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Autore: Mon    12/09/2013    6 recensioni
Wendy affondò la faccia nel cuscino cercando di trattenere le lacrime; sapeva benissimo a cosa si stava riferendo sua madre: quella mattina avrebbe dovuto salutare Alex, il suo vicino di casa, il suo migliore amico, il bambino con cui passava la maggior parte del suo tempo libero, giocando in strada d’estate, guardando i cartoni animati, mentre le madri erano solite preparare loro una buona cioccolata calda, d’inverno. Era il suo compagno di classe, il suo vicino di banco, non c’era pomeriggio in cui non facessero i compiti insieme. Non riusciva ad immaginare la sua vita di bambina senza Alex, invece di lì a poco avrebbe dovuto scontrarsi con la dura realtà.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Wendy, è ora di alzarsi...»
La bambina aprì gli occhi e guardò la madre seduta sul suo letto. 
«Non ne ho voglia!» disse, rigirandosi e mostrandole la schiena. 
«Piccola, lo so che è dura per te, ma se non lo fai poi te ne pentirai per sempre...»
Wendy affondò la faccia nel cuscino cercando di trattenere le lacrime; sapeva benissimo a cosa si stava riferendo sua madre: quella mattina avrebbe dovuto salutare Alex, il suo vicino di casa, il suo migliore amico, il bambino con cui passava la maggior parte del suo tempo libero, giocando in strada d’estate, guardando i cartoni animati, mentre le madri erano solite preparare loro una buona cioccolata calda, d’inverno. Era il suo compagno di classe, il suo vicino di banco, non c’era pomeriggio in cui non facessero i compiti insieme. Non riusciva ad immaginare la sua vita di bambina senza Alex, invece di lì a poco avrebbe dovuto scontrarsi con la dura realtà. Il suo migliore amico stava lasciando l’Inghilterra per trasferirsi in America insieme alla sua famiglia, non sarebbe tornato indietro mai più. A quel pensiero le prese una stretta allo stomaco, singhiozzò. La madre era ancora seduta sul suo letto, le accarezzò la testa e si chinò per darle un bacio. Sapeva benissimo che quella era una prova durissima da affrontare per una bambina di soli 8 anni, le si chiudeva lo stomaco nel vedere sua figlia stare così male, ma sapeva che la cosa migliore da fare era costringere Wendy a salutare il suo migliore amico. Se non lo avesse fatto, se ne sarebbe pentita. «Piccolina, fatti forza. Andiamo a salutare Alex...» disse.
Wendy si alzò dal letto di controvoglia, andò in bagno e si lavò i denti, si vestì e insieme a sua madre uscì in giardino. La casa di Alex era praticamente attaccata alla sua, a dividerle c’era un piccolo spazio e una rete metallica. Wendy vide il papà di Alex uscire dalla porta con una grande valigia, seguito da sua madre che ne stava trascinando altre due più piccole. Le appoggiarono sul vialetto di cemento e si fermarono a guardare la strada di fronte a loro. 
«Il taxi non è ancora arrivato?» chiese la madre di Alex.
«Non tarderà molto vedrai...» rispose il padre. 
I due si girarono poi verso il giardino della casa di Wendy, con il sorriso sulle labbra salutarono la bambina e la madre che li stavano guardando. La piccola strinse la mano della mamma, accennando ad un timido saluto. Lei la guardò, poi insieme, andarono nel giardino dei vicini di casa. La madre di Alex si chinò verso Wendy e le accarezzò il viso. 
«Ci mancherai piccolina...»
In un sussurro Wendy rispose: «Anche voi...»
«Fai la brava, mi raccomando. Sono sicura che diventerai una bravissima e bellissima ragazza...»
La bambina annuì, con una mano teneva stretta quella della mamma, con l’altra stava giocando con i suoi capelli lunghi e castani. Tutti i presenti si girarono quando sentirono la porta di casa aprirsi; Alex stava uscendo, portando con sé una sporta di giochi. Wendy rimase ferma guardando il suo migliore amico avvicinarsi. I due si fissarono, ma non si dissero nulla; Alex rimase vicino alla madre, Wendy fece lo stesso.
Solo quando videro arrivare il taxi, capirono che era arrivato il momento di parlarsi. Alex si avvicinò all’amica e la madre di Wendy si allontanò.
«Mi dispiace andarmene da qui. Io in America non ci voglio andare!»
La bambina teneva lo sguardo basso. «Nemmeno io voglio che tu vada via...»
«Ho provato a dirlo con mamma e papà, ma loro hanno deciso così, i miei pianti disperati non sono serviti a nulla. Non voglio lasciarti...»
Wendy tirò su con il naso, asciugandosi le lacrime che avevano cominciato a rigarle il viso. «Non volevo piangere, ma non riesco a non farlo...»
Alex si fece forza e abbracciò l’amica sotto lo sguardo intenerito dei genitori. 
«Alex, dobbiamo andare...» disse la madre del bambino, con la voce leggermente rotta dall’emozione.
«Arrivo mamma...» rispose Alex, anche lui con voce rotta dal pianto. 
Lasciò Wendy e si avvicinò alla madre, che cercò di farlo salire in macchina, ma non ci riuscì. La bambina era arrivata di corsa e aveva abbracciato Alex. I due rimasero così per alcuni istanti, che ad entrambi sembrarono troppo pochi. Wendy, prima di lasciare andare l’amico in lacrime, appoggiò le sue labbra sulla guancia umida di Alex. «Mi mancherai...»
«Anche tu. Ti scriverò tante lettere...»
Wendy annuì, andò dalla madre che la strinse a sé; vide Alex girarsi verso di lei prima di salire in macchina e dirle: «Scappa via con me!» 
La bambina non resistette, si aggrappò alla gonna della mamma, affondandoci il viso, e scoppiò in lacrime.

Quelle lettere promesse da Alex non arrivarono mai. 




 

Salve. *corre a nascondersi in un angolino buio*
*fa capolino dall'angolo e si schiarisce la voce* 
Allora, io ci provo. Nel senso, è la prima storia che pubblico sugli All Time Low. L'ho cominciata un po' di tempo fa, ci ho riflettutto tanto se portarla avanti oppure no, poi ho deciso, finalmente, di pubblicarla. Non so come sarà, non so come verrà, ma questo è quanto. Ditemi cosa ne pensate, potete anche insultarmi, ne avreste tutte le ragioni, considerando che il nome della bambina è TROPPO scontato. Cioè, a dire la verità l'ho chiamata così perché con la storia che ho in mente avrebbe quasi un senso, quasi. 
Va bene, smetto di sproloquiare. 
Scappo.
Al prossimo capitolo, se ne avete voglia.
Mon. 

  
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