Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |       
Autore: Ayumi Yoshida    11/09/2013    5 recensioni
Racconto alternativo rispetto al manga su come si sono avvicinati Gohan e Videl, con la partecipazione di un personaggio che dovrebbe essere da tutt’altra parte… ^^
“Perché quel buffone aveva dovuto cominciare la sua carriera contro il crimine proprio nella sua città? Tutti erano a conoscenza del fatto che Satan City aveva già un eroe, suo padre, e che lei gli dava una mano a mantenere l’ordine e tutto quel trambusto rischiava di buttare all’aria ogni equilibrio: la città era troppo piccola per avere due eroi.”
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Erasa, Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

due_primo cap_ GV

Dopo averne tanto parlato, finalmente questa fic vede la sua pubblicazione. Ne sono molto felice, perché l’idea di questa fic nasce più o meno tre anni fa (o qualcosa in più) grazie ad una singola scena che mi era venuta in testa e che mi ha spinto a scrivere. All’inizio volevo scrivere una one shot, perché sono praticamente negata per le long (XD), ma alla fine l’ispirazione mi ha accompagnata e ne sono venuti fuori più capitoli, rilegando la scena iniziale all’ultimo capitolo e modificandola quasi completamente. Partiamo già in modo strano, eh? XD

Per continuare con questa catena di stranezze, comunico già da adesso che si tratta di una fic what if, cioè alternativa al manga, infatti più in là comparirà anche un personaggio che non avrebbe dovuto esserci. ^^ Inoltre, alcuni capitoli saranno piccoli piccoli, altri più lunghi. Niente, è davvero una fic che parte senza speranze (XD), è leggera, e spero che possa divertivi almeno un pochina leggerla, come io mi sono divertita a scriverla. Fatemi sapere! ^^

Al prossimo capitolo!

 

 

 

Due

 

 

Era comparso all’improvviso dall’aria, volteggiando in modo teatrale, ed era atterrato davanti a lei interrompendo i combattimenti in corso contro i delinquenti che stava inseguendo, soccorrendola. Con un pugno aveva atterrato due uomini, con un calcio altri due e, in un secondo, aveva risolto la situazione. Aveva improvvisato uno strano balletto di pose impossibili, aveva esclamato il suo nome ed era volato via così come era venuto, lasciandola più irritata che mai: le aveva sottratto la scena senza alcuno scrupolo, e non sarebbe stata l’unica volta.

 

1 – Padre e figlia

 

“Scoprirò chi si nasconde dietro quella maschera… Lo scoprirò… Insomma, devo scoprirlo! Dopo tutta la fatica che sto facendo…”

Videl sbuffò annoiata: quel pensiero non la abbandonava più da giorni. La sua ricerca di notizie riguardanti Great Saiyaman, il nuovo supereroe mascherato che era comparso tempo prima a Satan City e che voleva rubarle la scena, andava avanti da qualche tempo senza alcun risultato e la ragazza cominciava a scoprirsi impaziente ed irritata.

Perché quel buffone aveva dovuto cominciare la sua carriera contro il crimine proprio nella sua città? Tutti erano a conoscenza del fatto che Satan City aveva già un eroe, suo padre, e che lei gli dava una mano a mantenere l’ordine e tutto quel trambusto rischiava di buttare all’aria ogni equilibrio: la città era troppo piccola per avere due eroi.

La voce monotona del professore s’infiltrava dispettosamente tra i suoi pensieri, impedendole di pensare a qualcosa di decente, qualunque cosa di decente, decente abbastanza da poter smascherare quel buffone verde.

Provò a fissare il libro di inglese: l’immagine sorridente di suo padre le ammiccava fastidiosamente dalla pagina stampata. Lo chiuse con un colpo: non c’era bisogno di ricordarle continuamente che quel buffone stava offendendo l’onore di suo padre. Non sapeva forse che Mr. Satan era il più forte del mondo e poteva cavarsela benissimo da solo? Great Saiyaman non poteva continuare a gettare fango sulla sua famiglia in quel modo: era stufa di vederselo comparire davanti ogniqualvolta c’era un criminale da fermare e prendersi il merito per ogni azione.

Improvvisamente un piccolo segnale acustico la colse di sorpresa: Videl guardò immediatamente il segnalatore anti-criminali che aveva al polso, vedendolo illuminarsi e cominciare ad emettere suoni concitati.

“Videl, abbiamo bisogno del tuo aiuto!” esclamò la voce del capo della polizia, spaventatissima “Un gruppo di esaltati si è introdotto nel palazzo del sindaco e minaccia di ucciderlo se non ascoltiamo quello che hanno da dirci!”

“Arrivo subito!” replicò la ragazza, tesa, senza minimamente pensare di stare disturbando la lezione: ormai tutti i suoi compagni di classe e il professore si erano voltati verso di lei e seguivano, ansiosi, quello scambio di battute. Anche il ragazzo che si era appena trasferito nella loro classe, Gohan, la stava guardando: se ne accorse quando, afferrate le chiavi del suo velivolo, dovette superarlo di corsa per poter lasciare la classe. Era strano, perché di solito lui se ne stava in silenzio nel suo angolo a seguire le lezioni o a pensare ai fatti suoi, ma, più ci ripensava più se ne convinceva, le era parso davvero molto interessato a quello che stava succedendo.

“Mi raccomando, fa’ attenzione!” riuscì soltanto ad esclamare il professore, un po’ in ansia, mentre Videl correva fuori dall’aula.

