Era steso a terra, era ormai un corpo senza vita,senz'anima; è una storia d'amore, ma è più complicata di quello che sembra..
Era un uomo unico nel suo genere; Amava suonare il pianoforte, conosceva storia e struttura dello strumento a memoria.
Era alto, magro, dita lunghe e sottili. Aveva un po' di barba, quel po' da incorniciargli il volto, era rossa, come i suoi capelli; Aveva lentiggini appostate quì e lì sul viso ma nascondevano soprattutto quel naso minuto, aveva gli occhi verdi e un sorriso splendido che nascondeva spesso dietro una mano. Quando suonava metteva allegria a chiunque ma nessuno immaginava che sotto quell'impermeabile nero ci fossero polmoni bruciati, dita consumate e polsi pieni di cicatrici. Era alto 1.93 e pesava poco più di 58 kg. Era scarno e molto sottopeso,  anche se non voleva ammetterlo. 
Era la sera del suo concerto, era entrato nella tana dei Lupi. Durante  il concerto, mentre lui era troppo impegnato con il brano per rendersi conto di ciò che sucedeva attorno, non si rese conto che le recenti ferite si erano aperte e che le maniche bianche della camicia si erano  sporcate di rosso, rosso sangue. Continuò a suonare, fino a quando un accordo dissonante interrupe la magia di quel brano; Il ragazzo era svenuto sul pianoforte.