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Autore: NikaMib93    18/03/2008    0 recensioni
storia romantica, per lo più vera... amore incompreso, scoperto dopo tanti anni di lontananza...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata come tante

 

 

Era una giornata come tante, un giovedì qualunque, la solita giornata con i suoi lati positivi e negativi.

Il primo lato positivo di questa giornata, era che non ero andata a scuola perché dovevo andare da mia nonna che abita a Torino.

La giornata era iniziata bene, mi ero alzata alle 9:30, mi sono vestita, lavata, truccata…

poi sono uscita con mia mamma e siamo andate alla fermata del 64, per poter andare da mia nonna.

Il pulman come al solito era in ritardo.

Dopo una decina di minuti il pulman passò.

Durante il viaggio pensavo ai miei compagni che vista l’ora dovevano essere sotto le grinfie della professoressa d’inglese.

Arrivai a Torino da mia nonna. Entrai nel portone, salii le scale, arrivai al terzo piano, entrai in casa, salutai mia nonna…

erano le 11:45 circa.

 

 

Le ore passarono in fretta, arrivarono subito le 16:00.

Era arrivata l’ora di andare via.

Scesi cinque minuti prima di mia madre, ed andai dal tabacchino sotto casa di mia nonna

per poter andare a comprare i biglietti per il ritorno.

Il proprietario del negozio era un nostro amico di famiglia.
Appena entrai, Daniele mi chiese come stavo e come stava mio padre, ed io risposi che andava tutto bene;

allora lui mi disse che Mirko (suo figlio, nonché mio amico d’infanzia che non vedevo da molti anni) aveva cambiato scuola ed era venuto nella mia, e che era finito nella sezione dei bocciati e la mia testa immediatamente pensò alla sezione <<D>>.

Iniziammo a parlare dei suoi compagni, che in gran parte io conoscevo.

Intanto nella mia testa cercavo di capire chi era Mirko, se per caso lo conoscevo,

ma nella mia testa passava solo un Mirko che di sicuro non poteva essere lui!

Passarono cinque minuti e me ne andai salutandolo.

Da quando uscii da quel negozio, non facevo altro che pensare e chi poteva essere Mirko,

ma quando dopo vari tentativi cercando di ricordare, mi arresi e iniziai a pensare a tutti i bei momenti passati insieme da piccoli

 

 

Erano le 16:15 quando il 64 passò.

Tutto era uguale, raccontai tutto a mia madre chiedendogli il cognome di Mirko

ma non seppe rispondermi perché non se lo ricordò, ed io rimasi con l’ingenua curiosità di una ragazzina.

 

 

Arrivai a casa, mi sfilai velocemente il giubbotto e chiamai mio padre e gli chiesi il cognome di Mirko e lui mi seppe rispondere.

Nella mia mente c’era il vuoto totale buio un profondo abisso

Non avevo mai sentito nominare quel nome a scuola, ne tanto meno dai miei amici.

 

 

La sera passò, ed arrivò l’ora di andare a dormire.

Quando mi sdraiai sul letto crollai e mi addormentai subito

 

 

Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!!!

 

7:10 la sveglia puntuale e spietata suonò.

Mi alzai e ancora addormentata andai in bagno a prepararmi.

Jeans, maglia, cintura, scarpe, collana, orecchini, anello, trucco, giubbotto, sciarpa, zaino, cartellina,

mp3, cellularecellularee poi?

Mi sembrava di dimenticare qualcosa, ma non sapevo cosa.

Scesi le scale velocemente, ero in ritardo!

Arrivò mia cugina in macchina, salii e (purtroppo) presto arrivammo davanti a scuola.

MIRKO!!!

Ecco chi mi ero dimenticata. Entrai nel cancello della scuola, davanti a me vidi Alissa, una mia amica,

ma anche compagna di classe di Mirko.

Corsi da lei e le chiesi di farmi vedere chi era…

Lo vidi. Era girato di spalle. Non lo riuscivo a vedere bene. Si girò di scatto.

No, non lo conoscevo! Per me era un perfetto sconosciuto.

Non sarei mai riuscita a riconoscerlo. Non era un brutto ragazzo.

Era cambiato da come lo ricordavo io. Erano moltissimi anni che non lo vedevo, rivederlo così,

all’improvviso, mi fece uno strano effetto.

Sentivo qualcosa dentro di me, cambiare.

Solo una cosa non era cambiata in lui: gli occhi!

Belli, azzurri come il ghiaccio… indimenticabili…

Ma erano passati così tanti anni, che quegli occhi indimenticabili, io li avevo dimenticati.

