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Autore: AnaNeko94    17/03/2008    1 recensioni
Lui che non conosceva l'amore..
Lui che non conosceva la sconfitta..
 Lui che non sarebbe mai riuscito ad amarla..

˜˜˜ Flashback ˜˜˜

- Cosa avete da fissarmi? –
-
Qualunque uomo sano di mente lo farebbe –
- E perché mai? – - Perché siete bellissima –
 ˜˜˜ Fine flashback ˜˜˜
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La fanfiction è ambientata nel medioevo europeo perchè non conosco molto bene le usanze giapponesi. Se devo essere sincera per adesso non ho ben chiara nemmeno la trama e fino a pochi giorni fa non avevo chiara nemmeno l'epoca. Adesso vi lascio leggere. Vi prego commentate!!!

Fin da quando era una bambina, sono stata istruita sui comportamenti da mettere in atto a corte, in altre parole sugli atteggiamenti, sui discorsi, sui movimenti, sulla diversità fra ranghi e nobili, su come dovevo apparire sia fisicamente che mentalmente…insomma ero una perfetta nobil Yasha, come voleva l’etichetta.
Sapevo a memoria ogni regola del protocollo e del galateo, come del resto tutte le tecniche di seduzione per far piacere al mio futuro sposo. Sapevo danzare, cantare, suonare; conoscevo ogni particolare di qualsiasi cerimonia. Avevo dimestichezza con diverse lingue; mi intendevo di ultime tendenze, novità, pettegolezzi, persino di affari politici e di territorio.
Mia madre sosteneva che facevo invidia a moltissime demoni e che ero la migliore in ogni campo.
Avevo ereditato moltissimo da lei: la voce dolce e un tantino suadente; i capelli ondulati e soffici come la seta, argentei e luccicanti, color della luna; la pelle rosea e candida, come fossi una bambola di porcellana; gli occhi mielati, di quel colore tra il miele, l’ambra e l’oro fuso; le labbra rosate, morbide e carnose, perfette da baciare; il fisico perfetto: gambe lunghe e slanciate, curve abbastanza voluminose nei punti giusti, mani impeccabili…
Tuttora ho queste caratteristiche che mi rendono a dir poco eccezionale, ciò nonostante adesso vorrei quasi essere stata un’umile, squallida e povera ningen, che sgobba ogni giorno piuttosto che essere una nobile perfetta…almeno sarei stata io stessa e scegliere il mio sposo…non sarebbe stata mia madre…
Purtroppo mio padre è venuto a mancare un anno fa ed il mio regno è minacciato da molti nemici, due donne non sono in grado di gestirlo al meglio… l’unica soluzione è di trovarmi un consorte, malgrado io non ne abbia la minima intenzione. Ma non posso mettere bocca sulle decisioni di mia madre, non mi è permesso.
Stasera è una serata molto importante: ci aspetta un ricevimento al palazzo dei sovrani dell’ovest e nessun nobile può mancare, dato che il principe annuncerà qualcosa di vitale importanza.
…Già il principe…quando ero ancora una ragazzina immatura avevo una cotta per lui, tutte le volte che andavo a palazzo arrossivo ogni qual volta i nostri sguardi si incrociavano…poi nel momento in cui ho aperto gli occhi, mi sono resa conto di non valere nulla per lui, poiché a lui interessava solo il potere e nulla più. Adesso sorrido ripensando ad allora, però a quell’epoca io piansi, calde ed amare lacrime solcarono copiose il mio volto. Da allora mi rifiutavo di andare a palazzo, mi rifiutavo di vedere la fonte del mio dolore e stasera dovrò tornarci per la prima volta dopo tanto tempo.
