Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |      
Autore: Facy    11/09/2013    3 recensioni
Una sera di settembre nel piccolo villaggio di *... vicino a Glastonbury. Un negozio illuminato da malandate lampade a cherosone; sopra la porta cigola l'insegna di un drago incoronato. Un vecchio erborista e l'ultima cliente del giorno.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Freya, Merlino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Glastonbury, Somerset

Settembre 2012

 

L'insegna del drago incoronato cigola nel vento.

 

E' il vento freddo di settembre, che spazza via le foglie davanti alla porta del negozio e le disperde lungo il viottolo. Il cielo è gonfio di nubi che minacciano pioggia. Sono le 5.50 p.m e mancano dieci minuti all'orario di chiusura. Ding. Il suono argentino del campanello annuncia l'arrivo di un cliente. Il vecchio seduto al bancone continua a fare le parole crociate con aria imperturbabile.

 

-Spiacente, stiamo per chiudere-.

 

-Sii gentile, Myrddin. E' questione di un minuto-.

 

-Oh. Ciao, Faye. Perdonami... non avevo visto che eri tu-.

 

Il vecchio dai lunghi capelli bianchi – Myrddin è il suo nome, uno strano nome gallese che, a suo dire, viene dato ai primogeniti della sua famiglia da generazioni – si alza con insospettabile agilità dallo sgabello sistemato dietro al bancone dell'erboristeria. La donna sta piedi in mezzo al negozio, indossa un vecchio trench e una sciarpa di seta indiana.

 

-Ma certo che non mi hai vista- sorride. -E' il Times, quello, vero? Scommetto che se entrassero Bonnie e Clyde con i mitra spianati, tu gli indicheresti la cassa e andresti avanti con il cruciverba-.

 

-Quello del venerdì sera è più difficile- si difende Myrddin. -Moglie di sovrano, sei lettere?-.

 

-Regina. Facilissimo-.

 

Il vecchio borbotta qualcosa con aria poco convinta ma si china lo stesso a scrivere "regina" a matita sulla griglia del cruciverba. Poi rivolge la sua attenzione alla cliente.

 

-In che cosa posso servirti, Faye?-.

 

-Ho finito lo spray alla propoli. E vorrei un po' di quella tisana digestiva dell'altra volta. Ah, e le caramelle allo zenzero-.

 

-Eccole...-.

 

Nonostante l'età, Myrddin si muove veloce: apre e chiude i vasi di porcellana ordinatamente disposti sugli scaffali di legno antico. Il negozio odora di spezie e tinture madre ed è fiocamente illuminato da lampade a cherosene: non usa mai la luce elettrica – per risparmiare, dice lui –. Il bancone è un pezzo di antiquariato, acero rosso lucidato a cera. Il registratore di cassa è di ottone, monolitico, e funziona a singhiozzo. Non c'è un'oncia di polvere in giro ma ogni oggetto sa di ricordi e di passato, come se non fosse mai stato spostato dalla sua collocazione.

 

L'anziano erborista riempie una busta di carta per l'ultima cliente del giorno.

 

-C'è altro?-.

 

-Vorrei una libbra di henné rosso-.

 

Myrddin sorride, mentre versa la polvere egiziana dentro un sacchetto di plastica. Faye Eleanor Prescott ha sessantasette anni, un viso dolce e i capelli lunghi fino alla vita, spesso raccolti in una treccia. E' una ex-hippie, una praticante wiccan (1) e quanto di più simile ad un amica Myrddin abbia trovato nel piccolo villaggio di *... In pratica, un incrocio tra Miss Marple e un insegnante di yoga, anche se Faye non sa neanche toccarsi la punta dei piedi con le dita e si procura da vivere con i lavori di decoupage.

 

-Sono 13 sterline e 50 penny. Facciamo 13-.

 

Mentre Myrddin cerca di far funzionare il registratore di cassa, Faye la butta lì con aria noncurante.

 

-Il 23 organizziamo una festa per l'equinozio-.

 

-Mmh-.

 

Con un gesto distratto, Myrddin si sposta dagli occhi una ciocca di capelli sfuggita alla coda e si rattrappisce ancora di più sul bancone, come se cercasse di farsi più piccolo possibile. Getta un'occhiata al cruciverba non finito.

 

-Zarina. Moglie di sovrano: zarina, non regina. Il Times non poteva essere tanto banale-.

 

-Myrddin, mi hai sentita. Ti ho appena invitato al nostro rito di Mabon (2)-.

 

Ovviamente il plurale dell'aggettivo possessivo si riferisce alla congrega di Faye, composta da lei e da altre tre signore di mezza età e reminiscenze woodstockiane che vivono nei dintorni di *.... Neopagane della domenica ma sono state gentili a invitarlo. Cercano di coinvolgerlo ogni anno, capitanate da Faye, che è sicura che Myrddin abbia un'aura indaco e un grande potenziale per la magia bianca. Come ogni anno, l'erborista rifiuta, adducendo come pretesto i reumatismi.

