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Autore: xX__Eli_Sev__Xx    12/09/2013    1 recensioni
Mi chiamo Lena. Ho diciassette anni. Vivo, o meglio, vivevo a Sacramento. Adesso vivo a New York con mio fratello e mio zio, Mac Taylor. Com'è successo? Bè, è una lunga storia. Ma tenterò di raccontarvela. Partirò da dove tutto è cominciato e vi racconterò una piccola parte della mia vita nella Grande Mela. Questi sono little pieces of my life.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Don Flack, Mac Taylor, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Like a Phoenix'
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Little pieces of my life

CAPITOLO 24

 
Sgrano gli occhi di fronte a ciò che vedo.
Mac è inginocchiato accanto a me e mi sta guardando.
“Lena, sono qui.” mi dice semplicemente. Che sia un sogno? Che abbia le allucinazioni? Probabilmente sono diventata pazza dopo tutto questo. Dovranno rinchiudermi in un ospedale psichiatrico. Chiudo gli occhi più volte e li riapro. Lui è ancora qui.
L’ho visto cadere a terra, morto. Com’è possibile che…? Mi rendo conto che è tutto vero. È qui, accanto a me e sta tentando di tranquillizzarmi.
“E’ finita. Sono qui, amore mio.” mi ripete. L’unica cosa che riesco a fare è gettargli le braccia al collo e abbracciarlo. Voglio sentire il suo tocco, voglio essere sicura che sia tutto vero, che sia veramente qui. Lo stringo a me e non ho intenzione di lasciarlo. Mi culla delicatamente e mi sussurra parole dolci. Io respiro affannosamente, lascio che lui mi stringa e non mi muovo. È vivo. Mio padre è ancora vivo.
 