 

 

 

<<   RICORDERò E COMUNQUE, ANCHE SE NON VORRAI

TI SPOSERò perché NON TE L’HO DETTO Mai

come fa male cercare,  trovarti poco dopo

e nell’ansia che ti perdo ti scatterò una foto

ti scatterò una foto   >>

 

 

Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!!!

 

7:55 la campanella era suonata ed io più felice e serena entrai in classe.

Ma appena vidi Roberto, (mio migliore amico e compagno di squadra di Mirko)

gli feci subito l’interrogatorio, ma lui non rispondeva mai.

Dopo qualche minuto mi rispose:

- Anche lui mi ha chiesto se eri mia compagna - e se ne andò a sedere.

Arrivò la professoressa ed io andai a sedermi al mio posto, vicino ad Alice la mia migliore amica.

Passai tutta la giornata a parlargli di lui, di quand’ eravamo piccoli, ma Alice mi ripeteva sempre:

- Marty guarda che io lo conosco di striscio!!! -.

Arrivò l’ora di uscire da scuola ed io speravo di incontrarlo per potergli parlare.

Camminavo per andare verso la macchina, quando lo vidi lì, appoggiato sul muretto…

Lo guardai bene prima di avvicinarmi.

Non era un ragazzo bellissimo, ma se la cavava!

Aveva i capelli un po’ lunghi e più o meno ricci, occhi azzurri fantastici, un bel fisico, un po’ basso ma non tanto.

Mi avvicinai, mi fermai davanti a lui e gli domandai:

- Sei tu Mirko? - lui stranito mi rispose:

- Si. Tu sei Martina vero? Mio padre mi ha detto che ieri vi siete visti. Mi ricordo di quando eravamo piccoli… -.  

- Si. Mi ha detto che fai seconda! Che sei stato bocciato… -.

- Mh… Già! -.

Poi arrivò un suo amico, e da lì non mi calcolò più, allora me ne andai senza dire neanche

<<CIAO>>, perché sapevo che a lui non gliene poteva fregare niente!

E così il nostro incontrò finì, senza che ottenni nulla! Neppure un semplicissimo <<CIAO>>.

Da quel momento in poi, non mi importava niente di lui, se lo vedevo bene sennò vivevo benissimo anche senza.

Dentro di me non era cambiato proprio niente!

 

 

 

<<   RICORDERò E COMUNQUE, e so che non vorrai

ti chiamerò perché tanto non risponderai

come fa ridere adesso pensarti come un gioco

e capendo che ti ho perso ti scatto un’altra foto   >> 

 

 

Passarono giorni e giorni e vidi Mirko cambiato: si era tagliato i capelli, si faceva il crestino,

usava jeans stretti e tutte le mattine andava a fumare.

Adesso non era più quel ragazzo che avevo conosciuto.

Era totalmente diverso! Iniziai a pensare sempre di più a lui, e più lo vedevo, più parlavo di lui e più m’innamoravo…

 

 

Dopo un mese circa, ero innamorata persa! Vedevo lui e non capivo più niente.

Lo vedevo sul pulman, davanti a scuola, in giro, con i suoi amici, con Roberto e dentro di me, lui era importante.

Mi ero sbagliata: qualcosa dentro di me era veramente cambiato!

Però era un amore non ricambiato, tempo perso dietro ad un ragazzo viziato, ma allo stesso momento dolce e carino.

Un amore di cui ho dubitato mille e mille volte; naturalmente inutilmente!

Provai molte volte a parlargli ma non ci riuscii mai. Decisi allora di scrivergli una lettera, che lui non lesse mai, perché non trovai mai il coraggio di consegnargliela.

Alice mi diceva che lui non veniva a parlarmi, perché forse era timido e riservato come me e che quindi non osava venire.

 

 

Continuarono a passare i giorni, ma tra me e lui non cambiava mai niente.

I nostri sguardi s’incontravano… Lui mi guardava con i suoi bellissimi occhi, poi distoglieva lo sguardo,

come se volesse fuggire… fuggire da qualcosa che non riuscii mai a capire.

 

 

 

<<   e sarà bellissimo, perché gioia e dolore ha lo stsso sapore con te

io vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse

e tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse

e voglio amore tutte le attenzioni che sai dare

e voglio indifferenza se mai mi vorrai ferire   >>

 

 

 

Un bruttissimo Lunedì di Maggio, io, Alice e Davide litigammo.

Alice non mi voleva più parlare e Fabio mi odiava con tutto se stesso.

Alle 16:30, suonò la campanella, uscii da scuola ed aspettai mia cugina.

Mentre andavamo alla fermata non capivo niente, volevo solo piangere ma Riccardo mi fermò e mi disse:

- Vieni che c’è qualcuno che ti deve parlare - io risposi con tutta la rabbia che avevo dentro:

- Non me ne frega niente! Voglio essere lasciata in pace! -.