Sicuramente non piangerò, ormai sono cresciuta. Sono solamente curiosa di vedere come il suo corpo si è modificato negli anni, le dame assicurano che è diventato un uomo stupendo, un ottimo sovrano e un perfetto combattente. Tuttavia vorrei sapere qualcosa di più, sul suo carattere ad esempio, ma nessuno mi sa dire niente. Tra poche ore lo vedrò con i miei stessi occhi, potrò sentire la sua voce con il mio udito fine ed il suo odore con il mio acuto olfatto. Sto bruciando dalla curiosità, voglio vederlo al più presto, anche se lui non si ricorderà di me, ma non mi interessa voglio solo appagare la mia curiosità.
Un leggero soffio di vento mi accarezza la pelle, seguito da un brivido da parte mia; la finestra è stata lasciata erroneamente aperta. Una cameriera accortasene corre a chiuderla scusandosi per non averlo fatto prima. Io mi volto verso di lei impassibile e la scruto osservando ogni suo particolare. Una demone semplice, di famiglia contadina, niente nel suo aspetto è curato; ha i capelli castani chiari e gli occhi tendenti al dorato, assolutamente non paragonabili hai miei, è una figura minuta e poco appariscente, con forme non molto accentuate. Il suo vestito è la classica divisa da cameriera bicolore, niente di speciale, la pettinatura consiste in capelli raccolti con spillette da pochi soldi, affatto curata dato che alcuni capelli sbucano dall’acconciatura.
Abbassa lo sguardo imbarazzata, probabilmente si sente a disagio nell’essere fissata a questo modo. Sorrido. Provo quasi invidia: lei si sposerà con chi vorrà, stasera potrà parlare con la sue amiche o con chi le pare, potrà divertirsi ed essere se stessa mentre io dovrò essere quello che dice l’etichetta, parlare con chi di dovere ed ascoltare quegli insulsi discorsi.
Improvvisamente le sarte smettono di vestirmi, probabilmente sono pronta; allora mi volto per specchiarmi nell’enorme specchi davanti a me: sono perfetta, dalla punta dei piedi, fino all’ultimo dei miei capelli. Indosso un vestito lungo, con corpetti stretto, maniche lunghe e gonna ampia, le stoffe sono pregiatissime, provenienti da paesi lontani e giunte qui apposta per me. E’ di un azzurro cielo decorato con stoffe e pizzi bianchi, delle decorazioni fanno parte anche alcune spille di zaffiri che fermano le stoffe color della neve. Al collo porto una fascia bianca, contornata da pizzi e a cui è attaccato un ovale con incastonato uno zaffiro. Le scarpe hanno un tacco abbastanza alto e sono di un semplice bianco. Le mie unghie sono perfettamente limate e ricoperte da uno smalto perla. Per quanto riguarda il trucco: le mie labbra sono appena lucidate, l’ombretto è azzurro e ho anche un po’ di matita e mascara, le guance sono leggermente incipriate. I capelli sono raccolti in una complicatissima pettinatura fermata da un fermaglio tempestato di zaffiri, alcune ciocche sono state lasciate ricadere selle mie spalle. Nel complesso sono impeccabile, sembro quasi una bambola, ma è così che devo apparire, soprattutto ad un ricevimento con i sovrani.
A confronto con quella cameriera io sono milioni di volte superiore a lei, tuttavia la invidio ugualmente, la mia vita non è meravigliosa come sembra.
Sento qualcuno bussare alla porta e educatamente rispondo con un “avanti” quasi meccanico, lentamente la porta si apre e fa il suo ingresso mia madre: una donna ancora bellissima nonostante la sua tarda età.
- Tesoro sei pronta? La carrozza ci attende… ma sei bellissima! Un vero splendore! Vedrai non tarderemo a trovarti un marito! –
- Non ne dubito madre –
- Non fare quella faccia! Andiamo ad una festa non ad un funerale e chissà che il tuo sposo non sarà proprio il principe…-
- Sarebbe ottimo per le nostre terre-
- E anche per te, non credi?-
- Sì, certo, anche per me-
- Andiamo o faremo tardi-