 

-Avanti, sarà divertente-.

 

-Sicuro, correre nudi in mezzo ai boschi gelati-.

 

Faye sbuffa con aria sarcastica, gettando la lunga treccia da ragazza dietro le spalle. Tuttavia un sorriso nascosto le nasce all'angolo della bocca, come se stesse ricordando qualcosa di molto piacevole.

 

-Niente skyclad (3), prometto. Ma non fingere che l'argomento non ti interessi-.

 

-Quale argomento?-.

 

Faye accenna con lo sguardo al sacchetto rosso adorno di nastri e campanelli che pende dallo stipite della porta del negozio, spargendo un gradevole odore di cannella e di qualcos'altro non meglio identificato. Un amuleto di protezione.

 

-Sono abbastanza vecchio da amare le tradizioni popolari- grugnisce Myrddin. -E ora, se non ti dispiace, devo chiudere-.

 

Escono insieme nel viottolo lastricato di pietra grigia e Faye lo osserva mettere il catenaccio alla serranda del negozio. L'insegna cigola senza pietà, come un fantasma scozzese che trascina le sue catene.

 

-Il tuo drago ha perso un bel po' del suo smalto- osserva Faye. -Forse potrei ridipingerla. A titolo di amicizia, ovviamente- aggiunge.

 

-Forse-.

 

-Potresti portarmela domani-.

 

-Magari la prossima settimana-.

 

Faye sbuffa spazientita, aggiustandosi la sciarpa di seta: è una donna ancora piuttosto piacente ma la pelle del collo mostra da un pezzo i segni dell'età. -Chi ha tempo non aspetti tempo, Myrddin-.

 

-Sono un uomo paziente-.

 

Discutere con l'erborista è come cercare di sdradicare una quercia a mani nude. Faye scrolla le spalle, lascia perdere.

 

-Contento tu-.

 

Il sole è tramontato e il cielo è un nastro color lavanda tra gli alti muri del vicolo buio. Sono le sei di sera e tutti gli abitanti del vicinato sono a tavola davanti ai loro roast-beef, da bravi sudditi di Sua Maestà. I due camminano fianco a fianco. Il passo di Myrddin echeggia pesante sull'acciottolato, un passo da montanaro esperto e da viandante stanco ma ben determinato ad andare avanti. Faye fatica a stargli dietro, con la sciatica che si ritrova: al contrario, Myrddin è dritto come un fuso, anche se è molto più vecchio di lei. Quanti anni ha esattamente? Ottanta o novanta? Nessuno lo sa. Nessuno a *... può dire di conoscerlo bene. Il suo nome è gallese, d'accordo, ma il suo accento è troppo strano e aspro anche per il cymraeg (4). E qual'è il suo cognome? Da dove viene, chi erano i suoi genitori? Basta il cipiglio minaccioso del vecchio a scoraggiare ogni domanda.

 

-Ti accompagno?-.

 

-Grazie-.

 

Il negozio di Myrddin si trova nel centro storico di *... Escono dalla cerchia di mura di pietra del XVI secolo, verso il parcheggio. Faye è un'esperta pilota, amante delle auto vintage. La sua macchina è un vero gioiellino, una Chevy Impala del '67. Vernice nera e cromature da urlo, più adatta al Texas che alla campagna del Somerset.

 

Come sempre, Myrddin storce il naso. -Ogni volta che la vedo non posso fare a meno di ripensare a quel tremendo film in cui tutti cantavano (5)-.

 

-Scherzi? Quella era una Dodge del '49. E ti proibisco di parlare male della mia Bastet-.

 

-Bastet?-.

 

-Mi sembrava un nome adatto-.

 

Sul viso scavato dalle rughe di Myrddin passa un'ombra indecifrabile. E' un attimo, poi il vento freddo della sera disperde la sensazione di déjà-vu. Galantemente Myrddin le tiene aperta la portiera mentre Faye sistema la busta con gli acquisti sul sedile posteriore. La donna sale in macchina e accende il motore, abbassando il finestrino.

 

-Non c'è nessuna speranza di convincerti a venire per Mabon?-.

 

-Non più di convincere un gallo a fare le uova-.

 

-Sei un... un obsoleto pisquano, ecco cosa sei-.

 

-Se compiace alla mia signora-.

 

Nonostante l'irritazione per il rifiuto Faye ride, deliziata come sempre dai modi cortesi e antiquati di Myrddin. E' vecchio come una sequoia ma ha un certo fascino. Occhi azzurrissimi e buffe orecchie a sventola, sotto i lunghi capelli bianchi trattenuti da un laccio di cuoio. Faye ne è attratta. Faye dalla chioma un tempo corvina, con un naso un po' buffo e un sorriso disarmante. Faye che è una strega, anche se una strega dei tempi moderni, e che ama le montagne e le fragole rosse. Faye, al volante di un'auto nera chiamata Bastet.