Riccardo sentendo la rabbia che avevo dentro mi rispose:

- Marty che ti è successo? C’è qualcosa che non và? -.

Io scoppiai a piangere, dovevo sfogarmi a tutti i costi, stavo scoppiando.

Riccardo mi abbracciò e mi disse:

- Dai, con me ti puoi sfogare -.

Nel frattempo, Mirko vedendo la scena, venne da Riccardo, lo staccò via da me e gli disse:

- Grazie! Io ti chiedo di aiutarmi e tu ne approfitti così?! Non credevo che mi avresti tradito così!

Con me hai chiuso!!! - e se ne andò.

Riccardo mi guardo, si mise a ridere, mai io scossi la testa, mi vidi il mondo crollare addosso.

Mi sembrava un sogno troppo bello per essere vero! Mirko che mi voleva parlare…

Non ci avevo mai sperato, ma grazie ad Riccardo tutto era rovinato.

Continuavo a piangere.

Mirko credeva che mi piaceva Riccardo e che a lui io piacessi, ma invece non era così!

A me Riccardo non mi piaceva, io volevo Mirko e solo lui! Tutti gli altri erano inutili…

Ma come potevo farglielo capire?

Guardai Riccardo e gli dissi:

- Tu vai a casa! Hai già fatto troppi casini… - lui mi sorrise, scosse la testa e se ne andò.

Iniziai a cercare Mirko. Non lo vedevo da nessuna parte. Con i suoi amici non c’era,

alla fermata del pulman non c’era, non c’era, non c’era, non c’era da nessuna parte!

All’improvviso lo vidi davanti a me. Volevo corrergli incontro, chiamarlo, ma improvvisamente

le mie gambe non si muovevano, erano bloccate, sembravo intrappolata nelle sabbie mobili

e la mia voce non voleva uscire… ero bloccata, incatenata.

Avevo paura. Non so di cosa, ma avevo troppa paura.

Non volevo rovinate tutto più di quanto lo era già.

Mi calmai. Decisi da andare da lui, mi voltai ma non c’era più. Non era più davanti a me.

Feci un sospiro di sollievo. Ero tranquilla.

 

 

Stavo tornando a casa; ascoltavo la musica, ero assorta in mille pensieri.

Camminavo quasi spaesata, quando una mano dolcemente prendeva la mia…

Mi girai, davanti a me c’era Mirko.

Ci guardammo. Nei suoi occhi stavolta niente e nessuno voleva fuggire, era deciso ma si

capiva benissimo che aveva paura.

Mi sorrise e mi chiese:

- Ti piace veramente? - 

- Ma chi? Cosa mi piace? - risposi confusa. Non riuscivo a capire.

- Come chi? Riky?? no!? - 

- Ah! No! No! No! Non mi piace. Prima mi stava solo consolando, perché ho litigato con dei miei amici…- 

- Menomale - rispose contento.

- Perché? - chiesi anch’io contenta.

- Beh… Perché… Vedi… Io… Tu… Prima… Mmh… Da piccoli… Noi…- 

- Eh??? -

- Allora: tu, cioè io, non sono mai venuto a… a parlarti perché pensavo che a te, si che a te di me non te ne fregasse niente! Credevo che la nostra am… emh… amicizia, fosse già finita da anni… -.

Io lo guardai, non sapevo che dire, che fare. Non capivo più niente come al solito.

Avevo le solite farfalle dentro di me, ma adesso erano di più, erano infinite,

erano così tante che mi sembrava di volare!

- Non credevo che tu a me ci tenessi ancora! Pensa che credevo che non ti ricordavi neanche il mio nome! - gli dissi.

- Si come se fosse facile dimenticarselo vero? Ne abbiamo combinate di tutti i colori da piccoli…

Come facevo a dimenticarmi la mia socia? -.

- Ma mi dovevi dire solo questo? - gli chiesi.

Lui mi guardò. Mi prese la mano. Si avvicinò a me e disse:

- No! - e all’improvviso lui mi stava baciando…

 

 

 

<<  ma pur avendoti qui ti sentirei distante

cosa può significare sentirsi piccolo

quando sei il più grande sogno e il più grande incubo

siamo figli di mondi diversi e una sola memoria

che cancella e disegna distratta la stessa storia

e ti scorderai di me quando piove profili e le case ricordano te   >>

 

 

 

.........

 

 

 

 

All’inizio questa storia è vera, anzi verissima. Poi verso la fine ho iniziato ad usare la mia fantasia…
Ho scritto questa storia, perché da come si può capire mi ero innamorata del mio ex migliore amico: Mirko! Diciamo che con quegli occhi azzurri fantastici, mi aveva “stregata”!
beh voi che ne pensate?!

 

  
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