Io mi limito a fare un cenno di assenso ed a seguirla in silenzio. Quanto ancora resterò la figlia dei nobili di questo palazzo? Fra quanto sarò la moglie di un perfetto sconosciuto? Purtroppo è il mio destino e niente potrà mai mutarlo.
Mi metto sulle spalle una mantella celeste di velluto con sfumature bluastre, siamo in pieno febbraio e una nobile non può rischiare di ammalarsi. Esco fuori dal portone della mia residenza e bianchi fiocchi mi fanno rabbrividire al loro gelido contatto…sì come in quella poesia:

Fiocchi bianchi e candidi
Scendono dal cielo
In una dolce danza
Armoniosa e surreale.

Ovunque volto lo sguardo
Vedo il mondo coperto
Da un manto bianco
Che rende tutto fiabesco.

Disegni di ghiaccio
Appaiono alle finestre
Disegnati, come dalla leggenda,
dalla regina delle nevi.

Vento freddo e penetrante
Accarezza il mio volto
E rabbrividisco
Al suo gelido contatto.

Alzo lo sguardo al cielo
E mi sento sommergere
Da migliaia di fiocchi di neve,
candidi e leggeri.

Tutta la cattiveria
Viene cancellata,
purificata,
da quei bianchi fiocchi.

E quando sono lì,
a fissarli cadere,
mi pare di dimenticarti
oh mio dolce amore.

Peccato che io attualmente non sia innamorata di nessuno, anche la mia cotta per il principe è svanita da tempo ed io non devo dimenticare nessuno. Tuttavia quel paesaggio fiabesco attira la mia attenzione e riporta alla mia mente momenti felici della mia infanzia: per esempio quando mio padre mi portava un gioco nuovo o mi insegnava a cavalcare. Troppo tempo è trascorso, ormai sono una donna, una donna da marito alla ricerca di un consorte.
Affretto il passo e mi accomodo nella carrozza, dato che arriverò a palazzo solo fra un’ora abbondante. Osservo rapita i movimenti irregolari dei fiocchi di nevi, ripetendo mentalmente quelle strofe che ancora mi ritornano alla memoria. Il viaggio è lungo ma placido, il silenzio della neve viene interrotto dalle chiacchiere di mia madre. Non la sto a sentire ma credo che stia parlando di mio padre, dei vecchi tempi, di come loro fossero fedeli ad Inutaisho e poi va sempre a terminare sulle qualità che dovrà avere il mio futuro sposo e su altre cose frivole.

- Ecco il palazzo-
- Finalmente, credevo che il viaggio si facesse fin troppo lungo-
- Andiamo mia cara non essere impaziente..-
- Perdonatemi-

Veniamo fatti scendere davanti all’entrata principale, aiutati da dei servitori addetti a questo lavoro. Alzo lo sguardo e rimango sbalordita dalla lussuosità di quel maniero, non me lo ricordavo così, è davvero splendido. Davanti a me si apre una scalata enorme con al centro una fontana zampillante, il tutto è illuminato in modo perfetto. Prendo a braccetto mia madre e insieme saliamo quei gradini fino ad arrivare all’ingresso; da qui cediamo i nostri cappotti ai maggiordomi e ci avventuriamo per un lungo e spazioso corridoio, alla fine del quale due maggiordomi ci aprono un’enorme porta dietro la quale si estende il salone dei ricevimenti. La stanza è ricolma di nobili e servitori, nella parte destra ci sono tavoli da buffet carichi di cibo e di vini; mentre nell’angolo sinistro si trova una piccola orchestrina di archi e strumenti a fiato; in fondo alla sala c’è un terrazzo da cui i reali tengono i loro discorsi.
Un demone anziano ci annuncia e noi facciamo il nostro ingresso egregiamente, dopodiché ci spargiamo per la sala cercando un gruppo di donne che parli di un argomento interessante o di qualche nuovo pettegolezzo. Alla fine mi aggrego ad una combriccola di quattro splendide yasha, le quali mi comunicano che Reiko si è sposata con un nobile in disgrazia e che perciò non è stata nemmeno invitata a questo ricevimento. Parliamo per una ventina di minuti sulle nuove mode e sui nuovi matrimoni in vista, dopodiché lo stesso anziano cha ha annunciato me e mia madre annuncia l’arrivo del principe e della regina. Per un attimo restiamo tutti in silenzio, quando però i reali fanno il loro ingresso affacciandosi a quel terrazzo, comincia un rumoroso applauso che termina solo quando la sovrana ci fa segno. Io rimango in ogni caso a fissare la figura del discendente al trono, è diventato un uomo stupendo, i suoi abiti non differiscono molto da quelli degli altri nobili, ma in lui c’è qualcosa di speciale, qualcosa che lo rende migliore. La sua austera figura, infonde quasi timore, i suoi occhi sono gelidi pur essendo color miele, sono spietati eppure non mi stancherei mai di guardarli. Avevano ragione: tutto di lui è perfetto, dai suoi lineamenti, al suo atteggiamento, mi onora avere un sovrano simile.
La regina comincia a parlare ed io mi concentro sulle sue parole, distogliendo lo sguardo dalla figura del principe.