Mi aiuta ad alzarmi. Stringo le sue mani e guardo i suoi occhi azzurri. Mi sono mancati. Non posso credere di poterlo riabbracciare. Il calore delle sue mani mi pervade e mi dà una scossa di vita.
“Ma come…? Lui ti ha sparato, io…” balbetto, ancora sconvolta. L’ho visto morire, è questo che volevo dire. Era morto, come ha fatto a sopravvivere? Lui blocca i miei pensieri accarezzandomi il volto.
“Avevo un giubbotto antiproiettile.” mi spiega. “Ho qualche costola ammaccata, ma sto bene. Tu come stai?” chiede, studiandomi.
Io accenno un sorriso e annuisco.
Poi mi rendo conto che alle mie spalle c’è ancora il corpo di mio fratello. Mi volto ma subito torno a guardare Mac negli occhi. James è in un bagno di sangue, proprio come i miei genitori. Non voglio ricordarlo così. Voglio ricordarlo sorridente, felice e spensierato.
“Ti ha protetta fino alla fine, è questo l’importante, ok?” mi dice, prendendo il mio volto tra le mani. Ha capito cosa mi tormenta. E ha ragione, nonostante tutto non mi avrebbe uccisa, voleva rinunciare a tutto questo, sarebbe tornato da me.
Torno ad abbracciare mio padre. “Avevo paura non venissi.” sbotto. Mi accarezza i capelli.
“Non ti avrei mai abbandonata.” mi rassicura.
“Ti voglio bene, papà.” sbotto. Avevo bisogno di dirlo. Lui sorride e mi scocca un delicato bacio sui capelli. Continuo a singhiozzare e non riesco a sentire ciò che mi ha detto, ma credo che abbia sussurrato un ‘anche io’. 
“Adesso usciamo di qui.” gli sento dire.
Mi prende per mano e mi accompagna fuori, il caldo primaverile mi invade appena esco dalla piccola stanza.
Quando varchiamo la soglia, il sole mi acceca. Mi copro gli occhi con una mano, era più di una settimana che non lo vedevo, se non attraverso le finestre.
Alcuni paramedici stanno entrando a recuperare i corpi, vedo Sid che ci passa accanto e dà una pacca sulla spalla a Mac. Li guardo entrare e poi cammino verso D.B. e Jo che vedendo Mac, corre ad abbracciarlo.
Lui la stringe a sé, le scosta una ciocca di capelli corvini dal viso e la bacia. Una lacrima solca il volto di lei, che però continua ad accarezzare i capelli di mio padre, senza separare le labbra dalle sue. Quando si separano, lui le sussurra qualcosa che la fa sorridere, non riesco a sentire ciò che dice, l’udito sta sempre peggio, nonostante l’apparecchio.
Non so come ringraziare D.B. per tutto ciò che ha fatto, ma lui sembra capire e mi cinge le spalle con un braccio. Io appoggio la testa al suo braccio e con il mio gli circondo il petto in un abbraccio. Abbracciati, Jo e Mac, camminano verso di noi e Mac si congratula con il collega per la prontezza di riflessi e per aver ucciso Romanoff prima che ci facesse del male.
Il capannone pullula di poliziotti, entrano ed escono senza fermarsi, raccolgono prove, scattano foto. È tutto così terribile da sembrare irreale.
Vedo una macchina fermarsi al fondo della strada. Due uomini scendono e il guidatore corre verso di noi. Tento di mettere a fuoco la sua figura, ma solo quando è a una decina di metri da me capisco che è Flack. D.B. mi lascia, sa che correrò da lui.
Gli corro incontro e quando lo raggiungo gli getto le braccia al collo. Lui mi stringe e affonda il viso tra i miei capelli. Ricomincio a piangere.
“Stai bene?” mi sussurra, sembra che anche lui sia sull’orlo delle lacrime. Io annuisco, sollevata nel vedere che Romanoff non gli ha fatto del male. I coroner escono dal capannone con due barelle coperte da teli bianchi. Don li vede e capisce immediatamente.
“Mi dispiace, Lena. Mi dispiace tanto.” dice e mi stringe ancora più forte, per farmi capire che è lì con me. Questo è quello di cui ho bisogno. Che le persone che amo siano qui. In fondo non voglio rimanere sola.
Appena sciogliamo la stretta, lui avvicina le sue labbra alle mie. È il bacio più bello che abbia mai dato. È il bacio che mi dice che sono salva, che potrò andare avanti, che non è finita, nonostante mio fratello non ci sia più.
“Ti amo.” mi sussurra a fior di labbra. Sorrido e lui fa lo stesso. Lo bacio ancora e poi sussurro anche io quelle parole così belle e dolci. È la prima volta che le pronuncio, ma non è difficile, anzi, mi sembrano talmente facili da dire che le considero riduttive per esprimere ciò che provo.
“Ti amo anch’io, Don.” dico, con voce rotta dal pianto e gli occhi arrossati e gonfi.
Lo amo, la consapevolezza delle mie parole mi travolge. Lui è mio e io sono sua. Non esiste nient’altro. Solo noi. Ora che l’ho trovato non lo lascerò andare tanto facilmente. Vorrei solamente che mio fratello fosse qui per vedere quanto siamo felici.
Quando ci separiamo, vedo che tutti gli sguardi sono puntati su di noi. Sheldon, che è arrivato con Don, ha raggiunto Mac e ci guarda sorridendo.
D.B. sta ridendo e Jo sorride compiaciuta. Mac è stupito, ma quando ci avviciniamo mano nella mano sorride. Mi abbraccia e io stupita ricambio. Credevo si sarebbe arrabbiato, ma forse l’ho sottovalutato. Ha capito che ho bisogno di essere felice. Don si avvicina e mio padre sorride anche a lui.
“Trattala bene, o ti arresto.” lo minaccia. Don ride e mi abbraccia. Jo aveva ragione. È felice, forse quanto lo siamo noi.
 
Al funerale di mio fratello ci sono tutti. I nostri amici, i nostri insegnanti, tutti coloro che l’hanno conosciuto. Nessuno sa che si era alleato con Romanoff, nessuno sa della sua storia. Tutto ciò che è successo resterà un segreto e lui verrà ricordato come era prima che tutto questo succedesse.
Ricevo strette di mano e pacche sulla spalla da tutti.
“Lo supererai.” mi dicono.
Lo so, devo andare avanti, per i miei genitori, per James, per mio padre, Mac e per me. Dobbiamo andare avanti. I miei amici e Don mi aiuteranno, lo so. James ci mancherà, ma sappiamo, in fondo, che rimarrà sempre con noi.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao a tutti! Ecco a voi il penultimo capitolo! Spero vi piaccia! Fatemi sapere.
Appena avrò un attimo di tempo, pubblicherò l’ultimo. Sarà più breve, dato che si tratta dell’epilogo.
I ringraziamenti, i saluti e i pianti, li rimando all’ultimo! ;D
A presto, con l’ultimo capitolo.
xX__Eli_Sev__Xx
   
 
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