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Autore: cold_fire    11/09/2013    5 recensioni
tre amiche, un libro e tre ciondoli apparsi per mistero. benchè corta questa storia insegna il valore dell'amicizia e dell' unione... con un tocco di magia e avventura tre ragazze normalissime si troveranno a comprendere quanto è stata importante la loro amicizia, per salvarle da un enorme maledizione...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto cominciò una mattina che sembrava come tante altre; avevo appena iniziato a fare colazione quando all’improvviso suonò il campanello. Aprii la porta, ma non c’era nessuno. Guardai a terra e vidi un pacchetto avvolto in una colorata carta a pallini e legato con un nastro rosso. Incuriosita, lo raccolsi e chiusi la porta. Lo appoggiai sul tavolo in salotto e iniziai subito a scartarlo. Dentro trovai un bigliettino con scritto: “Giulia Morotti” e uno stranissimo ciondolo. Era uno smeraldo a forma di cuore con dei fantastici riflessi azzurri. Sentii la sveglia del mio cellulare suonare: ero in ritardo per l’incontro con Elisa. Indossai senza pensarci il ciondolo e una felpa e corsi fino a casa della mia amica. Mi stava già aspettando fuori dal cancello. Ci incamminammo verso la gelateria. “Che carino il ciondolo!” mi disse fissandolo. “Oh, grazie. L’ho trovato oggi fuori da casa mia… Stai bene? Mi sembri un po’ pallida!”. Elisa non rispose. Era come ipnotizzata dal mio ciondolo e diventava sempre più pallida. “Elisa?! Tutto bene?” chiesi preoccupandomi seriamente, ma lei non rispose. Rimase muta a fissare il mio ciondolo. Decisi di scrollarla… ma i suoi occhi rimasero fermi su di esso. “Elisa! Rispondimi! Torna in te!” dissi. Subito vidi qualcosa scattare nei suoi occhi, una specie di luce che prima non c’era. Alzò gli occhi e mi fissò. “Cosa è successo?” mi chiese preoccupata. “Non lo so” risposi. Riflettendo sull’accaduto decisi di nascondere il ciondolo sotto la maglietta. Elisa non disse una parola fino alla gelateria. Quando si trovò davanti all’edificio sembrò risvegliarsi da un sogno e entrò. Io la seguii sempre più preoccupata. Dentro incontrammo la nostra amica Alessia. Elisa non la salutò neppure. “Ciao!” dissi io. “Ciao… ma perché Elisa non mi ha salutato? E’ arrabbiata con me?” mi disse lei. Allora io decisi di dirle la verità e le raccontai quello che era successo. “Posso vedere il ciondolo?” mi chiese. Io glielo mostrai e lei lo fissò, ipnotizzata. Oh, no sta succedendo di nuovo! pensai terrorizzata. Quindi corsi fuori e me ne andai il più lontano possibile tenendo nascosto il ciondolo, finchè sbattei contrò qualcuno. Alzai lo sguardo: era la mia amica Mara. “Non guardarmi!” mi disse lei. Non capii il senso di quelle parole finchè non lo vidi. Quel ciondolo. Quel maledettissimo ciondolo, lo indossava anche lei. “Dove l’hai preso?!” le chiesi indicandolo con il dito. Senza lasciarle il tempo di rispondere le feci vedere il mio. Lei strabuzzò gli occhi. “Ma… è come il mio!” mi disse confusa. “L’ho trovato oggi fuori dalla porta del mio appartamento!”. “Anche io!” le dissi. Ero ancora più spaventata di prima. “Questo ciondolo è terribile! Ipnotizza le persone!”  esclamai. “No, fa molto di più: permette di controllare le loro menti!” mi disse lei agitatissima. “Vuoi dire che con questo posso convincere le persone a fare quello che voglio?! Ma è… incredibile e orribile nello stesso tempo! Tu l’hai già fatto?”. Lei mi rispose: “Sì, ma senza accorgermene! E quando me ne sono accorta mi sono sentita subito in colpa!”. Io, scandalizzata, esclamai: “Significa privare la gente della propria volontà! Sai cosa dobbiamo fare, vero?” Lei mi guardò confusa. Io continuai: ”Dobbiamo subito sbarazzarcene!”. Lei mi chiese: “Come?”. Io non risposi subito. Non avevo alcuna idea: “Non lo so, in un modo strano, come nei film…”. Lei sorrise e disse: “Lo buttiamo in un vulcano?”