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Autore: _revenge    12/09/2013    5 recensioni
'' Però qualcosa mi fece sorridere, non so, forse il fatto che uno sconosciuto avesse perso tempo per una cosa del genere, forse per lo smile accanto alla frase, o forse più semplicemente stavo impazzendo. ''
[Frerard estramente fluff . ]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve genteh! Non è la mia prima storia sul fandom, ce ne sono un bel po' sul mio pc incomplete (qualcuna riuscirò a pubblicarla, dai. -autoconvincimento, yeah.-), avevo provato un po' di mesi fa, ma insomma, non era andata molto bene. Alloooora, questa OS è nata in un pomeriggio afoso, no ok, non vi interessa, sappiate solo che la trama si ispira un po' a quella del video di Bad Day, di Daniel Powter.
http://www.youtube.com/watch?v=gH476CxJxfg
Okay, vi lascio, spero che questa oscenità piaccia a qualcuno. <3





 
You have just a Bad Day.
 



‘Insegui il tuo sogno’ dicevano. Oh, fanculo, nessuno mi aveva mai detto che fosse così difficile però. Da meno di due mesi mi ero traferito a New York, ero in crisi isterica perenne, tutto il giorno a preparare tavole su tavole per la Scuola D’Arte, non ne potevo più.
Ero uscito da una mezz’oretta questa mattina, sveglia alle 7, ed ero andato a dormire alle cinque. Ovviamente il pullman era già passato, e mi aveva lasciato a piedi, a fare il doppio della strada, fortuna che potevo prendere la metro lì vicino.
Cercai nella borsa l’Ipod per distrarmi un po’, ma sentì qualcosa che mi colpì il naso… acqua.
Alzai lo sguardo, aveva cominciato a piovere piano, ed ero senza ombrello. Presi a correre sotto i balconi prendendo in velocità le scale della metro, rischiando uno scivolone assurdo, giocandomi per sempre l’osso sacro. Qualcuno lassù doveva divertirsi davvero tanto a torturarmi.
Beh, almeno ero arrivato in anticipo, dovevo aspettare dieci minuti almeno.
Mi guardai intorno, continuando a vagare nell’area in cui sarei dovuto rimanere, e notai un insegna pubblicitaria, con una ragazza che sorrideva tranquilla su un campo di fiori.
Presi il pennarello blu dalla borsa, allungandomi per disegnare  due grandi nuvoloni pieni di pioggia. Ridi ora, stronza! Scossi la testa, passandomi una mano sul volto, ah, ero messo proprio male. Intanto la metro era arrivata, e per evitare di non riuscire ad entrare, tanta era la gente, cercai di arrivare davanti alle porte per primo, il fatto che ci riuscii fu l’unica cosa positiva della giornata.
La giornata alla Scuola D’arte era passata come al solito, tra un compito e l’altro, e una infinità da farne a casa. Ma la cosa peggiore di certo non era quella, ma le risatine e i commenti idioti dei compagni, dio, li odiavo. In un’apocalisse zombie li avrei sparati dritti in fronte, spacciando i loro omicidi per pura confusione del momento.
Passai dalla caffetteria per un bel bicchiere di caffe’ caldo, mi sarebbe servito stasera per finire tutti i lavori in tempo, e mentre tornavo alla metro, per evitare di correre dietro al pullman in corsa, come ogni volta, passai davanti al cartellone che avevo scarabocchiato questa mattina.
Qualcuno aveva disegnato un ombrello con un pennarello rosso in mano alla ragazza, mi avvicinai di più per vedere meglio quello che c’era scritto affianco.
‘Are you okay? You have just a bad day.’
Oh, grazie, questo sì che aiuta davvero. Però qualcosa mi fece sorridere, non so, forse il fatto che uno sconosciuto avesse perso tempo per una cosa del genere, forse per lo smile accanto alla frase, o forse più semplicemente stavo impazzendo.



