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Autore: Akrois    18/03/2008    3 recensioni
Le tende strappate erano ricamate finemente e dondolavano tristemente al vento.
I tappeti erano sbrindellati e rosicchiati dai topi.
I candelabri erano sì ricchi, ma penzolavano penosamente dai soffitti, reggendosi su a sputi e preghiere.
E quella risatina.
Sì, quella fottuta risatina, che sentiva da quando era entrato
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yu Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dasvidania

Dasvidania

 

 

 

 

 

Kanda imprecò.

Che novità.

Il castello puzzava maledettamente di vecchio, polvere, marcio e morte.

Quel puzzo atroce che non se ne voleva andare nonostante tutte le finestre rotte, dalla quale entrava la gelida aria russa.

Le tende strappate erano ricamate finemente e dondolavano tristemente al vento.

I tappeti erano sbrindellati e rosicchiati dai topi.

I candelabri erano sì ricchi, ma penzolavano penosamente dai soffitti, reggendosi su a sputi e preghiere.

E quella risatina.

Sì, quella fottuta risatina, che sentiva da quando era entrato.

Ma perché era dovuto entrare solo lui? Ah, sì, perché Allen aveva l’influenza, Lavi si era rifiutato e Linalee voleva giocare alla brava infermierina.

La risatina era quella cristallina di una bambina felice… ma ragionando: quale bambina poteva essere felice là dentro?

Sarebbe stato più naturale qualche bell’urlo di dolore, qualcosa di.. di terrificante, diavolo!

Ma anche la risatina era decisamente scenografica. Molto da film dell’orrore.

Girovagando tra i corridoi straripanti puzza, polvere e carcasse d’animali sulla cui provenienza non era interessato ad indagare, poteva vedere a tratti l’ombra di qualcuno.

Ma, per il gioco snervante della luna e delle nuvole, questa spariva dopo neanche un secondo.

Già, chissà di chi era quell’ ombr

 

- ciao!-

- a!-

 

Il saluto pronunciato dalla vocina infantile lo spaventò a morte.

Ma riuscì a trattenersi, se non fosse stato per quella!” però, sarebbe stato meglio.

La bambina lo guardava sorridendo, con la corda per saltare tenuta nelle mani, gli occhini marroni e i capelli chiari.

 

- ciao!-

 

Ripeté, agitando una manina bianca davanti al suo naso.

Portava un’abito elegante di foggia antica, e i capelli raccolti in due codini.

Sorrideva con il sorriso trecentoquaranta denti +1, che aveva imparto ad odiare profondamente, di Lavi.

 

- che ci fai qua, bambina? Non è posto per giocare. –

 

Sbottò, fingendosi ragionevole e serio.

Ma la mano stretta all’elsa di Mugen lasciava presagire ben altro: quella bambina l’aveva spaventato. Aveva spaventato lui, Yuu Kanda, e ora si meritava d’essere fatta a fettine sottili sottili.

Ma lei continuò a sorridere.

 

- tu sei un Esorcistaa?-

 

Domandò, osservandolo.

 

- perché vuoi saperlo?-

- è bello che siete arrivati!-

 

Lei era allegra.

Cominciò a saltellargli intorno, ruotando la corda colorata.

 

- però è tardii! Quei signori antipatici hanno preso la caasaaa!-

- cosa? Quali signori?! Akuma?!-

- si chiamano cosìì?-

 

Si fermò davanti a lui.

Bhe, fermarsi era una parola grossa, continuò a saltare sul posto.

 

- io li chiamo Signori Antipatici!-

 

E scoppiò a ridere.

 

- tu chi sei, bambina?! Dove sono gli Akuma?!-

- senza cuore e senza ossi, chi è colei che salta i fossi?-

- cosa?! Mi prendi in giro, marmocchia?!-

 

Ma lei rise, saltellando via.

 

- seguimi, Signore! Ti porto dai tipi antipaticii!-

 

E continuò a cantare, allegra, quell’indovinello.

Kanda la seguì, scocciato e ben deciso a dirne quattro a chiunque avesse concesso la vita a quella bambina.

Ma Dio ci pensava quando buttava nell’ordine cosmico simili patacche?!

 

- sorellina! Sorellina! Guarda, c’è un Signor Esorcista!-

 

Ah, bene, un’adulta.

O almeno, lo sembrava.

Voltata di schiena, doveva essere alta poco più di lui.

I lunghi capelli castano chiaro cadevano disordinati fino al bacino.

Stava per dire qualcosa, quando lei si voltò.

E allora se ne accorse: tolta la gonna lacera che le copriva le gambe, era completamente nuda.

Teneva solo le braccia conserte sul seno, coprendolo pudicamente.