. Io risi per la prima volta quella mattina e risposi: “Ci penseremo in un altro momento a questo. Adesso dobbiamo scoprire se qualcun altro ha ricevuto questo ciondolo”. Quindi camminammo un po’ per il paese nascondendo i ciondoli nella borsa e controllando ogni persona che ci passava accanto. Sembrava che non l’avesse nessuno. Sconsolate, ci sedemmo fuori dalla biblioteca. In quel momento sentimmo una  voce dietro di noi. “Ciao ragazze!”. Ci girammo: era la nostra amica Angela. Quando fu certa che l’avessimo vista, ci mostrò una specie di collana che aveva appesa al collo. Appena capimmo cos’era io e Mara ci guardammo. “Vi va di offrirmi un buon gelato al cioccolato?” disse con un sorriso smagliante sulle labbra. “Assolutamente no!” rispondemmo io e Mara contemporaneamente. “Come puoi usarlo senza sentirti in colpa?” le chiese Mara con voce accusatoria. Angela la guardò confusa e poi vide il ciondolo che nel frattempo io avevo estratto dalla borsa. “Anche voi l’avete?” ci chiese scandalizzata. Io, annuendo, le chiesi: “E tu? Come lo hai trovato?”. “Era in un libro: l’ho aperto e era lì, tra le pagine” rispose lei. Mara urlò: “Quale libro? Cosa c’era scritto?” “L’ho appena riportato in biblioteca! Si chiamava il ciondolo maledetto ma non capisco cosa possa significare…” disse accigliata. Mara spalancò gli occhi e sussurro sconcertata: “Mi stai dicendo che tu hai indossato un ciondolo trovato in un libro che si chiama Il ciondolo maledetto!?”. Lei aprì la bocca per rispondere, ma io la bloccai. “Dicci cosa c’era scritto su quel libro.  Di cosa parlava?”. Angela rispose: “Beh… Di un ciondolo che poteva controllare il comportamento della gente” “E c’era scritto come neutralizzare i suoi poteri?” chiese Mara. Lei rispose: “Beh… nella storia si diceva che le tre ragazze con il ciondolo sono destinate a portarlo al collo per l’eternità. Vedete… erano le prescelte, così dicevano nel libro.” “Ok, ok… ma come si distrugge?” chiesi preoccupata da quelle parole. Angela rispose “Non lo so, mancavano gli ultimi due capitoli…” Il mio cuore perse un colpo. Non poteva essere. Proprio alla fine, quando avremmo potuto scoprire tutto… ad un filo dalla soluzione. “Però ho notato una cosa strana” continuò Angela “Non c’erano segni di strappo, come se il libro finisse proprio li.” Gli attimi che seguirono, se pur pochi secondi, mi sembrarono attimi. “l’autore” disse Mara che fino a quel momento era stata zitta “Chi ha scritto il libro?” “Non ricordo…” disse Angela desolata. “Forse non è ancora troppo tardi” dissi avviandomi a passo svelto verso la biblioteca. Entrammo e guardammo subito nel cesto dei libri restituiti. Con un sospiro di sollievo vidi Angela prenderne uno e sollevarlo in modo che tutte e tre potessimo vederlo bene. Sulla copertina c’era quel ciondolo, ma nessuna indicazione sull’autore. Scorremmo velocemente tutto il libro, fino all’ultima pagina. C’era l’immagine di tre ciondoli, come i nostri, uno accanto all’altro. “Di questa immagine non ci avevi parlato!” dissi a Angela. Lei rispose, agitata: “Prima non c’era!”. Ci guardammo negli occhi e ci togliemmo i ciondoli. Li avvicinammo e una luce potentissima si sprigionò dagli smeraldi. Si fusero in un unico grande cuore, che scoppiò accecandoci. Quando riaprii gli occhi mi ritrovai a casa mia, con davanti la mia colazione ancora integra. Mi guardai intorno confusa. Il campanello suonò e corsi ad aprire: guardai a terra, ma vidi soltanto i piedi di mio padre, che entrò in casa e si chiuse la porta alle spalle. Ancora più confusa, andai in camera mia. Il cellulare suonò due volte: c’erano due messaggi, di Angela e Mara, che dicevano Hai visto il libro?. All’inizio non capii, ma poi guardai sul letto e lo vidi. Era lo stesso che aveva letto Angela, ma la copertina era cambiata: adesso il ciondolo era spezzato. Quando lo presi in mano, il libro si aprì sull’ultima pagina. Guardando l’immagine dei tre ciondoli, dissi: “E’ proprio vero, l’unione fa la forza”.
THE END  
 
  
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