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Autore: _Safyra    11/09/2013    2 recensioni
[...] Abbassi il capo e, come se non l'avessi visto – cosa che non succede mai – lo oltrepassi silenziosamente.
Ma il tuo silenzio per lui equivale ad un richiamo ambulante.
«Scarlett» ti senti chiamare.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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I ragazzi che si amano

 

Dedicato a noi ragazzi.


 

Non avevi mai pensato a come, dopo giorni e giorni che te lo ripetevi, avresti potuto scordarti per la centesima volta il quaderno nell'armadietto. 
Ti dai della stupida mentre ti scusi con le tue amiche che stanno raggiungendo l'uscita della scuola. 
Ritorni indietro e cammini spedita verso il corridoio del tuo armadietto, sospinta da un fiotto di rabbia dovuto alla brutta giornata che hai avuto.
Hai litigato con lui. Di nuovo. Ma non sei sorpresa: ormai il tempo che passate insieme esiste solo ed esclusivamente perché possiate urlavi in faccia.
Anche in classe l'aria è tesa. Spenser pensa che sia per via della scuola: maggio è sempre il peggiore di tutti i periodi dell'anno. Non puoi tornare a casa senza la paura di non riuscire a studiare in tempo o di aver preso un brutto voto all'interrogazione della mattina.
Insomma sì, sarà perché Spenser ha ragione, ti dici mentre prendi il quaderno tanto agognato e richiudi l'armadietto con fin troppa energia.
Ma tu sai che sotto sotto non è per lo stress, ma per colpa tua.
Vostra.
Forse vi dovreste prendere tempo per riflettere.
Forse tempo non ce n'è. Non almeno per un'amicizia che tu continui a far sembrar tale quando in realtà vorresti che fosse qualcos'altro.
Ma tanto sai che quell'amicizia, quel rapporto intimo e strano che vi lega, non si trasformerà mai in quel qualcosa in cui speri. 
Perché, come ha detto lui, siete solo amici.
Dopo l'ennesimo litigio però, pensi, probabilmente non dovreste definirvi nemmeno amici.
Probabilmente siete tornati ad essere due estranei, come prima di conoscervi.
Tu passi le giornate a studiare in solitudine e lui ad allenarsi con la sua squadra di football. Forse ha anche la ragazza, ma non te lo vuole dire perché è troppo codardo per farlo.
Ritorni sui tuoi passi, osservando distrattamente le punte lucide delle tue ballerine.
Ma va bene, ti dici, se a lui non è mai importato niente del vostro legame potreste anche dirvi addio.
I tuoi pensieri però si bloccano nell'istante in cui svolti l'angolo che porta all'uscita della scuola, e l'idea che ti è appena balenata in mente è già dimenticata: lui è là fuori, vicino alla porta. È appoggiato al muro, le cuffie calcate nelle orecchie, le mani in tasca, gli occhi rivolti verso il cielo, la cartella in spalla.
Non ci sono altre vie per uscire dall'edificio, quindi o giri le spalle e ti accampi in classe o prendi coraggio e annulli i metri che ti dividono da lui.
Non molto convinta dalla prima ipotesi, abbassi il capo e, come se non l'avessi visto – cosa che non succede mai – lo oltrepassi silenziosamente.
Ma il tuo silenzio per lui equivale ad un richiamo ambulante. 
«Scarlett» ti senti chiamare. Adori il suono del tuo nome sulle sue labbra.

 

