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Autore: Soundless_Voice    11/09/2013    3 recensioni
Matt si lasciò cadere a terra, sfinito per quella stramaledetta giornata. Cos’era andato storto? Fino a poche ore prima era tutto ancora “normale”, o così voleva pensarla.
Era una persona “normale”, con una vita “normale” e degli stramaledetti gusti “normali”. Prima che quello sguardo acceso e quel maledetto sorriso lo bloccassero là, all’uscita della scuola. Poco prima di incrociare lo sguardo di Ryan.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Matt si lasciò cadere a terra, sfinito per quella stramaledetta giornata. Cos’era andato storto? Fino a poche ore prima era tutto ancora “normale", o così voleva pensarla. Era una persona “normale”, con una vita “normale” e degli stramaledetti gusti “normali”. Prima che quello sguardo acceso e quel maledetto sorriso lo bloccassero là, all’uscita della scuola. Poco prima di incrociare lo sguardo di Ryan.

 

 

Tutto era iniziato qualche settimana prima. 

Matt Evans frequentava l’ultimo anno delle superiori in una piccola città  nei pressi di Boston, faceva parte della squadra di football (anche se difficilmente il coach lo faceva entrare in campo) e i suoi voti erano nella media. Era un ragazzo alto, non troppo muscoloso e i suoi capelli erano castani e ribelli. Decisamente, una persona che non spiccava nella varietà degli studenti della Pilgrim High, eccezion fatta per i suoi occhi, azzurrissimi e accesi come pochi. Sceso dalla sua auto, vide la sua migliore amica, Alice, che lo aspettava giusto davanti all’entrata. 

«Oh merda» pensò, notando il suo sguardo fulminante. Mise su il suo sorriso più sgargiante e si avvicinò a lei con non-chalance. «Beh. ‘giorno Ali» disse radioso a quello che più che una ragazza, sembrava un mastino rabbioso. 
«Mezz’ora» si limitò a dire.
«Cosa?» chiese innocentemente.
«Dovevamo vederci mezz’ora fa, caro mio. Per ripassare, ricordi? Razza di idiota» biascicò.
«Lo so, ma sai com’è, la sveglia non è suonata.. Eddai, Al. Se ti offrissi un bel caffè?» chiese abbracciando da dietro l’amica. Notando un piccolo sorriso sulle labbra dell’altra, proseguì, dondolando «O magari un cappuccino.. con tanta panna e cacao..»
«Mattew Evans, sei una carogna. Sai dove colpirmi e come convincermi, sempre.» sbuffò, aggiungendo in segno di resa «Ma è per questo che ti adoro».
«Lo so!» concluse trionfante, staccandosi da lei e dirigendosi verso la sua classe.

 

La giornata passò come una normale mattinata di metà Ottobre, ed all’ora di pranzo si sedette al solito tavolo con Alice e Leo, un suo compagno di corso. Fu nel pomeriggio, all’uscita di scuola, che successe.

Matt si stava dirigendo alla sua Volvo nera, quando qualcosa gli finì addosso.
«Ehi, accidentaccio amico. Fai un po’ di attenzione» rispose, sentendosi urtare il braccio sinistro. Voltandosi, notò che si trattava di un ragazzo dai capelli neri, scurissimi, che lo guardava con due occhi verdi magnetici.
«Scusami, non volevo» rispose quello gentilmente, imbarazzato. La sua voce era abbastanza profonda, ed era poco più alto di lui. « Probabilmente sono inciampato per sbaglio a causa del gradino.. Sono sempre stato buono a farmi male facilmente, sai? Ma finora ero riuscito a evitare di travolgere gli altri» scherzò, portandosi una mano dietro la testa e scompigliandosi i capelli.
Matt era rimasto incantato da quel suo sguardo, così strano e acceso. «Owh, figurati.. Non fa niente.. Sei dell’ultimo anno? Non ti avevo ancora visto in giro» 
«Mhmh. Mi sono trasferito qui un anno fa, ma non si può dire che io sia una cima nel fare amicizia, quindi non credo avresti potuto notarmi in mezzo a qualche gruppo casinaro... Ora forse è meglio andare però.. È stato un piacere conoscerti.. »
«Matt. Mi chiamo Matt» affermò sorridendo. “Ma che mi prende?” pensò, rendendosi perfettamente di conto di poter sembrare inopportuno. Insomma, si erano urtati e basta, e ora lui si stava presentando.
«Matt... È stato un piacere» ripetè sorridendo, prima di correre nella direzione del bus, che stava partendo in quell’esatto momento.
«Ehi, aspetta! Come diavolo ti chiami?»
«Ryan!» urlò giusto salendo sul mezzo di trasporto.