- Aristocratici di queste terre, vi do il benvenuto nel mio splendido maniero. Sono lusingata di avervi tutti qui riuniti in un’occasione così importante. Come potrete vedere anche il vostro principe è tornato, onorandoci della sua presenza. Ormai è diventato un demone potente ed adulto, ed è giunto il momento che le sue spalle si facciano carico di un gravoso impegno. Come ben sapete il nostro regno è rimasto senza un sovrano per lunghissimo tempo e Sesshomaru è tornato per prendere lui il posto di suo padre e quindi le redini del suo popolo. Egli avrà bisogno tuttavia di qualcuno al suo fianco, di una consorte, ma ella deve essere alla sua altezza: impeccabile ed arguta, deve essere perfette sia mentalmente che fisicamente. Per questo vi darò un mese di tempo per inviarmi tutto ciò che riguarda le vostre figlie, dopodiché la prescelta verrà chiamata a palazzo dove testeremo le sue capacità. Fanciulle di tutto il regno, gioite, una di voi sarà regina. -

Un applauso risuona in tutta la stanza. Chissà chi sarà colei che diventerà regina? Conoscerò costei?
I regnanti ci raggiungono, l’orchestra allora comincia a suonare e qualche coppia comincia già a volteggiare per la sala. Io mi accomodo in una poltroncina color oceano rifinita con bordi dorati, ascoltando quella dolce melodia. Vedo il principe danzare con sua madre, i suoi movimenti sono eleganti e precisi, sorrido: è anche un abile ballerino. Troverò mai qualcosa che lui non sappia fare? Non credo. La melodia si conclude, lasciando spazio ad un’altra, solo allora molti giovani invitano alcune donzelle a danzare. Uno di loro mi si avvicina e mi porge la mano, io educatamente la prendo e mi alzo. Come da regolamento lui si inchina e mi bacia la mano chiedendomi:

- Dolce fanciulla mi concede l’onore di questo ballo? –
- Certamente –

Balliamo per qualche minuto, poi la musica termina ed io torno a sedermi. Un ragazzo educato non c’è che dire, ma non sa assolutamente conquistare una donna: per quei cinque minuti non ha fatto altro che parlarmi delle sue prodezze in battaglia. Passano delle ore ed ogni tanto il principe danza con qualche fanciulla, presa a caso tra gli invitati. I miei occhi però vedono qualcosa di stupefacente: Sesshomaru mi si sta avvicinando. Oh mio Dio! Non vorrà chiedermi di ballare? Ma che dico: sicuramente mi vuole chiedermelo! Ora gli dimostrerò che sono abile almeno quanto lui in questa disciplina: è una questione d’orgoglio. Eccolo è davanti a me, come gli altri ripete i comportamenti standard ed in pochi secondi ci ritroviamo in mezzo alla pista. I miei movimenti sono perfetti, sono eleganti e dolci, svolgo ogni passo con la massima precisione. A quanto pare ne rimane sorpreso, poiché mi fissa in modo ambiguo.

- Se non erro voi siete la figlia di Takimoto, giusto? –
- Esattamente, ma come fate a saperlo? –
- Il vostro sguardo è terribilmente simile al suo, vi leggo lo stesso orgoglio e la stessa fierezza-
- Lo conoscevate? –
- Abbiamo fatto molte battaglie insieme –
- Ed era un abile combattente? –
- Uno dei migliori –

Sorrido fiera e lui continua a parlare.

- Anche questo sorriso mi è familiare –
- Allora lo conoscevate bene –
- Diciamo che era un ottimo amico di mio padre. Ma cambiando discorso dove avete imparato a danzare così divinamente? –
- Probabilmente dalla mia istitutrice, ma è una cosa che mi viene naturale e voi? –
- Più o meno come voi –
- Non vi credevo così -
- Così come? –
- Mi avevano detto che odiavate parlare –
- Sì, ma con coloro che non meritano la mia attenzione –
- Vorreste insinuare che io sono un’ottima interlocutrice? –
- Confronto a quelle oche con cui ho danzato prima sì –
- Non mi direte che avete ballato con Brigitte e Brianne? –
- Credo di sì –
- Avete fatto un errore madornale – dissi sorridendo
- Già me ne sono accorto –

Incredibile sta sorridendo, impossibile, ma non oso rinfacciarglielo potrebbe irritarsi. Il brano arriva al termine ed io faccio per tornare a sedermi quando il principe mi attira di nuovo a se e riprende a danzare. Io lo guardo interrogativamente e lui con un mezzo sorriso proferisce:

- Cosa avete da guardarmi a quel modo? –
- Non burlatevi di me e spiegatemi il motivo per cui lo avete fatto –
- Ma che cosa? –
- Insistete? Volete dirmi sì o no perché state ancora ballando con me quando ci sono tantissime donne che non attendono altro che voi? –
- Ah…intendevate questo…non lo so –
- Come non lo sapete? –
- Non fate quella faccia stravolta, sembra che abbiate visto un fantasma – stava ridendo, stava ridendo di me come osava?
- Vi appaio così buffa? Se credete di potermi prendere in giro a questo modo vi sbagliate di grosso –
- Non vi scaldate…piuttosto ditemi con quale di queste fanciulle potrei danzare –
- Mah…non saprei…forse con Yoko, è quella laggiù con l’abito color pesca –
- Ok seguirò il vostro consiglio, dopodiché desiderate unirvi a me per un drink? –
- Mi spiace ma non bevo –
- Tenetemi almeno compagnia –
- Muovetevi o ve la soffierà quel moretto –

Mi allontano dalla pista, non voglio dargli il tempo di controbattere. Mi avvicino a Sheila, la figlia della sorella di mia madre, più semplicemente a mia cugina. Noi due siamo sempre andate d’accordo e ci siamo volute bene come sorelle.

- Novità? –
- Io no… piuttosto tu…con il principe…-
- Ma smettetela e datemi del voi, cos’è tutta questa confidenza? –
- Come siamo scorbutiche…comunque non cambiare discorso e dimmi tutto –
- Fra me e lui non c’è niente, anzi se volete saperlo questa è la prima volta che ci parlo in vita mia, ok? –
- Vabbè ho capito…sai la novità? Mi sposo fra nove mesi!! –
- Spero di essere già nella lista degli invitati, auguri –

Continuiamo a parlare dei preparativi, degli invitati, di suo marito, quando sento qualcuno avvicinarsi. Mi giro: è Sesshomaru.

- Ma dove vi eravate cacciata? –
- Io… ero qui..-
- Questo l’avevo capito, adesso vi spiace seguirmi? –
- Certo che no, vostra altezza –

Mi porge il braccio, io mi aggrappo e ci avviamo verso i drink fra gli sguardi di molti nobili. Mi fa accomodare ad un tavolo spostandomi la sedia e poi si siede dalla parte opposta. Ciò che ci separa è un piccolo e rotondo tavolino in cristallo. Lo vedo chiamare un servitore e farsi portare del whisky. La bevanda è contenuta in un bicchiere di cristallo dentro al quale galleggiano alcuni cubetti di ghiaccio. Lo vedo sorseggiare l’alcolico con una lentezza quasi esasperante e poi fissarmi impudentemente.

- Cosa avete da fissarmi? –
- Qualunque uomo sano di mente lo farebbe –
- E perché mai? –
- Perché siete bellissima –

Quelle semplici parole sono bastate a confondermi le idee e ad arrossire vistosamente.

- Cos’è vi vergognate? –
- Principe, perdonatemi se ve lo domando, ma perché fate così? È forse l’effetto dell’alcool?-
- No, lo reggo molto bene –
- Ed allora cosa? –
- Niente è che mi sembrava doveroso farvi almeno qualche complimento –
- Ma non dite sciocchezze –
- La serata si protrarrà ancora per tre o quattro ore lo sapete? –
- Sì e con ciò? –
- Niente, non so che mi sia preso, deve essere il whisky –
- Probabilmente –
- Adesso vi devo proprio lasciare, arrivederci –

Dicendo questo, mi afferra la mano e la bacia con delicatezza, mi fissa ancora per una frazione di secondo che a me sembra un’eternità. Rivedrò quegli occhi, ne sono certa.
Il resto della serata non è niente di particolare, lo passo fra pettegolezzi e qualche ballo ogni tanto.

Adesso sono tornata a casa, ma la mia mente ancora tenta di ricordare le sue parole, che risuonano continuamente nella mia testa. Sarebbe stato meglio rimanere a casa, non avrei avuto questo batticuore. Mi chiudo nella mia stanza con la scusa di essere stanca, mi svesto e mi infilo sotto le coperte. Penso a lui per un largo lasso di tempo, dopodiché mi addormento sognandolo. La bambina innamorata sta avendo il sopravvento.

   
 
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