Apri e chiuse la bocca tre o quattro volte.

 

- sorellina, vuole che lo portiamo dai signori, lo portiamo?-

 

Lei annuì, silenziosa, muovendo qualche passo.

Aveva i piedi scalzi.

Kanda le seguì in silenzio, notando come la ragazza camminasse leggermente storta.

Sentiva le risate degli Akuma provenire dal salone affrescato.

Livello Tre.

Tre.

Ah, Tre Livello Tre.

Che gioco di parole del cazzo.

 

Aprì lentamente gli occhi, incontrando quelli nocciola della bambina.

 

- stai male, signoree?-

- certo, cretinetta. –

- sorellina, anche lui diventerà come noi?-

 

Lei scosse la testa.

Kanda la guardò.

 

- come.. come voi? Chi diavolo siete voi?-

- sorellina, secondo te è scemo?-

 

Lei la guardò male.

 

- sorellina, faglielo vedere. –

 

La più grande aprì le braccia, mostrando il seno.

Laddove ci doveva essere carne, c’era un buco bruciacchiato.

Il sangue scuro cominciò a scorrere dalla carne fresca, sporcando il ventre della giovane.

Laddove ci doveva essere il polmone e il cuore, carne bruciata.

 

- vedi?-

- il cuore…?-

- tu sei come lei, sai? Non ha il cuore. –

- io…-

- noi avevamo chiamato. Avevamo chiesto aiuto. Ma nessuno è venuto.

- io…-

- siete stati cattivi. Avete lasciato me e mia sorella da sole. –

- noi…-

- questa casa è della nostra famiglia da generazioni. Non volevamo lasciarla in mano loro. Ma..-

 

La bambina lo guardò.

Aveva gli occhi colmi di lacrime.

 

- siamo cadute. Mia sorella ha cercato di proteggermi ma… è caduta. –

- io..-

- torna dai tuoi compagni. Se ce la fai.

 

Era la più grande che aveva parlato.

 

- oppure resta qui. Se non ce la fai.

- e se resto?-

- diventerai come noi. Soffrirai, maledirai il mondo intero.-

 

La bambina si rifugiò tra le sue braccia.

 

- odiando, osserverai il mondo cambiare senza che tu possa fare nulla. –

- tsk. –

 

Kanda le guardò.

Il gelo del pavimento e il caldo del suo sangue sul corpo.

 

- lo faccio già. –

- sei un bravo esorcista. Yuu Kanda. –

- sì. Un bravo signore. Mister Broncio!-

 

La bambina, gli fece la boccaccia.

E lui glie la fece di risposta.

 

Aprì gli occhi di scatto, incontrando un unico occhio di smeraldo.

 

- buongiornooo Yuu!-

 

Un sorriso che contava il triplo dei denti che andavano messi in un sorriso normale.

Linalee dietro di lui e Allen seduto sul bordo del suo letto.

 

- buongiorno Kanda!-

 

Esordì la cinese, sorridendo.

 

- complimenti per l’impresa, Yuu! Non è da tutti far fuori ben tre Livello Tre!-

 

Ma lui rimase immobile.

Incurante delle ferite (che tanto si sarebbero rimarginate presto) uscì dalla stanza.

Lavi lo seguì di corsa.

Il cimitero era piccolo.

C’erano statue e lapidi.

Lavi cercò Kanda nella nebbia umida, incurante del gelo che sembrava volergli spaccare le ossa.

Lui era fermo, in ginocchio.

Immobile di fronte a due tombe.

Con le statue di due angeli.

 

- tutto questo tempo…-

- Yuu?-

 

Appoggiato a Mugen, sfiorava le date e i nomi della tomba più piccola.

 

- avete aspettato tutto questo tempo… che qualcuno venisse a salvarvi…-

- Yuu, di chi stai parlando?-

 

Kanda gli fece segno di fare silenzio.

Si rialzò indicandogli le tombe.

 

Su una delle due, era poggiata una corda per saltare e la scritta “senza cuore e senza ossi, chi è colei che salta i fossi?”

 

-  conosci la risposta, Lavi?-

- senza.. umm.. no. Non sono ferrato con gl’indovinelli. –

- è la nebbia, Lavi. –

- ?-

- i fantasmi. –

 

E alzò lo sguardo al cielo.

Chiedendosi se quella ragazza ora l’aveva ritrovato, il cuore.

 

 

 

A. Corner________

 

Okay.

Non ha senso =_=**

Ma c’è l’avevo in testa, e l’ho fatta!*_*

E pace all’anima mia…-.-

 

P.s: le due ragazze non hanno nome **””” potete chiamarle anche Bambina e Tizia se vi và XD

 

 

 

 

 

   
 
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