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito



Pensi che, alle volte, seduta qualche fila dietro di lui, sei rimasta a fissarlo scrivere un appunto o passarsi una mano tra i capelli dorati. Un giorno ti sei fatta scoprire, ma lui non si è realmente accorto di quello che stavi facendo un minuto prima che si voltasse, perché si è girato verso di te con l'unico scopo di chiamarti e aiutarlo in qualcosa.
Rallenti il passo, fino a fermarti completamente. Senti il suo sguardo trapanarti la schiena.
Ti volti e con un'espressione di falso disprezzo incroci il suo sguardo dispiaciuto.
Wow, non l'avresti mai detto: è dispiaciuto.
«Sì?» dici, fredda.
Lo vedi allontanarsi dal muro per colmare la poca distanza che vi divide. Il tuo cuore si concede una doppia piroetta quando i vostri corpi stanno quasi per sfiorarsi.
«Scusami per oggi. Per ieri e per tutte le volte che ti ho attaccato quando non avevo nemmeno il diritto di farlo. Sono stato uno stronzo.» sussurra, gli occhi puntati nei tuoi.
No, no, no. Non sentirti così in colpa, ti prego, vorresti dirgli. Tuttavia sospiri, spinta dal tuo istinto egoistico a non dargli soddisfazioni.
«Già. Lo credo anch'io. Adesso devo andare, scusami.» replichi prima di girargli le spalle – cosa che non vorresti assolutamente fare.
«Scarlett, aspetta.» 
Ringrazi la buona sorte quando senti le sue dite stringersi attorno al tuo polso.

 

Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia, il loro disprezzo, le risa, la loro invidia 



Ti attira a sé con così tanta forza che il tuo corpo sbatte contro il suo, riempendosi di brividi.
Non siete mai stati così vicini. Né così terribilmente arrabbiati l'uno con l'altro.
Ma anche se lo siete, sai che non potreste stare lontani un giorno di più.
O almeno, tu non potresti stargli lontana un giorno di più.
Perché lo ami. 
Sai che lo ami. Ormai è da tanto tempo che sai di essertene innamorata.
Che stupidaggine innamorarsi a soli diciassette anni, quando non sai nemmeno quale sia il vero significato di quella parola, potrebbe dirti tua madre in questo momento.
«Perdonami, ti prego...» mormora a pochi centimetri dal tuo viso.
Senti il suo profumo annebbiarti la mente, i suoi occhi fissi nei tuoi leggere pensieri mai confessati, il suo respiro pizzicarti le cornee per le lacrime che vorresti trattenere.
Vorresti, ma ti sfuggono ancor prima di impossessarti del loro controllo.
Due capitolano sul tuo viso, correndo leggere sulle tue guance arrossate.
E poi le senti.
Le sue labbra si avvicinano lentamente alle tue, forse perché impaurite da un tuo possibile rifiuto. Si appoggiano. Piano.
Entrambi cessate di respirare mentre il tuo cuore esplode in un vulcano di emozioni. Rabbia, disprezzo, odio, amore, affetto: si uniscono in un unico involucro che si rispecchia nei tuoi occhi ora chiusi.
Sei talmente sorpresa, arrabbiata e felice che non riesci nemmeno a controllare ciò che provi. Eppure rimani immobile tra le sue braccia, mentre lentamente lui ti spinge contro il muro e continua a baciarti.
È il tuo primo bacio. Lui non lo sa, forse però se lo immagina.
Credevi che tra di voi non sarebbe successo mai niente, perché siete solo amici, eppure guardatevi.
Non avresti mai pensato che questo potesse accadere così, a scuola, con lui.
Ma ti va bene. 
Ti andrebbe anche bene rimanere in questa posizione per l'eternità, se solo potreste farlo.
Ma ti va bene pure questo.
In fondo lo hai perdonato e hai scoperto di non essere stata la sola, tra i due, ad aver desiderato che questo accadesse.

 

I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove, molto più lontani della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.




Spazio autore:

Ciao... sono abbastanza timidina... è la mia prima storia (?) - meglio dire One-shot – originale che pubblico. E sapete com'è quando non si conosce né la sezione, né l'impatto che potresti avere con le sue lettrici/lettori (se scrivete potete capirmi ^.^).
Ma va bene, non voglio farmi compatire xD
Sappiate che sono ben accetti qualsiasi tipo di commenti, dai più belli ai più brutti :)
Be', riguardo alla ff, posso solo dirvi che l'ispirazione è venuta grazie alla poesia – tra l'altro bellissima – di Jacques Prevert, I ragazzi che si amano (mi piacciono particolarmente le cose che scrive. Sono molto dolci e romantiche... sì, sono piuttosto diabetica ahahah Lasciatemi perdere, sono una caso perso in partenza xD)
Vi lascio con la speranza di poter leggere qualcuna delle vostre opinioni.
Grazie per essere passati,
Sha <3

   
 
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