 

In un altro tempo, in un'altra vita...

 

-E' tardi, devo scappare. Vuoi un passaggio?-.

 

La casa di Myrddin è un piccolo cottage cadente, a più di un miglio dal paese. L'erborista vive da solo, senza una moglie o un figlio. Faye non ci è mai stata ma scommette che non c'è neanche un gatto o un pesce rosso. Myrddin sembra fatto apposta per la solitudine.

 

-No, grazie. Farò una passeggiata al lago-.

 

Le dita di Faye si contraggono sul volante. La pelle le si accappona tutta insieme: non è un brivido di freddo ma qualcos'altro, come una scossa elettrica. Le sembra di essere ubriaca e di vederci doppio. Vede Myrddin in piedi, vicino alla sua automobile, nei suoi vestiti scuri e dimessi, con il cappello di lana e borsa di cuoio logoro. Lo vede così e vede anche avvolto in una tunica color vinaccia dall'aria medievale, con un bastone in mano, simile un mago della leggenda. Faye sbatte le palpebre ma la bizzarra illusione ottica non svanisce, anzi peggiora. Ora sono in tre: il terzo è un ragazzo dai capelli scuri, vestito poveramente. Tutti e tre hanno gli occhi azzurri come fiordalisi e antichi come il tempo.

 

Myrddin – ma quale? – ha un'aria preoccupata.

 

-Faye? Tutto bene?-.

 

La donna chiude gli occhi e finalmente c'è un solo uomo davanti a lei. Un negoziante di spezie e rimedi omeopatici in uno stato in cui le medicine sono poco meno che droga legalizzata, un poveraccio costretto a tirare la cinghia per arrivare a fine mese. Faye respira di nuovo liberamente e annuisce, accendendo il riscaldamento nell'abitacolo della Chevrolet per scacciare i brividi.

 

Il vecchio la osserva fare manovra e uscire dal parcheggio. Lei si ferma per salutarlo.

 

-Myrddin-.

 

-Sì?-.

 

-Non c'è nessun lago tra *... e Glastonbury. C'era, un tempo... intorno al Tor (6)... ma l'hanno prosciugato più di un secolo fa-. Faye si rende conto di suonare quasi implorante. -Non c'è più nessun lago-.

 

Myrddin sorride tra le ombre della sera.

 

Ciò che è stato sarà per sempre, Freya

 

 

Faye sussulta, sbigottita. -Che cosa hai detto?-

 

Merlin?

 

-Intendevo dire che farò un salto al Lake Inn, per farmi un goccetto. Che ci vuoi fare, è la debolezza di un vecchio... mi concilia il sonno-.

 

-Oh. Oh. Il lago. Il Lake Inn, giusto...-.

 

In un'altra occasione, Faye si sentirebbe troppo scombussolata per mettersi al volante ma al momento ha una gran voglia di arrivare a casa e tuffarsi in una vasca di acqua calda piena di schiuma profumata alla vaniglia. Guardare la televisione e provare a dimenticarsi di tutto. Anche se sa che non potrà mai dimenticare gli occhi di Myrddin.

 

-Beh, ci vediamo, allora- dice, tentando di suonare allegra e disinvolta. -Bye-.

 

Myrddin non risponde ma solleva lentamente la mano in un ancestrale gesto di saluto. I suoi occhi illuminati dai fari sembrano d'oro. Guarda andar via la Chevrolet che sgomma sull'acciottolato umido.

 

-Addio, Freya- mormora alla notte. -Al prossimo incontro-.

 

Poi si rimette in cammino.

 

 

 

FINE

 

Angolo dell'autrice:

Avrete forse notato le citazioni da Harry Potter, Supernatural e da una vecchia serie di libri per ragazzine chiamata "Anastasia Krupnik". Sono riferimenti assolutamente non casuali e non ho nessuna intenzione di prendermene il merito. So bene che a Glastonbury non c'è mai stato nessun lago ma nell'ultimo straziante episodio di Merlin si vede chiaramente una costruzione ispirata al Tor; inoltre, è una delle ipotesi più gettonate per la collocazione di Avalon. Per quel che riguarda le note, ecco qui:
 

1) La Wicca è una religione neopagana basata sui cicli della natura e sul divino presente nel mondo.

2) Mabon è uno degli otto sabbat wiccan e si celebra il giorno dell'equinozio d'autunno.

3) Lo skyclad (o vestiti-di-cielo) è una pratica di nudità rituale propria della Wicca Gardneriana.

4) Il cymraeg è una lingua celtica ancora usata in Galles.

5) Grease (1978) di Randal Kleiser,

6) Glastonbury Tor è una collina nei pressi di Glastonbury, che ospita la chiesa medievale di San Michele Arcangelo.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Facy