Quella fu la prima volta che vide Ryan Harrison. 

 

 

«Terra chiama  Matt..?»
«E-eh?» chiese distratto, riportato alla realtà da Alice. 
«Ma che hai? È tutto il giorno che ti guardi attorno, pensi ad altro.. Chi cerchi così assiduamente?»
«No, nessuno, sono semplicemente stanco» mentì, ben sapendo che quello a cui pensava dalla sera precedente, era quel ragazzo dagli occhi verdi. Erano ore che si chiedeva cosa gli stesse succedendo, perchè non facesse altro che ricordare lo strano incontro del giorno prima. Era preoccupato in qualche modo, visto che l’altro era praticamente scappato via da lui. «È solo che ieri è successa una cosa strana e..»

«Oh, ciao» lo interruppe una voce alle sue spalle. Si voltò immediatamente, riconoscendo quella voce un po’ roca. «Ti ho visto all’entrata e mi sembrava di averti riconosciuto.. Matt, giusto? Sono un disastro coi nomi» ammise li ragazzo dai capelli scuri, passandosi una mano sulla nuca. 
Stupito, Mattew sorrise annuendo, senza dare troppo peso a quella strana sensazione di sollievo che iniziava a pervaderlo. «Ah, non fa niente Ryan»
«Oh, a proposito, scusa per ieri, ma se il bus mi avesse abbandonato qui, avrei fatto nottata a scuola. Decisamente un incubo, vero?» scherzò, per poi fare un cenno di saluto ad Alice, che lo stava squadrando da quando era spuntato fuori.
Matt, rendendosene conto, rise appena indicandola «Lei è la mia migliore amica, Alice. Anche se abbaia, non morde eh. E Alice, lui è Ryan: ieri pomeriggio ci siamo incontrati per caso..»
«Dopo che il sottoscritto, con la grazia di un elefante, gli ha urtato il braccio» terminò la frase porgendo la mano alla ragazza.
«Oh beh, gli amici di Tew sono amici pure miei». Afferrò la mano dell’altro e la strinse appena, iniziando a parlare amabilmente con lui.

 

La cosa che più adorava della sua amica, era che era estroversa e molto solare, per cui fece subito amicizia con Ryan, cercando di metterlo a suo agio. Passarono la pausa pranzo a chiacchierare tutti assieme e lei gli chiese della scuola, scoprendo che quest’anno avrebbe avuto in comune con Matt il corso di chimica e di inglese. Apparentemente non si erano mai notati, parlati, nè tantomeno visti di sfuggita.
Dal canto suo, Ryan si rivelò essere un ragazzo simpatico, divertente e schietto, anche se a prima vista appariva un po’ timido e riservato.
«Pensa che una volta sono riuscito a inciampare proprio a mensa, finendo per far volare addosso al professore di Inglese tutto il mio pranzo. Immagina un po’ a com’ero messo: appena trasferito, pieno di salsa al pomodoro e nei guai fino al collo»
«Allora eri tu quello studente! Ne ho sentito parlare, abbiamo riso per un sacco di settimane su quella storia. Mi vedevo il Signor Brown pieno di spaghetti, te lo ricordi?» disse Matt ridendo e tirando un colpetto ad Alice.
«Ah-hà, molto maturo eh» mugugnò Ryan arrossendo leggermente. Proprio in quel momento la campanella suonò. «Mi sa che dovremmo incamminarci.. Seguiamo lo stesso corso di chimica, vero? Ci andiamo assieme?» aggiunse, col volto ancora roseo. Matt immaginò che quel colorito improvviso fosse dovuto al ricordo della figuraccia dell’anno scorso, ed annuì volentieri. Così salutarono l’amica, dirigendosi assieme verso l’aula.

  
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