 
Mi svegliai la mattina seguente con uno strano buonumore, che preferii non attribuire al fatto strano della sera precedente, ma più che altro al fatto che avessi dormito un’ora in più.
Solita routine, solito pullman perso, solita scalinata bagnata della metro, l’unica cosa positiva era che non piovesse. Passai di proposito davanti il cartellone in questione, col pennarello in mano.
Vediamo se lo sconosciuto avrà qualcosa da rispondere, adesso.
Feci una caricatura di un taxi che passa in velocità sopra una pozzanghera, mi spiace caro, ma nessun’ombrello potrà salvarla dalla pioggia, adesso, pff.
La giornata sembrava essere tranquilla (noiosa), stetti in biblioteca a studiare per l’esame imminente, al riparo da sguardi fastidiosi, e soprattutto in religioso silenzio.
Ma ovviamente non riuscii a combinare nulla lo stesso. Al tavolo di fronte al mio, c’era un ragazzo,  col ciuffo davanti agli occhi, che spostava in continuazione con la mano con cui teneva un pennarello rosso indelebile. Rosso come quello del cartellone. E se …?
No, no, sicuramente no. Avrei voluto avvicinarmi, ma neanche ci provai. Chissà per quale maniaco mi avrebbe scambiato. Questa storia assurda mi stava davvero togliendo troppo tempo.
Abbassai di fretta lo sguardo, a disagio. Ci eravamo fissati per qualche secondo, e stavo sprofondando dall’imbarazzo. Neanche una mezz’ora dopo uscì dalla biblioteca, ormai non riuscivo a pensare ad altro. E ovviamente, tornai alla metro. Beh, ero stanco per tornare a casa a piedi, okay?
Inclinai la testa infastidito, diamine lo sconosciuto positivo aveva ancora una volta trovato una soluzione. Aveva disegnato un ragazzo accanto alla tipa sorridente, che si prendeva tutta l’acqua del taxi, bella trovata. Sbuffai, a braccia conserte, ponendo su tutto il disegno, un grande punto interrogativo, okay, tutto ciò era ridicolo.
Mi grattai la testa, non avevo più niente da controbattere, mh, hai vinto tu, chiunque tu sia.
Fanculo la metro, e tutto il resto. Partì spedito verso casa, e mi accorsi appena che aveva preso a piovere, e forte anche. Deciso ad ignorare l’acqua, e gli eventuali malanni a cui stavo andando incontro, continuai il mio percorso, quasi finendo in una pozzanghera. Imprecai al nulla, facendo una scenetta davvero patetica, fino a quando non sentì più piovere sotto la mia testa. Alzai lo sguardo subito, vedendo un ombrello nero, e …oddio il ragazzo della biblioteca sorridente, che lo teneva alzato per coprire anche me.
Fanculo la pioggia, quel sorriso e quegli occhi avrebbero potuto far tornare il sole immediatamente.
- Tutto bene? Hai avuto solo una brutta giornata, dai.
Prese dalla tasca del giubotto il pennarello rosso, agitandolo davanti ai miei occhi, facendo una risatina imbarazzata. Possibile che avessi avuto ragione, stamattina, in biblioteca?
Aprì e chiusi la bocca un paio di volte, prima di pensare ad una risposta effettivamente sensata.
- Sì, beh, hai ragione, sai? Mi ci vorrebbe una pausa.
- Caffe’? Mi chiamo Frank.
- Assolutamente. Piacere, Gerard.
A giornata finita, ero talmente distratto dalla giornata passata in /dolce/ compagnia, che quasi passai dritto davanti al cartellone, me ne accorsi, e feci qualche passetto indietro.
Accanto al punto interrogativo in alto, Frank ne aveva disegnato uno uguale, che combaciava col mio, formando un cuore. Arrossì in maniera idiota, e tornai a casa con un sorrisetto ebete stampato in faccia.
Avevo trovato qualcuno che mi facesse dimenticare le brutte giornate, adesso.


 
  
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