e pentita, le mani che si torturavano e lo sguardo che correva verso la porta ogni cinque secondi tradiva un forte nervosismo.

–Che sia in ritardo?–

I due stavano avendo un’infelice scambio di battute da alcuni minuti, in attesa di qualcuno.

–Lei non è mai in ritardo, soprattutto quando deve venire a controllare la nave–

Improvvisamente si sentirono dei passi da fuori, piedi che calpestavano il sottile strato di neve che persisteva, rametti spezzati, e i due semidei sussultarono, per poi congelarsi ai loro posti.

–Te lo dico subito biondino, io non mi prendo nessuna colpa–

Jason sbarrò gli occhi guardando la figlia di Afrodite.

– Devi difendermi! Sei la mia ragazza!–

Piper tornò a guardare l’imboccatura della grotta, pronta allo spettacolo.

–Questo non vuol assolutamente dire che mi devo far disintegrare al posto tuo! E poi non avevamo detto che ero sotto l’effetto di un filtro d’amore quando ci siamo messi insieme?–

Ora un certo figlio di Giove stava tremando visibilmente.

–Ciao ragazzi! Come va’ stamattina?–
A parlare era stata una ragazza bionda e atletica, appena entrata nel bunker, era Annabeth Chase, figlia di Atena e capo-cabina della stessa, che si avviò con passo deciso verso la panca, mentre Jason tentava di farsi sempre più piccolo, Annabeth veniva lì tutti i giorni, a volte restava solo per un saluto o un’occhiata, a volte si tratteneva per dare preziosi consigli tecnici, l’Argo II era ormai la sua unica speranza di ritrovare il suo ragazzo, Percy Jackson, e perciò teneva molto alla sua costruzione nei tempi più brevi possibili.

–Allora, perché già qui di prima mattina? Di solito trovo solo Leo–

Continuò con un sorriso, i due ragazzi più piccoli ricambiarono tremolanti alzando le spalle, poi la bionda si diresse con passo deciso in una grande stanza adiacente dove giaceva lo scheletro dell’Argo II, ancora in piena costruzione.

5…4…3…2…1…

–JASON GRACE!–

L’interpellato chiuse gli occhi ed emise un gemito.

–VIENI SUBITO QUI!–

Il figlio di Giove camminò fino alla stanza con l’espressione di un condannato a morte, seguito a debita distanza dalla sua ragazza.

–Jason, caro, potresti dirmi, gentilmente, che Ade prende a Valdez?–

Il suo tono di voce era zuccheroso a livelli glicemici, Jason impallidì e guardò l’amico: Leo sembrava non aver notato la loro presenza, stava armeggiando convulsamente per tutta la nave, correndo di qua e di là, agitando bulloni e chiavi inglesi, con gli occhi scuri dalle pupille eccessivamente dilatate che si muovevano a scatti ed emetteva delle preoccupanti risatine e squittii deliziati.
Sì, non stava affatto bene.
–Jason…–
Ah, sì, e stava anche fumando, nel senso che stava proprio andando a fuoco, piccole lingue rosse e arancioni gli danzavano fra i capelli e sulle spalle.
–Ehm..non…non lo so Annabeth cara…–
La ragazza lo guardò più scettica che mai e Leo scelse proprio quel momento per accorgersi della loro presenza.
–Ragazzi!Quando siete arrivati qua? Non sentite freddo? io ho molto… sono riuscito a catalizzare l’energia dei reattori per migliorare la velocità e la facilità di manovrazione, in modo che l’Argo sia…ma lo sapete che non sono per niente affamato? Neanche un languorino…è strano…credete che dovremmo accendere un po’ di fuoco? Io sì, ci sono tanti focolari spenti qui…Devo andare a stringere quella valvola!–
A quanto pare anche il deficit dell’attenzione si era ulteriormente aggravato e lo sguardo di Annabeth si faceva sempre più pressante.
–Ok, ok..potrei, solo per errore naturalmente, avergli…datodelcaffé–
Ci vollero un paio di secondi ad Annabeth per assimilare quello che aveva detto Jason e le relative implicazioni, perchè era semplicemente troppo stupido, sconsiderato e idiota per essere reale.

–Tu, Jason Grace, figlio di Giove, hai dato a Leo Valdez, il ragazzo più -e io vivo con dei semidei da quando avevo sette anni- iperattivo che io abbia mai incontrato, del CAFFÈ?!? COSA C’È IN QUELLA TUA TESTA DA ROMANO? AZOTO?–

Jason abbassò gli occhi, in attesa di altre urla, ma Annabeth non sembrava intenzionata a perforargli i timpani ulteriormente, era rigida, e tremava leggermente, e questo spaventava ancora di più il figlio di Roma.
–Ed esattamente perchè,quando e quanto caffé gli hai dato?–
–Bè, lo sai che Leo lavora sempre fino a tardi no?–
Certo che Annabeth lo sapeva, il figlio di Efesto praticamente viveva nel bunker, e molte volte ,nel suo saluto mattutino, lo aveva trovato addormentato nella pancia della nave o sui suoi preziosi fogli.
–Be’, avevo pensato che, magari un po’ di caffè lo avrebbe tirato su…così ho chiesto ai ragazzi della 11 di sgraffignare del caffè e una caffettiera a Chirone, poi sono andato da Leo con un thermos di caffè, ma a Leo non piace il caffè, è troppo amaro, così gliene ho fatto provare una tazza con, diciamo, quattro zollette di zucchero…–
–QUATTRO ZOLLETTE?–
–S-sì, quattro, poi però dopo una decina di minuti sembrava ancora stanco, così gliene ho dato un’altra tazza, e…–
–E naturalmente non c’è due senza tre– intervenne Piper
–Sì, grazie Piper, però…dopo è diventato strano, cioè, più del solito, e così ho preso paura, e sono andato a chiamare Piper…–
–Che sprizzava di gioia all’idea di seguirti in una grotta alle quattro di mattina– intervenne lei.
–Sì, non era molto contenta…–
–Ed esattamente– lo interruppe Annabeth –A che ora gli hai dato il caffè?–
–Ehmmm…saranno state le, due, due e mezza…–
–COSA? CINQUE ORE? È IN QUESTO STATO DA CINQUE ORE?–

–Ragazzi!Ma quanto c’è caldo in questo posto? Sapete, sono un po’ stan-–

STUMP

È circa questo il rumore che fa la faccia di un figlio di Efesto contro il pavimento di un bunker.


–JASOOON!!–
















FANNY’S SPACE
Buon Autunno semidei, per l’inizio della scuola (sì ve lo ricordo perchè sono bastarda) vi regalo questa one-shot senza pretese, nella speranza che vi faccia fare una risata (o anche solo un sorriso), mi ero sempre chiesta che rapporto avesse il semidio più iperattivo d’America col caffé, e perciò mi sono detta: perchè non straziari i poveri lettori di zio Rick con una tremenda one-shot?
Vi invito a recensire,(davvero, mi basta anche solo una risata messa per iscritto, o una caterva di insulti) e vi auguro un buon inizio scolastico
Ciao, ciao
Fanny
  
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