Per non rischiare di aggravare la situazione, premette a fondo il piede sull’acceleratore e giunse al palazzo del sindaco in un baleno. L’edificio era completamente circondato da automobili della polizia e da una folla di curiosi che, non appena si accorsero che era arrivata, cominciarono a gridare il suo nome fiduciosi. Compiaciuta da tutte le speranza che quelle persone le avevano affidato, Videl sorpassò quella barricata improvvisata ed entrò nel palazzo.

Non c’era segno di persona viva, all’interno. Sospettosa, si guardò intorno con circospezione e realizzò che l’atrio era davvero vuoto, non c’era nessuno nascosto neppure dietro ai banconi delle reception: forse i criminali erano al piano di sopra. Percorse le scale velocemente, ma in silenzio per non farsi scoprire ed entrò nell’unica porta sul largo pianerottolo che era accostata.

“Chi va là?!” la accolse una voce dura accompagnata dal rumore di mezzo caricatore di arma da fuoco svuotato sul muro.

“Sono Videl, sono venuta ad arrestarvi!” esclamò lei senza paura, avanzando “Gettate a terra le armi e consegnatevi se non volete passare altri guai!”

Una risata generale la accompagnò per ogni passo finché non fu abbastanza vicina ai criminali per poterli guardare un faccia: erano tutti uomini grandi come gorilla disposti in fila, uno accanto all’altro, e dietro di loro, con la faccia di un condannato a morte, c’era il sindaco, tremante.

“Questo sarà un problema.” pensò continuando a guardare davanti a sé senza paura. C’erano dieci uomini grandi il doppio di lei ed era anche da sola. Doveva elaborare una strategia.

“Chi osa ancora violare la legge?” esclamò teatralmente una voce con un’intonazione particolare.

Immediatamente tutti si voltarono nella sua direzione di provenienza, ma non videro che frammenti di intonaco e polveri vorticanti nell’aria. Poi una figura alta e dotata di antenne si fece largo nella stanza, rivelando un buco più o meno grosso nel muro.

Era penetrato nel palazzo volando.

“Tu hai… Hai…” esclamò Videl incredula, additando quella figura che conosceva fin troppo bene. Great Saiyaman la raggiunse e si parò davanti ai criminali al suo fianco.

“Liberate immediatamente il sindaco o dovrete vedervela con me!” annunciò puntando un dito contro tutti quegli uomini in tono accusatorio. Eccolo che, come al solito, interveniva non richiesto da nessuno, sempre puntuale, per prendersi tutto il merito.

Videl sentì il sangue andarle velocemente alla testa e per un momento provò la voglia di fargli assaggiare un suo pugno, ma, guardando davanti a sé, capì che non era il momento. Doveva fare di nuovo buon viso a cattivo gioco e collaborare con lui. Come al solito.

“Sto arrivando!” esclamò stizzita e corse incontro ai criminali, ingaggiando una lotta feroce con uno di loro. Volarono calci e pugni e finalmente riuscì ad atterrarlo facendolo svenire, ma, non contenta, si preparò ad affrontarne un altro quando si ritrovò davanti agli occhi la solita scena.

Era ogni volta così: lei si faceva in quattro per mettere i criminali al tappeto, poi si guardava intorno e vedeva che quel buffone mascherato aveva già disseminato la strada di corpi esanimi senza neppure che lei se ne fosse resa conto.

“E’ tutto a posto!” esclamò lui facendole il segno della vittoria con entrambe le mani dopo aver liberato il sindaco. Videl sbuffò sonoramente e lo guardò con astio.

“Non credere che io ti ringrazi per avermi aiutato!” sputò, furibonda. Quel buffone le aveva rubato di nuovo la scena, non poteva proprio sopportarlo.

“Non devi ringraziarmi.” replicò lui tranquillamente, poi le sorrise. “Hai combattuto davvero bene.”

A quelle parole, la ragazza si sentì stranamente arrossire. Distolse lo sguardo con imbarazzo e gli diede le spalle per non guardarlo.

“Io devo andare. Vedi di non combinare altri casini!” esclamò tentando di mantenere un tono piuttosto duro e corse via da quella stanza sentendosi tutta sottosopra. Per quale assurdo motivo le diceva quelle cose se era palese che lei non potesse sopportarlo? Spinse di nuovo l’acceleratore del suo veicolo a fondo, confusa. Aveva dimenticato anche di cercare di smascherarlo.

“Scusi se sono stata fuori così a lungo!” esclamò inchinandosi sul ciglio dell’ingresso della classe. Il professore la accolse con un  sorriso sollevato e la invitò a prendere posto come se non fosse accaduto nulla. Videl corse alla sua fila, ma per sedersi doveva superare Gohan.

“Mi fai passare?” gli chiese con impazienza, degnandolo soltanto di uno sguardo.

“C-certo.”

Aveva il fiatone come se avesse corso veloce per chilometri. Era molto strano. Si sedette accanto ad Erase piena di curiosità.

“Ma cosa avete fatto mentre ero via?” le chiese sottovoce per non farsi sentire “Sembra che Gohan abbia partecipato ad una maratona…”

Lo indicò all’amica con un cenno del capo: il ragazzo era tutto sudato e continuava respirare pesantemente.

“Non saprei.” replicò Erase alzando le spalle “Però Gohan è stato di nuovo fuori per così tanto tempo che anche il professore ha cominciato a preoccuparsi!”

Di nuovo?”

Videl continuò ad osservarlo mordendosi un labbro. Da quando era arrivato in quella classe, era già accaduto tre volte che Gohan uscisse dall’aula per andare in bagno quando lei aveva ricevuto una segnalazione dalla polizia. Era davvero strano. 

 




   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Ayumi Yoshida